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lunedì 10 dicembre 2007

Omofobia, Marconi (Udc): “Anche nel PD continui la difesa dei valori dell’uomo”.

(Noipress) “La vicenda delle norme antiomofobia, approvate recentemente in Senato, ha suscitato un importante dibattito nel centrosinistra e nel Partito Democratico in particolare”. Lo rileva il sen. Luca Marconi, responsabile Udc per il Mondo Cattolico e le Realtà Ecclesiali. Tuttavia, rileva, “la questione della possibile mediazione culturale e politica all’interno del nascente partito su qualsiasi questione, che pone in qualche maniera la senatrice Binetti, sembra cozzare con l’evidenza di alcuni fatti”.

“Non fu possibile alcuna mediazione sulla vicenda della ricerca sulle staminali in Europa, proposta dal ministro Mussi- osserva Marconi.- Non c’è ancora nessuna seria possibilità di accordo sui DICO, né sul testamento biologico. Non c’è alcuna possibilità di rivedere la L. 194 nonostante l’evidenza del danno causato da un’ingiusta legge sull’aborto che contraddice anche le intenzioni che aveva proposto”.
Pertanto prosegue, “è bene che continui all’interno del Partito Democratico la battaglia di chi crede nella difesa degli intoccabili valori dell’uomo, secondo la dottrina sociale della Chiesa. Ma viene da chiedersi se è ragionevole che un partito sia onnicomprensivo di qualsiasi orientamento culturale e pretenda di diventare la mediazione di tutte le tendenze ideologiche, filosofiche e religiose”.

“La coerenza dei programmi- continua- impone, ad ogni partito, di elaborare prima una propria linea che diventi prioritaria e superiore rispetto all’esigenza di Governo. Ci sono cose di fronte alle quali né i partiti né i singoli parlamentari possono piegarsi e soddisfare le logiche del potere. In assenza di questo ogni etica intenzione in politica viene sconfitta sul nascere ed è destinata a perire comunque”.

“Ringrazio Paola Binetti –conclude- per questa sua personale testimonianza, troppo isolata, però, per poter dire che il Partito Democratico o qualsiasi altro partito possa veramente assurgere alla pretesa di essere la mediazione e la mente di ogni politica”.

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DL sicurezza: Mantovano (AN), Mastella indecente.

(Agi) "Domanda: ma il Clemente Mastella, ministro della Giustizia, che dalla sera del 6 dicembre tuona contro la norma c.d. sull'omofobia, assurdamente inserita nel "decreto sicurezza", e' lo stesso Clemente Mastella, ministro della Giustizia, cha la mattina del medesimo giorno ha presieduto il Consiglio dei ministri che ha varato il maxiemendamento contenente quella norma? E l'uno e l'altro sono lo stesso Clemente Mastella che, al Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2007 ha proposto (proposto, non accettato in quanto chiesto da altri) un disegno di legge che all'art. 1 prevede tre anni di reclusione per chiunque "diffonde idee" di discriminazione fondata, fra l'altro, sull'orientamento sessuale o sull'identita' di genere? Cioe' la medesima disposizione che adesso il Clemente Mastella versione a) chiede di estromettere dal testo varato dal Clemente Mastella versione b), dopo che era stato proposto dal Clemente Mastella versione c). Chiedo ai tre Mastella: ma, anche se si e' ministri del Governo Prodi, non c'e' comunque un limite alla decenza?". Lo afferma Alfredo Mantovano di An.

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Governo Prodi traballante. Cade, no, non cade, si cade... no tiene.

SICUREZZA/ DOMANI DL ALLA CAMERA, FORTE TENSIONE NELLA MAGGIORANZA.
Si rafforza asse cattolici Unione,sinistra non cede. Governo media.


(Apcom) - Sul futuro (incerto) del Dl espulsioni e delle norme sull'omofobia ad esso legate "ormai si gioca a carte scoperte: l'auspicio è che qualcuno faccia un passo indietro, altrimenti non c'è soluzione per questo provvedimento", deve tornare in Senato e non ci sono i numeri per farlo passare. La situazione è praticamente quella di un passeggero seduto su una macchina lanciata a 180 chilometri all'ora contro un muro, soprattutto se si tiene conto che il virgolettato è nè più nè meno il riassunto delle letture della storia che vengono fatte al Viminale, ministero 'competente in materia' e che "non ha particolare affezione all'inserimento delle norme sull'omofobia in un dl che risolve il problema delle espulsioni di cittadini comunitari".

Su quelle norme, invece, si gioca una partita tutta politica fra le diverse anime dell'Unione. La sinistra radicale "esige" che le pene per chi discrimina in base all'orientamento sessuale ci siano e che venga corretto l'errore nel testo licenziato dal Senato. La parte cattolica, invece, sancisce che "o il testo passa così (con l'errore che invalida di fatto la norma), o si cambia togliendo interamente il riferimento all'omofobia". In mezzo, il Partito Democratico, spaccato fra chi sottolinea, come il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni, che "la norma sull'omofobia deve essere rimossa dal dl espulsioni" e chi sostiene, come la ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini, la necessità di "dare al Paese norme adeguate contro l'omofobia" e che "una soluzione si può e si deve trovare", magari "parlandone con Prodi, Chiti e i gruppi parlamentari della maggioranza".

In mezzo, com'era prevedibile, proprio Romano Prodi e tutto il governo, perchè questo dl è la norma su cui si è registrato il maggior numero di minacce di dimissioni e di uscite dalla maggioranza: Amato ("mi dimetto se non viene convertito in legge"), Mastella e l'Udeur ("usciamo dalla maggioranza se non si tiene fede alla parola data di non aprire la strada ai matrimoni omosessuali"), i teodem (Paola Binetti ha votato già no una volta alla fiducia sul Dl), Rifondazione Comunista (Giovanni Russo Spena disse in Senato "non potremmo votare un dl sfregiato"). Non solo: a 'metterci la faccia' anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti (Dopo l'approvazione in Senato il 6 dicembre fu lui a dire davanti alle telecamere che "l'articolo 1 bis, è sbagliato nella sua formulazione, non attuabile e improprio. Per motivi procedurali non è stato possibile sopprimerlo", ma il governo "si impegna a cancellarlo improrogabilmente entro fine anno con un nuovo provvedimento").

Ecco perchè è logico che la patata bollente finisca in mezzo al tavolo del Cdm di domani, proprio mentre a Montecitorio le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia (a cui è stato affidato congiuntamente il provvedimento) ascolteranno la relazione del deputato del Pd Roberto Zaccaria, che però non potrà non tener conto delle parole di oggi dei capogruppo del Pd, Antonello Soro e Anna Finocchiaro: "la Camera deve approvare il decreto sicurezza senza modificare il testo arrivato dal Senato, per la necessità di disporre gli strumenti utili e garantire agli italiani condizioni di pacifica convivenza, contrastando ogni forma di xenofobia".

In Cdm, con ogni probabilità, si dovrà trovare una soluzione, tanto più che al briefing serale fonti di palazzo Chigi assicurano che "il governo mantiene il suo impegno a trovare una soluzione condivisa" e che "i ministri competenti sono al lavoro, mentre Chiti ha già detto che l'esecutivo si sarebbe fatto carico della situazione: l'impegno è stato mantenuto". Al momento, però, le carte sono oggettivamente pessime: a Montecitorio è arrivato un testo che contiene un errore e che quindi così com'è non può passare e su cui il governo si è impegnato anche in linea di principio. Ma se viene cambiato, anche solo di una virgola, deve tornare al Senato, dove, oltre al problema dei numeri, c'è anche quello del calendario, con il 31 dicembre data ultima per la conversione del dl. Inoltre, attenzione ai cambiamenti, perchè soddisfare la parte di centro vuol dire rompere con quella di sinistra e viceversa.

L'unica soluzione concreta, al momento, sembra essere quella proposta da Marcella Lucidi, la sottosegretario all'Interno che ha seguito tutto l'iter del provvedimento: un cdm di fine anno o l'inserimento delle modifiche volute dai teodem nel decreto milleproroghe. Ma pare non bastare ai mastelliani e ai cattolici, che dicono chiaramente: o il dl passa com'è o usciamo dalla maggioranza. Per cui, tutto alla fine si riduce a quello che nessuno ha il coraggio di dire ufficialmente ma che alla fine tutti pensano: "o qualcuno fa un passo indietro o è finita".

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Sport: Il trionfo dello sci salernitano.

(La Città) Nell’immaginario collettivo della disciplina, rischiano la sorte della nazionale giamaicana di bob, immagine da pubblicitá allegra e riuscita. In un posto di mare però ci può stare anche lo sci. Ambizione fuori luogo? Chissá. Intanto lo sci a Salerno, sotto forma di vera e propria societá, c’è dal 1995. Tutto iniziò per gioco, anzi per la voglia di sognare in anticipo la neve che albergava in due signori in uno studio legale, che ogni tanto si affacciavano alla finestra e sognavano di uscire da codici e pandette per inforcare gli sci e scorrazzare su una pista. Arrivò il nome: Top Time Sci Club Salerno. Cinquanta i soci di partenza, cioè i veri e propri fondatori. Nel giro di poco tempo, ci sono i primi atleti che fanno punteggio Fisi. Non ci sono solamente le gare. Ma intanto il gruppo si consolida e si espande. C’è Roberto Malinconico, responsabile della squadra di sci alpino. Ci sono i fratelli Piazza, maestri a Bolzano e partecipanti con Luca Cestari alle gare trentine per nome e per conto del club salernitano. Ed ancora Giso Amendola, Aldo Avagliano, Giuseppe Alfieri, Carlo De Santis, Paolo De Riso, Valerio Casilli, Andrea Esposito, Andrea Conforti, Antonio Scocozza, Raffaella Juliano, Leonardo De Rosa, Raimondo Malinconico, Roberto De Riso, Enzo De Sio, Antonio Pepe, Pasquale Visconti, Pippo Vano, Peppe Scimone, Floriana Scarlato, Dario Rumma, Maria e Stefania Santoro e tanti altri ancora. Il presidente Guido Pepe può ritenersi soddisfatto. Sono passati dodici anni ed i passi in avanti sono stati fatti, arricchendosi con ulteriori sezioni: snowboard, free ride e persino la vela. La squadra agonistica di sci è adesso folta. La compongono Alfieri, Bellizzi, Bernabei, Brancaccio, Carfora, i due Casilli, i due Cestari, i tre De Riso, De Santis, Esposito, Juliano, Lardieri, Leporini, Malinconico, Manzi, Morlicchio, Pepe, Petillo ed i due Quattrucci. C’è persino il tocco internazionale grazie alla presenza in organico di Ellen Pokutova. Tutto nacque per gioco ma a distanza di quasi tre lustri si può dire che quell’idea di partenza è stata portata avanti nel migliore dei modi. Roba da ricchi? Può essere. Ma nello sport non si va tanto per il sottile, distinguendo tra ricchi e poveri. L’importante è esserci. Salerno c’è ancora nello sci.

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C-IN² gli spot pubblicitari che non vedremo in Italia.


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Una fiction sulla Callas per lanciare la Rai.

(Sabrina Cottone - Il Giornale) Una fiction Rai per raccontare la vita milanese di Maria Callas e la sua Scala. Un omaggio importante anche se arriverà oltre il tempo massimo del 2007, trentennale della morte della Divina. Il sindaco, Letizia Moratti, ne ha discusso con il presidente della Rai, Claudio Petruccioli.
«Oltre che spazi, servono anche contenuti. E mi auguro che si dia maggiore attenzione ai personaggi milanesi più celebri, come appunto la Callas», ha detto la Moratti, incassando una disponibilità di massima della Tv di Stato.
Insomma, non di sola Isola dei Famosi vivrà la nuova sede Rai di via Mecenate, i settemilacinquecento metri quadrati che hanno sostituito i vecchi studi della Fiera, inaugurati in pompa magna dai vertici di viale Mazzini.
Ma è stato lo stesso Petruccioli a riconoscere che non è abbastanza. «Milano non è figlia di un dio minore, è giusto chiedere un’ulteriore valorizzazione» le parole del presidente mentre un presidio dei lavoratori protestava davanti all’ingresso. (...)

(...) Colpa del progetto a scadenza su via Mecenate. Il contratto d’affitto dell’area Caproni (si vocifera un milione ogni 12 mesi) dura 6 anni. Alla scadenza nessuno può essere certo di che cosa accadrà. Inoltre i dipendenti Rai temono che il polo milanese non sia pronto per l’Expo. A lamentarsi per l’assenza di prospettive solide sono anche molti politici, dall’azzurra Mariastella Gelmini a Roberto Caputo, Sdi. E il presidente della Provincia si augura che non ci siano «interferenze politiche come per Malpensa». Formigoni ha consegnato brevi manu a Petruccioli la proposta di contratto di servizio regionale che è all’esame dell’aula al Pirellone. «Un modo di attuare il federalismo anche nelle telecomunicazioni, con produzioni legate al territorio. E i contratti potranno essere estesi anche alle tv private» spiega il governatore. Petruccioli non si tira indietro ma chiede che la Regione metta sul piatto una parte del denaro: «L’importante è che oltre al contratto ci siano anche i finanziamenti. Poi certamente si può pensare anche a contributi economici della Rai».

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Il nuovo Zar.

(Ivan Scalfarotto) Nell'attesa, come dice qualcuno qui a Mosca, di lanciare una federazione con la vicina Bielorussia e proclamarsi capo del nuovo stato, Putin sorprende tutti ancora una volta e decide di appoggiare la candidatura di (più semplicemente potremmo dire che decide di nominare quale suo successore) un personaggio di alto profilo piuttosto che di un semplice prestanome. Si tratta di Dmitry Medvedev, primo vice-primo ministro, un fedele del presidente ma conosciuto e stimato anche all'estero, presidente del colosso dell'energia Gazprom, classe 1965: da noi sarebbe di gran lunga il più giovane di tutti i ministri del governo Prodi.
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Ndr. L'amico Scalfarotto dimentica di aggiungere che è pure un bell'uomo.

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Per gli adolescenti, bullo è bello. È un personaggio negativo ma di charme.

Bulli & pupe a scuola

(Panorama) Nonostante i moniti e le misure di Tex Fioroni, nonostante gli Osservatori appositamente istituiti, gli atti di bullismo non tendono a diminuire. Nei fatti: pochi giorni fa alcuni studenti hanno gettato della creolina nel Liceo scientifico “Siciliani” di Catanzaro. Nei dati: il 72% degli adolescenti italiani dichiara di aver assistito a prepotenze subite da un amico o amica, mentre nel 2005 la percentuale era del 65,8% e nel 2006 del 71,6%. Questo secondo l’indagine “Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti”, commissionata dalla Società italiana di Pediatria e al centro del convegno dell’11 e il 12 dicembre “La Società degli adolescenti“, presso il Policlinico San Matteo di Pavia.

Realizzato su un campione nazionale di 1200 studenti delle scuole medie inferiori di età compresa tra i 12 e i 14 anni, lo studio rivela che, anche se i “bulli” in teoria non sono ben visti dai coetanei, chi fa atti di bullismo agisce invece proprio per essere ammirato dai compagni. E quindi perché nella sostanza c’è una sorta di stima e adorazione nei suoi confronti.
Il 70% del campione dichiara di giudicare negativamente un bullo (62% dei maschi), ma c’è anche un consistente 26,6% (32% dei maschi) che dice che se non è lui a subire personalmente le prepotenze non ha nulla da eccepire sul comportamento del bullo. Tra gli adolescenti maschi delle grandi città c’è anche un pericoloso 4,7% che considera il bullo un tipo (o una tipa) in gamba.
Tra le motivazioni per le quali si fa il bullo al primo posto c’è l’essere ammirato all’interno del gruppo di amici (secondo l’82% dei maschi e l’86% delle femmine), quindi diventare il leader del gruppo (77% dei maschi e 81% delle femmine), essere attraente per le ragazze o per i ragazzi (68,8% dei maschi e 71,2% delle femmine).
E come comportarsi di fronte ad atti di bullismo? Il 79% degli adolescenti intervistati dichiara che è giusto che chi subisce atti di bullismo li denunci a un adulto, ma è aumentata la percentuale di chi considera chi lo fa un fifone o una spia (20,5%). Colpiti nel vivo, poi le risposte cambiano ulteriormente: se fossero loro a subire prepotenze il 64% dei soggetti (74% dei maschi) si guarderebbe bene dal riferirlo a un insegnante o ai genitori. Il 47,3% (60,4% dei maschi) si difenderebbe da solo, il 10% (5,4% dei maschi) informerebbe al massimo un amico e il 4,6% (5,7% dei maschi) subirebbe in silenzio le prepotenze se non dovessero essere eccessive.
Il bullismo ha le sue quote rosa e non è prerogativa solo maschile. Il 59,2% sostiene che fanno i bulli sia i maschi che le femmine e sono proprio le stesse femmine (69,1%) a sostenerlo maggiormente.

“Purtroppo il quadro che emerge da alcuni dati della ricerca non è molto confortante” commenta Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria e uno dei relatori del convegno. “L’aumento dei fenomeni di bullismo è uno dei punti critici che deve essere affrontato adeguatamente attraverso un coinvolgimento attento, innanzi tutto dalle famiglia e della scuola, ma anche del pediatra. La tendenza prevalente degli adolescenti è quella di non rivelare ai genitori o agli insegnanti se si è vittima di atti di bullismo. Questo rende particolarmente significativo il ruolo del pediatra che ha la competenza per rendersi conto, attraverso l’osservazione di comportamenti anomali, se il suo giovane paziente sta vivendo una situazione di disagio”.

[i](Foto da Flickr di [url=http://www.flickr.com/photos/violator3/74072849/]Violator3[/url])[/i]

Ma l’indagine non parla solo di bullismo. Anche di adolescenti e tv, alimentazione, sesso, genitori, sport come possibilità…
La televisione inonda il tempo libero dei giovani, che ormai assistono con normalità a scene di violenza sullo schermo. Il 25% guarda più di tre ore di tv al giorno (conteggiando solo il tempo in cui si è interessati alla visione, e non quello in cui i programmi fanno da sottofondo ad altro), con percentuale in aumento se si considerano solo i maschi (26,7%) o solo il sud (32,6%). Il 64% degli adolescenti afferma che secondo lui la tv trasmette molte immagini violente, ma la reazione che queste suscitano è essenzialmente “indifferenza”. E non è confortante sapere che il 52,8% afferma di imitare i comportamenti dei personaggi televisivi preferiti.
I modelli di riferimento restano personaggi da lustrini e paillettes. Infatti il 14,5% dei ragazzi da grande vuole fare il calciatore-il campione sportivo e l’11,4% delle ragazze il personaggio famoso-modella-velina. È alta la dose di cinismo: cos’è importante per raggiungere l’obiettivo lavorativo? se “buona volontà” e “impegno” sono considerati molto importanti da oltre il 90% degli intervistati, e lo studio dall’85%, il 72,2% ritiene anche che siano molto importanti “raccomandazioni-amicizie influenti”.

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La santa Sede e la "maternità" per i sacerdoti, lanciata dalla Congregazione per il Clero.

(Zenit.org).- La Congregazione vaticana per il Clero ha lanciato una campagna di adorazione eucaristica e di "maternità" per la santità dei sacerdoti del mondo.

L'iniziativa è stata convocata con una lettera datata 8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione, firmata dal Cardinale Cláudio Hummes e dall'Arcivescovo Mauro Piacenza, rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione.

La campagna, spiega il testo, vuole creare "un movimento spirituale che, facendo prendere sempre più coscienza del vincolo ontologico tra Eucaristia e sacerdozio e della speciale maternità di Maria nei confronti di tutti i sacerdoti, faccia nascere una catena di adorazione perpetua, per riparare alle mancanze e per la santificazione dei chierici".

In particolare, l'iniziativa propone alle "anime femminili consacrate", seguendo l'esempio di Maria, di adottare "spiritualmente sacerdoti per aiutarli con la donazione di sé, la preghiera e la penitenza".

L'iniziativa vuole "affidare a Maria, la Madre del Sommo ed Eterno Sacerdote, tutti i sacerdoti, suscitando nella Chiesa un movimento di preghiera che ponga al centro l'adorazione eucaristica perpetua".

Lo scopo è che "in ogni angolo della terra si elevi sempre a Dio, incessantemente, una preghiera di adorazione, ringraziamento, lode, supplica e riparazione, con l'obiettivo principale di suscitare un numero sufficiente di sante vocazioni allo stato sacerdotale".

La lettera è indirizzata a tutti i Vescovi diocesani affinché le diocesi che lo desiderano si uniscano a questa campagna, incaricando un sacerdote della questione con l'indicazione dei luoghi e delle modalità scelti per l'adorazione.

La lettera, una nota esplicativa e sussidi sul significato della maternità spirituale dei sacerdoti possono essere letti su www.clerus.org/pregate.

[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]
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Ndr. Lo ammettiamo siamo ignoranti in materia ed è forse per questo che continuiamo a ridere. Senza offesa alcuna, s'intende, rispettando la religione ed i credenti tutti ma ammetterete che per chi è estraneo a questo mondo tutto è alquanto "ambiguo".

Il passo poi (...)
"In particolare, l'iniziativa propone alle "anime femminili consacrate", seguendo l'esempio di Maria, di adottare "spiritualmente sacerdoti per aiutarli con la donazione di sé, la preghiera e la penitenza".(...) ammetterete che connota in se addirittura il reato di favoreggiamento a qualcosa di poco chiaro. Almeno così pare a degli ignoranti in materia e relativisti quali noi siamo. Qualcuno ci spiega?

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Mare: il 10 e 11 dicembre workshop dell’Unione Europea a Livorno sulla salvaguardia delle razze nel mediterraneo.

(Nove da Firenze) La giungla più fitta e il mare sono sicuramente gli ambienti del nostro pianeta che presentano la maggiore biodiversità. In alcuni casi, certi organismi molto sensibili alle alterazioni ambientali possono essere presi in considerazione come veri e propri indicatori. In questo senso gli organismi marini, come i cetacei, le tartarughe e i pesci cartilaginei, all’apice delle rispettive piramidi alimentari e che svolgono un ruolo fondamentale nelle reti trofiche sono sicuramente quelli che più di altri assumono importanza. È per tale motivo che lo STECF, la commissione tecnica per la pesca dell’UE, si impegna costantemente attivando programmi di valutazione. Uno di questi programmi ha visto ARPAT come coordinatore e gestore di una grande mole di informazioni raccolte in tanti anni di lavoro coordinato al livello di bacino mediterraneo. Il 10 11 dicembre 2007 si terrà una riunione tecnica a Livorno, che consentirà di valutare i risultati finali di questo lavoro di coordinamento per produrre un rapporto finale da inviare a Bruxelles. In tale rapporto sono prese in considerazione le 15 specie di razze che vivono nel Mar Mediterraneo.

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Corruzione: la lotta, i dati, le chiacchiere e gli arresti eccellenti.

Marco Verzaschi (Udeur), ex sottosegretario alla Difesa | Ansa
(Panorama) “Quando la democrazia è debole, vischiosa, fa fatica a decidere e non ha controlli, è quello il momento in cui si sceglie di aggirare la norma per cercare corsie preferenziali. E la corruzione diventa forte”. Parole dure quelle usate dal sindaco di Roma e leader del Partito Democratico, Walter Veltroni, nel suo intervento alla presentazione della prima mappa (qui il .pdf) dell’Alto commissariato anticorruzione, presieduto da Achille Serra (ex prefetto della Capitale), durante il convegno su Legalità, trasparenza e sviluppo della città, in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla corruzione.

Giudizi netti che prospettano scenari foschi: le Mani Pulite del ‘92, pur avendo spazzato via almeno mezza Prima Repubblica, non sembrano aver mondato tutto. E infatti si sta, secondo Veltroni, riavvicinando quel fenomeno che è stato combattuto 15 anni fa e che “sembrava esser stato sconfitto”. Un intervento più da amministratore pubblico che da leader di partito, quello di Veltroni. Corroborato sia dai dati contenuti nella mappa dell’Alto Commissariato guidato da Serra sia dalle “coincidenze” della cronaca.
Intanto, i numeri: sono ben 6.603 le sentenze di condanna definitive per corruzione registrate nel periodo 1996-2006, dice il rapporto del pool di Serra. Di queste, il 35% (più di una su tre) riguarda il reato di corruzione nella gestione della cosa pubblica: dal peculato (4.737 sentenze, 25,5%), all’abuso d’ufficio (4.634 sentenze, 24,9%), alla concussione (2.579 sentenze emesse, 13,9%). Considerando invece il periodo gennaio 2006 20 novembre 2007, la mappa evidenzia che su 6.752 persone denunciate nella pubblica amministrazione, 3.219 sono riferibili alla sanità, con un’incidenza vicina al 50% del totale.
Potrebbe far parte della statistica (e passiamo così alle coincidenze della cronaca), anche l’ex sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi, mandato agli arresti domiciliari, proprio mentre Veltroni e Serra disquisivano di corruzione.

La misura cautelare, secondo quanto riportato dall’Ansa, si riferisce a quando Verzaschi, all’epoca appartenente a Forza Italia, ricopriva dal 2003 la carica di assessore regionale alla Sanità del Lazio, nella giunta di centrodestra guidata da Francesco Storace. Oggi esponente dell’Udeur, l’ex sottosegretario è accusato - stando all’ordinanza del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e del sostituto Giovanni Bomrardieri e firmata dal gip Luisanna Figliolia - di corruzione e concussione. La vicenda in cui sono indagati diversi manager e politici, riguarda presunte tangenti pagate da Anna Iannuzzi, soprannominata Lady Asl.

Verzaschi - dimessosi dall’incarico ministeriale il 6 dicembre scorso - ha una lunga carriera politica alle spalle e una discreta propensione al cambio di casacca. Nel ‘95 è stato eletto per la prima volta nel Consiglio della Regione Lazio, incarico rinnovato nel 2000 e nel 2005. Tra il 2000 e il 2002 è stato Commissario per l’emergenza rifiuti per Roma e provincia, delega estesa poi a tutto il Lazio. Dal 2000 al 2003 ha ricoperto l’incarico di assessore regionale all’Ambiente e Protezione Civile, assumendo, successivamente, e fino al 2005, la responsabilità di Assessore regionale alla Sanità. Proprio il 2005 è l’anno in cui Verzaschi lascia Forza Italia e la Cdl (”dopo 11 anni è venuta a mancare la passione”, disse) per passare all’Udeur di Clemente Mastella, fino a diventarne segretario regionale del Lazio.
In molti si sono chiesti se questa mattina Veltroni, mentre parlava in Campidoglio, stesse pensando a lui…

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David Beckham finalmente con le mutande di Armani.

Questa è la prima di molte foto che presenta David Beckham in un servizio fotografico ideato per la collezione Armani underwear. Il servizio fotografico è stata realizzata lo scorso mese a Los Angeles dai fotografi di moda Mert Alas e Marcus Piggott.

Subito dopo aver visto questa prima foto si è scatenato il tam-tam di gossip internazionale che poneva un solo quesito: "quanto" c'è di David in quelle mutande... con un sicuro desiderio di ficcarci le mani.
Non avete capito? Volete un linguaggio più casereccio o meglio, "pecoreccio"?
Mbhè quel "pacco" è tutto di David? E' tutta roba sua?
Per quel che ci riguarda crediamo di si e l'abbiamo dimostrato.

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Sinistra, divisi e indecisi a tutto. Il parere di una destra che invece è unita...

(Potere sinistro) Il governo si regge su un equilibrio sempre più precario, appeso com’è alle insoddisfazioni dei teodem, alle richieste di radiazione nei loro confronti, alle parole di Mussi che si chiede come possano stare insieme la Binetti e le femministe o – più in grande – gli operai di Torino e Luca Cordero di Montezemolo. Un quadro di fronte al quale Prodi, però, dice di voler stare fermo “come un semaforo” mentre tutto gli gira intorno.

Mastella-Di Pietro
Il Guardasigilli agita ancora una volta lo spettro della crisi di governo nel caso in cui dovesse essere mantenuta nel dl sicurezza la norma sull’omofobia: “Se Rifondazione comunista e altri rinnegano l’impegno di modificare alcuni elementi nel decreto sicurezza, per noi dell’Udeur è crisi di governo, togliamo la fiducia e la nostra esperienza politica finisce qui. Rimarremo formalmente nel governo fino a fine anno, solo per votare la Finanziaria ed evitare l’esercizio provvisorio”.
Dichiarazioni che hanno suscitato la reazione del ministro della Solidarietà sociale Ferrero, che non vuole sentir parlare di modifiche al testo: “Spero che si possa ricredere e ravvedere, perché la norma fatta è assolutamente corretta e non ha nulla a che vedere con i reati di opinione”.
Mentre il ministro Di Pietro ha sancito la fine politica della maggioranza: “Piaccia o non piaccia dopo il voto di fiducia la maggioranza politica non c’è più. Di questo va preso atto e per questo noi di Idv chiediamo non solo una verifica politica, ma che si avvii un nuovo processo costituente affinché la prossima coalizione sia ‘del fare’ sullo stesso programma e non della logica dello stare insieme solo contro qualcuno. Non se ne può più di litigiosità. Meglio scomporre e ricomporre i poli in modo più omogeneo”.

Omofobia
All’indomani dell’ennesima fiducia risicatissima ottenuta al Senato sul decreto sicurezza, la questione omofobia fa fibrillare la maggioranza. Chiti ribadisce a nome del governo che l’esecutivo cancellerà le norme controverse con un successivo provvedimento. Ma questo non è certo sufficiente a scongiurare la guerra di religione, che è già in atto, tra laicisti e integralisti cattolici. Da una parte Rifondazione ripete che quell’emendamento è sacrosanto e non va toccato, dall’altra Mastella minaccia la crisi.
Un bel rompicapo sul tavolo di Palazzo Chigi. E il caso Binetti è tutt’altro che risolto, visto che qualcuno nella maggioranza - e anche nel Partito democratico - vorrebbe vedere punita con l’espulsione dal gruppo la senatrice cattolica per il voto che ha fatto sfiorare la crisi di governo. L’ultimatum dell’ala sinistra è però speculare a quello dei moderati, anch’essi in grado - di fronte a una rottura del patto di coalizione - di staccare la spina al governo.
La situazione appare dunque sempre più precaria, e la polemica sui reciproci estremismi sta ulteriormente allargando le ferite della coalizione.

Base di Vicenza
Ma i problemi della maggioranza non si riducono alle sole divaricazioni sull’omofobia. Come dimostrano le nuove polemiche sulla Finanziaria: i Comunisti italiani hanno infatti abbandonato platealmente l’ultima riunione. Per di più, i quattro ministri che rappresentano la “cosa rossa”, che ieri era impegnata negli stati generali della sinistra, hanno scritto a Prodi per riaprire la questione della base militare di Vicenza. Tema che è stato al centro dell’assemblea di ieri, con un’irruzione dei pacifisti sul palco e con il pronunciamento di Pecoraro Scanio secondo il quale, senza una verifica dell’impatto ambientale, i lavori di ampliamento della base militare non potranno partire. Ma Prodi ha già dato il via libera.

Legge elettorale
Il filo diretto tra Veltroni e Berlusconi sulla riforma elettorale sta terremotando l’Unione sia perché i cespugli temono di essere spazzati via, sia perché all’interno del Pd i prodiani doc non nascondono i propri malumori. Ma chi sperava, nella direzione del partito, che Veltroni facesse qualche passo indietro sulla linea della trattativa, è rimasto deluso. La Bindi ha chiesto le primarie sulla linea della legge elettorale elaborata da Vassallo, e Parisi ha proposto di sottoporre a un referendum le due linee contrapposte. Il ministro della Difesa sostiene che nel Pd si confrontano una linea della continuità ulivista e un’altra della discontinuità proporzionalista.

Il caso Bertinotti
L’outing del presidente della Camera contro Prodi e la sua certificazione della fine politica del governo hanno prodotto uno strappo che probabilmente non potrà mai essere ricucito.
La risposta del sottosegretario Micheli ha aperto una crisi istituzionale senza precedenti tra Palazzo Chigi e Montecitorio, e inoltre la prodiana Bindi si è scagliata contro Bertinotti dicendo che, se cade il governo, cade anche la maggioranza che ha eletto il presidente della Camera. Il quale, dunque, in tal caso si dovrebbe immediatamente dimettere.

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Politici pasticcioni o subdoli? Illegittime le nuove norme italiane sulla Sicurezza.

(Everyone group) Le nuove norme italiane sulla Sicurezza sono illegittime e contrastano sia con la Direttiva del Parlamento Europeo 2004/38/CE, sia con le leggi internazionali che proteggono le minoranze.

Le nuove norme in materia di espulsioni dei cittadini comunitari sono illegittime e discriminatorie nel loro corpus, in quanto sono state elaborate ad hoc per discriminare e colpire i Rom senza tener conto in alcun caso che si tratta di una minoranza protetta da Carte, Dichiarazioni e Convenzioni internazionali quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli - Carta di Algeri (4 luglio 1976), il Patto Internazionale sui diritti economici, culturali e sociali dei Popoli, la Convenzione di Copenaghen (1993), la Risoluzione O.N.U. 1992/65, "Protezione dei Sinti e dei Rom", la Risoluzione del Parlamento Europeo 2005/2008/INI. Tali documenti di legge statuiscono che Rom e Sinti necessitano di una protezione speciale in quanto soggetti attualmente a marginalizzazione, segregazione, discriminazione e persecuzione. La povertà e l'emarginazione, motivo fondamentale su cui si basano i provvedimenti di espulsione, sono in realtà gli 'obiettivo che le norme internazionali si prefiggono di combattere e e nessun provvedimento punitivo dell'indigenza può essere definito legittimo, ma piuttosto, secondo la giurisprudenza internazionale "criminale". Ecco una delle nuove norme che consentono alle autorità di espellere un cittadino dell'Unione:

- Cessazione delle condizioni che determinano il diritto di soggiorno per cui si può continuare a permanere sul territorio dello Stato. Nel caso del reddito, bisogna "dimostrare di possedere risorse economiche sufficienti derivanti da fonti lecite e dimostrabili".

E' un anacronismo, un raggiro subdolo elle leggi internazionali, perché i Rom non posseggono da secoli risorse economiche sufficienti all'autosostentamento a causa della discriminazione. Quindi, secondo le nuove norme, le loro condizioni economiche (che dovrebbero consentirgli di soggiornare in Italia) non "cessano", ma non sono in realtà mai esistite. Quello che la nuova normativa afferma è che "la povertà è motivo per cui non è riconosciuta la libera circolazione dei cittadini dell'Unione negli Stati membri".
Una legge discriminatoria, incivile, criminale. In realtà la Direttiva del Parlamento Europeo 2004/38/CE intima agli Stati membri dell'unione un atteggiamento esattamente contrario, all'articolo 28, "Protezione contro l'allontanamento", punto 1:

1. Prima di adottare un provvedimento di allontanamento dal territorio per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza, lo Stato membro ospitante tiene conto di elementi quali la durata del soggiorno dell’interessato nel suo territorio, la sua età, il suo stato di salute, la sua situazione familiare e economica, la sua integrazione sociale e culturale nello Stato membro ospitante e importanza dei suoi legami con il paese d'origine.

Situazione familiare ed economica e grado di integrazione sociale sono in realtà secondo la Direttiva, come l'età e lo stato di salute, motivi che proteggono il cittadino contro l'allontanamento. Bisogna che la nuova normativa sule Sicurezza, discriminatoria e illegittima, approvata dalle Istituzioni italiane, sia condannata e annullata con urgenza dalla Autorità europee.

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Bellezze: Dirty boys.


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Tutto il cast di Friends guest-star in Dirt?

(Televisionando) Friends ha chiuso i battenti nel 2004, ma pare che Courteney Cox abbia deciso di farci rivedere, separatamente o insieme, tutti gli “amici”.
Nel corso di un’intervista, l’attrice ha infatti spiegato di aver intenzione di chiedere a tutti i suoi ex compagni di cast di fare un’apparizione nella sua nuova serie, Dirt (trasmessa dalla FX in america, e da La7 in Italia). Jennifer Aniston ha aperto le danze lo scorso marzo, ma la Cox ha spiegato che in un futuro non troppo lontano potrebbe chiederlo a Matt LeBlanc, Matthew Perry, David Schwimmer e Lisa Kudrow. “Mi piacerebbe molto averli nella serie," ha detto la Cox allo Us Weekly magazine. “Non so se accetteranno di apparire tutti insieme, e non so neanche cosa pensano della serie, però, se le cose andassero nella giusta direzione, glielo chiederei al più presto e loro sarebbero ovviamente i benvenuti”. Ed alla domanda se la Aniston potrebbe riapparire, la Cox ha risposto che “di sicuro non tornerà la prossima stagione, ma la porta è sempre aperta. Jennifer è mia amica, e non siamo in lotta tra noi”.

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Ormon-show da "Amici di Maria": Gennaro, Mattia e Fabrizio Palma senza freni .

(Spetteguless) La Gargamella e Mattia a lezione di canto da Palma... i primi 4 minuti del filmato sono allucinanti per quanto "OMO-ORMONALI", con tanto di conclusivo "non guardarmi così..."

Vedere, e soprattutto SENTIRE, per credere!
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Finanziamenti per progetti di contrasto alla violenza di genere.

(Sudest donna) E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2007 l'Avviso relativo al finanziamento di progetti finalizzati a rafforzare prevenzione e al contrasto della violenza di genere.

Si legge nel testo dell'Avviso pubblico: "La particolare complessità della violenza di genere sta nelle sue varie manifestazioni, nei vari livelli di vulnerabilità e nella diversità territoriale e sociale in cui si esprime. Questa complessità determina la necessità di una maggiore collaborazione tra gli attori istituzionali e gli attori privati coinvolti: lo scambio, la concertazione e l’integrazione rappresentano elementi strategici per rendere efficace ed efficiente l’intervento. Saranno finanziate azioni volte a progettare e/o sviluppare reti territoriali fra vari attori pubblici e privati per la definizione di strategie, azioni ed interventi integrati, pluridisciplinari e inter-settoriali, in materia di contrasto, di prevenzione della violenza e di protezione e reinserimento delle vittime."

La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata entro 60 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Deve essere utilizzata unicamente la modulistica disponibile sul sito del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità

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"Libertà va cercando" a Firenze domani sera.

Visto il grande successo di pubblico continua il ciclo d'incontri intitolati "Libertà va cercando". Proprio "Educare alla libertà" sarà il tema che sarà affrontato in questo secondo incontro da Maria Grazia Contini, professore di Pedagogia generale all'Università di Bologna, che attraverso un'approccio di tipo scientifico e didattico cercherà di fare il punto su come si impara ad "essere liberi dai condizionamenti" per "costruire la libertà di essere noi stessi".

Un incontro-dibattito che avrà luogo alle ore 19.30 di Martedì 11 dicembre 2007 nella suggestiva cornice della cripta sotterranea dell'Istituto degli Innocenti in Piazza SS. Annunziata, nel cuore del centro storico di Firenze. Una iniziativa curata dall'Ufficio Cultura dell'Arcidiocesi di Firenze e dai giovani del gruppo di formazione di Villa Guicciardini con la collaborazione dei volontari dell'associazione Finisterre. Al termine della prima parte dell'incontro, per creare un clima disteso e amichevole prima di iniziare il dibattito con il relatore, sarà offerto gratuitamente ai presenti un buffet di benveuto.

Per maggiori informazioni sul programma di questa iniziativa vi invitiamo a visitare il sito web www.gruppovillaguicciardini.it oppure a scrivere all'indirizzo info@gruppovillaguicciardini.it

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10 Dicembre: Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Uomo(Maso Notarianni, Direttore di Peacereporter) Oggi è il dieci dicembre. La Dichiarazione Universale dei diritti umani compie cinquantanove anni. C'è chi festeggia questa data, oggi. Per noi c'è davvero poco da festeggiare. Siamo in guerra. E la guerra cancella ogni diritto.

Ci guardiamo intorno, nel mondo e nel nostro Paese, e ci rendiamo conto che gli estensori di quella carta, se oggi fossero vivi e reclamassero quei sacrosanti diritti, sarebbero presi per pazzi. O più probabilmente in galera. Preferiamo invitare tutti a leggerla, quella dichiarazione universale. E a pretenderli, quei diritti. A partire dai luoghi di lavoro, che non devono essere luoghi dove la vita umana vale meno dell'interesse del padrone. Senza dimenticare di pretenderli anche dai nostri rappresentanti, che si apprestano a rifinanziare la guerra.

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Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948.

Preambolo

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti dell'uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo dei rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'eguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di queste libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;

L'Assemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo come ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo e ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2
1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibiltà di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonchè della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.

Articolo 11
1. Ogni individuo accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie per la sua difesa.

2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, nè a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

Articolo 14
1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni.

2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, nè del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17
1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà privata sua personale o in comune con gli altri.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20
1. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio Paese.

3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22
Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonchè alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.

4. Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24
Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25
1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.

L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27
1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e la libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29
1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.

2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.

3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati

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Patti chiari dall'Udeur: Fabris: serve chiaro impegno contro reatio omofobia.

(Apcom) "Deve essere chiaro che se non c'è un contestuale impegno del Governo a stralciare la parte che riguarda il reato di omofobia, l'Udeur non solo non voterà in aula alla Camera la conversione del decreto sulla sicurezza, ma annuncia fin d'ora che uscirà immediatamente dal Governo". Lo ribadisce il capogruppo dell'Udeur alla Camera, Mauro Fabris, visto che nella riunione dei capigruppo di maggioranza, in corso a Montecitorio, il Prc ha chiesto al ministro Chiti di smentire quanto da lui assicurato ieri sera su questo tema.

Secondo Fabris infatti - "non è tollerabile che giocando su un tema così importante e sentito come quello della sicurezza la sinistra radicale utilizzi il decreto come cavallo di Troia per introdurre nel nostro ordinamento impropri riconoscimenti di diritti agli omosessuali, anticamera per la legalizzazione delle coppie gay".

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Graham a luci rosse nel nuovo film. Sesso e nudo in "Adrift in Manhattan".

(TGCom) Prima una relazione lesbo in "Gray Matters"; poi un bacio lesbo nel film "Broken"; infine un rapporto sessuale in primo piano. Nonostante Heather Graham non metta censure alle pellicole di cui è protagonista, la sua carriera è in netto declino e i suoi film stazionano qualche settimana al cinema prima di finire in dvd. Come è accaduto all'ultima fatica, "Adrift in Manhattan", in cui l'attrice mostra talento, ma soprattutto pelle.

"Adrift in Manhattan", pellicola diretta da Alfredo de Villa, ha debuttato a settembre 2007 ma è finito in un battito di ciglia sugli scaffali dei videonoleggi.

Racconta la storia di tre personaggi che si incontrano, o forse solo scontrano, nei loro percorsi giornalieri e finiscono per entrare in rapporto l'uno con l'altro. C'è Rose (Heather Graham), un'oculista paralizzata dal dolore per la morte del suo bambino e incapace di aprirsi a qualsiasi essere, compreso il marito; un ex pittore diventato cieco e Simon, un ragazzo difficile, dalla madre oppressiva, che ama fotografare la gente da lontano.

Un giorno Rose capita davanti suo obiettivo e questa casualità diventa un prestesto per incrociare le rispettive solitudini. Nel cast, oltre a Heather Graham ci sono Victor Rasuk, Dominic Chianese, Elizabeth Pena.

Il film, delicata metafora della vita a New York e analisi psicologica sulle solitudine nelle grandi città, anche se è stato presentato al Sundance Festival non ha avuto successo di pubblico. Ha colpito tuttavia gli spettatori è stata la disinvoltura con cui la Ghraham interpreta una scena di sesso col suo partner (i cui video sono circolati in rete più di quelli del film stesso).

La telecamer aindugia a lungo sul corpo nudo dell'attrice che per minuti fa l'amore davanti all'obiettivo. E meno male che la Graham ha dichiarato di essere timida e di sentirsi molto nervosa tutte le votle che rivede le sue perfomarmance!
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Sottsass: parla il design.

Ettore Sottsass  abita a Milano. Si è laureato in architettura al Politecnico di Torino nel 1939.

(Terry Marocco - Panorama) Ettore Sottsass ha i jeans e un maglione blu, i capelli bianchi raccolti nella solita piccola treccia e lo sguardo azzurro che vaga oltre i vasi di fiori del suo salotto, verso la notte milanese. Il più grande designer (e architetto, fotografo, pittore, scrittore) italiano ha compiuto 90 anni il 14 settembre, è nato a Innsbruck nel 1917, e Trieste lo celebra con una retrospettiva dal titolo di un suo scritto, Vorrei sapere perché (dal 6 dicembre al 2 marzo 2008 al Salone degli incanti dell’ex Pescheria).

Ha amato molte donne, da Fernanda Pivano, sua prima moglie, a Barbara Radice, bellissima in una foto con lui in bianco e nero di Helmut Newton, appesa sulla parete colorata. Scrittrice e giornalista che, come dice lui, “mi protegge dalla mattina alla sera” e che anche ora si affaccia a controllare che non si stanchi troppo.
Sottsass non ama le autocelebrazioni: “Io non c’entro, hanno chiesto agli amici di scrivere qualcosa su di me, non ne sapevo nulla. Quando i miei collezionisti mi hanno domandato se consigliavo loro di prestare le mie opere, ho risposto no”. Ironico e amaro, dice di sé: “Non credo di aver lasciato alcuna traccia del mio lavoro, forse qualcosa in Aldo Cibic”.
Certo, non sono più i tempi di Adriano Olivetti e della celebre macchina per scrivere Valentine. Sottsass ricorda: “Scriveva solo maiuscole come i telegrammi, era di moplen, come i secchi per lavare per terra, ed è piaciuta solo agli intellettuali americani”.
Sottsass ha sempre coniugato il design con la critica sociale. Dalla libreria-totem Carlton, oggetto culto del periodo di Memphis, il gruppo fondato nell’81 con Arata Isozaki, Hans Hollein, Michele De Lucchi e Andrea Branzi, ai mobili Beverly e Casablanca, i suoi oggetti sono icone della modernità.
“Oggi le riviste di architettura sono soprattutto cataloghi di pubblicità” dice “pagine di sedie e divani, perché quello si vende. Quello è l’arredamento. Invece una stanza non è solo un divano per ricevere gli amici, è un luogo dove si vive a lungo, dove si consumano arrivi e abbandoni. Un luogo che bisogna conoscere”.
Architetto, laureato al Politecnico di Torino, Sottsass è figlio d’arte: “Anche mio padre era un architetto, ricostruiva i paesetti nelle Dolomiti, distrutti dalla Prima guerra mondiale. Per me l’architettura era già allora il disegno di uno spazio da vivere, non da guardare”. Ad alcuni colleghi riconosce la capacità di progettare attorno all’uomo. “Come Marco Zanuso, Vico Magistretti o Aldo Rossi, con cui eravamo amici. Cercavano disperatamente di disegnare architettura”.
E ai giorni nostri? “È un mestiere che può fare solo chi è ricco di famiglia”.
I suoi progetti più recenti non tradiscono questa filosofia: così la costruzione di un luogo di svago a Nanchino, in Cina, diventa un nuovo intervento in chiave umanistica. “L’ho fatto diventare un villaggio, un luogo dove la gente abbia del verde dove camminare e ritrovarsi in una dimensione consona”.
Poi aggiunge il suo consueto “forse mi sbaglio”, perché nelle sue parole non c’è mai un’affermazione assoluta, come gli indiani che per dire sì scuotono dolcemente la testa come se non fossero d’accordo. Dunque, forse si sbaglia, “ma l’architettura deve essere misurata sul corpo umano”. Per questo non gli piacciono i grattacieli che, dice “sono edilizia, non architettura. E questa è una distinzione cui tengo molto. Sono tutti uguali, in qualunque parte del mondo. Per me l’architetto è chi tiene conto dei percorsi, dell’orientamento, dell’uso delle stanze. È come nei grandi templi, da quelli indiani a quelli di Paestum, dove era massima questa cura tra l’uso dell’interno e dell’esterno. Il tempio è la casa di Dio, deve comunicare intensità”.
A quale dio si riferisce? “Esiste l’ignoto, la sacralità. L’ignoto è infinitamente più sofisticato di Dio”. L’ignoto che può diventare bellezza, perché, come Sottsass ha detto più volte, se qualcosa ci salverà sarà proprio la bellezza. “La frase, tra l’altro molto bella, non è mia. È tratta dall’Idiota di Fëdor Dostoevskij e ai tempi del principe Mishkin la bellezza era considerata un’apparizione rara, rarissima. Quasi più divina che umana. Oggi penso piuttosto che sia una convenzione tra gruppi di persone, tribù o nazioni che hanno avuto nel tempo storie culturali comuni. Sono loro che nei tempi lunghi hanno deciso che cosa è la bellezza”.
Ha viaggiato ovunque e ha vissuto da sempre a Milano. “Non c’è niente di poetico in questa città, specialmente nelle grandi periferie, oggi abbandonate dai politici e luogo di rifugio per stuoli di disgraziati e migranti. Forse la parte più poetica di questa città sono gli zingari, con la loro capacità di affrontare difficoltà per noi impensabili”.
E pensa un po’ a se stesso, che mentalmente nomade lo è stato sempre. Anche se da 10 anni sta in questa “vecchia casa, un po’ ripitturata”, vicino a via Dante, dai colori pastello, i molti libri, i suoi vasi antropomorfi, le divinità indù decorate da sottili collane.
“Dallo studio di Barbara si vede una magnolia incredibile nel giardino del vicino. Ogni notte la luna illumina questa nostra magnolia”, si ferma e le mani sottili scivolano sulle ruote della sedia a rotelle: “Non ho paura di nulla, neanche della morte. Piuttosto ho nostalgia, melanconia. Altri tipi di tristezza. Ma lo sa che la vita è più complicata di come ne abbiamo parlato oggi?”

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La Francia di Sarkozy condanna ufficialmente l'esecuzione di Makwan Moloudzadeh. E il Parlamento Europeo? E l'Italia? Che fanno?

La France Presse riporta in una nota d'agenzia la condanna ufficiale espressa dalla Francia, per bocca del portavoce del Ministero degli esteri, Pascale Andréani, per l'impiccagione con l'accusa di sodomia di Makwan Moloudzadeh.

La nota prosegue inoltre nell'invitare l'Iran a rispettare i patti internazionali da esso ratificati tra cui vi figura anche quello che impedisce le esecuzioni capitali di minori o di adulti che abbiano commessi reati nella minore età. L'impiccagione del giovane Makwan porta a 280 le esecuzioni capitali compiute in Iran dall'inizio dell'anno.

A tutt'ora nessuna presa di posizione è stata presa, nella sua completezza da parte dell'Unione Europea ne tantomeno dal nostro governo. E' da segnalare inoltre che il movimento gay italiano, ne di destra ne di sinistra, ha richiesto una presa di posizione ufficiale del Governo.

La nota originale della France-Presse:
La France a condamné vendredi l’exécution par l’Iran d’un iranien de 20 ans, Makwan Moloudzadeh, condamné pour des viols d’adolescents qu’il aurait commis à l’âge de 13 ans.

Paris “condamne l’exécution le 5 décembre, en dépit de multiples interventions de l’Union européenne, de M. Makwan Mouloudzadeh qui avait été condamné à mortpour un crime qu’il aurait commis à l’âge de 13 ans”, a déclaré la porte-paroledu ministère des Affaires étrangères, Pascale Andréani. La France “regrette que l’Iran n’ait pas respecté ses obligations internationales au titre du Pacte international relatif aux droits civils et politiques et de la Convention relative aux droits de l’enfant, qui interdisent tous deux sans ambiguïté l’exécution de mineurs ou de personnes condamnées pour des crimes commis alors qu’elles étaient mineures”, a-t-elle ajouté.

“Nous exhortons l’Iran à mettre un terme aux exécutions de mineurs pour lesquelles il détient le triste record mondial, et à proscrire de façon générale la peine capitale”, a poursuivi la porte-parole. La pendaison du jeune homme a porté à 280 le nombre de personnes exécutées en Iran depuis le début de l’année, selon un décompte de l’AFP établi à partird’informations de presse.

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Brit: "Ho un video lesbo di Paris". La Spears minaccia la Hilton.

(TGCom) Pur di tornare nelle grazie di Paris Hilton, Britney Spears farebbe di tutto, anche minacciarla. La cantante, rivela il Sun, avrebbe promesso di rendere pubblico un video dai contenuti saffici di Paris con un'amica comune. Un tempo inseparabili, Paris e Britney si sono ignorate per mesi ma al compleanno della Spears erano insieme. Merito forse di un avvertimento di Brit: "O tratti bene le persone o metterò online il filmato".

Pare che la Hilton, una volta ricevuta la lettera di minacce, sia scoppiata a ridere. Una reazione che poco piacerà alla Spears, ripetutamente snobbata.

Se prima di finire in clinica Britney condivideva con Paris una notte brava dietro l'altra, poi tra le due è calato il gelo. La risata di Paris può anche essere dovuta al fatto che in Rete circolano abitualmente video compromettenti dell'ereditiera. Dopo l'ultimo, che la mostrava nuda nella vasca da bagno e per nulla inibita dalla telecamera, forse Paris avrà pensato "uno più uno meno cosa cambia".

Il tentativo di Britney per tornar nelle grazie della ex amica forse non arriverà a buon fine, ma c'è chi si augura che la Spears arrivi fino in fondo, così da poter vedere su internet un nuovo filmato piccante della bionda reginetta del gossip alle prese, questa volta, con una ragazza.
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Svizzera. I vescovi esortano a confessarsi frequentemente.

(Radio Vaticana - Apic-CAMPISI) La Conferenza Episcopale Svizzera (CES) esorta i fedeli alla confessione individuale. In una lettera pastorale presentata ieri a Berna, durante la conferenza stampa che ha illustrato i lavori della 278.ma assemblea ordinaria svoltasi dal 3 al 5 dicembre, l’episcopato evidenzia la dimensione personale ed individuale del peccato e del perdono. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Kurt Koch, vescovo di Basel, ha presentato inoltre ai giornalisti la pubblicazione in formato tascabile “Parole di Benedetto XVI alla Chiesa in Svizzera”, che consta di tre allocuzioni del Papa ai vescovi e agli abati territoriali della Svizzera; la brochure “Morire nella dignità”, tratta dalle note pastorali della CES del 2003 sull’eutanasia e l’assistenza al suicidio; ed ancora il “Lessico dei termini ambigui e controversi sulla famiglia, la vita e le questioni etiche” pubblicato nel 2003 dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e già tradotto in diverse lingue. Affrontando il tema dell’eutanasia mons. Koch ha affermato che “l’aiuto al suicidio non può mai essere giustificato”, mentre nella brochure la Conferenza episcopale evidenzia l’importanza della solidarietà e dello sviluppo delle cure palliative. Il presidente della Conferenza episcopale e l’abbate Felix Gmür hanno anche riassunto le raccomandazioni che i vescovi hanno elaborato sulla III Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu.

Sul rispetto della natura i presuli propongono dall’1 settembre al 4 ottobre “un tempo di preghiera per la salvaguardia del creato e l’incoraggiamento ad uno stile di vita sostenibile”. Le date che contrassegnano il periodo scelto corrispondono alla Giornata della creazione per le Chiese ortodosse e alla festa di San Francesco d’Assisi. Tra gli argomenti che hanno impegnato particolarmente la 278.ma assemblea ordinaria la pastorale giovanile. La Conferenza episcopale ha deciso di dar vita ad un Consiglio dei Giovani, come organo consultivo per il vescovo a capo del dicastero che si occupa della pastorale giovanile. Presentati anche i preparativi in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, che si svolgerà nell’agosto 2008, e le diverse manifestazioni per i giovani che non potranno raggiungere l’Australia.

Rispondendo poi alle domande dei giornalisti, sulle coppie dello stesso sesso mons. Karl Josef Romer, segretario emerito del Pontifico Consiglio per la Famiglia, ha affermato che tali coppie devono poter regolare questioni amministrative, di successione o altre questioni giuridiche, ma che a tal proposito basta un contratto di diritto privato. Mons. Romer ha inoltre evidenziato che “dove ci sono bambini c’è una famiglia” ma che non si può essere figlio di due padri o di due madri. Per il presule non si può parlare ugualmente di matrimonio e di pacs, non si possono rendere uguali cose che non lo sono: “Non c’è alcuna ragione di eguagliare il matrimonio, ciò non può che relativizzarlo”. Infine sulle vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, mons. Koch ha prospettato la possibilità di aiuti finanziari per accompagnamenti psicologici aggiungendo che ogni caso è particolare.

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Italia che cambia: con il melting pot si trasformano anche i quartieri.

Il quartiere Chinatown a Milano
(Terry Marocco - Panorama) Nelle grandi città, sostiene Stefano Boeri, architetto, urbanista e direttore della rivista Abitare, crescono “anticittà parallele a quelle ufficiali. Crescono invisibili fino al momento in cui sprigionano forme radicali di antagonismo e rivolta”.

Saranno le banlieue italiane?
No, da noi le periferie sono una condizione mobile. Arcipelaghi e non ultima cintura prima della campagna, come a Parigi. Si alternano a quartieri popolari, a villette del ceto medio, oppure sono dentro i centri storici che, in certe ore del giorno, diventano a loro volta periferia. Così accade a Milano, nella zona intorno al Duomo che, dopo l’happy hour si svuota e, con gli uffici chiusi, si popola di chi non ha spazio per abitare.

Periferie dentro i centri storici?
Pensi ai Quartieri Spagnoli di Napoli, dove il degrado fa posto all’immigrazione, collocandosi al centro della città. Ma ci sono immigrati, come i cinesi, che tendono a ricreare veri quartieri monoculturali. Quello è un fenomeno antico e unico. La Chinatown di Milano è un quartiere che con i suoi cortili interni, i piccoli magazzini, si è prestato perfettamente all’isolamento. Negli altri casi le nostre città sono come caleidoscopi: realtà diverse che si mischiano, una divisione più socioeconomica che etnica. In Italia non ci sono i ghetti, intesi in senso tradizionale.
Stefano Boeri, architetto, urbanista e direttore della rivista Abitare
E via Anelli a Padova, con il suo muro?
Credo che neanche via Anelli possa essere definito un ghetto etnico. È una concentrazione di marginalità.

Sono città nelle città?
Non sempre. La grande crescita della comunità romena, che non ha i legami di quella cinese, essendo una società di individui, è l’esempio perfetto di una dispersione nella società.

Con il melting pot si costruisce in modo diverso?
Sì, dopo anni di abbandono dell’edilizia sociale oggi si sta ricominciando. Si costruisce prevedendo edifici più piccoli. Pensando a chi verrà a viverci, con spazi variabili per famiglie più numerose.

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