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giovedì 22 novembre 2007

Washington. Nancy Pelosi impegnata nello studio sui tempi relativi al disegno di legge contro i crimini anti-gay.

(News Italia Press) I rappresentanti delle maggiori associazioni americane in difesa delle minoranze gay e transessuali del paese hanno riportato i dati stilati dall FBI che testimoniano una crescita costante e diffusa sul territorio statunitense dei crimini perpetrati contro gli omosessuali.

La battaglia di tali movimenti è fare pressione sul Congresso affinché questo acceleri le procedure per il varo della legge "Shepard" sui crimini di questo tipo.

La Speaker della Camera Nancy Pelosi ed i suo colleghi democratici stanno considerando se procrastinare la discussione del provvedimento legislativo, che verrà incluso al pacchetto-difesa, a dopo le festività del Thanksgiving Day.
Essenziale per i Democratici è anche la conta dei voti: la Pelosi ed i leaders democratici stanno anche valutando se il proprio gruppo ha i numeri sufficienti per approvare lo "Shepard Bill" alla Camera dei Rappresentanti.
Infatti, se così non fosse, la Pelosi ed il leader democratico Steny Hoyer hanno già stabilito un ritiro del provvedimento contro i crimini omofobici per riesaminarlo il prossimo anno in separata sede.

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Sorpresa! Alfonso Signorini: “Mamma, si sono gay”.

(Adnkronos) - “Sarebbe stato un pranzo domenicale coi fiocchi: sorella, mamma, papa’ e pure la zia Ester, 80 anni, zitella nonche’ dama di San Vincenzo, riuniti davanti al piatto di portata, con una bella gallina fumante. La notte prima non ho dormito”. Cosi’ il direttore di “Chi” Alfonso Signorini, in un’intervista a “Panorama”, nel numero in edicola da domani, racconta come ha detto alla sua famiglia di essere gay: “Mamma, convivo con una persona. E’ un uomo. Si’ sono gay. E’ una persona straordinaria. Lo amo e lui mi ama”.

“Parlai tutto d’un fiato -ricorda Signorini- e mi fermai solo quando fini’ la saliva. Ricordo ancora il silenzio che segui’, e le persone intorno, immobili, davanti alla gallina fumante come nel fermo immagine di un film. Poi mio padre se ne usci’ in dialetto:’Mi, l’avevi sempre di” (Io l’avevo sempre detto) e attacco’ con gallina e mostarda”.

“Inutile dire che da allora la mia vita e’ migliorata immensamente -confida Signorini- papa’, quel mitico papa’ dalla battuta fulminante non c’e’ piu’. Nei confronti di mia mamma e mia zia mi sembra di essere piu’ onesto. E il mio compagno e’ stato adottato. La sera la mamma mi fa sempre la stessa domanda:’ Che gli hai preparato da mangiare?’ nel suo immaginario probabilmente -conclude Signorini- sono una casalinga disperata”.

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Torna Sex Therapy su Sky Vivo.

Dopo il grande successo della prima edizione, sono aperti i casting per la nuova serie del programma televisivo Sex Therapy, prodotto da Magnolia e in onda su Sky Vivo da febbraio 2008.

Protagoniste del programma, condotto da Barbara Gubellini, sono coppie intenzionate a migliorare il proprio rapporto affettivo e l’intesa sessuale. Due esperti sessuologi, il dott. Fabrizio Quattrini e la dott.ssa Barbara Florenzano, saranno a loro disposizione per ascoltare dubbi, soddisfare curiosità e dare piccoli ma efficaci suggerimenti.

I temi che verranno affrontati non mostreranno situazioni estreme, ma le problematiche quotidiane e più diffuse nelle relazioni sessuali di coppia, come ad esempio la difficoltà di comunicazione, il calo del desiderio, l’incapacità di soddisfare le esigenze del partner, ecc.
L’idea del programma è di aiutare coppie il cui rapporto affettivo è ben saldo e che abbiano voglia di migliorare la propria intesa sessuale, dando così, anche a chi segue da casa, uno spunto di riflessione e strumenti per arricchire il proprio rapporto.

Ogni coppia sarà protagonista di una delle 10 puntate.
L’intenzione è di realizzare un programma piacevole e ricco di spunti ed informazioni interessanti.

Stiamo cercando coppie che abbiano voglia di mettersi in gioco in maniera divertente ed ironica e ci piacerebbe poter raccontare la storia di una coppia gay.

Le candidate possono contattare la redazione chiamando lo 02/37009171 oppure scrivendo a redazione@sex-therapy.it

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Le parole più cercate su Wikipedia e Conservapedia.

Ecco le dieci parole più cercate su Wikipedia, segnalate da Boing Boing:

  1. Main Page [30,090,900]
  2. Wiki [904,800]
  3. Harry Potter and the Deathly Hallows [413,400]
  4. Naruto [401,400]
  5. Guitar Hero III: Legends of Rock [396,000]
  6. United States [330,000]
  7. Wikipedia [329,400]
  8. Deaths in 2007 [321,300]
  9. Heroes (TV series) [307,500]
  10. Transformers (film) [303,600]
Ed ecco quelle più cercate su Conservapedia, l’enciclopedia di stampo conservativo che cerca di fronteggiare il punto di vista troppo “liberal” di Wikipedia:
  1. Main Page‎ [1,906,729]
  2. Homosexuality‎ [1,572,713]
  3. Homosexuality and Hepatitis‎ [517,086]
  4. Homosexuality and Promiscuity‎ [420,687]
  5. Gay Bowel Syndrome‎ [389,052]
  6. Homosexuality and Parasites‎ [388,123]
  7. Homosexuality and Domestic Violence‎ [365,888]
  8. Homosexuality and Gonorrhea‎ [331,553]
  9. Homosexuality and Mental Health‎ [291,179]
  10. Homosexuality and Syphilis‎ [265,322]
Beh, mica male per essere una fonte di ispirazione teo-con Ma, ovviamente, questi ultimi dati non sono affatto attendibili. A quanto pare sono “manipolati” dalle richieste di bot (e non da esseri umani).

E comunque, a scorrere la top 50 della chart di Wikipedia, le richieste a sfondo sessuale risultano molto richieste:

17. List of sex positions
19. Sex
28. Masturbation
33. Sexual intercourse
44. Anal sex


Non sono riuscito a trovare le chart della versione italiana per fare un paragone. Qualcuno sa se esistono?

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“Teatro” di Fortunato Calvino.

(Napoligaypress) Martedì 27 novembre Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – ore 17,00
Palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio, 14 -Napoli-verrà presentato il testo edito da Guida: “Teatro” di Fortunato Calvino.
Introdurrà Geppino Fiorenza, referente regionale dell’Associazione Libera e consulente della Commissione Antimafia. Ne discuteranno: Corrado Gabriele ass. all’Istruzione della Regione Campania, Angela Cortese ass. alle Politiche Scolastiche della Provincia di Napoli, Giuseppe Gambale ass. all’Educazione del Comune di Napoli, Stefano De Stefano giornalista e critico teatrale, Pietro Gargano giornalista, Salvatore Simioli responsabile Lotte alle mafie dell’Arcigay, Iolanda Napolitano Associazione Controcamorra, Francesca Rondinella cantante attrice e Annamaria Morelli costumista.
Leggeranno pagine scelte dal libro le attrici: Rosa Fontanella, Rosalba Di Girolamo, Linda Lambiase, Imma Piro.
Teatro” è una raccolta di pièce teatrali brevi, caustiche. Spesso si tratta di atti unici che hanno il raro pregio dell’immediatezza. Il lettore/spettatore sa di trovarsi a Napoli, la riconosce subito. Ma sa anche che la Napoli che gli si palesa e che vorrebbe rimanere nei secoli uguale a se stessa, è, invece, una città sempre più mitteleuropea. I personaggi sembra popolino un mondo che, da cinquant’anni a questa parte, sta perdendo consistenza. Uomini e donne, e poi uomini e donne di camorra, fantasmi, prostitute, travestiti, e “gente normale”, ecco i protagonisti della scena di Calvino. Peccatori, attaccati agli oggetti e al denaro, ma ironici, come ironica è la vita, che altrimenti non varrebbe la pena di essere vissuta.
Fortunato Calvino, regista e autore teatrale, da sempre affronta nei suoi lavori temi d’interesse sociale come l’usura (Cravattari) e la follia (Maddalena) per immergersi in una napoletanità inconsueta, moderna, cruda, analizzando una società che spesso si nasconde dietro troppi stereotipi.
Lo scorso ottobre, a Londra, ha partecipato, insieme ad altri autori teatrali campani e al presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, alla presentazione della Italian Theatre Season presso l’Insitute of Germanic and Romance Studies dell’Università di Londra.

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Pubblicità, svolta in tv. Si può dire «preservativo».

Si gira Spot della Archibugi prodotto dal ministero in video da gennaio. Dopo anni di espedienti per evitare la parola-tabù.

(Valerio Cappelli - Il Corriere della Sera) Il tabù è vinto. Preservativo, la «famigerata» parola, si pronuncerà: in tv, su tutte le reti, comprese quelle seguite dai più giovani. Non c’è tempo da perdere, non si può più girare attorno alle parole: gli ultimi dati sulla diffusione dell’Aids sono preoccupanti. Sono circa 4000 le nuove infezioni da Hiv registrate ogni anno in Italia, in pratica, più di una ogni due ore. «Finora nelle campagne di sensibilizzazione - dice la regista Francesca Archibugi che oggi girerà lo spot all’aeroporto di Roma - in televisione si parlava di sesso sicuro, mai si era usato il termine preservativo. Ci sono state alcune resistenze. Le abbiamo vinte. C’è stato molto di aiuto il ministero della Sanità che lo ha prodotto».

La campagna dal 6 gennaio. La testimonial è Ambra, che ricorderà le cifre del fenomeno. Lo spot è come un mini-film con due coppie: i due giovani hanno una storia e sono interpretati da Niccolò Senni e Giuditta Avossa; i due adulti invece hanno avuto un rapporto occasionale e sono Cecilia Dazzi e Paolo Romano nei panni di due passeggeri. Due ragazzi entrano nella farmacia dell’aeroporto di Fiumicino. Lui si vergogna, non vuol comprare i preservativi, si fa avanti lei allora. E fanno venire in mente di comprarli anche all’altra donna, che scambia un sorriso con l’uomo con cui, come canta dice Lucio Dalla, s’era scambiata la pelle. A quel punto tutti i passeggeri vanno a comprare preservativi, l’imbarazzo è superato. «Io—dice Archibugi—non faccio pubblicità volentieri, sono l’unica che non ci crede in un mondo che ci crede. Ma questa è un’occasione in cui mi sento di crederci anch’io.

C’è un picco di contagio, soprattutto tra gli eterosessuali. Ho due figlie adolescenti di 19 e 15 anni, e da noi se ne parla senza problemi, è una cosa di cui sono perfettamente informate. Però non è così in tutte le famiglie, è considerata una malattia della vecchia generazione, come il vaiolo, che non c’è più». I media insistono sulla peggio gioventù, il bullismo a scuola sui più indifesi, gli omicidi efferati. «Dei veri pericoli non si parla mai. Penso ai bambini morti per incidenti domestici. E sulle malattie trasmissibili sessualmente, che portano alla sterilità o all’Aids, c’è come una cappa moralistica, scopri che l’ignoranza è enorme». L’astinenza sessuale è «l’unico modo sicuro per combattere l’Aids», ha detto il presidente Usa George W.Bush alla Giornata mondiale della lotta All’Aids. «A parte la gaffe di Bush, c’è sempre qualcuno che pensa di uscirne con l’idea dell’amore romantico ».

Si aspetta reazioni negative dalla chiesa? «...Spero di no». Francesca, lei ha mai avuto amici morti di Hiv? «Ho vissuto dei grandi dolori di rimbalzo, sono venuti a mancare amici di amici. Mi sembra un’ottima cosa che si ricominci con una campagna informativa governativa che negli ultimi anni era stata quasi abbandonata. Il fatto che siano venuti da una regista, senza ricorrere a un’agenzia di pubblicità, chiedendo un taglio narrativo più che la frase a effetto, è un segnale importante. Bisogna arrivare al cuore del problema da un punto di vista diverso, far passare il concetto in modo non astratto. Avere il preservativo in tasca, è sempre meglio che non averlo».

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Restare a sinistra? I gay ci ripensano.

(River-blog) Qualche giorno fa, a Ravenna, c’è stata la prima “concreta” uscita del Pd sul tema delle unioni di fatto: disastrosa. Il partito dei democratici, infatti, di fronte ad un ordine del giorno sull’istituzione del registro delle Unioni civili, si era spezzato, con liti e astensioni.

Qualcosa di analogo è successo poco fa, a Roma. Uno dei maggiori esponenti del Pd romano, infatti, ha annunciato “che voterà contro la delibera che vuole istituire il registro anche a Roma”. La scusa, pardon, la spiegazione? “Perché questo genere di questioni vanno affrontate in altra sede”. Ovvio.

Ormai ai gay rimarrà solo l’astensione.

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Libano: la missione Unifil? Un mezzo flop.


(panorama) Tensione sempre più alta a Beirut dove l’empasse istituzionale che da sei mesi paralizza il governo libanese sembra giunta a un punto di svolta con la prossima nomina del nuovo presidente che dovrà sostituire il filo-siriano Emile Lahoud. Difficile un compromesso tra la maggioranza filo occidentale di Saad Hariri e del premier Fuad Sinora e le forze filosiriane che insieme agli Hezbollah cercano da tempo di assumere il controllo del “Paese dei cedri”.

Il rischio concreto di una nuova guerra civile comporta inevitabili ripercussioni sull’azione dei caschi blu schierati nel sud e guidati dal generale italiano Claudio Graziano, come dimostra anche l’arrivo a Beirut della troika europea composta da ministri degli esteri di Italia, Francia e Spagna, non a caso i paesi maggiormente impegnati con i contingenti militari assegnati a Unifil. Dopo 14 mesi di missione il bilancio di questa operazione militare presenta un solo aspetto positivo: ha impedito lo scoppio di un nuovo conflitto tra Israele e Hezbollah. Per il resto non c’è molta gloria in una missione nella quale 13.000 caschi blu bene armati non possono compiere neppure l’ispezione di un veicolo se non gli viene chiesto espressamente dall’esercito libanese. Un mese fa un rapporto dell’Onu confermò che Hezbollah non solo non aveva disarmato ma aveva ricostituito completamente i suoi arsenali con razzi a lungo raggio Zezal e Fajr, con una portata di 250 chilometri, missili anticarro, antiaerei e antinave, inclusi i missili cinesi C-802. A togliere credibilità ai caschi blu ha contribuito anche la notizia dei tre giorni di esercitazione condotta da Hezbollah nel Libano meridionale riferita dal giornale libanese Akhbar, vicino alle posizioni degli estremisti sciiti. Secondo il quotidiano filo-Hezbollah migliaia di miliziani del gruppo sciita hanno preso parte alle esercitazioni a sud del fiume Litani, supervisionate dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. L’attentato contro i caschi blu spagnoli dell’estate scorsa e alcuni altri sventati negli ultimi tre mesi confermano inoltre che Unifil non ha il controllo del piccolo territorio nel quale opera nel quale cellule terroristiche del gruppo jihadista sunnita Osbat al Ansar, legato forse ad Al Qaeda ma non certo estraneo a Damasco, che ha la sua base sede nel campo profughi palestinese di Ain Heloué.

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Boy George, oggi in tribunale. Aveva incatenato un escort.

Inizierà il 25 febbraio, lo ha deciso oggi Corte londinese.

(Apcom) - L'accusa è di aver incatenato un giovane escort, norvegese e di sesso maschile ovviamente, al muro di casa. L'ex popstar britannica, Boy George, dovrà rispondere di "sequestro di persona" davanti al tribunale il prossimo 25 febbraio, data d'inizio del processo. Lo ha deciso oggi una corte londinese.

L'ex voce dei Culture Club si è presentato di persona oggi all'udienza, ma non ha commentato le accuse, confermando solamente di chiamarsi George O'Dowd, il suo nome all'anagrafe. E' accusato - secondo Scotland Yard - di aver incatenato l'escort 28enne il 28 aprile scorso nel suo appartamento londinese. A metà novembre è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona ed è poi uscito su cauzione.

Già ad agosto scorso Boy George è stato condannato a spazzare i marciapiedi di New York per cinque giorni, nell'ambito dei servizi sociali, dopo una falsa denuncia di furto nella sua casa newyorchese.

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Sesso: tedesco inventa il primo preservativo spray.

(Adnkronos Salute) - Di certo l'uso non è consigliabile al primo appuntamento. Almeno che non si voglia stupire con effetti speciali. Si tratta del primo preservativo spray: irrora lattice liquido che asciuga in 20-25 secondi creando una guaina che aderisce perfettamente alla forma del pene. Dopodiché il gioco è fatto. Dopo l'uso, viene sfilato come un normale condom. Inventato da un tedesco, Jan Krause, l'insolito contraccettivo è in attesa di brevetto. Intanto si tenta di ridurre i tempi di 'asciugatura' portandoli ad appena 10. Il condom 'ad personam' consente, se non altro, di realizzare preservativi che dovrebbero aderire perfettamente alla forma del pene.
Superando i problemi legati a dimensioni che differiscono, per eccesso o per difetto, dalle misure standard. La prova? "Con questa tecnologia - assicura l'inventore - potremmo tranquillamente costruire profilattici per elefanti". Ma gli uomini che l'hanno provato sono divisi sul suo uso. Chi aveva difficoltà ad adattarsi alle misure standard dei condom in commercio ne è entusiasta, altri sostengono che è difficile immaginarne l'utilizzo in camera da letto.
Ma c'è un altro motivo che potrebbe renderlo più appetibile sul mercato della contraccezione. Il condom spray promette infatti risparmi rispetto ai tradizionali preservativi. Il prezzo della bomboletta dovrebbe aggirarsi attorno ai 15 dollari, ed è in grado di produrre dai 10 ai 20 profilattici a seconda della misura del pene.
Il prezzo delle ricariche dovrebbe invece attestarsi tra i 5 e i 7 dollari.

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Maurice Bejart: Il più grande coreografo del Novecento che si arricchiva di spiritualità con il suo lavoro.

(Giuseppe Distefano - Il sole 24ore) Il tema della morte ha dominato tanti suoi spettacoli. Ma lui non si stancava di ripeterlo: «Continuo a vivere, ho vissuto nella fortuna di amicizie straordinarie, e nella ricchezza spirituale che mi dà il mio lavoro». Con Maurice Bejart se n'è andato all'età di ottant'anni, uno dei più grandi e indiscussi coreografi del Novecento, artista onnivoro e coltissimo, di poetica eclettica e mastodontica, che ha mutato profondamente la fisionomia della danza. Contaminandola con le altre arti in nome di un personalissimo "teatro totale" - «…mi piace attingere a qualsiasi forma d'arte», amava ripetere - ha aperto l'arte di Tersicore alle masse. Sosteneva che la danza non può essere elitaria: «E' un linguaggio universale, un mezzo di unione universale, di comunicazione sociale, politica, religiosa». Oltre trecento balletti creati, portati anche fuori dal palcoscenico: negli stadi, nei palasport, nelle piazze (memorabile la sua IX Sinfonia in piazza San Marco a Venezia).

Identificandosi sempre con i soggetti delle sue creazioni spesso ispirati a poeti e letterati, a personaggi del passato e dell'oggi, a filosofie ed epopee, si può dire che nessun mito e spunto culturale è sfuggito alle sue rivisitazioni contemporanee. Da Petrarca a Nietzsche, da Molière a Fellini, da Shakespeare a Beckett, a Chaplin; da Buddha a Mishima, da Goethe a Freddy Mercury, fino a Madre Teresa di Calcutta – e il catalogo potrebbe continuare all'infinito. Artista iper-prolifico, personalità mistica e appassionata dallo sguardo luciferino su un volto segnato dal furore creativo che ne evidenziava una mappa di vita, Béjart ha all'attivo anche regie teatrali, film, saggi, scritti autobiografici, romanzi, che ne hanno stagliato sempre più una fisionomia dalla forte personalità umana e artistica. Il suo stile di danza, sempre eterogeneo, è noto perché contamina con estrema libertà la base classica di elementi folklorici, di tecniche di danza orientali, di moduli tratti dalla modern dance. Una commistione linguistica intrisa sempre di un senso magistrale del teatro come pochi altri creatori hanno saputo infondere nelle loro opere.

«La mia ricchezza è sempre stata il lavoro» ha dichiarato durante i festeggiamenti che la Scala di Milano gli tributò nel 2004 per le sue nozze d'oro con la danza. E di lavorare, creando, non ha mai smesso. Nato a Marsiglia nel 1927, figlio del filosofo autodidatta Gaston Berger, Béjart (il cui vero nome è Maurice Jean Berger) inizia come ballerino debuttando a Vichy a diciott'anni. Non dotato particolarmente comprende presto che la coreografia sarebbe stata il suo vero interesse. Si rivela nel 1955, con la sua prima compagnia il Ballet-Theatre de Paris nella coreografia "Symphonie pour un homme seul", su musica di Pierre Shaeffer e di Pierre Henry. Seguirono "Sonate à trois" ispirato a "Huis clos" di Sartre, "Prométhée", "Haut voltage". Ma la grande notorietà arriva nel '59 a Bruxelles con una sua personalissima versione de "Le sacre du printemps" di Stravinskij, partitura che spoglia di qualsiasi reminescenza russo-folklorica facendola diventare un manifesto dell'amore e della fratellanza universale. Il grande successo di quell'allestimento gli aprì le porte della direzione di una nuova compagnia a Bruxelles, presso il Théatre La Monnaie.

Qui diede vita al glorioso Ballett du XXème siecle che gli diede fama mondiale, compagnia circondata da un alone quasi leggendario che diresse per vent'anni, e per la quale creò titoli mitici come il "Bolèro" con l'interprete prediletto Jorge Donn (e poi nella versione femminile per la nostra Luciana Savignano), "Messa per il tempo presente", "L'uccello di fuoco", "Romeo e Giulietta" versione hippie, "Souvenir de Leningrado", e molti titoli ancora fra cui, tra gli ultimi, "Le Martyre de Saint Sebastien" di D'Annunzio e Debussy col ballerino Eric Vu-An.
Poi lo scioglimento e una nuova avventura nel 1987 in Svizzera con l'attuale Bejart Ballet Lausanne. Impossibile ricordare i numerosi balletti che lo hanno reso famoso anche con questa compagnia che, nel '92 aveva ridimensionato come numero di ballerini, portandoli a trenta, «per ritrovare l'essenza dell'interprete». Fra questi "King Lear-Prospero", "Il Mandarino meraviglioso", "L'art du pas de deux", "Dibouk", "Ciao Federico", "Ring um den Ring", "Enfant-Roi" allestito nella splendida reggia di Versailles, "Kabuki", "Piramide", "Mutationx" (balletto che dedicò allo stilista suo amico Gianni Versace), "Zarathoustra". Stava lavorando al suo prossimo balletto "Il giro del mondo in ottanta giorni" previsto in dicembre. E forse lo vedremo ancora aleggiare sulla scena tra i suoi ballerini, intramontabile come la sua anima, perché, dichiarò tempo fa, «Ogni creazione è amore e resurrezione».
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Video: i capolavori di Béjart
Alcune opere del coreografo francese.

Le sacre du Printemps

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Bolero

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Romeo et Juliette

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Presbytere

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Heliogabale

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Adagietto con Jorge Donn

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L'Avvenire: La professoressa pornodiva sospesa dal direttore scolastico.

La professoressa di lettere di una scuola media di Pordenone, Anna Ciriani, alias Madameweb (per i suoi filmini a luci rosse e mostrati alla Fiera dell'Eros di Berlino), è stata sospesa dal servizio su disposizione del Direttore regionale scolastico. "Il direttore scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia Ugo Panetta - si legge in una nota - ha dato disposizione al dirigente scolastico competente, affinchè provveda a sospendere dal servizio l'insegnante del Centro territoriale di San Vito al Tagliamento, i cui comportamenti tenuti fuori dalla sede scolastica, sono risultati gravi ed in contrasto con l'azione educativa".


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Ndr. Per chi da anni lavora nel giornalismo e quindi inghiotte migliaia e migliaia di articoli all'anno, questo trafiletto de "L'Avvenire", il quotidiano dei vescovi italiani, rappresenta una pietra miliare sia nella storia del giornale che in quella del giornalismo italiano.
Un argomento così scottante come quello della pornografia, degli educatori e, addirittura arrivare a citare la "Fiera dell'Eros", sono per il giornale un significativo passo in avanti e per la chiesa un'immersione nella normalità. La stessa chiesa che fino a ieri non argomentava in un modo così disinvolto quelli che per lei erano quasi dei tabù. Che si stiano aprendo ed entrando finalmente nel mondo reale?
Abbiamo speranze noi gay da quelli che fieramente continuano per scelta, non religiosa ma ideologica, ad essere i nostri peggiori nemici?

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Lui, lei, lui.

(River-blog) Michael Berke nasce uomo, cambia sesso per diventare Michelle. Due anni fa, torna ad essere uomo.

Il primo cambio di sesso avviene all’età di 39 anni. Con una spesa di 80mila dollari, Michael diventa Michelle, mantenendo il pene. Seno nuovo, zigomi più femminili, naso rifatto. Nel 2005, però, si rende conto che quella era una maschera. “Dentro ero la stessa persona”. Poi sono arrivate le droghe, la bulimia. Fino a quando un amico non lo porta in una chiesa (protestante), molto aperta ad accogliere gli omosessuali in difficoltà. Qui matura l’idea di tornare uomo. Via il seno, e via con un’altra operazione di rimodellamento del volto. Gli unici ricordi, oggi, di quel passato sono nello sgabuzzino: una parrucca e uno specchio di fronte al quale Michelle si truccava. I genitori hanno smesso di parlargli quando è ri-diventato Michael. “Dove voglio andare? Forse devo trovare la donna giusta per me”. Non lavora, e va avanti con i soldi che gli dà il padre e l’assistenza sociale per un incidente al ginocchio. “Vivo giorno per giorno, senza farmi troppe domande”. Vorrebbe scrivere un libro o tornare all’università, per studiare psicologia.

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Le ossessioni dei trentini. Gioco, telefono e web-sex: Le nuove droghe.

Per il centro che cura le dipendenze i malati in provincia sono 14 mila.

(Luca Marognoli - Trentino) Non solo polvere bianca. I trentini sono schiavi del gioco e drogati dallo shopping, ossessionati dal cellulare e imbrigliati nella rete del sesso virtuale. Si chiamano “dipendenze comportamentali” e in provincia colpiscono, secondo una stima, fra le 13 e le 14 mila persone. E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto dal professor Cesare Guerreschi, fondatore, presidente e direttore clinico della Siipac, la Società italiana interventi sulle patologie compulsive.
Il centro ha aperto la sua filiale trentina il primo aprile a Zambana. «Da allora sono state circa 50 le richiesta di trattamento. Centinaia le telefonate per avere informazioni». Siamo di fronte a vere e proprie malattie, con conseguenze spesso invalidanti.

Le dipendenze più diffuse. Il professor Guerreschi non ha dubbi: «Senz’altro il gioco d’azzardo, poi la “mobile addiction”, o dipendenza dai cellulari, e la internet addiction con la triade cybersex, chat erotiche e pornografia. E molto lo shopping compulsivo».

Incubo slot. I giocatori incalliti rischiano di rovinare se stessi e le proprie famiglie. Ma Guerreschi ammette che c’è stato un miglioramento. I videopoker sono stati esclusi con legge governativa del maggio 2004. Da allora hanno preso piede le slot machine, con vincite fino a un massimo di 50 euro. «Nel passaggio dal far-west che c’era prima, bisogna dare atto allo Stato di avere fatto molto. Ha sottratto gran parte del gioco all’illegalità e alle bische clandestine». L’Oms stima che a livello mondiale il gioco d’azzardo interessi tra l’1,5 e i 3% della popolazione adulta.

La droga del lavoro.
Fra le dipendenze emergenti e più subdole c’è la “work addiction”. «Aziende grandi e piccole, istituzioni pubbliche e private ci chiedono aiuto», dice il professore. «Nasce come dipendenza che noi chiamiamo “ben vestita”, appartenente a colletti bianchi e manager». Queste persone quando entrano in azienda vengono magnificate perché si impegnano molto, ma l’impegno diventa una malattia. I disturbi sono psichici e di tipo organico: «Mangiano e bevono poco fino ad arrivare a un deperimento organico. Sull’altro fronte accusano ansia, agorafobia e soprattutto depressione». La media globale (e del Trentino) è dell’1%, ma fanno eccezione Israele, con il 10%, e il Giappone, con il 12% e 60 morti l’anno.

Cellulari che scottano.
E’ la dipendenza che più preoccupa a pari passo col gioco. «Abbiamo compiuto grandi interventi in Alto Adige e Lazio», dice Guerreschi. «Intendiamo farlo anche in Trentino». In Italia ci sono 63 milioni di cellulari, più della popolazione complessiva. «Oggi non basta il cellulare, ma si cerca quello umts, con videocamere, per le chat... Si vive col cellulare in mano. C’è chi struttura anche patologie alle mani». Percentuale di malati: 4,5%-5%.

Il sesso? Si fa sul web.
Secondo la Siipac la pornografia è la dipendenza «più devastante: ci sono persone che praticano la masturbazione per 5 o sei ore di seguito». Colpisce 6 milioni di italiani e i trentini per Guerreschi sono 4-5 mila. Diffusissime le chat erotiche. Luoghi virtuali in cui «ci si incontra, ci si vede, si fanno delle cose insieme. Ci si può isolare in una camera, dove uno suggerisce all’altro cosa fare». La stima in provincia: 15 mila dipendenti. Infine il cyber sex: qui non ci si vede, ma tutto si limita alla scrittura. Ognuno interpreta un ruolo. Interessa 10 mila trentini. Il dato globale delle dipendenze dal web è del 4-5%.

Quali terapie.
Alla Siipac viene proposto un programma multimodale basato su due piani di intervento: uno psicologico con una serie di psicoterapie (individuale di coppia, familiare, psicoeducazionale, ecc.), un altro farmacologico. «I dipendenti hanno problemi legati ai disturbi dell’umore. I farmaci usati sono gli Ssri, che agiscono sulla ricaptazione della serotonina». La Siipac ha sede in via Degasperi 27, a Zambana. Nel centro operano quattro persone, tra psicologi, psichiatri e psicoterapeuti ed è aperto dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30. I costi? «Il trattamento è alla portata di tutti», dice Guerreschi. «Siamo una Onlus e se qualcuno ha problemi economici cerchiamo di venirgli incontro».

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Mydaytrip, una comunità online per mettere in contatto viaggiatori veri.


(Panorama) Prima di partire, si naviga: i viaggiatori più smaliziati lo sanno già da tempo. Spesso le classiche guide turistiche risultano obsolete (non vi siete mai trovati affamati come lupi davanti a quel “delizioso ristorantino tipico” trasformato da tempo in un salone di bellezza?) e in ogni caso riflettono un solo punto di vista, quello di chi le ha scritte. Per questo sempre più persone, oltre ad affidarsi alla Rete per prenotare volo e hotel low cost, pianificano il viaggio nei minimi dettagli leggendo le informazioni aggiornate di chi ha appena visitato la loro prossima meta.

Alla grande offerta di siti dedicati alle esperienze di viaggio si aggiunge oggi Mydaytrip comunità virtuale dedicata ai globetrotters. Tedesco, lanciato da poco a Berlino e quindi ancora scarno di contenuti, promette di crescere bene. Sul sito, nella sezione Plan è possibile creare il proprio profilo, caricare immagini, scrivere recensioni e poi condividerle. Fondamentale l’apporto dato da veri insider che svelano trucchi e dritte per godersi al meglio le città. E magari risparmiare qualcosa, scambiando ospitalità e consigli di locali e ristoranti a basso prezzo, in piena tendenza glocal. Ma è anche possibile vedere chi è online e dove vive, per chiedere al volo qualche informazione necessaria al viaggio. La sezione Meet invece è dedicata a chi, ovunque si trovi, vuole trovare persone che condividano il suo stesso hobby, per partecipare magari a una serata in rollerblade sugli Champs-Elysées o a un corso di fotografia itinerante fra le strade di Londra.
Nelle intenzioni del co-fondatore Frank Hinrichs, che ha creato questo sito dedicato agli emuli di Chatwin “ispirato dal desidero di spendere meno tempo a pianificare e più tempo viaggiando”, c’è la speranza di incrementare i contenuti fino a farlo diventare non solo un forum aggiornato per viaggiatori ma un vero portale per scrittori e fotografi che vogliono pubblicare i loro diari di viaggio. La lingua? Per ora solo l’inglese, ma non si escludono in un prossimo futuro versioni locali.

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I nomi piu' bizzarri di villaggi e citta'. Sesso e tanti animali per le strade d'Italia.

Nel Ravennate c'è Godo, nel Senese Orgia, vicino a Chieti Fallo e Buonanotte.
E poi Cane, Gatto, Topina e Paperino.


(Maddalena Montecucco - Il Corriere della Sera) Non è facile mandare qualcuno a quel paese. Dipende dal nome. Del paese, ben inteso. Un sito americano 2spare.com ha pensato di classificare i nomi più bizzarri di villaggi e città sparse per l’Europa e gli Stati Uniti. Alcuni sono molto suggestivi, come Why (perché) o Truth or consequences (Verità o conseguenze) e Beer bottle crossing (incrocio di bottiglie di birra). Ma la classifica di 2space.com esclude a malincuore le stranezze topografiche italiane. Dove ce n’è per tutti i gusti.

CHIODO FISSO– Ogni paese ha una sua storia e ogni nome ha una sua origine. Certo tanti si saranno chiesti cosa accomuna Figazzano (Brindisi), Ficarazzi (Palermo) e Figale, frazione di Montù Beccaria (Pavia) che, per par condicio, ospita anche Scazzolino. Sul tarlo delle belle donne, si sa, la risata si fa più facile. Ed è difficile non sorridere davanti a Sesso (Reggio Emilia) o Godo (Ravenna) e per i più trasgressivi c’è pure Orgia (Siena). In provincia di Siena, a Belsedere, va di moda l’anatomia, mentre a Chieti sembrano molto più espliciti: Fallo e Buonanotte.
FATTORIA– Tanti gli animali per le strade d’Italia. Da Liscia di Vacca (Sassari) a Toro (Campobasso), in compagnia di Bufalina (Pisa) e Bufalotta (Roma). Nella vecchia Fattoria (Pistoia) però ci sono anche Cane (Brescia), Gatto (Catanzaro), Topina (Siena) e Bee (Verbania). Assortita la gabbia dei volatili con Uccellone (Piacenza), la più scontata L’Aquila e l’omaggio toscano a Walt Disney: Paperino (Prato).
GIOCHI– Lavorate: è l’invito del comune di Sarno (Salerno). Tra le montagne vicino a Livigno ci si diverte a giocare a Trepalle e c’è chi non si perderebbe una mano di Scopa (Vercelli) oppure un partitone a Monopoli (Bari). Si manda tutto a Pallino (Urbino) per poi tornare a Bomba (Chieti). Giochi di parole che possono tirare a volte brutti scherzi: andreste in vacanza a Rubano (Padova) e a Rivoltella (Pavia)? E che dire di Bastardo (Perugia)? Meglio consolarsi allora con percorsi a tema: Certosa (Pavia) e Buonconvento (Siena), monastico, Pino sulla Sponda del lago Maggiore (Varese), vagamente poetico. Chi ama il dark non si può perdere Tomba nella frazione di Buja (Udine). Non molto lontano da Paese (Treviso), che resta il luogo migliore dove essere mandato.

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Teatro e Diritti umani, Gassman ed Amnesty incontrano le scuole.

(Fanoinforma.it) dopodomani Venerdì 23 novembre alle ore 12.00 presso il Teatro delle Muse di Ancona Alessandro Gassman e Amnesty International, rappresentata dal portavoce della Sezione italiana Riccardo Noury, incontreranno le scuole ed i cittadini sul tema della pena di morte. L’evento è organizzato da Amnesty e dal Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con lo Stabile delle Marche.
Gassman è infatti protagonista, nella doppia veste di attore e regista, di “La parola ai giurati”, che andrà in scena alle Muse dal 22 al 25 novembre nell’ambito della Stagione Teatrale del Teatro Stabile delle Marche. Lo spettacolo, prodotto da Teatro Stabile d’Abruzzo e Società per Attori, ha ricevuto il patrocinio della Sezione italiana di Amnesty come forte atto d’accusa contro la pena di morte.
Dopo ventidue anni di teatro militante, sentivo l’esigenza di unire alla ricerca di una realizzazione sempre più complessa ed emozionante del mio lavoro, qualcosa che mi motivasse e che mi facesse sentire parte attiva di una società con grandi problemi – ha dichiarato Alessandro Gassman –. L’idea di raccontare una storia che toccasse il tema della pena di morte mi è sembrata ideale e l’incontro con Amnesty International, che da sempre si batte per i diritti umani, una naturale collaborazione. Spero onestamente che ‘La parola ai giurati’ possa anche teatralmente, tenere acceso il dibattito e l’attenzione su un tema così importante”.
Il ‘ragionevole dubbio’ sull’opportunità di mettere a morte una persona, che è al centro di questo spettacolo, è uno dei punti forti dell’abolizionismo. ‘La parola ai giurati’ è un importante contributo al cambio della domanda fondamentale di questi tempi: non ‘se’, ma ‘quando’ la pena di morte verrà cancellata. La risposta, soprattutto all’indomani del voto favorevole del III Comitato dell’Assemblea generale dell’Onu per una moratoria sulle esecuzioni, è: ‘presto’. Ma ‘quanto presto’ dipende da tutti noi” – ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.
All’iniziativa in programma venerdì 23 sarà presente anche il sindaco di Ancona, Fabio Sturani. Numerosi gli Istituti superiori che hanno già aderito: alle Muse sono attesi oltre 400 ragazzi. Molte anche le richieste per lo spettacolo: per agevolare la visione di “La parola ai giurati” da parte degli studenti, il Teatro Stabile delle Marche ha messo infatti a disposizione biglietti ad un prezzo speciale.

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Australia: Epidemia di bastardi.

(Essential news) Secondo quanto riferito dal Sun-Herald, di Sydney, circa un quarto di tutti i padri australiani che fanno il test della paternità non sono gli “autori” della gravidanza che porta alla luce i loro figli. Il dato è delle principali società del Paese che operano nel settore delle analisi DNA. La tendenza inoltre sarebbe in grande crescita. Dieci anni fa solo un test su dieci escludeva la paternità. Un esperto nel campo, Gary Miller, ha detto: “L’aumento si verifica in ogni classe sociale e in ogni fascia d’etàriguarda tutti”. (Fonte)

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Il vecchio porno cede al porno 2.0.

(Il punto informatico) Roma - C'è qualcosa di sorprendente nella pornografia online, e non sono i suoi contenuti, sono i suoi modelli di business, il loro modo di affermarsi. Così sorprendente da mettere spalle al muro colossi dell'intrattenimento che sono nati e cresciuti con il porno ma che, per ragioni prima di tutto culturali, e per questioni assimilabili a quelle che hanno tradito anche altre industrie, non sono stati in grado di agguantare la rivoluzione Internet. Rimasti legati agli old media, ora rischiano il tracollo.
Sulla loro strada, infatti, si trovano i numeri straordinari che stanno collezionando i nuovi siti del porno, che non sono quelli riconducibili alle grandi società di settore, in particolare quelli che hanno preso al balzo il fenomeno del web 2.0 e ne hanno fatto un minestrone a colpi di esibizionismo, community e domanda costante. Sono i vari YouPorn, Porntube e Xtube, siti che mescolano contenuti amatoriali, prodotti dagli utenti, a contenuti semiprofessionali e persino professionali. E anche per questi ultimi, in moltissimi casi, si tratta di contenuti che non provengono dai big del settore, ma da nuovi centri di produzione online, piccole società dedicate o persino gruppi di amici del mondo del video e del cinema che non disdegnano di coltivare il proprio pallino per l'hard. Roba che si dà via gratis, perlopiù, in cambio di pubblicità.
Un coacervo operoso che forma una nuova industria che sembra capace di mettere spalle al muro la vecchia. Le cifre parlano da sé: un gruppo di richiamo come Vivid ha visto dimezzarsi le vendite di DVD osé dal 2004 ad oggi ed è ovvio, come si apprende in questi giorni, che valuti con interesse la possibilità di ingollare un bocconcino come YouPorn, capace di raccogliere 15 milioni di utenti unici in un mese e fatturare, senza alcuna vera struttura commerciale, più di 2,4 milioni di dollari l'anno.

Ma sono problemi che affrontano tutti i big del settore. Le eccezioni sono coloro che hanno reso per anni l'industria del porno online un'avanguardia tecnologica. Sono molte le meraviglie sfornate dall'industria di settore, capace di inventarsi nuove tecnologie di compressione, di rendere veicolabile il video quando la banda larga era poco più di un sogno, e di far sbocciare nuovi sistemi di advertising, cross-promotion e online billing. Tecnologie, e procedure, e tecniche, e rapporti commerciali, che hanno non solo segnato un'epoca, e consentito loro di passare indenni l'epoca dello sboom, ma che hanno anche creato le fondamenta su cui ora poggia una porzione non irrilevante dell'economia Internet.

Il futuro del settore è nelle cose, e assomiglia a quello che aspetta con ogni probabilità anche molti altri comparti. È quello dei grandi degli old media che, arrivati tardi, devono recuperare, trovare nuovi canali distributivi ma soprattutto intavolare tutto un nuovo rapporto con i loro customer.
È dunque un futuro fatto di acquisizioni, di nuove strutture commerciali, di nuove formule pubblicitarie, nel quale ai numeri elevatissimi della falange pornografica si accompagnano dinamiche di business più tradizionale. Non sorprende, dunque, che Stephen Paul Jones, co-founder di YouPorn, abbia proposto a Vivid il proprio portale: lo darà via per 20 milioni di dollari, "nulla" rispetto al potenziale di un sito del genere in mano ad una major del settore.

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Bellezza maschile. Come curarsi le sopracciglia.

(Tulife via Benessere.com) Il trucco è una pratica che può essere utilizzata per riscoprire o evidenziare la propria, vera indole o anche solo per ottenere una immagine curata, ordinata. In ogni caso si tratta di un artificio che altera la realtà e tale necessità (o piacere) non è soltanto una prerogativa del mondo femminile. Per cominciare, il trucco non può e non deve essere associato solo all’uso dei materiali “cosmetici” come ombretti, ombretti, fard etc. Se infatti vengono modificate la forma delle sopracciglia, se viene adottato un colore di capelli diverso dall’originale o un taglio di capelli diverso, non ci si sta forse truccando? Non si sta forse intervenendo sull’immagine reale per modificarla? Nell’uomo la cura della barba, il “disegno” delle basette, il taglio dei capelli sono anch’essi dei “trucchi” poiché concorrono alla costruzione di una immagine diversa. Ma l’immagine dell’uomo può cambiare ulteriormente, oltre queste pratiche consuete, e non necessariamente ricorrendo ai rossetti e alle ciglia finte, né rinunciando alla “mascolinità”!

L’attenzione e la cura alla propria immagine possono indurre un uomo a voler apparire in modo diverso dal consueto, “coprendo” o modificando alcuni elementi del proprio aspetto senza ricorrere agli strumenti della cosmesi femminile. A partire, ad esempio, dalla sopracciglia.

Depilare le sopracciglia
Forse non tutti sanno che la forma delle sopracciglia definisce particolarmente la fisionomia del viso. Dunque anche solo intervenendo su di esse, modificandone la forma, si può già dare una maggiore visibilità alla parte preferita del proprio viso. Una valido esperimento, in tal senso, può essere praticato utilizzando il programma per computer “photoshop” o programmi similari: dopo aver “scannerizzato” e visualizzato una buona fotografia frontale del proprio volto, ci si può divertire a pulire il “contorno” delle sopracciglia e/o a tagliare i peli troppo lunghi, per verificare l’effetto prima di un intervento vero e proprio.

Se si vuole addirittura modificare la fisionomia del proprio volto, bisognerà agire sull’”angolo” delle sopracciglia (se presente), portandolo ad esempio verso l’esterno e se possibile alzando la seconda parte del sopracciglio (quella discendente): così facendo, la zona degli occhi potrà essere messa in maggiore evidenza. Un altro effetto che si può ottenere intervenendo sulle sopracciglia, è quello di accentuare la mascella: per ottenere una immagine da uomo “duro”, basterà quindi “chiudere” il tratto discendente della sopracciglia.

Per intervenire sulla sopracciglia basta usare pinzette e forbici facendo però grande attenzione poiché i peli rimossi necessiteranno di molto tempo per ricrescere. Per non correre rischi, quindi, sarà prudente almeno per la prima volta, affidarsi ad un truccatore professionista, per poi occuparsi da soli del “mantenimento”.
Per dare una nuova forma alle sopracciglia ci sono due possibilità:
1. come per il trucco femminile, creare una nuova sopracciglia molto pulita e ben delineata, dove cioè gli interventi di depilazione sono decisamente evidenti.
2. depilare la sopracciglia in modo “non visibile”, per ottenere una forma che sia adatta al proprio viso. In questo caso non verranno rimossi tutti i peli “in eccesso” ma solo il 50 % circa.

Cosa fare in presenza di “buchi” nelle sopracciglia?
Ci sono casi in cui può rendersi necessario aggiungere dei peli alle sopracciglia, per coprire eventuali “buchi” originati da cicatrici o da altro: in questo caso si useranno degli eye liner in cake (vedi foto sotto, nelle quali si è intervenuti nella barba). Gli eye-liner in cake si usano bagnando un pennellino in acqua, sciogliendo il prodotto come se fosse un colore ad acquarello e poi disegnando i peli mancanti. Una volta che il prodotto si asciuga (ciò che avverrà in pochi secondi), i nuovi peli resisteranno finché il viso non verrà lavato con acqua e detergente.

- Prima parte -

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Telefilm Magazine, numero speciale sull’universo gay.

(Gaywave) Sul magazine Telefilm in edicola questa settimana (a fianco la copertina) uno speciale Time Tunnell dedicato all’Universo Gay, tra telefilm, personaggi e la classifica delle 10 icone gay tra serie televisive e cartoon.

E inoltre, come ci segnalano dalla redazione:
Penultimo numero dell’anno solare per TFM che per rallegrare le giornate ormai sempre più corte e buie accende i riflettori su Veronica Mars! Il teen cult di Italia1 (e Fox) si appresta a salutarci e noi abbiamo deciso di dedicargli un addio come si deve con 13 pagine che tra interviste esclusive ai protagonisti, citazioni, tramine di tutti gli episodi vi porterà a conoscere i segreti più nascosti dell’universo Mars.

Ma non è finita qui perché in esclusiva per i lettori di TFM arriva la fantastica opportunità di aggiudicarsi questi fantastici premi targati Heroes: la t-shirt, il DVD della prima stagione, il gioco per cellulari Gameloft il calendario, le figurine e l’album delle figurine. Come? Facile basterà staccare la cartolina allegata al magazine, rispondere correttamente alla domanda e spedire il tutto all’indirizzo indicato. Se sarai fortunato potrai essere uno dei 10 fortunati ad aggiudicarsi questa sfilza di premi!

Nelle restanti 100 pagine troverete:
Noi c’eravamo: dove sta andando la tv? Quali sono i programmi più gettonati? Direttamente dal mercato mondiale della tv, il Mipcom, in quel di Cannes, un reportage per scoprire tutto quello che normalmente non ci viene detto…
Nuovo in tv: è stata la rivelazione dell’estate a stelle e strisce e annovera tra le sue file una vecchia conoscenza telefilmica come Catherine Bell ex. Mac di JAG. Stiamo parlando di Army Wives prima visione di FoxLife
Camera Café: compie 10 anni di tv la strana coppia Luca e Paolo e, per l’occasione siamo andati ad intervistarli. Un’intervista doppia stile Iene ovviamente!

Compagni di Scuola: chi sono i compagni di classe telefilmici più interessanti della classe 2007/2008? Abbiamo fatto un giro tra le “aule” di Smallville, Settimo Cielo, Kyle XY, The O.C, One Tree Hill, Edgemont per scoprirli meglio e, già che c’eravamo, abbiamo dato un’occhiata ai futuri compagni, quelli che tra qualche mese incroceremo in tv: i protagonisti dei nuovissimi Gossip Girl, Life is Wild, h2o e Aliens in America. Ma non è finita perché come non ripensare ai tanti ex di Beverly Hills, 90210, Dawson’s Creek, Buffy, Everwood (giusto per citarne alcuni)? Detto fatto ecco a voi un annuario con i protagonisti di telefilm che hanno chiuso sì i battenti, ma per cui continuiamo a nutrire un grande affetto. E in conclusione un’intervista esclusiva a Zac Efron, ieri protagonista di Summerland ed oggi sulla cresta dell’onda grazie al successo di Hairspray e (soprattutto) di High School Musical.

Heroes: ovvero cronaca di un insuccesso annunciato. Per la serie rivelazione della passata stagione a stelle e strisce magri risultati qui da noi. Che cosa non ha funzionato? Quali le ragioni di questo mezzo-flop? Scopriamolo insieme.
Dexter: per la serie più inquietante e scandalosa del satellite ascolti più che lusinghieri e una crescente attenzione di pubblico e critica. Per saperne qualcosa in più siamo andati ad intervistare il protagonista di questo fortunato telefilm, Michael C. Hall
NCIS: se non ci fosse House sarebbero probabilmente loro i fenomeni telefilmici della stagione. La serie tv creata dal grande Bellisario, papà di Magnum PI, prosegue a spron battuto anche nel quarto ciclo e noi siamo andati ad intervistare la bella Ziva al secolo Cote de Pablo
Prison Break: continuano le adrenaliniche avventure di Michael Scofield e soci dopo l’evasione da Fox River. Ma cosa si prova a doversi continuamente nascondere e fuggire da tutto e da tutti? L’abbiamo chiesto direttamente a lui, il bel Wentworth Miller.

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Scandalosa Vanessa, memorie hard. Esce il libro dell'ex pornostar.

(TGCom) Negli anni '70 e '80 è stata la regina latina del porno. Tutti la volevano e lei non si negava: ha girato oltre 200 film. "Ho accettato qualsiasi ruolo mi offrissero - ha scritto Vanessa Del Rio nel suo libro Fifty years of slightly slutty behavior- solo per sesso". Il volume, stampato in numero limitato e in vendita al prezzo 'modico' di 350 euro, svela tutti i segreti della diva sin dagli inizi della carriera: "Ho cominciato come prostituta".

"Ho cominciato la mia carriera solo per 'fare business'- scrive Vanessa -, inizialmente ho fatto la prostituta per una signora israeliana che si chiamava Eti, una maitresse di New York. Ricordo che una delle richieste più assurde che ho ricevuto è stata quella di una cliente che voleva due ragazze per far sesso assieme al suo fidanzato. Quando ha aperto la porta mi ha accolto questa bellissima dea bionda vestita con un intimo blu mozzafiato. Aveva degli occhi blu chiarissimi, stupendi. Il suo nome era Monique van Vooren. Sul suo letto c'erano già quattro donne ed io ero la quinta. Il suo fidanzato in un angolo ci guardava e (...) Questa fase della mia vita è stata precedente ai miei inizi col porno nel 1973-74".

Il libro "Fifty years of slightly slutty behavior" (la traduzione in italiano è "Cinquant'anni da putt...") racconta cinquant'anni di carriera, delusioni, film, storia americana (siamo in piena rivoluzione sessuale) e anche di uomini, tanti uomini. In allegato c'è anche un dvd speciale, un documentario originale di 140 minuti. Nonostante si sia ritirata da dieci anni dalle scene hard, Vanessa ha un sito internet attivissimo che offre ai suoi navigatori molti "servizi". Tra cui spettacoli via webcam. Ed è anche per questo che i suoi 'aficionados' non l'hanno mai dimenticata, rendendo il suo sito, ad oggi, uno dei più cliccati.

Vanessa del Rio (il cui vero nome è Ana Maria Sanchez) è nata il 31 marzo nel 1952 ad Harlem (New York). Figlia di due immigrati da Cuba e Puerto Rico, Vanessa è cresciuta ad Harlem ed ha frequentato le scuole cattoliche. Il debutto di Vanessa nel mondo hard risale a cavallo tra il 1973 e il 1974 e da subito viene incoronata la "regina latina del porno" per le sue doti artistiche. Il ritiro risale al 1986 perché terrorizzata dall'AIDS che cominciava a diffondersi anche nel mondo del porno. Ma l'attrice ha continuato a fare affari sempre nello stesso campo ma con spettacolini, convention e attraverso apparizioni speciali sul web.
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Vanessa Del Rio presenta il suo libro in un video:

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Di casta in casta. Tocca ai giornalisti.

(Negrosky) Dopo il successo de “La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, spietato affresco della classe politica italica e dei suoi ingiustificati privilegi, ecco “La Casta dei Giornali. Così l’editoria italiana è stata sovvenzionata e assimilata alla casta dei politici” di Beppe Lopez (edito da Stampa Alternativa – Eri Rai). L’inchiesta di Lopez fa luce sull’incredibile flusso di danaro pubblico (700 milioni di euro all’anno) che finisce sotto forma di contributi diretti o indiretti, attraverso una stratificazione di norme clientelari, raggiri e vere e proprie truffe, nelle casse di grandi gruppi editoriali, organi di partito, cooperative, giornali e giornaletti, agenzie e radio e Tv locali, ma anche di finti giornali di partito, di giornali di finti “movimenti” e di cooperative fasulle. Rimpolpando gli utili degli azionisti di grandi testate in attivo. Alimentando sottogoverno e clientele. E consentendo illecite rendite e privilegi mediatici a un esercito di “amici degli amici”. Di destra, di sinistra e di centro.
“Nel maggio del 2007 Sky TV ha fatto domanda per ottenere i rimborsi per i costi di spedizione di Sky Magazine, la rivista con i programmi del mese inviata dall’azienda del supermiliardario Murdoch ai propri abbonati. E Palazzo Chigi confermò: in base alla normativa vigente, le spettano in effetti 25 milioni di euro l’anno di contributi pubblici.
L’Unità produce ogni notte 16 mila copie di scarto per consentire alla Nuova Iniziativa Editoriale Spa d’incassare dallo Stato, solo con esse, 250 mila euro annui di contributi che concorrono a quelli che complessivamente le spettano (6,5 milioni di euro) per il fatto di stamparne ogni notte 120 mila, anche se potrebbe mandarne in edicola solo 80 mila, visto che se ne vendono meno di 60 mila. Una resa del 50% delle copie non si era mai vista prima dell’avvento delle provvidenze per l’editoria.
Europa, il quotidiano della Margherita, notoriamente vende sotto le 5 mila copie, diciamo molto sotto. Eppure, per incassare più di 3 milioni di euro l’anno in pubblici contributi , la sua amministrazione deve farne stampare 30 mila copie. Sapendo perfettamente che fine faranno: al macero.”

Per non parlare dei contributi a Il Campanile, al Giornale, a Repubblica, al Riformista, a Libero, alla Mondatori eccetera, eccetera, eccetera.
Un bel libro che, come osserva l’amico Ed, difficilmente vedremo recensito e celebrato su riviste e giornalini nostrani.
Vediamo di promuoverlo noi, nel nostro piccolo…

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Una scrittura tutta al femminile: The other voice anche in italiano.


(Panorama) Parte la versione italiana di The other voice, la famosa collana statunitense dedicata alle scritture femminili, edita dalla Chicago University Press. A curarla Marina Caffiero, docente di Storia moderna all’università La Sapienza, che aveva lanciato alcuni anni fa una ricerca negli archivi romani per individuare e raccogliere scritture femminili inedite non a carattere letterario. Cioè, non libri, romanzi e racconti, ma scritture quotidiane di donne come lettere, biografie, autobiografie, diari di viaggio proprio in linea con l’edizione americana. Tutto il materiale raccolto in questa ricerca, che parte dal Cinquecento e arriva al Novecento, viene oggi pubblicato in questa nuova collana della casa editrice Viella, dal titolo “La memoria restituita. Fonti per la storia delle donne”. Tra i volumi in uscita A corte e in guerra. Il memoriale segreto di Anna de Cadilhac, curato da Roberta De Simone e Giuseppe Monsagrati. Si tratta del diario assolutamente inedito di Anna de Cadilhac, nobile d’origine francese che visse a Roma durante la Repubblica romana del 1849, e che si trasferì in seguito con il marito a Torino dove finì con il diventare una delle innumerevoli amanti di Vittorio Emanuele II. Il diario racconta, anche con ironia di questa relazione clandestina con il re Galantuomo da cui nacque una figlia illegittima, per il riconoscimento della quale la de Cadilhac si battè, anticipando così i tempi moderni.

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Maurizio Ferrini: "Do lezioni di sesso agli adulti".

(Ticino news) Ai tempi lanciato da Renzo Arbore e la sua combriccola di “Quelli della Notte”, Maurizio Ferrini è stato da poco rivisto al Cittadella di Lugano con il suo spettacolo dal titolo significativo “Crudo”.

Dopo alcune parti in film come “Il Commissario Lo Gatto” o “Compagni di Scuola” di Verdone, o la sua conduzione di “Striscia la Notizia” al fianco di Vastano fino al ’93, rimane meglio noto al grande pubblico per una sua recente partecipazione ad un’edizione de “L’Isola dei famosi” e, soprattutto, come la “Signora Coriandoli”.
Ma le ambiguità sessuali non c’entrano nulla, assicura lui. Che qualcuno abbia messo in dubbio la sua virilità? Maurizio giura di no… E intanto si ispira al suo mito Woody Allen e probabilmente, anche ad un vecchio film di Giuliana Gamba, “Profumo”…

Sei stanco della Signora Coriandoli?
“Non è solo questo. È che per me è giunto il momento di rinnovarmi e mostrare al pubblico altri generi artistici del mio repertorio. In “Crudo”, il mio ultimo spettacolo, mi esibisco in un monologo con un inizio all’apparenza prevedibile, perché mi presento al pubblico nei panni della conosciuta Signora Coriandoli. C’è quindi una parte centrale nella quale affronto alcuni temi, fra i quali il caos di identità e ambiguità sessuale che sta attraversando la società di oggi e dove parlo della vita della Signora Coriandoli dagli inizi della sua esistenza ad oggi, proprio approfondendo la simbologia che quasi sempre si affibbia alla donna di oggetto del desiderio, oppure di colei che usa la propria femminilità per ottenere qualcosa; per poi terminare in uno spogliarello metaforico e… Reale, di me stesso: aiutato da un compagno di scena, mi denudo e torno uomo, giocando ed invitando il pubblico in sala a giocare con gli indumenti intimi, come il mio reggiseno rosa imbottito… Ma non è un passaggio a valenza ambigua o erotica; è solo un modo per far divertire la gente con qualcosa che dovrebbe tornare ad essere una dimensione di gioco uomo - donna, innocente e naturale.”

Quali sono le reazioni del pubblico a questa tua metamorfosi con la quale lo induci ad interagire?
“Di imbarazzo ed io vi gioco dentro scherzando ed aiutandoli a non prendere sul serio il sesso!”

Dunque una specie di… Educazione sessuale?
“No, piuttosto un invito ironico a tornare alla “normalità”. Oggi se non vai con i trans non sei di tendenza; se non sei bisex non conosci a fondo la vita e tutto ciò che può offrire; se non manifesti qualche perversione non sei nessuno…
La cronaca stessa ci ha abituati ad una serie di comportamenti che debbano per forza essere ricondotti ad un significato sessuale, e magari non è così. Sarebbe ora, secondo me, di cominciare a guardare le cose con un certo distacco e senza sentire il bisogno di adeguarsi e conformarsi alla moda. Le mode creano di proposito dubbi e paure intorno al sesso stesso, instillandoci sensi di inferiorità, se si è “troppo normali”. Per fare questo spettacolo mi sono ispirato a Woody Allen, cercando di far capire alla gente che tutti noi abbiamo ancora molte domande da fare sul sesso e che non dobbiamo vergognarcene, per darti un’idea… “.

Le tue preferenze in fatto di sesso?
“Assolutamente tradizionali e se proprio debbo dirlo… Per me anche la famiglia dovrebbe attenersi ad un modello più naturale: un bambino dovrebbe avere un papà ed una mamma e non fingere che il secondo papà sia una mamma o… Viceversa!”

E cosa mi dici della tua parte nella fiction di quest’anno, “Ma chi l’avrebbe mai detto” dove, oltre a te, ha recitato Ornella Muti?
“Che non sono poi così soddisfatto, la considero una fiction che avrebbe potuto dare di più. Ma può darsi che sia un mio pregiudizio perché amo il cinema americano e non sono un appassionato di produzioni televisive o cinematografiche italiane… Se ho accettato di parteciparvi è stato solo perché ho grande stima della regista, Giuliana Gamba”.

Progetti futuri? Stai portano in tour “Crudo”?
“No, ho già lasciato Crudo per buttarmi nelle nuove offerte che ho ricevuto, che sono tutte in ambito cinematografico e teatrale. Crudo è stato il primo passo per abituare il pubblico al nuovo Ferrini!”.

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Costantino della Gherardesca a Gay.it. Sul Ruggin cattolico e di Forza Italia "Siamo noi che dobbiamo avere paura di lui".

Ecco l'intervista di Gabriele Nardini a Costantino Della Gherardesca, capitano della squadra gay alla trasmissione di Bonolis, con una rasoiata ad Aberto Ruggin, "vittima annunciata".
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Il parroco di Este parla del chierichetto gay cacciato dal coro.

Parla il parroco di Este: “Il ragazzo gay che ha fatto outing in Tv è solo alla ricerca di pubblicità, non è vero che l’ho cacciato dal coro.”

(Pseudo pensieri di una mente banale) "Sono tutte soltanto bugie ed invenzioni, ora vi spiego io che cosa è realmente accaduto". Parla Monsignor Paolino Bettanin, Parroco del Santuario delle Grazie di Este, in provincia di Padova, ‘accusato’ da alcuni mass-media di aver cacciato dal coro della sua Chiesa un ragazzo dichiaratosi omosessuale durante la nota trasmissione televisiva ‘Ciao Darwin’, trasmessa da Canale 5 e condotta da Paolo Bonolis.

Allora, Monsignore, ricostruisca la vicenda…
“Non ho assolutamente cacciato nessuno, tanto più che quel ragazzo non faceva parte del coro ma cantava per l’assemblea dei fedeli da solo, e soltanto sporadicamente si univa ad altri animatori della Messa domenicale delle 10,30".

Prego, continui…
"Hanno scritto che io addirittura lo avrei scomunicato: ma quando mai un parroco ha il potere di scomunica? Io avevo avuto da tempo il sentore che fosse gay, gli avevo chiesto di confidarsi con me, ma ha sempre decisamente negato".

E poi?
“Giovedì scorso, questo ragazzo è partito alla volta di Roma per registrare la trasmissione, avendo già preordinato e programmato le sue dichiarazioni per farsi notorietà".

Un giovane alla ricerca di facile pubblicità?
"Intanto non è un mistero, per noi di Este, che gestisse un blog omosessuale con profferte di clienti, anche se attualmente lo ha cancellato. Poi, prima della Messa in onda ha telefonato a due giornalisti di testate locali annunciando la sua partecipazione a ‘Ciao Darwin’ e ciò che avrebbe dichiarato per far crescere l'ascolto e promuoversi sul mercato: un atto da esibizionista".

Lei cosa ha fatto a questo punto?
"Appena ho saputo delle sue intenzioni, lo stesso giovedì, prima della registrazione del programma, gli ho detto: ‘Ma dove vai, che cosa vuoi fare? Parliamone, non compiere gesti avventati, ma ha proseguito sulla strada che aveva deciso di intraprendere".

Due giorni dopo, il sabato, il ragazzo Le ha telefonato chiedendoLe se potesse prendere parte al coro della Messa domenicale…
"Sì, mi ha chiesto se potesse cantare nel coro. Io gli ho solo detto: ‘Vieni e parliamone. Ora, con tutto il baccano mediatico che hai scatenato, visto che di solito canti da solo e comunque con poca gente, se ti vedranno addirittura nel coro si scatenerà tanto clamore’. Punto. Non è vero che l’ho cacciato o espulso, ma gli ho semplicemente detto: ‘Siediti tra i fedeli e lasciamo passare la buriana’…".

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I cattolici inglesi in cerca di una scappatoia per permettere l'adozione alle coppie gay.

I vescovi del Regno Unito in cerca di una soluzione con il governo perché esoneri le agenzie cattoliche dall’applicare la legge che permette l’adozione alle coppie omosessuali.

(Radio Vaticana) I vescovi dell’Inghilterra e del Galles hanno incoraggiato le agenzie d’adozione cattoliche ad accettare i finanziamenti pubblici offerti dal governo Brown per il 2008, nonostante permangano le obiezioni della Chiesa alla Equality Act, la nuova legge contro le discriminazioni che permette le adozioni anche alle coppie omosessuali. L’Esecutivo si è detto disponibile a concedere un finanziamento limitato di 20 mila sterline a ciascuna di queste agenzie, in attesa di trovare una soluzione che permetta di evitare la loro chiusura alla fine del 2008. Questo è infatti il termine ultimo fissato per l’adeguamento alla nuova normativa, entrata in vigore lo scorso aprile nonostante la forte opposizione della Chiesa che ha minacciato di cessare ogni attività nel settore. In una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi i vescovi britannici affermano di apprezzare il gesto di apertura del governo e hanno chiesto alle agenzie cattoliche di approfittare di questo periodo per trovare un modo per “conciliare i requisiti morali e dottrinali della Chiesa con le nuove disposizioni”. Da parte loro, essi riaffermano “l’impegno della Chiesa a fare il possibile per trovare una soluzione adeguata a questo complesso problema”. Le agenzie cattoliche di adozione nel Regno Unito, una dozzina in tutto, provvedono ogni anno a dare una famiglia a circa 250 bambini sui circa 4 mila da adottare. Stando alle statistiche, nel Paese le adozioni sono diminuite del 13 per cento, nonostante il governo di Londra puntasse ad una crescita del 50 per cento. (L.Z.)

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Gb: è boom per «l'uomo in affitto». Spopolano tra le donne in carriera gli accompagnatori, rigorosamente no-sex..

l'antropologa: tendenza che deriva dalla nuova indipendenza femminile.
Le esperienze di Joanna e Jennifer.

(Simona Marchetti - Il Corriere della Sera) Affittereste un uomo per farvi accompagnare a una festa? Debra Messing lo faceva in «Wedding date - Un amore in prestito», film del 2005 dove la protagonista si presentava al matrimonio della sorella con un fidanzato da urlo, che in realtà aveva scelto su un catalogo e pagato un mucchio di sterline.
Due anni fa sembrava solo un copione da Hollywood, con immancabile lieto fine di lei che si innamora di lui e tanti saluti all’agenzia in affitto.

ACCOMPAGNATORE - Oggi, invece, andare ai party o agli eventi mondano-lavorativi in compagnia di un fusto niente male e magari capace pure di reggere una conversazione brillante sta diventando una consuetudine soprattutto fra le donne in carriera, che non hanno tempo da perdere alla ricerca di un potenziale fidanzato, ma anche fra le single di ritorno, ancora scottate da esperienze sentimentali andate male. Anche perché, a differenza del film, in questo caso a fine serata, si paga il dovuto (dalle 350 sterline – 487 euro in su) e tanti saluti, senza rischi di imbarazzanti extra. In altre parole, niente sesso o coinvolgimento emotivo, ma solo una normale transazione d’affari.
JOANNA - Joanna Whiteley, 36enne arredatrice di Winchester, divorziata da sei anni e con due figli, ha scoperto l’esistenza degli “uomini in affitto” tre anni fa, in occasione di un ballo: ci doveva andare perchè era una faccenda di lavoro, ma di presentarsi da sola neanche a parlarne. Così, quasi per ridere, le amiche le hanno suggerito di provare con l’escort a pagamento. «Come donna di successo e single, considero questi eventi sociali molto difficili da affrontare – ha raccontato al quotidiano britannico “Daily Mail” – e quando un’amica mi ha detto di aver letto un articolo dove si parlava di questi accompagnatori maschili usati come chaperon, ho cominciato a rifletterci sopra e l’ho trovata la soluzione perfetta ai miei problemi». Joanna si è così buttata alla ricerca del suo “uomo in affitto” su internet, scoprendo che il confine fra il servizio che lei cercava e la prostituzione era davvero sottile. Stava quasi per lasciar perdere, quando finalmente ha trovato quello che voleva: un’agenzia rigorosamente “no-sex” che offriva accompagnatori di standard elevato a oltre 1000 donne fra i 30 e i 55 anni. «Cercavo un uomo più o meno della mia età, capace di conversare amabilmente, di stare in pubblico e di reggere la parte del “vecchio amico”. Il sesso non era in agenda, perché erano solo affari». E così la scelta è caduta sul trentenne consulente Steve. E’ stato lui ad accompagnarla al famoso ballo. «Al primo appuntamento, ero molto nervosa, perché temevo di aver fatto una pessima scelta. Invece, Steve non mi ha deluso sotto alcun punto di vista. E’ un professionista intelligente e capace, che lavora come accompagnatore la sera per conoscere gente. Abbiamo parlato mezz’ora al bar e abbiamo concordato una storia su come ci eravamo conosciuti, quindi siamo andati al ballo. L’ho presentato come “un mio buon amico” e ci sono cascati tutti. Lui è stato davvero fantastico e mentre parlava con gli altri ospiti, continuava ad interessarmi a me e a chiedermi come stavo, se volevo da bere… Quando poi siamo andati in pista, ho sentito chiaramente l’invidia delle altre donne». A fine serata, una stretta di mano, qualche commento di circostanza su quanto si fossero divertiti e 350 sterline in meno nel portafoglio di Joanna che, da allora, è ricorsa svariate volte ai “compagni in affitto”, con la carriera e i figli a fare da scusa al suo scarso interesse per le relazioni convenzionali. «Non posso perdere tempo con gli appuntamenti galanti e poi alla maggior parte degli uomini, le donne come me, concentrate sulla carriera, non vanno giù. Per la stessa ragione, non posso preoccuparmi del sesso. Non sono una da “una notte e via”, ma non ho nemmeno voglia di perdermi dietro a tutte quelle complicazioni che di solito ci sono in una relazione. Quindi, affitto un uomo che mi accompagni dove devo andare e sono a posto». Solo la sua migliore amica, però, è a conoscenza del segreto. «Una parte di me non vuole dirlo a nessuno perché la morale sociale stigmatizzerebbe quello che faccio, ma un’altra parte di me vorrebbe alzarsi in piedi a una cena e dire a tutti: “Che diavolo! Ho affittato un uomo”. Ma non sono sicura che troverei il coraggio di farlo».

JENNIFER - Comunque, quello di Joanna non è certo un caso isolato, come conferma Jennifer Hallam, altra 36enne sedotta dal fenomeno “maschio a pagamento” che sei settimane fa ha pagato 400 sterline (circa 550 euro) per la compagnia di James. «Sono consulente gestionale, il che significa molti viaggi per lavoro, e quel giorno mi trovavo a Newcastle, dove non c’ero mai stata e non conoscevo nessuno, ma la prospettiva di passare la serata in hotel a guardare la tv mi deprimeva. Così, ho fatto un giro su internet e ho trovato una società che forniva “escort” a pagamento, ma senza sesso. James mi sembrava perfetto: trent’anni, alto e ben educato. Decisi di affittarlo per mostrarmi le attrazioni della città. Ovviamente, ero un po’ nervosa, ma solo perché l’idea mi sembrava un tantino strana e, comunque, non vorrei mai pagare qualcuno per fare sesso con me. Sarebbe troppo umiliante. Ma perchè negarmi il piacere di stare in compagnia di un ragazzo carino per qualche ora? In fondo, sono single e non ho né tempo né voglia per una relazione sentimentale con un uomo. Così sono andata con James ed è stato davvero un bel modo di trascorrere il tempo”. Da che mondo è mondo, sono stati proprio gli uomini i primi a cercare compagnia a pagamento, quindi perché sorprendersi se le donne ne seguono l’esempio?»
ANTROPOLOGA - «Questa nuova tendenza deriva dalla crescente indipendenza femminile – suggerisce l’antropologa Jean Smith, per nulla sconvolta dal fenomeno – e tanto più le donne hanno successo nel lavoro, tanto più vogliono avere il controllo anche della loro vita amorosa. Ecco perché l’affitto di “chaperon” è in aumento: in questo modo, si può avere il meglio della compagnia maschile, senza complicazioni legate al sesso o all’amore e senza dover litigare su chi porta fuori la spazzatura….».

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