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venerdì 21 dicembre 2007

Agrigento: Violenza sessuale su 13 enne. Due arresti.

(Prima) Sono scattate le manette per due uomini di 65 e 30 anni che, lo scorso maggio, avevano abusato di un tredicenne dopo averlo fatto ubriacare. L’accusa per i due uomini è di violenza sessuale aggravata, due uomini di 65 e 30 anni. I fatti risalgono al maggio scorso. Il padre della giovane vittima, dopo la violenza subita dal figlio organizzo' una 'spedizione punitiva' con aggressione nei confronti di uno dei due arrestati. Ed è proprio da questo episodio che sono, poi, cominciate le indagini dei carabinieri.

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Le Balene tornano in radio con il Saggiatore per il lancio del nuovo libro di Vittorio Lingiardi ‘Citizen gay.

(Pubblicità Italia) L’agenzia Le Balene colpiscono ancora firma lo spot radio della casa editrice Il Saggiatore per il lancio del nuovo libro di Vittorio Lingiardi, ‘Citizen gay’.

A una voce pacata e concreta è affidato il compito di spiegare perché, ben oltre le soglie del Duemila, i cittadini gay si vedano ancora negare alcuni diritti fondamentali.
Lo spot è on air su Radio Popolare. Pianificazione a cura dell’azienda.
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Vittorio Lingiardi
Citizen gay
Famiglie, diritti negati e salute mentale

"Di questo passo si sposeranno anche le scimmie."

Una volta erano discriminati per la loro devianza. Oggi perché chiedono di essere normali. Come mai gli omosessuali, storicamente marchiati come peccatori, invertiti o malati mentali vogliono adottare quell'ordine familiare che tanto ha contribuito alla loro sfortuna?
Essere gay o lesbiche non è un merito né un demerito. È una cosa che capita. Eppure, in un clima di crescente omofobia, la dimensione affettiva di milioni di persone in Italia è tuttora sacrificata. La mancanza di una legge che ne salvaguardi il valore e la cittadinanza genera umiliazione, sofferenza, paura, odio collettivo. Non servono anatemi o concessioni. Serve un pensiero capace di sostenere una trasformazione antropologica. Perché uno Stato i cui cittadini sono più felici è uno Stato migliore.

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Un orgasmo globale salverà la Terra?

Flickr by TheAlieness GiselaGiardino²³
(Panorama) Conflitti senza soluzione, effetto serra sempre più incombente, corsa agli armamenti, violenza, ingiustizie. In un mondo così problematico di cosa c’è davvero bisogno? Ma dell’amore, è ovvio.

Che impegni avete per le 7,08 del mattino di sabato 22 dicembre? Speriamo nessuno perché per salvare la terra, sconfiggere i cambiamenti climatici e portare la pace in ogni angolo del pianeta c’è bisogno dello sforzo congiunto di tutti noi. Solo che per una volta potrebbe trattarsi di uno sforzo piacevole. Non ci viene chiesto di separare i rifiuti, far attraversare le vecchiette e porgere l’altra guancia, ma di fare sesso. L’unico sacrificio consiste nel doverlo fare a un orario stabilito, in modo che l’energia di questo amore universale possa concentrarsi in un unico momento catartico ed essere davvero efficace.
Per quelli che abitano nel fuso orario italiano l’ora X scatta poco dopo le 7, che non è il massimo della comodità, ma non possiamo lamentarci: al Brasile tocca alle 4 di notte.
A proporre, molto seriamente, l’orgasmo globale come soluzione ai mali del mondo è una coppia di pacifisti americani, Donna Sheehan e Paul Reffel, fondatori dell’organizzazione Baring Witness, che raccoglie attivisti di tutto il mondo disposti a prestare il proprio corpo alla causa della pace: foto aeree ritraggono grandi scritte e simboli di pace composti da corpi , spesso nudi.
Sul sito dell’iniziativa Donna e Paul spiegano che la prima edizione del Global Orgasm, nel 2006, era incentrata sulla tensione montante tra il governo Usa e l’Iran, e a un anno di distanza c’è ancora bisogno dell’impegno di tutti per evitare quello ed altri conflitti. La “scienza” dietro all’operazione consiste nell’aver riscontrato che la consapevolezza simultanea e globale in determinate situazioni (crollo del World Trade center, manifestaziooni pacifiste di massa, catastrofi naturali) ha effetti misurabili, anche se non si capisce quali siano questi effetti, chi li abbia misurati e soprattutto con quale metro.
Pensare all’amore, alla fratellanza, alla pace prima e dopo quest’orgasmo mondiale influirà potentemente sul campo energetico della Terra, sprigionando un’ondata di energie positive, potenziate dal fatto che il tutto si svolge in concomitanza del solstizio: la notte più lunga dell’anno nell’emisfero nord e il giorno più lungo nell’emisfero sud. Come questo possa portare la pace è difficile a dirsi, ma ancora più oscuro è il ruolo dell’attività sessuale simultanea nella lotta al riscaldamento globale. Si direbbe semmai che un evento del genere possa solo contribuire a far alzare la temperatura del pianeta. La ricetta degli organizzatori è semplice: più sesso felice e meno consumi di roba inutile che inquina quando viene prodotta, quando viene utilizzata e anche quando è gettata via.
Attenzione però, ogni bambino che nasce è un consumatore-inquinatore in più, e di sovrappopolare il pianeta non c’è davvero bisogno. Sicché per fare meno figli e vivere in un mondo migliore, sabato mattina l’uso di un particolare prodotto, usa e getta per eccellenza, Donna e Paul lo consigliano eccome.

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A Treviso nasce il circolo GLBT Queerelia

Il 22 dicembre 2007 nasce ufficialmente Queerquilia, il circolo gay e lesbico di Treviso.

Il circolo gay lesbico “Queerquilia” nasce da un semplice dato di fatto: nelle città in cui queste iniziative prendono piede le condizioni dei cittadini gay e delle cittadine lesbiche migliorano sensibilmente. Certo, nello specifico, nasce dalla volontà di un gruppo di ragazze e ragazzi motivati che ha avvertito il bisogno di creare un circolo per gay e lesbiche e che aveva voglia di impegnarsi concretamente per realizzarlo.
Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per la comunità gay e lesbica trevigiana, e non crediamo che ci voglia poi molto a diventarlo, visto che a Treviso per gay e lesbiche non c’è quasi niente. Vogliamo creare insomma quello che adesso non c’è: un luogo dove discutere, confrontarsi, chiacchierare, divertirsi e anche informare. E per far questo daremo voce alle due anime della nostra comunità: quella festaiola e quella impegnata, per un giusto equilibrio tra rivendicazione dei nostri diritti civili e il sacrosanto diritto di divertirsi e svagarsi.
L’attività principale è costituita dagli incontri settimanali, che si terrano ogni venerdì a partire da gennaio presso la nostra sede di via Pisa, 13/b. Durante gli incontri affronteremo un tema che sarà sviluppato attraverso un dibattito: questo darà modo di capire qual è lo stato dell’arte della realtà gay trevigiana. Ma questa è solo una delle cose che faremo: a nessuno piace starsene sempre tappato in una stanza. Per questo organizzeremo anche conferenze per stimolare un dialogo con il resto della cittadinanza, incontreremo autori di libri o personalità che per noi sono significativi e, soprattutto, organizzeremo cene, gite e feste, all’insegna della buona socialità. E poi nel corso delle nostre attività confidiamo di aumentare le nostre potenzialità e la varietà dell’offerta, grazie al contributo di tutta la comunità.

Info:
info@queerelia.it

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Coppie di fatto, nascosta la realtà. La foglia di fico dei profeti di Sinistra. Un'articolo che è una "perla" di Luca Volontè.

(Luca Volontè - Il Tempo) Mentre gli italiani languono e impoveriscono sempre più, in anni nei quali la famiglia media non arriva alla seconda settimana e si troverà più di 200 euro di aumenti al mese per il prossimo anno, che pensata si fa dalle parti della sinistra estrema? Deve essere parte di una stranezza ormai galoppante, non una malattia fulminante ma un vero e proprio virus, quello di anteporre alle soluzioni dei problemi reali, fantasie di lobby limitate. Così, nel pieno della discussione sul Dpef, sul documento della programmazione economica del paese che avrebbe dovuto indicare la strada, "pardon" il viottolo, della soluzione dei problemi dei cittadini, scoppiò il caso del bacio al Colosseo. Evitiamo polemiche, allora si volevano le scuse dell'Arma dei carabinieri perché aveva scoperto due gay a compiere atti osceni in luogo pubblico. La grandine di dichiarazioni dei Ministri della Repubblica era tale che quasi nessuno osò ribellarsi al "cinefestival" estivo. Nessuno ricorda gli impegni del Dpef ma solo lo "scandaloso bacio". Così oggi, a fronte di una raffica di fiducie su ogni provvedimento, in aperto contrasto con i richiami di Napolitano, e per "coprire" la mancanza di soluzioni ai problemi degli italiani, si è trovato bell'apposta il modo di confondere e distrarre i cittadini romani e italiani. Pensate forse a un bel Presepe vivente per le vie della capitale, con tanto di inni del "tu scendi dalle stelle"? No. Un manipolo di sinistrorsi estremi, quelli per cui parlare dei crimini di Lenin ti appendono a testa in giù in Piazza Rossa, si ingegna di proporre il "Registro delle coppie di fatto". Mica male, vero? Non importa che le famiglie romane siano terrorizzate ad uscire di casa nella gran parte dei quartieri, non c'è interesse per la diffusione della tossicodipendenza, nulla a che fare con le iniquità dell'Ici o delle tariffe dei trasporti pubblici. Taxi? Non scherziamo per favore. Competition is competition, matrimoni civili ci sono e registri gay ci dovranno essere pure! Peccato che non il Vaticano ma l'esperimento delle Municipalità romane che l'avevano introdotto sia stato fallimentare. Quindi anche la libera competizione ha dimostrato in tutt'Italia che i registri nessuno li usa.
Ci porterebbe lontano dimostrare come sia impossibile alla democrazia votare contro se stessa, usare maggioranze temporanee per negare l'evidenza dei valori assoluti della vita, della famiglia e della sussidiarietà. Stiamo ai fatti, Miriam Mafai e Aurelio Mancuso, Presidente della lobby gay di sinistra, denunciano intolleranza e ingerenze vaticane. Insomma, per farla breve, se la realtà dei fatti e se la maggioranza democratica contraddicono la ideologia di Mafai, Scalfari o Mancuso allora si sbraita alla luna su complotti e ingerenze. Analfabetismo d'accatto e virus antidemocratici vanno a braccetto. Quanto alla realtà, certo i "nostri" paladini il problema di fine mese non ce l'hanno da tempo.

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"Al party del Manchester un'orgia con tre giocatori".

Nuove rivelazioni sulla notte brava dei giocatori dello United: una ragazza, sotto l'effetto dell'alcool, avrebbe fatto sesso contemporaneamente con cinque-sei uomini, tre dei quali dei Red Devils. E Ferguson è furibondo.

(Simona Marchetti - La Gazzetta dello Sport) Più che una festa di Natale, quella dei giocatori del Manchester United è stata una vera e propria orgia, a giudicare dai nuovi particolari che stanno emergendo in queste ore. Ancora una volta, è il Sun a lanciare la bomba, rivelando che una delle ragazze presenti al party di lunedì scorso nel lussuoso Great John Street Hotel di Manchester ha fatto sesso con cinque o sei uomini contemporaneamente, inclusi tre giocatori dei Red Devils.

IL RACCONTO - A raccontare lo scabroso retroscena è stata un’ospite presente alla stessa serata, profondamente disgustata non solo da quanto visto e sentito (gemiti ed espressioni volgari comprese) ma anche dalla reazione della giovane che, ancora stordita dall’alcool e dalla performance multipla, si è vantata di aver ricevuto i complimenti degli assatanati calciatori per quello che aveva fatto loro. "Ero al piano di sopra dell’hotel con un amico – ha raccontato la testimone al tabloid – quando abbiamo sentito delle urla divertite provenire da una stanza. Erano cinque o sei uomini che ridevano come iene insieme a una ragazza, e dai rumori e dalle cose che dicevano si capiva chiaramente che stavano facendo sesso. E’ stata una cosa ignobile. Dopo pochi minuti, gli uomini sono usciti dalla camera ridendo sguaiatamente e sono scesi di sotto per prendere altri alcolici. Ho riconosciuto distintamente tre giocatori dello United, uno di loro anche molto conosciuto. La ragazza è emersa subito dopo, vantandosi di aver avuto rapporti sessuali con tutti quegli uomini. Era molto ubriaca, molto carina ma anche molto giovane, non avrà avuto più di 19 anni. Le ho chiesto se stesse bene e lei mi ha risposto quasi sorpresa: 'Certo che sto bene! Perché non dovrei? Loro mi hanno detto che sono stata una grande sc….', quindi si è allontanata zoppicando lungo il corridoio. Dopo un simile spettacolo, io e il mio compagno ce ne siamo andati disgustati e sconvolti all’idea che ci fosse stata un’orgia alla festa. Mi è sembrata una cosa davvero squallida".

LA "CAMPAGNA" - Il sordido racconto del tabloid (che ha già lanciato una campagna per trovare la ragazza del festino, con tanto di numero di telefono e indirizzo mail) segue di pochi giorni la notizia del presunto stupro denunciato da una donna di 26 anni allo stesso party natalizio. Stando al suo racconto, sarebbe stata violentata dal 19enne talento dello United, Jonny Evans, finito in cella (poi rilasciato su cauzione) dopo essersi presentato spontaneamente alla polizia per essere interrogato. Agli amici, Evans ha negato di essere uno stupratore, ma le indagini proseguono e se le accuse saranno confermate, il ragazzo dovrà presentarsi in tribunale il prossimo 23 febbraio. Intanto, i giocatori di Sir Alex Ferguson (ancora furibondo con i suoi per quanto successo, tanto che d’ora in avanti le feste private allo United saranno proibite) hanno provato a dare una “ripulita” alla loro immagine visitando i bambini malati del "Booth Hall Children’s Hospital" di Blackley, mentre Ryan Giggs e Wayne Rooney hanno aiutato il pugile Ricky Hatton a raccogliere fondi per il "Royal Manchester Children’d Hospital".

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Cardinale Zen: l'educazione sessuale non si limita alla contraccezione.

Il Vescovo di Hong Kong difende il diritto delle famiglie in questo ambito.

(Zenit.org).- L'educazione sessuale non deve essere educazione alla contraccezione, ha affermato il Vescovo di Hong Kong, esortando a promuovere le famiglie come prime educatrici dei bambini sul tema della sessualità.
In una lettera pastorale in occasione del Natale, il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun ha risposto alla tendenza sempre più dilagante a dare ai giovani informazioni limitate alla contraccezione e agli “aborti tempestivi” come soluzione a gravidanze indesiderate.
“Il Bambino Gesù nella mangiatoia sta piangendo”, ha scritto, “perché troppi giovani sono fuorviati, troppe famiglie sono distrutte, troppe piccole vite sono abbandonate”.
“L'educazione sessuale non può essere altro che educazione con orientamento ai valori. La cosiddetta idea libera da valori è già una scelta di valore. Quando una persona suggerisce l'aborto, la fine di una vita innocente, è una soluzione per una ragazza che affronta una gravidanza inaspettata, e si è già presentata una serie di valori di vita”, ha detto il Cardinal Zen.

“Al giorno d'oggi, i media parlano di educazione sessuale con un orientamento di valore verso il matrimonio, la famiglia e la vita come pesanti fardelli di 'repressione' e 'continenza' e non come via di formazione per guidare i giovani alla padronanza di sé e al rispetto della dignità del corpo di un altro. Questo tipo di dibattito è davvero deplorevole”.
“La psicologia moderna sottolinea chiaramente che la padronanza di sé è un elemento necessario per una personalità matura e per avere successo nella vita. Educhiamo gli studenti all'autodisciplina e a prepararsi in vista di un progresso accademico e fisico. Perché escludiamo l'autodisciplina nello sviluppo psico-sessuale?”.
Il Cardinal Zen ha ribadito che i genitori sono i primi e i principali educatori dei loro figli nella sfera della sessualità, spiegando che i genitori hanno un diritto e una responsabilità innati di comunicare una visione sana e positiva del sesso, per il bene della comunità.
“Le scuole e le altre strutture sociali dovrebbero rafforzare le responsabilità e le capacità dell'educazione sessuale da parte dei genitori, non sostituirle”, ha scritto. “Questo diritto innato dei genitori deve essere rispettato dalle società civilizzate”.

Il porporato ha anche annunciato il suo progetto di lanciare un movimento a favore della vita e della famiglia invitando giovani e adulti a scrivere sul tema.
“Solo l'amore puro tra un uomo e una donna è davvero gratificante”, ha affermato. “Solo una famiglia unita è il sostegno permanente della vita; solo una società che dà il benvenuto alla vita e la educa a seguire la via dei comandamenti di Dio può portare gioia”.
Il messaggio del Cardinale è giunto in risposta a vari eventi, incluso quello riguardante una quattordicenne che ha ucciso il suo bambino appena nato. Un sondaggio dell'Associazione per la Pianificazione Familiare di Hong Kong ha mostrato che il 50% degli studenti di scuola secondaria è d'accordo con il sesso prematrimoniale. Metà di loro è anche favorevole all'aborto.

[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]

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Nepal. La Corte Suprema ordina al governo di creare leggi a favore dei gay.

Oggi non esiste nessuna norma sugli omosessuali.

(AP) - La Corte Suprema del Nepal ha imposto al governo di legiferare in favore dei diritti degli omosessuali. Lo ha stabilito il tribunale dopo un'udienza, fa sapere il portavoce della Corte Til Prasad Shrestha.

Finora nel paese non esistono leggi specifiche per i gay e non sono riconosciuti i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Secondo l'associazione gay nepalese Blue Diamond, i gay nello stato himalayano sono 20mila e mille le lesbiche su una popolazione di 27 milioni di persone.

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Pitti Uomo 2008: Rocco Siffredi presenta la sua collezione di moda.

Il nove gennaio party 'Rocco Rocks' sulle colline di Fiesole.

(Stylosophy) Grandi novità per l’edizione 2008 di Immagine Pitti Uomo. Non solo perchè verranno presentate in anteprima anche le collezioni femminili (assoluta novità di questa edizione), ma perchè ci saranno anche alcuni debuttanti famosi. Come Rocco Siffredi, il noto attore e produttore di film a luci rosse, che debutterà in anteprima a Immagine Pitti Uomo con la sua prima collezione di moda.

La prima collezione di moda di Rocco Siffredi, verrà presentata il prossimo 9 gennaio 2008 a Firenze. Per l’occasione, il re italiano del cinema a luci rosse ha pensato di organizzare una festa a tema, Rocco Rocks. Il party avrà luogo a Castel di Poggio, sulle colline di Fiesole. Questa prima linea di abbigliamento è stata realizzata da Rocco Siffredi in collaborazione con Moda Italia e No Name Studio.

Ma non mancano già le prime polemiche: pare che il logo del suo marchio di moda assomigli ad un pene in erezione!

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Napoli. Unioni civili: fumata nera in V Municipalità.

(Napoligaypress) Ieri mattina si è svolta presso la sala del Consiglio della V municipalità (Vomero-Arenella) in via Morghen, la riunione con all’ordine del giorno l’istituzione del Registro di Municipalità per le unioni civili. Nei giorni precedenti in sede di consiglio erano state invitate tutte le associazioni gay, lesbo e trans cittadine che hanno dimostrato apprezzamento per i lavori della municipalità in materia. Nonostante l’interessante discussione in consiglo e l’apertura da parte di AN e Forza Italia in commissione, il provvedimento è saltato per la mancanza del numero legale (dovuta ad alcuni consiglieri del Pd che hanno abbandonato l’aula).
Duro l’attacco del consigliere Norberto Gallo, che ha presentato l’ordine del giorno, nel suo intervento:

Se si tratta di regalare 61mila euro senza spiegare come siano stati scelti i destinatari del generoso cadeau, allora la maggioranza di centrosinistra della V Municipalità è in grado di conservarsi vigile e soprattutto presente in aula per oltre sette ore anche se per dieci consiglieri su diciotto si tratta di astenersi su tutte le votazioni.

Se invece si tratta di votare, come è accaduto oggi, l’istituzione del registro delle unioni civili, magari contro, allora l’autonomia è questione di minuti. Venticinque per la precisione. Tanto è durata la presenza in aula di quei cinque o sei consiglieri di centrosinistra che hanno risposto, ingordamente all’appello, intascato presenza e gettone, e poi sono spariti

La quinta municipalità ha voluto fortemente il registro delle unioni civili cercando di anticipare il Comune sui diritti delle coppie di fatto e rifacendosi all’esperienza della X municipalità di Roma. Il registro tornerà al voto del Consiglio nei prossimi giorni.

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Noi gay, sotto Berlusconi, eravamo più tutelati di adesso.

(Elfobruno) Quando c'era al governo Berlusconi noi persone GLBT eravamo più tutelate. Lo so, può sembrare l'affermazione di coloro che il mio amico il Filosofo chiama froci da vetrina, così come può apparire lo slogan mentale dell'elettore gay medio(cre) della CdL. A dirlo però sono io, un gay che si riconosce nei valori della socialdemocrazia e che avversa gli estremismi ideologici - anche se mi si accusa di essere troppo ideologizzato. Per cui non mi si dica che appartengo alla sinistra radicale che di fatto aiuta il Cavaliere, per quanto sto per dire.

E se affermo questo è per una ragione ben precisa: infatti, negli ultimi diciotto mesi, l'azione di questo governo ha cancellato gli ultimi oltre vent'anni di lotte - già mediocri nei risultati - del movimento di emancipazione omosessuale e transessuale.

Se facciamo una piccola cronistoria, e risaliamo alle primarie di Prodi, vediamo come quell'appuntamento venne scandito - tra le varie cose che si sarebbero dovute fare per il bene dell'Italia - dalla necessità di regolamentare le coppie conviventi anche omosessuali.

E a dirlo era Prodi, non certo un comunista antropedofago o un bevitore di urine. E non a caso in quelle primarie si distinse la figura, assolutamente simbolica, di Ivan Scalfarotto, che si presentava come il candidato gay ufficiale dell'Unione.

Altri tempi.

Il vento di Zapatero avrebbe soffiato dai Pirenei per prendere la rotta dell'Atlantico fino ad arrivare alle Ande. I servi della curia di casa nostra gridavano già alla fine della famiglia e al sovvertimento del naturale ordine sociale. Non credo che sia un caso che la Spagna ci abbia superato anche sotto il profilo economico - creare nuclei più stabili fa bene all'economia, che se ne dica - e il vento si è fermato alle Ande senza soffiare sui nostri miserabili Appennini.

Ad ogni modo, Prodi vinse. La questione dei PaCS era all'ordine del giorno. Se ne parlava, la chiesa tuovana e la destra si stracciava le vesti.

I ruoli erano chiari e definiti: il centro-sinistra aveva a cuore i diritti delle persone omosessuali. La destra era il naturale nemico. La chiesa, il mandante.

Ma...

All'interno del centro-sinistra cominciarono ad agitarsi le acque e di questo dobbiamo ringraziare due personaggi. Francesco Rutelli, ex-tutto e in odore di omosessualità criptata - secondo quanto si dice all'interno delle comunità gay di tutta Italia - al varo del programma dell'Unione impose il suo diktat. Il primo di una lunga serie. I PaCS - già largamente insufficienti, ma necessari per accontentare Grillini e i futuri frocio-dem del partito democratico, e il non plus ultra che le mediocri italiche menti possano concepire quando si accenna alle coppie di fatto - dovevano essere cancellati.

La questione era fondamentale. La chiesa aveva dato il suo niet. Se i PaCS fossero passati era a rischio l'intera coalizione. Rutelli aveva imposto la presenza della Binetti mica per nulla. L'Unione sarebbe stata votata dall'Opus Dei, per cui a sparire dovevano essere i diritti dei froci (intesi come intera comunità GLBT). I froci, alla fine, avrebbero capito e accettato lo stesso. E la storia darà ragione a questa politica.

I PaCS furono cancellati e venne inserito, tanto per far star buoni alcuni DS e i radicali, un paragrafetto di tre righe in cui si accennava a generici diritti alle persone presenti dentro le coppie di fatto. Una cazzata colossale, visto che a livello semantico questa dicitura non ha nessun significato. Ma fatto sta che quel paragrafetto passò. E tutti lo sottoscrissero. Tranne uno. Clemente Mastella, che è la seconda eminenza grigia responsabile della morte della lotta per i diritti. Quello fu l'inizio di tutti i ricatti dei cattolici della coalizione che di fatto hanno impedito qualsiasi tutela per noi persone GLBT.

La storia poi è nota. Da quelle tre righe vennero concepiti i DiCo, subito abortiti dal parlamento che non li ha mai discussi. Il governo andò sotto al Senato, proprio per questa norma. Ma lo specchietto per le allodole fu la missione in Afghanistan. Quindi spuntarono i CUS, che stanno a macerare in attesa dell'ennesima bocciatura.

Tra DiCo e CUS si inseriscono la norma anti-omofobia e la mancata approvazione del registro delle unioni civili a Roma. Altre vittime eccellenti il cui assassino è figlio politico dello scellerato accordo tra ex diessini e cattolici: il partito democratico. Anche se i suoi sostenitori e i suoi militanti hanno ricevuto e.mail, sms e illuminazioni sulla via di Damasco (o sulla via della Conciliazione, poco importa) nelle quali la parola d'ordine è: mentire, anche di fronte all'evidenza, e dire che la colpa è tutta dei comunisti.

Le cose così sono andate, il governo mangerà il panettone - o a quanto pare glielo daranno in punto di morte - e noi persone omosessuali, bisessuali e transessuali chiuderemo l'anno con la certezza di essere più insicuri e in pericolo di prima.

Perché, care amiche e cari amici, da questa sequela di eventi emergono almeno tre ordini di considerazioni:

1. Il processo di riconoscimento delle unioni di fatto doveva seguire un percorso che doveva puntare al pieno riconoscimento del diritto di cittadinanza (matrimonio e adozioni) ed essere corredato da una serie di norme contro i crimini compiuti a discriminante sessuale. Arcigay, che fino a ieri si accontentava dei patti civili di solidarietà, ha puntato tutto su quelli. Il movimento, sfilacciato e cristallizzato nella rivalità tra associazioni, ha fatto il resto. Col risultato che un movimento diviso e affidato ora a personaggi incapaci - Grillini, Lo Giudice, Benedino, Concia giusto per fare alcuni nomi - e apparentemente legati più alle loro poltrone (presenti, future e futuribili) che ai destini della comunità, ora a realtà che sottopongono la lotta per i diritti civili in ruolo subalterno rispetto alla lotta per i diritti sociali ha ottenuto un solo risultato: il niente.

2. Questo processo ha snaturato il concetto stesso di salvaguardia dei diritti. Prima si parlava di coppie da equiparare. La coppia sposata e la coppia non sposata dovevano avere gli stessi diritti almeno in materia fiscale e assistenziale. Che poi la coppia non sposata potesse anche essere composta da gay e da lesbiche, questo poco importava. Con il clamore post-dichiano si è passati a generici diritti dei singoli che decidono di far coppia e che siano rigorosamente non sposati. In altre parole: se decidi di convivere non solo non avrai gli stessi diritti di chi decide di sposarsi - e ringraziamo la Bindi, altro personaggio in odore di omosessualità nascosta ma evidente - ma verranno sancite per legge le discriminazioni. Prima, cioè, eri comunque coppia (e/o famiglia, a seconda delle prospettive). Dopo i dico si è evitato di creare famiglie di serie B, ma si è dato il lasciapassare per distinguere tra coppie meritevoli (di tutto) e coppie indegne (di quel tutto). Grazie ancora, Rosy Bindi.

3. L'attuale classe dirigente - per mezzo dei partiti e delle associazioni collaterali - ha permesso tutto quello che ho delineato nei punti 1 e 2. E non solo. Con le dichiarazioni pubbliche dei suoi massimi esponenti, sempre orientate a rassicurare il Vaticano - che ricordiamolo, è il nemico storico di qualsiasi cosa si avvicini al concetto di giustizia in merito di diritti individuali, sociali ed affettivi (almeno dalle crociate in poi) - hanno lasciato passare il messaggio che la comunità omosessuale è stata lasciata al suo destino. "I gay non simulino il matrimonio" dixit D'Alema, altrimenti i cattolici si potrebbero sentire offesi. "L'omofobia non è reato" e a scuola più che mai, grazie alla Binetti, a Fioroni e a Mastella. In soldoni: prima della vittoria dell'Unione per la società i gay avevano uno status socio-culturale - per quanto da definire, in un modo o nell'altro - e un difensore, ovvero la coalizione progressista. Negli ultimi diciotto mesi questi due aspetti sono venuti a cadere del tutto.

A queste considerazioni possono seguire alcune brevissime conclusioni, e cioè:

- i gay non possono vantare gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino;
- due gay o due lesbiche non possono avanzare il diritto di formare una famiglia perché non sono una famiglia;
- l'amore tra due gay o due lesbiche è qualitativamente minore rispetto a quello degli eterosessuali perché è eticamente sbagliato;
- i gay possono essere offesi (e chissa, magari anche picchiati) perché tali;
- a permettere questo stato di cose sono le persone che prima li proteggevano, per cui i gay e le lesbiche non hanno più quello scudo politico che prima li "salvaguardava" agli occhi dell'opinione pubblica.

Quando c'era Berlusconi a ben vedere tutto questo poteva risultare addirittura raccapricciante. Adesso, invece, quest' "ordine nuovo" di pensieri sta penetrando nelle coscienze dei singoli cittadini. Sta diventando, in altre parole, cultura di popolo.

A permettere tutto questo, e a farci trovare questo stato di cose sotto l'albero di Natale del 2007, è stato questo governo e la classe politica al potere che lo ha prodotto. Si stava meglio quando al potere c'erano i nostri più acerrimi nemici. È triste da dire, qualora non paradossale. Ma è una cosa che dovrebbe fare riflettere tutti noi, a cominciare dalle prossime consultazioni elettorali. E non solo.

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Bass: "Che fatica essere gay!". L'ex *Nsync si confessa.

(TGCom) Lance Bass, ex componente della boyband *Nsync in cui militava Justin Timberlake, si confessa al magazine The Advocate. "Quando stavo nel gruppo mi sentivo osservato sempre - ha detto Lance-. Una volta un giornalista ha detto che usavo spesso la parola gay e in giro si pensava lo fossi. Allora non potevo dichiararlo e alla fine non ho più pronunciato quella parola". Il cantante è attualmente in scena a Broadway con il musical "Hairspray".

Oggi Lance Bass è un artista soddisfatto non solo privatamente, non nasconde da tempo di essere omosessuale, ma anche sul versante privato. Oltre a far parte del musical "Hairspray" il suo libro "Out of Sync" è un best seller. Ma all'inizio per l'artista non è stato facile essere accettato dalla comunità gay considerata da Lance "vulnerabile. Forse perché è stato l'ultimo movimento nato nell'ambito dei diritti civili. Ma quando qualcuno di nuovo, come è successo a me, entra nella comunità e dice qualcosa che non è standardizzata viene escluso".

Lance ricorda ancora quando era componente degli *Nsync e non poteva dire a tutti i suoi gusti sessuali: "Ero sempre sotto torchio. Alla fine nn potevo neanche utilizzare la parola 'gay' perché e la dicevo troppo allora tutti pensavano lo fossi". C'è anche spazio per qualche ricordo personale come quando Bass l'ha fatto 'la prima volta'. "Era eterosessuale e a quanto ne so io va ancora con le donne oggi. Sono stato l'unico ragazzo con cui ha avuto un rapporto. Ma lui era molto confuso e sapevo con certezza che tra noi non ci sarebbe stato nessun sviluppo". E infine un pensiero sulla fine della relazione con il modello Reichen Lehmkuhl. "E' stato il primo uomo con cui ho avuto un rapporto serio, ne ero orgoglioso. Ero motlo innamorato e quando sei innamorato non te ne frega nulla di quello che pensa la gente. Molti miei amici gay non lo sopportavano, lo odiavano mentre altri lo amavano. Sinceramente non ho mai capito il perché".

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Non solo Brad Pitt: la storia del bandito Jesse James è anche un libro.

(Panorama) Il mito di Jesse James sta per essere rilanciato a livello planetario da un film dal titolo L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, in uscita in questi giorni nelle sale italiane. Il bandito più famoso d’America - vissuto in Missouri tra il 1847 e il 1882 - in questo film, tratto dall’omonimo romanzo di Ron Hansen, verrà interpretato da Brad Pitt.

Ecco il trailer del film in lingua originale:
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Forse a qualcuno, dopo aver visto o sentito parlare del film, verrà la curiosità di approfondire la storia di questo personaggio, leggendario per gli americani ma non così conosciuto in Europa. E allora vale la pena di citare un libro che racconta il “Jesse James privato”, scritto nel 1899 dal figlio Jesse James Jr detto “Tim”: La vera storia di Jesse James (Newton Compton).

Una biografia in cui vengono celebrati il coraggio, la buonafede e addirittura il ravvedimento finale di Jesse James (che, poco prima della morte, pare volesse costituirsi: “Mio padre moriva dalla voglia di farla finita con la sua vita da fuggitivo. La sua volontà, ormai, era quella di consegnarsi alle autorità competenti”, racconta il figlio nelle ultime pagine del libro).

Tra gli aneddoti, c’è roba da far venire la pelle d’oca ad animalisti e pacifisti. Si racconta della volta in cui, per dare prova alla madre della sua mira fuori dal comune, sparò a un uccellino. Il figlio la racconta così: “Un tenero picchio dalla testa rossa si posò su un ramo a una cinquantina di metri di distanza. Mio padre prese la mira e tirò il grilletto. L’uccellino cadde a terra come fulminato. Era un tiratore fantastico, mio padre”. Oppure quando, per far giocare i figli, metteva loro in mano le sue armi. Per fortuna il figlio scrittore, in un impeto di politically correctness degno dei giorni nostri, specifica sempre che le armi erano state preventivamente scaricate dal previdente genitore.

Ma chi era davvero Jesse James? Forse la descrizione più calzante è quella del maggiore John N. Edwards, autore di Noted Guerrillas, un’opera che Jesse James Jr. cita molto spesso nel suo libro: “Inseguito, braccato, circondato, colpito, ferito, reso vittima di agguati, sorpreso, controllato, tradito, proscritto, bandito, portato da stato a stato, messo nel mirino di infallibili investigatori: e tuttavia ha sempre trionfato. Da alcune persone intelligenti è considerato un mito; da altre una specie di adepto del demonio. Non è nessuna delle due cose, ma certamente è un uomo fuori dal comune”.

Edwards regala anche al lettore una descrizione fisica del bandito, che sembra tratteggiare alla perfezione le fattezze dell’attore che, oltre un secolo dopo, sarà chiamato a interpretarlo sul grande schermo: “Gli occhi blu, chiarissimi e penetranti, il corpo alto e raffinato, le dita lunghe e affusolate”. Il bandito Jesse James o la superstar Brad Pitt? Giudicate voi.

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Modelli in intimo su GQ: la prova del 9 dell'essere gay.

(Queerblog) E’ inutile che ce la stiamo a raccontare. Le foto di uomini in intimo hanno da sempre attirato la nostra attenzione in maniera morbosamente efficace. Dalle bancarelle del mercato, agli espositori dei negozi, dai piccoli ritagli di catalogo fino ai grandi cartelloni pubblicitari.

Anche quando non eravamo abbastanza grandi da avere chiare consapevolezze, quell’addominale geometrico con l’inguine definito ci ha sempre incantato. E ci incanta ancora di più oggi, tra il ricordo del passato e la consapevolezza del presente. L’addominale per molti gay rappresenta il fulcro della sensualità che si può coronare solo con un perfetto intimo. Come dargli torto?

Ed è per questo che di noi (ahimè spesso inutilmente) lo ricercano, ed è per questo che le riviste maschili, sempre più gay-oriented, ce lo propongono. Così ecco nell’ultimo numero di GQ americano un grosso servizio fotografico che mostra un anonimo (lo conoscete) modello che supera a grosse mani la perfezione fisica assoluta.

Secondo Queerty, questo numero di Gennaio sembra essere fin troppo gaio, tanto quanto l’editore Jim Nelson che lo gestisce. Corpo senza volto uguale volto inguardabile? A voi la dimostrazione del contrario. Qualcuno vuole dire qualcosa su quel tatuaggio dietro il braccio con la scritta “mother”? Io, solo per questa volta, mi risparmio.

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"Young People Fucking": problemi di sesso per 5 coppie, dirige Martin Gero.

(Cineblog) Young people fucking (bel titolo eh? voglio proprio vedere come lo traducono) è una commedia canadese firmata Martin Gero in uscita in Italia nell’aprile 2008.

Il film, che vede nel cast Aaron Abrams, Diora Baird, Sonja Bennett, Callum Blue, Kristin Booth, Josh Cooke, Josh Dean, Ennis Esmer, Carly Pope, Natalie Lisinska, racconta le vicende di 5 coppie con diversi problemi sessuali. Riusciranno a risolverli? E come?

Il sito ufficiale, per ora, è molto scarno.
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Tapiro a Luca Marin per le foto osè di Laure Manaudou.

Laure Manaudou(Tvblog) Gli scandali in rete viaggiano a velocità inimmaginabili e il “caso” delle foto hot di Laure Manaudou non si è sottratto alle consuetudini del web. Un paio di giorni di passaparola continui e la voce è ovviamente arrivata ai media tradizionali. La nuotatrice, ex fidanzata del suo collega e nostro connazionale Luca Marin, vista da tutto il mondo in pose osè molto caserecce che nulla lasciano all’immaginazione.

La colpa è ricaduta in un primo momento sull’ex, scaricato e rimpiazzato a tempo di record e per questo forse rancoroso, ma Marin continua a negare ed, anzi, minaccia di querelare chiunque abbia puntato il dito verso di lui.
Lo ripete anche a Striscia la notizia, che l’ha raggiunto per consegnargli un tapiro d’oro per il suo momento di indubbio “attapiramento”. Spiega Marin a Valerio Staffelli:

E’ successo quello che è successo. Le foto non sono stato io a metterle, qualcuno l’ha insinuato e ne pagherà le conseguenze. Ero proprio innamorato ma il rapporto è finito…

Il rapporto sì, ma la telenovela credo durerà ancora a lungo, con strascichi pesanti soprattutto per la campionessa finita in rete.
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Il video

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Serata saffica per Lindsay Lohan. Inseparabile dall'amica Courtenay.

(TGCom) Lindsay Lohan non si fa mancare nulla, neppure una storia saffica ogni tanto. Almeno così sostiene che l'ha vista alla festa di "Potere lesbico" organizzata a Las Vegas da Jeanette Longoria. La Lohan si è presentata con l'amica Courtenay Semel, figlia di un boss di Yahoo. "Sono state tutto il tempo mano nella mano", ha fatto sapere una fonte al New York Post. Dopo la liason con la dj Samantha Ronson, Lindsay ci riprova.

Droga, alcol, notti brave, galera, uomini e pure donne. Lindsay vive alla grande i suoi 21 anni. Dopo aver fatto dentro e fuori dalla clinica di recupero, ora la si vede spesso ai party californiani. Talvolta in compagnia di bei ragazzi (si vocifera stia anche frequentando il 24enne 24-year-old Spencer Guilburt), talvolta di amiche speciali.

"Lindsay si è presentata con Courtenay al party intorno mezzanotte - ha aggiunto la persona presente alla festa - e le due sono rimaste lì per un'ora. Lindsay sembrava piuttosto nervosa".

Dal canto suo, l'attrice ha fatto sapere attraverso il portavoce che tra lei e la Semel c'è soltanto una bellissima amicizia. Talmente bella, che le due ormai sarebbero inseparabili. Qualche mese fa, da MySpace, Lindsay giurava amore eterno all'amica Samantha Ronson.

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Pubblicità choc in Inghilterra: ritirata la campagna del papà che allatta.

I manifesti dell'azienda di scommesse Paddy Power tappezzavano la metro di Londra.

(La7) Un uomo che allatta il figlio e con lo sguadro perso nel vuoto si chiede: "Ma dove sono finite le donne?". Con questo faccione di papà la Paddy Power, la più importante azienda irlandese di scommesse e giochi su internet, decide di tappezzare la metropolitana di Londra e gli autobus di Dublino. L'immagine è forte, ma lo è ancora di più il messaggio, tanto che sia la società di trasporto pubblico della capitale irlandese, che la "Tube" londinese ricorrono alla censura: via tutti i manifesti pubblicitari, offendono "la decenza pubblica". Via le immagini con il "papà materno", ma anche gli altri due annunci della campagna: un travestito che su un ring mostra il numero delle riprese e un piatto con cioccolata, pop corn e patatine fritte, chiaramente preparato da un uomo. Ma dove sono finite le donne? A giocare a Bingo su internet, naturalmente. Per Paddy Power obiettivo raggiunto. Come si sa, la censura è meglio di qualsiasi altra trovata pubblicitaria. Nel 2005 l'azienda irlandese addirittura scomodò i il Vangelo e Leonardo da Vinci: nell'ultima cena, secondo la pubblicità, gli apostoli e Gesù fecero una puntata al casinò.
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Inghilterra. "Vietiamo la prostituzione", la Leader della Camera dei Comuni riapre il dibattito.

Harriet Harman, numero due del Labour: basta, cambiamo la legge (Bbc).

(Apcom) - Mettere fuori legge la prostituzione in Gran Bretagna. A chiedere di vietare senza eccezioni il sesso a pagamento è Harriet Herman, numero due del Labour e leader della Camera dei Comuni: "Se non affrontiamo dal lato della domanda il traffico di esseri umani che gonfia questo commercio, non saremo in grado di proteggere le donne da esso".

"Riteniamo giusto che nel ventunesimo secolo le donne debbano essere oggetto di commercio sessuale, o lo consideriamo uno sfruttamento che dovrebbe essere messo al bando?". Domanda retorica per l'interessata, quella posta dalla Herman nel corso di un'intervista alla Bbc radiofonica: "Solo perchè è una cisa che c'è sempre stata, non possiamo lavarcene le mani".

L'esempio indicato è quello della Svezia. L'Home Office concorda: il ministro Vernon Coaker andrà in Scandinavia a inizio 2008 per "constatare i progressi fatti lì", spiega Jacqui Smith. Ma quella che il Governo ha in mente, puntualizza, è "una mini revisione" della legislazione vigente.

Al momento, in Gran Bretagna sono reati l'adescamento, il sesso a pagamento con minorenni e il loro sfruttamento. In teoria anche la pubblicità delle prostitute (o dei prostituti): norma ampiamente disapplicata, la prima su cui si interverrà. Sembra invece definitivamente tramontata l'idea di consentire l'apertura di piccoli bordelli.

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Rudolph Giuliani e i coinquilini gay.

200px-Rudy_Giuliani(River-blog) L’eclettico Larry Flynt, fondatore della rivista porno Husteler, ha in-volontariamente contribuito all’outing di Rudolph Giuliani, ex sindaco cazzuto di New York (suo il modello Tolleranza zero), oltre che possibile candidato alla presidenziali Usa per i repubblicani. In un commento rilasciato in esclusiva al sito americano di Vanity Fair, Flynt ha dichiarato:

Non odio i gay, ma certamente non andrei a vivere in un appartamento pieno di gay. Non farebbero altro che mignotteggiare, piangere e altra roba del genere. Tutto questo non disturba Giuliani. Non mi fido di lui“. Ancora: “Che senso ha divorziare da tua moglie e trasferirti in un appartamento con 3 gay?”.

Sarà che non non concepisco ritrovarmi un coinquilino in mutande che non sia la mia metà, ma se fossi un etero over 50 non mi vedrei a dividere la casa con 3 gay.

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Anteprima Pitti Uomo 2008: Henry Cotton's.

(Fashionblog) Ecco un’anteprima di alcuni capi outdoor della linea autunno/inverno 2008 che sarnno presentati al prossimo Pitti Umomo 2008 da Henry Cotton’s:

Giaccone sportivo da donna realizzato in canvas oleato, definito da bordature realizzate con fettucce di nylon in colore a contrasto. Il collo è rifinito da un prezioso cinturino in pelle. Grosse zip multi funzione, con tiretti in pelle personalizzati, rendono contemporaneo il capo. Il grande cappuccio apribile diventa un collo avvolgente, arricchito dalla pelliccia di “coyote”.

Parka da uomo realizzato in tessuto inglese in lana, spigato. Imbottito con ovatta trapuntata, particolarmente leggera e calda. Arricchito da quattro tasche con chiusura patella, due tasche scaldamano, cappuccio e collo importanti. La paramontura ed il bordo del cappuccio sono realizzati in nylon tecnico strutturato. Zip frontale a scomparsa.

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Perugia. Meredith uccisa dal sesso e tre amici.

(Angela Fiore - BariMia) Quella subìta dalla povera Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nella sua casa di Perugia la sera del 1 novembre, sarebbe stata un’aggressione feroce e resistita in seguito ad un’efferata azione criminale di un “gruppo”. Per il tribunale perugino quindi è evidente che le versioni degli indagati siano false ed incongruenti poiché prive di riscontri oggettivi. Probabilmente frutto di “maldestri tentativi” che al contrario non dimostrerebbero la loro estraneità bensì un loro coinvolgimento ormai quasi certo al delitto.

Secondo i magistrati le persone che hanno aggredito Mez quella sera disponevano di una o addirittura più armi da taglio con le quali avrebbero esercitato pressioni al volto e al collo della povera vittima, che in questo modo non avrebbe saputo come resistere o sottrarsi da quelli che sarebbero diventati i suoi aguzzini. Infatti dai referti dell’autopsia eseguita sul corpo della studentessa, in mano al tribunale del riesame, emergerebbero dei dati sconcertanti che evidenzierebbero quantità abbondanti di lesioni, che farebbero presupporre ad una violenza sessuale compiuta da più soggetti che ne partecipavano

Gli inquirenti sono convinti che il movente, non ancora chiaro, sia da riscontrare proprio in questo ambito. Forse l’eccitazione che caratterizzava quella macabra esperienza si è trasformata successivamente in qualcosa di più. Qualcosa che sarebbe sfociata nell’accoltellamento della ragazza. Le ricostruzioni di Rudy, Amanda e Raffaele sarebbero del tutto inverosimili, al punto che potrebbe far pensare ad un legame diretto tra gli stessi non ancora individuato e chiarito.

Gli indiziati, a detta degli investigatori, sarebbero solo dei “bugiardi”: prove schiaccianti li incastrerebbero, a partire dal tentativo di simulare un furto che non c'è stato, alle tracce di Amanda e Mez sul coltello trovato a casa di Raffaele, alle bugie di quest'ultimo sul computer, ai risultati degli esami sull'impronta della scarpa nel sangue accanto al cadavere compatibile con quella del giovane barese che confermerebbero e rafforzerebbero l'originario giudizio di compatibilità.

Poi c’è il reggiseno di Mez con il Dna di Rudy strappato contestualmente all'omicidio, le tracce di sangue di Amanda in bagno e i segni inequivocabili della presenza in contemporanea di Rudy nell'altro bagno, l'impronta insanguinata della mano dell'ivoriano sul cuscino di Mez, arrivando sino al tampone vaginale della studentessa inglese con il cromosoma "Y" di Guede. Nel frattempo di arrivare ai risvolti che appureranno il reale decorso degli eventi di quella sera, tre dei quattro indagati, tra cui non è mai uscito di scena Patrick Lumumba accusato dalla Knox di essere l’assassino della sua coinquilina, resteranno nel carcere di Capanne a Perugia.

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Bellezze: Gli ultimi dei di Olimpya.


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Un calendario targato Napoli.

Già lo scorso anno De Laurentiis aveva in animo di far posare i calciatori per un calenda­rio targato- Napoli. Poi il progetto sfumò per una serie di contrattempi, non escluso il lancio di petar­di durante la gara con il Frosinone (sospesa due volte) che provocò abbastanza sconcerto nell’am­biente e la squalifica del San Paolo (2 dicembre 2006).
L’idea, invece, è stata possibile realizzarla per il 2008 e verrà illustrata oggi da De Laurentiis nel corso di una conferenza stampa. Il calendario, in distribuzione da domani con il Corriere dello Sport, è composto da dodici immagini con le foto dei calcia­tori e anche dello staff tecnico e dirigenziale, rea­lizzate da una nota agenzia fotografica. Ogni mese richiamerà all’interno della foto uno degli sponsor del Napoli. Ad esempio, in quella in cui Reja met­te alla prova Pierpaolo Marino sui calci di rigore ti­rati sulla spiaggia, a fungere da pali della porta ci sono due bottiglie dell’acqua Lete. Quadretti accat­tivanti e singolari, tali da fare la gioia di tanti sup­porter che già sono corsi in edicola a prenotarne un copia. Parte del ricavato dell’incasso andrà in be­neficenza.
Ma non solo il calendario tra le idee del presiden­te. C’è anche quella di ricavare un cortometraggio con i calciatori del Napoli che in tenuta estiva pal­leggiano tra di loro in palestra, scherzano nello spo­gliatoio, si abbandonano a goliardate varie. Duran­te le pose dei calciatori per il calendario, tra cui quelle di Lavezzi e Montervino a torso nudo, infat­ti, sono state effettuate anche delle riprese alcune delle quali già visibili sul sito internet del Napoli.
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Dibattito nel Pd. Democratico, ma non democristiano.

(Gian Enrico Rusconi - La Stampa) E’sconcertante quanto sta accadendo nel Partito Democratico in tema di laicità. Pare che si debba chiedere scusa di essere laici. O se ne abbia un’idea molto povera. L’enfasi con cui si riconosce alla Chiesa il diritto di esprimersi nella sfera pubblica suggerisce che l’essere laico sia una faccenda privata, scarsamente significativa. Che il pubblico debba essere gestito in esclusiva secondo le direttive della Chiesa. Tutto questo non solo è sbagliato, ma rivela un impoverimento della cultura che si dice laica.

Per cominciare, la laicità è un’espressione eminentemente pubblica. Si è laici non semplicemente per sentire personale, ma perché ci si impegna a favore di un ordinamento pubblico che garantisce a tutti - credenti, non credenti e diversamente credenti - il diritto di orientare autonomamente e serenamente la propria esistenza. Compresi i rapporti interpersonali che si manifestano nelle diverse forme delle unioni familiari. Naturalmente è un diritto che non interferisce o ferisce il diritto degli altri - anche e soprattutto se si è in maggioranza. In questo senso la laicità coincide con l’essenza stessa della politica democratica.

È incredibile che si debbano ricordare queste cose al Partito Democratico, nella stesura della sua Carta fondativa, prima ancora di entrare nei dettagli delle singole questioni.

Il laico oggi si trova davanti a tre compiti. Deve innanzitutto ribadire il principio secondo cui il credente può introdurre nel discorso pubblico e quindi nella deliberazione politica soltanto tesi che non disconoscono e non limitano l’autonomia di giudizio e il comportamento degli altri cittadini, che hanno convinzioni diverse o contrarie alle sue. Naturalmente vale anche il reciproco. Ma quando il credente si atteggia, talvolta, a vittima e protesta di essere discriminato nell’esercizio del suo diritto di costruire una «società buona» secondo i suoi criteri, dovrebbe ricordare che l’edificio legislativo della nostra società democratica non lede in nulla l’autonomia, la libertà di espressione, di pratica e di testimonianza del suo credere.

Ma il laico si trova davanti a un altro compito più impegnativo: deve sviluppare un discorso pubblico che è dotato di forza persuasiva ed efficace pari a quella dei suoi interlocutori. Deve falsificare l'inconsistente obiezione che la laicità sia, nel migliore dei casi, soltanto una procedura o un metodo, mentre la religione offrirebbe contenuti sostantivi di senso. Va fermamente respinto il luogo comune che la laicità favorisce l’individualismo anziché il solidarismo; che impoverisce anziché arricchire i rapporti umani. È una pura sciocchezza scambiare come indifferenza il pudore del laico, che non sente il bisogno di usare le retoriche del senso, tanto care ai clericali.

In terzo luogo il laico deve contrastare la tendenza di rinchiudersi in forme di cittadinanza comunitarista, che fa appello a tradizioni o radici univoche. Il laico deve far valere il principio universalistico della cittadinanza costituzionale. Il problema della laicità in Italia oggi non riguarda soltanto la riconferma dei grandi principi del pluralismo, ma l’affermazione di una cultura che dà sostegno concreto alla cittadinanza costituzionale.

Questa è la democrazia laica, nel senso che quando in essa si manifestano credenze e convinzioni incompatibili tra loro, ai fini dell’etica pubblica e delle sue espressioni normative, non decidono «verità sull’uomo», ma le procedure democratiche che minimizzano il dissenso tra i partecipanti al discorso pubblico. «La verità» - se vogliamo usare questo concetto impegnativo - consiste nello scambio amichevole di argomenti nella lealtà reciproca. Chi accetta questo atteggiamento e ragionamento è laico. Chi non lo accetta e lancia contro di esso l’accusa di relativismo, non solo non è laico, ma usa il concetto di relativismo come una parola-killer che uccide ogni dialogo.

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Alberto Stasi accusato di pedopornografia. Garlasco, nuovo capo di imputazione.

(TGCom) Per Alberto Stasi, il fidanzato della 26enne Chiara Poggi, massacrata nella sua villa a Garlasco il 13 agosto, arriva una nuova accusa. Da alcuni giorni lo studente è infatti indagato per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico via Web. Il nuovo capo d'imputazione è stato contestato giovedì dal pm Rosa Muscio, che ha convocato lo studente in Procura per ascoltarlo.

Alberto Stasi, 24 anni, è stato interrogato per poco più di un'ora alla presenza dei suoi legali, il professor Angelo Giarda e l'avvocato Giuseppe Colli.

Secondo l'accusa, il fidanzato di Chiara Poggi avrebbe divulgato su Internet alcuni filmati che ritraevano minorenni nudi o in atti sessuali; l'altro reato invece si riferisce alla esclusiva detenzione di immagini e filmati pedopornografici sul suo pc. Davanti al magistrato il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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Viola Valentino, un debutto al teatro in nome dell’amore e di Marivaux.

(Teatro.org) Icona pop della musica italiana anni ’80, Viola Valentino (all’anagrafe Virginia Minetti) fu regina della hit parade con il brano Comprami, a cui seguirono due Festival di Sanremo ed una lunga carriera, nel corso della quale ha mantenuto inalterato il rapporto col pubblico di affezionati fans che la seguono nei suoi show musicali in giro per lo stivale.
Due anni fa partecipò al reality musicale Music Farm, condotto da Simona Ventura, e, nonostante una gratuita provocazione da parte di Loredana Bertè, diede esempio di savoir faire e signorilità senza cadere, caso raro, nella solita inutile rissa televisiva.
Sempre pronta a mettersi in gioco all’insegna del cambiamento, in questi giorni la cantante ha debuttato al teatro Verdi di Genova come attrice nel musical “Le surprise de l'amour” tratto dall’omonima commedia di Marivaux, adattato da Graziella Martinoli e diretto da Marco Bracco.
Abbiamo incontrato l' artista poche ore prima dell’apertura del sipario, proprio la sera della prima, lo scorso 20 dicembre

Signora, cosa prova in vista di questo importante debutto
Nonostante canti da tanti anni, l’emozione del teatro è davvero unica. Ho le paure tipiche di chi, per la prima volta, deve confrontarsi con un lungo copione e l’interpretazione di un personaggio impegnativo, e la cosa mi terrorizza non poco.

Ci parli del suo personaggio
È una contessa, vedova e delusa dagli uomini. Nonostante possa godere il privilegio che nel 700 era concesso alle vedove, cioè vivere in maniera disinibita la propria sessualità, non si concede ai piaceri della vita, e si rifugia nella propria arte, disegnando gioielli. L’amore le si presenterà in maniera imprevedibile quando, per far da tramite a due innamorati, si troverà coinvolta anche lei in un intrigo sentimentale.

Ci parli un po’ dell’ambientazione dello spettacolo. È rimasta invariata rispetto all’originale di Marivaux?
Di Marivaux è rimasto il plot narrativo ed il significato del testo originale, dove l’amore è il vero ed unico protagonista. L’ambientazione, invece, è atemporale: costumi fiabeschi, scene minimali, musica pop, tutto di grande impatto.

Dopo le date previste al Verdi di Genova, che produce lo spettacolo, è prevista anche una tournèe?
Per questa stagione no, terminiamo a fine mese. Però si prevede qualche data in estate, e contiamo di portarlo in giro nei teatri italiani la prossima stagione.

Con lei sono in scena, tra gli altri, Manuel Casella, Leda Battisti e Stefano Sani (quest’ultimo si rivelò sempre a Sanremo '82 con l’hit single LISA n.d.r.). Che tipo di rapporto ha instaurato con i suoi compagni?
Ottimo, gia conoscevo gran parte dei miei colleghi, e devo dire che c’ è un bell’affiatamento di squadra.

Il futuro di Viola Valentino è quindi il teatro?
No, credo proprio che questa bellissima esperienza rimarrà isolata. Conto di ritornare presto al mio grande e primo vero amore: la musica. Si sa, il primo amore non si scorda mai!

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Le coppie di fatto snobbano i "Pacs" padovani. Lo sottoscrivono solo 23 su 2.500. Crollano i matrimoni: 858, mai così pochi.

I primi. Era il 3 febbraio quando Giorgio Perissinotto e Tommaso Grandis firmarono i certificati.

(Alberto Rodighiero - Il Corriere del veneto) Matrimoni mai così in basso, boom di convivenze, ma quasi nessuno un sottoscrive i pacs alla padovana. Che i fiori d'arancio siano un istituto in crisi, dagli anni Ottanta è dato quasi per scontato. A confermalo ancora una volta è l'Annuario statistico 2006 che fotografa impietosamente la «situazione matrimoniale cittadina».

«I matrimoni celebrati in città l'anno scorso- spiega la Capo Settore programmazione Controllo e Statistica Maria Novello che ha curato il dossier di palazzo Moroni-, sono stati 858 e rappresentano il minimo storico registrato da 10 anni questa parte quando la media superava quasi sempre i 1000». Secondo l'annuario 490 coppie (57%) hanno scelto il rito religioso, un tendenza in netta contrazione rispetto al 1997 quando questa opzione era stata scelta dal 73 per cento degli sposi.
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«Certificati da riempire di diritti» . «Numeri che devono farci riflettere».
Gaetano Sirone commenta il «tonfo» dei matrimoni.

«I paladini della famiglia cattolica ci spiegano un giorno sì e l'altro pure che una legislazione che tuteli le coppie di fatto rischia di mettere in crisi il matrimonio- spiega l'assessore al Bilancio-, il dato padovano, che rispecchia una tendenza nazionale, dimostra chiaramente che il matrimonio è in crisi per motivi che nulla hanno a che fare con in cosiddetti pacs. In compenso si registra un'impennata delle convivenze, non si capisce perché queste persone non debbano vedere riconosciuti dei diritti». Anche sulla sostanziale diserzione di massa dei pacs alla padovana da parte dei conviventi l'esponente dello Sdi va giù duro: «Io e il mio partito abbiamo sostenuto con convinzione anche in sede di Conferenza di capigruppo i certificati. Il problema è che se non si riempie di diritti un dispositivo, questo diventa poco appetibile. E'chiaro che quasi nessuno si prende la briga di andare all'anagrafe per sottoscrivere un certificato che poi, a livello pratico, non da quasi nessun vantaggio».

La crisi del matrimonio non coincide però con il venir meno della vita di coppia. Se da una parte le famiglie unipersonali nel 2006 hanno raggiunto il 40 per cento della popolazione residente (38794 persone), dall'altra quelle composte da due persone sono 25.880. «Di queste ultime –aggiunge la Novello-, un 10 per cento, quindi circa 2500 coppie, sono formate da uomini e donne giovani, con un lavoro e senza legami di parentela, quindi con ogni probabilità si tratta di coppie di fatto. Un fenomeno che registra di anno in anno un aumento notevole ». Duemila e cinquecento coppie, 5.000 persone, il 2,5 per cento della popolazione, in pratica un piccolo esercito di coppie etero o omosessuali che decidono di vivere assieme senza sposarsi. A fronte di questo, le coppie conviventi che hanno deciso di sottoscrivere i certificati anagrafici di famiglia affettiva, entrati in vigore ormai da un anno, sono state appena 23.

In pratica meno dello 0,9 per cento, meno di una coppia su 100, sicuramente la cartina tornasole di un dispositivo che si è attestato abbondantemente sotto le aspettative. Fedele specchio della popolazione padovana sono anche i matrimoni che rivelano come nell'81 per cento dei casi i due sposi siano di nazionalità italiana, il 12 per cento di nazionalità mista, mentre solo il 7 per cento sono state le cerimonie in cui entrambi i «nubendi» erano stranieri.

Complice anche la crisi economica e i numerosi divorzi, aumenta sempre più l'età di chi decide di convolare a nozze. L'età media della sposa è di 33,20 anni, mentre quella del futuro marito si attesta sui 36,5 anni. Il regime patrimoniale di separazione dei beni è stato infine scelto dal 62 per cento dei casi. Gli sposi con cittadinanza italiana o dei paesi dell'Unione europea, dell'America o dell'Asia prediligono la separazione dei beni, mentre gli africani, e i cittadini provenienti dai paesi europei che non fanno parte dell'Ue preferiscono la comunione dei beni.

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Teatro. A Londra in produzione un musical su Tina Turner.

(Prima) Debutterà a Londra, nel West End, un musical sulla vita di Tina Turner. Il titolo dello spettacolo sara' 'Simply the Best' e raccontera' la storia della cantante dall'infanzia attraverso il violento matrimonio con Ike Turner, recentemente scomparso, fino al successo trionfale della star. Dopo Londra il musical dovrebbe spostarsi a Broadway, New York. Tra le canzoni incluse nel musical ci dovrebbero essere: 'Nutbush City Limits', 'Private Dancer' e 'What's Love Got to Do With It?'.

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Luxuria: On. Pera, la pluralità dei generi non è lo zoo.

(Liberazione) Finora non si era spinto oltre, l’ex presidente del Senato, il senatore Marcello Pera. Nel suo manifesto in difesa della razza del febbraio dello scorso anno si era limitato a ribadire alcuni concetti soft: l’Occidente è in crisi signora mia per colpa dell’Islam, bisogna sostenere il diritto alla vita dal concepimento (magari già abbonando l’embrione a Mediaset Premium) e anche il diritto a una vitaccia per le coppie sterili o per una donna che è criminale se abortisce, o almeno criminale quanto uno stupratore nel Darfur o un attivista di Amnesty che la aiuta ad abortire in condizioni igieniche un po’ più dignitose. Nel manifesto si legge anche: «Le nostre tradizioni sono messe in discussione. Il laicismo o il progressismo rinnegano i costumi millenari della nostra storia. Si sviliscono così i valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia. Si predica l’uguale valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza regole l’integrazione degli immigrati». Finora secondo Pera l’identikit dell’occidentale perfetto era il cristiano consapevole della superiorità di una religione (la sua) e che al limite gli altri per integrarsi devono essere “guidati”, quello che fu definito “scontro di civiltà” e che non solo ricordava le crociate medievali contro i musulmani ma anche le stragi all’interno delle stesse radici cristiane europee: dalla Guerra dei Trenta Anni del XVII sec. tra cattolici e protestanti a quelle più recenti nel nord dell’Irlanda.
Domenica il senatore completa l’identikit dell’essere supremo e perfettissimo, ovvero etero-cristiano, con un editoriale sul prestigioso quotidiano La Stampa in merito alla discussione in Commissione Giustizia sull’estensione della legge Mancino del 1993 (che a sua volta estende la legge Reale del 1975 che traduceva in legge la ratifica della convenzione di New York del 1966 sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale); si discute, cioè, di aggiungere alla Mancino oltre che punire con il carcere da un anno e sei mesi o una multa fino a seimila euro chi compie «atti di violenza o incitamento alla violenza» per discriminazione razziale, etnica, nazionale o religiosa, anche la discriminazione per orientamento sessuale (di tipo omo-bi-eterosessuale) o per identità di genere. La discussione non è avvenuta né nottetempo, né di nascosto, insomma le cose non si sono fatte segretamente come gli accordi secretati tra Berlusconi e Bush per la nuova base militare a Vicenza, ma alla luce del sole, con articoli apparsi sui maggiori quotidiani che, evidentemente, il senatore non avrà avuto tempo di leggere in questo periodo. Il senatore teme che chi si opporrà alle unioni omosessuali in virtù di tale estensione sarà penalmente perseguibile, insomma teme il reato di opinione; ricordiamo che Pisapia di Rifondazione fu uno dei sostenitori dell’abrogazione di tale reato dal codice Rocco nel gennaio 2006 insieme alla Lega e che l’estensione riguarda solo gli «atti di violenza o che incitano alla violenza», insomma un Gentilini che invoca «pulizia etnica per i culattoni» avrebbe da pensarci prima di dire certe cose che più che dimostrare l’indipendenza della Padania dal nord dimostrano l’indipendenza tra bocca e cervello. Ognuno potrà (senza insultare possibilmente) esprimere la sua sulle unioni civili in nome del diritto al pluralismo del pensiero; tra l’altro poiché per orientamento sessuale si indica anche la eterosessualità sarebbe come condannare al carcere anche chi esprime critiche al familismo.
Ma il meglio di sé l’editoriale lo dà nella critica alla identità di genere: «Per sapere chi sono e cosa fanno maschio e femmina, non occorre leggere la Bibbia, basta andare allo zoo». L’identità di genere non mette in discussione i generi altrui ma contempla l’esistenza dei e delle transgender, ovvero persone che non si identificano, totalmente o parzialmente, con il sesso anagrafico, persone per cui non conta solo quello che si ha in mezzo alle gambe ma l’idea che hanno di sé nella testa e nel cuore. L’essere umano non è solo natura ma è un interagire continuo e non sempre separabile tra natura e cultura, se dovessimo obbedire solo alle leggi di Madre Natura non esisterebbero le religioni (come auspicava John Lennon), non esisterebbero le arti (come auspicherebbe Borghezio perché non ci arriva), non esisterebbe la medicina (come auspicherebbe chi vorrebbe far fuori qualche senatore a vita), non esisterebbero le stesse leggi (come auspicherebbe Riina). Non mi piace lo zoo perché sono animalista e non mi piace imprigionare la bellezza, preferisco gli studi di etologia di Konrad Lorenz, Katsuji Tsuneki e di Piero Angela, tutti coloro che hanno studiato nel loro habitat naturale l’ambivalenza sessuale negli animali: l’omosessualità della iena macchiata, dello scimpanzè nano, dello struzzo, degli uccelli padda, dei leoni; l’ermafroditismo delle chiocciole o la transessualità di polpi (esseri intelligentissimi!) e delle orate. Invece degli zoo cercate di vivere nel mondo e conoscere meglio le persone transgender che chiedono semplicemente, anche attraverso una legge, di non essere discriminate, insultate, picchiate o ammazzate, in fondo il diritto alla vita e al rispetto.

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Romeo e Giulietta? Erano due trans.

(06 blog) “Romeo e Giulietta” erano due trans. Almeno questa è la versione del capolavoro shakespeariano messa in scena ieri nel teatro del carcere di Rebibbia da un gruppo di detenute transessuali.

L’opera, intitolata “Storia di Giulia” ha riportato vari atti dedicati alla celebre tragedia d’amore ed è stata interpretata da dodici trans che hanno recitato di fronte ad una platea composta, tra gli altri, dagli “inquilini” del braccio maschile G8.

L’iniziativa, che fa parte del ”Progetto Princesa-Tespis” cominciato nel 2005 e rivolto alle trans detenute a Rebibbia, è nato dalla collaborazione tra il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Arcitrans Roma Circolo Libellula e l’Assessorato alle politiche del lavoro della provincia di Roma.

Il progetto è teso a migliorare la qualita’ della vita di queste persone a livello sanitario generale e specifico per le terapie ormonali, con l’obiettivo di interrompere anche il circuito di emarginazione a cui sono sottoposte.

Un caso unico in tutta Italia, perché la direzione di Rebibbia favorisce l’integrazione con gli altri detenuti, a differenza di quanto avviene in altre strutture dove la condizione delle trans è di isolamento e quindi di ‘doppia detenzione’

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