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mercoledì 23 gennaio 2008

Clienti vip, giro "coperto". Tra sesso e libri: Le universitarie-escort a caccia di lusso.

E tantissime ragazze pronte a tutto per comprarsi oggetti-cult.

(Chiara Zucchelli - Romacittà) Due ragazze, 22 e 25 anni, fisico prorompente e sguardo acceso. Look che racconta qualcosa di loro: borse firmate da 1000 euro, braccia ricoperte dai bracciali che vendono solo in una gioielleria del Centro, stivali che costano quanto una rata del mutuo. Si chiamano Marta ed Elsa e di professione fanno le studentesse. Di giorno. Di sera, invece, fanno le accompagnatrici. Non per mantenersi, perché sono due fuorisede, «a quello ci pensa la famiglia», ma per potersi permettere quelle cose che gli straordinari di papà non possono comprare. Sono organizzate le ragazze, sanno benissimo cosa vogliono e dove vogliono arrivare: quello della escort è un lavoro temporaneo, giusto il tempo dell'università. Perché poi «da grandi» vogliono mettere a frutto i sacrifici di questi anni. Una vuole diventare giornalista, l'altra diplomatico. Intanto però la sera accompagnano uomini facoltosi (ce n'è per tutti i gusti, dagli imprenditori ai politici, ai banchieri) a cene di lusso e serate mondane. Se va bene, poi, ci scappa anche il week end. I guadagni sono ottimi: si va dai 150 euro per una cena, ai 600 per un week end. Senza prestazione sessuale. Sì, perché se poi alla cena si aggiunge anche il dopocena il tariffario lievita fino a 850 euro. «Il sesso comporta un sacrificio maggiore quindi giustamente costa di più», dice Elsa. Un <+corsivo>do ut des<+tondo> in piena regola. Tanti fatti, poche chiacchere.
LA PRINCIPESSA
Elsa e Marta sono due studentesse della Sapienza. La prima ha 25 anni e viene dalla Sardegna. Porta la taglia 38 e ha i capelli lunghi biondi «come le principesse», dice, mostrando il suo (forse unico) lato romantico. La seconda ha tre anni di meno ed è arrivata a Roma nel 2005 dalla Puglia. Vivono insieme in un piccolo appartamento sulla Tiburtina e si vogliono un gran bene, tanto che condividono tutto. L'affitto, le bollette, le serate sui libri e quelle fuori. E poi il lavoro. Che Elsa ha trovato a Marta. Fanno le escort e se ne vantano. «Perché possiamo permetterci quello che tante ragazze nella nostra stessa situazione neanche si sognano». Come hanno iniziato lo racconta la più grande delle due: «Quando sono arrivata a Roma i soldi che mi mandavano i miei erano sempre troppo pochi. Dovevo fare rinunce su rinunce. Un esempio? Nei primi sei mesi qui non mi sono mai potuta permettere un cinema. Poi una mia compagna di corso mi ha proposto di entrare nel giro. Mi sono preparata e sono andata con lei e due imprenditori ad una cena. Abbiamo mangiato, qualche sorriso, e poi tutti a casa. Con cento euro in più in tasca». Da quel momento la vita di Elsa è cambiata. «Ho iniziato a fare due, tre serate a settimana. Esco alle nove e torno massimo all'una. In genere per una cena chiedo 200 euro, ma se il cliente mi regala anche il vestito da indossare il prezzo scende». Ovviamente l'abito deve essere firmato. «Certo, nell'armadio ho due rosso Valentino. Spettacolari». Elsa è una di quelle che concede anche la prestazione sessuale. «Sì, ma non sempre. In genere nei week end se la persona mi piace acconsento a dormire nella stessa camera. Così in due giorni mi faccio mille euro e visito dei posti bellissimi». Non solo in Italia: «Proprio poche settimane fa sono stata a Londra».

I CLIENTI VIP
Dalle parole di Marta traspare meno sicurezza e convizione. Ma sono solo attimi. Troppa è la voglia di raccontare «che bell'armadio che ho», troppa è la voglia di parlare dei pomeriggi passati nelle beauty farm o degli sguardi invidiosi dei concittadini «paesani». Sì, perché in Puglia la immaginano tutti come la classica studentessa di buona famiglia. E anche mamma, papà e fratello la pensano così. «Solo una volta hanno sospettato qualcosa. Ho portato al mio cane un cappottino di Gucci. Ma poi ho detto che l'avevo trovato per strada e mi hanno creduto». Marta mette tutti gli "stipendi" da parte, perché vuole comprare casa: «Mi levo qualche sfizio, certo, ma almeno quattromila euro al mese li metto via. Ho già un bel gruzzolo». Per lei niente sesso: «Non me la sento. Una sera ho rifiutato un famoso banchiere che mi offriva tanti, tanti soldi. Preferisco andare alle cene e basta. Al massimo, se faccio i week end, devono sempre essere in camere separate. I clienti? - continua - Sono tutti personaggi famosi, insospettabili. Non è che l'operaio ha tutti questi soldi da buttare».

"LO FANNO IN TANTE"
Come loro, tantissime studentesse. Si incontrano sui siti, come quello che recentemente è stato chiuso, si scambiano idee, consigli e commenti. Oltre ovviamente ai clienti. «Se qualcuno fa il "tirchio", noi lo segnaliamo. Così le altre ragazze sanno come comportarsi». In questi portali le ragazze usano dei nomignoli, «anche se ormai ci si conosce tutti. Alle feste vedi sempre le stesse facce». Spesso le ragazze si collegano da un internet point: «È più sicuro. Nel mio portatile ci sono solamente le foto private e gli appunti per gli esami», dice ancora Marta. A proposito, ma lo trovano il tempo per studiare? «Certo, il giorno ci dedichiamo anima e corpo ai libri. Abbiamo un'ottima media e speriamo di laurearci presto». Ancora non sanno però quando smetteranno di "lavorare". «Per quello c'è sempre tempo. Adesso abbiamo ancora un po' di spese». Via del Corso le aspetta.

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Madrid. "Cantando desnudos": Otto attori ballano e cantano tutti nudi. Il video.

(Tuzone) Dopo otti anni di rappresentazioni senza interruzioni in tutto il mondo, sbarca in Spagna, precisamente a Madrid, per la prima volta, il musical cult dell’Off Broadway ‘Naked boys singing’ che in spagnolo diventa ‘Cantando desnudos’.

8 attori maschi ballano e cantano per tutto lo spettacolo completamente nudi.
Lo spettacolo si basa soprattutto su dei monoghi, sempre cantati, sull’amore, la morte, il pudore, l’ossessione per il culto del corpo e, ovviamente, il sesso.

INFO:
www.arlequin.com.py
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Valentino a Parigi con 74 abiti per l’addio alla moda.

(Panorama) Valentino Garavani stasera, con l’ultima sfilata di haute couture a Parigi, chiude la sua storia nella moda. D’ora in poi il “sarto” di 76 anni sarà un personaggio da intervistare per parlare del passato e per valutare magari il presente, e i suoi abiti verranno apprezzati nelle mostre e nei musei o addosso alle sue amiche-clienti che conserveranno gelosamente i tesori nell’armadio.

Sulla passerella del marchio, che da quasi mezzo secolo porta il suo nome, ci saranno nuove creazioni, nuove forze, come è giusto che sia. Il suo addio, dopo quasi un anno di saluti, feste di commiato e celebrazioni degne di un re, è una sorta di santificazione nella chiesa mondiale dell’eleganza.
Alla sfilata ci sarà anche Alessandra Facchinetti, la stilista di 35 anni che l’azienda (venduta da Garavani e dal socio Giancarlo Giammetti già una decina d’anni fa) ha deciso di assoldare per sostituire il maestro, il quale ha espresso rammarico per non essersi mai occupato di allevare un vero “delfino”. Quindi ha dovuto “digerire” Alessandra e lo ha fatto “obtorto collo” tanto che non manca occasione di ricordare di non averla scelta lui. Domani comunque la maison Valentino volta pagina: escono sia Garavani sia Giammetti e con loro anche alcuni collaboratori, inclusa Daniela Giardina che, per oltre 30 anni, come capo dell’ufficio stampa, ha tenuto bordone a tutti i capricci dei due.
La sfilata non sarà una retrospettiva ma avrà comunque il sapore antico di una rievocazione. Valentino ha deciso di mostrare, con 74 uscite in passerella, tutto quello che ha saputo fare nella sua vita da couturier: quindi una serie di abiti da giorno in lana double, quella che egli iniziò a usare negli anni ‘60. Poi una parte in avorio e bianco che cita una famosa collezione su cui c’è un altrettanto famoso aneddoto.
Alcuni anni fa, infatti, fu chiesto a Valentino cosa ricordasse del ‘68 e di quel periodo di fermento, ed egli rispose: “Ah, sì il ‘68, l’anno di una mia meravigliosa collezione bianca”.
Tra questi capi del ‘68, appunto, un bel completo da cocktail con giacchina, tutto preziosamente ricamato: “è un tipico completo Valentino, il maestro ne vuole sempre almeno uno in ogni collezione” spiega Livia, assistente dell’assistente del maestro, con lui da 1976. Andando avanti nella rassegna, ecco una lunga serie di abiti a fiori, corti o lunghi: anemoni giganti o piccolissimi, dalie, mimose viola su fondo giallo: sono vestiti senza tempo, possono restare nel guardaroba per una vita senza mai sfigurare. Ed è questa la forza di Valentino e, in fondo, perfino la sua modernità.
Gli abiti da sera sono dei monumenti: una lunga tunichetta incrostata di preziosità se ne sta ancora tra le mani delicate delle sarte che danno gli ultimi punti alla spirale di tulle che la avvolge come un colpo di vento. Un altro vestito è come un bouquet di rose: centotrenda volants in tutte le gradazioni del rosa per formare un insieme spettacolare. L’abito fresia ha una rete di spalline a “budellino” di raso che formano corolle tremolanti sul dorso. Il vestitino mughetto sembra appena sbocciato ed è tale l’illusione che par di sentirne il profumo.
Agnese Zogla è una giovane bellezza lettone che ha il ruolo di modella d’atelier: su di lei (ovviamente taglia 38) sono stati cuciti i vestiti che stasera saranno indossati da uno stuolo di mannequin. Ma in passerella ci sarà anche lei che farà ben tre uscite e la terza, la numero 59, con un lungo abito bianco. Perché Valentino ha deciso di chiudere la sfilata con il candore, per creare il clima rarefatto adatto al colpo di scena finale: sarà infatti un diluvio di rosso a chiudere, tra lacrime, abbracci e musica strappacuore, la carriera del maestro sulle scene della moda. Dal 19 giugno prossimo, comunque, gli appassionati del sempiterno stile Valentino potranno goderne in tutte le sfumature al Musee des Arts decoratifs di Parigi dove si aprirà la mostra retrospetiva “Temi e Variazioni”, con duecento abiti scelti tra i più significativi della sua carriera.

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La persecuzione degli omosessuali nel Terzo Reich in un convegno sulla memoria.

Sarà “Il triangolo rosa, la persecuzione degli omosessuali” il tema del convegno in programma giovedì (24 gennaio) alle 21 presso la chiesina di San Nicolao (centro storico). Al dibattito, moderato da Marinella Lazzarini, interverrano tra gli altri le ricercatrici Nerina Milletti e Elisa Del Chierico. L'evento, collocabile nel calendario de “Le giornate della memoria”, prevede anche la proiezione del pluripremiato documentario sulla persecuzione nazista degli omosessuali “Paragraph 175”.

(Lo schermo) Come ben sappiamo tra le vittime della barbarie nazista, oltre agli ebrei, ai rom e ai sinti, ci furono anche gli omosessuali.

L'ideologia nazista reputò l'omosessualità incompatibile con i propri ideali considerando che le relazioni sessuali dovessero “essere finalizzate al processo riproduttivo, essendo loro scopo la conservazione ed il prosieguo dell'esistenza del Volk (il popolo), piuttosto che la realizzazione del piacere dell'individuo” (Adolf Hitler).

L'inasprimento sotto il Terzo Reich del “Paragrafo 175” (la legge contro la sodomia prevista dal 1871 dal codice penale tedesco) ad opera dei nazisti fece sì che tra il 1933 e il 1945 furono arrestate circa centomila persone, che furono incarcerate o trasportate nei campi di concentramento.

Solo quattromila di loro sopravvissero.

Il convegno di giovedì sera si propone proprio di riportare alla memoria anche questi passi storici, spesso passati in secondo piano rispetto all'Olocausto della razza ebrea, ma comunque significativi di un'esperienza storica che, seppur negativa, può continuare a insegnare e ammonire.

A tal proposito, nel corso della serata, verranno proiettati degli spezzoni del documentario “Paragraph 175” (2000), di Epstein e Friedman, interpretato in lingua originale dalla voce di Rupert Everett.

Il film racconta di un vuoto nella memoria storica ufficiale e ne rivela le conseguenze che ancora persistono, raccontate dalle storie private di uomini e donne che le hanno vissute: il combattente della resistenza gay e per metà ebreo che negli anni della guerra aiutò i rifugiati a Berlino; l'ebrea lesbica che fuggì in Inghilterra con l'aiuto della donna che amava; il fotografo tedesco, cristiano, che, arrestato e incarcerato per omosessualità e successivamente rilasciato, si arruolò nell'esercito poiché "voleva stare con degli uomini"; Pierre Seel, un ragazzo dell' Alsazia che vide il suo amante torturato e ucciso in un lager.

La serata è organizzata da Arci, Coordinamento antifascista cittadino, Comitato genitori, Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Lucca. Osservatorio per la Pace di Capannori e Scuola della Pace di Lucca. Il tutto patrocinato dal Comune di Capannori e in collaborazione con la Provincia di Lucca.

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Che c’è nel tuo panino? Te lo dice il food analyzer.

http://flickr.com/photos/parkerman/794824745/
(Panorama) Assomiglia ai fantascientifici tricorder di Star Trek. E presto potrebbe fare irruzione anche nella vita quotidiana di ognuno di noi. Soprattutto di chi è più attento (e ossessionato) dalla dieta e dalla qualità dell’alimentazione. Il colosso dell’elettronica olandese Philips ha brevettato uno dei primi prototipi di “personal food analyzer“. Ovvero un gadget, simile a un telefonino o a un lettore mp3, in grado di analizzare all’istante le componenti nutrizionali di cibi e bevande. E così, ovunque ci troviamo (a casa, al bar o al ristorante) potremo scoprire quali sono le sostanze contenute in un piatto, un sandwich o un cocktail.

A livello industriale il sistema di riconoscimento è già noto da tempo, soprattutto nella variante spettroscopica: opportunamente illuminati, i campioni di alimenti restituiscono una serie di lunghezze d’onda che vengono intercettate dai sensori e comparate con un i valori dei più comuni cibi e liquidi.
Per le dimensioni e i costi elevati, fino ad ora simili rilevatori sono stati appannaggio solo delle grandi aziende alimentari. Ma adesso, grazie a chip e sensori ottici sempre più economici e miniaturizzati, sono pronti ad arrivare anche nelle tasche dei semplici consumatori. Il che tornerà particolarmente utile non solo ai maniaci della nutrizione, ma anche a chi deve fare ogni giorno i conti con le intolleranze alimentari.

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Lasciava biglietti osceni sul tergicristallo.

Sceglieva prima le proprie «vittime», di preferenza di sesso femminile. E piazzava sotto il tergicristallo delle rispettive autovetture dei pizzini molto osè. Denunciato operaio originario di Modica.

(L'Adige) Sceglieva probabilmente prima le proprie «vittime», di preferenza di sesso femminile. E piazzava sotto il tergicristallo delle loro vetture dei bigliettini molto osè. Con piccanti complimenti ed esplicite avances, sempre a luci rosse. Tra la fine di agosto e le ultime settimane dello scorso ottobre, S. G., 34 anni, originario di Modica in Sicilia ma da qualche tempo residente ad Arco, avrebbe colpito in questa maniera per ben sette volte, a Varignano di Arco, tentando anche qualche approccio telefonico. È stato però smascherato e quindi denunciato l'altra sera, quando sulla base di elementi raccolti nel corso delle indagini avviate nel frattempo, i carabinieri della stazione di Arco sono riusciti ad ottenere dal sostituto procuratore della Repubblica di Rovereto, dott. Biasi, l'autorizzazione ad effettuare una perquisizione domiciliare. E nella casa di S. G., che da un paio di anni lavora per un impresa edile della zona ed abita proprio nella frazione arcense di Romarzollo, è saltato fuori proprio uno dei bigliettini usati per molestare le donne del paese. Non solo, ma ci sarebbero anche dei riscontri sui tabulati telefonici di una «scheda» acquistata dall'operaio siciliano che a quel punto avrebbe ammesso gli addebiti anche se ora evidentemente spetta alla magistratura decidere in merito ai reati contestati. S. G. è stato denunciato per molestie (art. 660 del Codice Penale: arresto fino a sei mesi o ammenda fino a 516 euro) e danneggiamenti (art. 635 del Codice Penale: reclusione fino ad un anno o multa fino a 309 euro). il secondo capo di imputazione è scattato perché alcune delle auto prese di mira nei parcheggi di Varignano (quello vicino a via Frisoni e l'area davanti a Casa Bresciani) avrebbero anche subito dei danni: tergicristalli rotti, carrozzerie rigate. Come si è arrivati ad individuare il presunto responsabile di questi episodi? È da dire che inizialmente i carabinieri avevano fatto un diverso identikit del «molestatore» partendo dalla sgrammaticatura, dall'italino «stentato» di quei bigliettini. Si pensava insomma a qualche straniero particolarmente arrapato. Poi però qualcuno ha notato S. G. fermo con la propria vettura in un parcheggio, con atteggiamenti sospetti. Insomma, se ne stava lì senza far niente, guardandosi attorno con fare circospetto. Il numero di targa della sua vettura è stato annotato e segnalato ai carabinieri. Che a quel punto hanno evidentemente concentrato su quell'uomo le indagini, culminate come detto con la perquisizione domiciliare e l'acquisizione di indizi che hanno portato alla denuncia a piede libero dell'operaio. Sui bigliettini peraltro S. G. avrebbe anche lasciato dei recapiti telefonici insomma ulteriori tracce che ora fanno parte del verbale al vaglio della magistratura.

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Inghilterra. La Camera dei Lords approva il diritto all'omogenitorialità.

La ''Human Fertilisation and Embryology Bill'' propone un nuovo riconoscimento per le coppie dello stesso sesso che concepiscano atrtraverso la donazione di sperma, ovuli o embrioni.

(Lamanicatagliata.com | Pinknews.co.uk) Una legge garantirà nuovi diritti a genitori lesbiche e gay, dopo il sì della Camera dei Lords inglese. La notizia è riportata dal sito pinknews.co.uk, ed è leggibile in inglese nella sua completezza al link in alto. La ''Human Fertilisation and Embryology Bill'' propone un nuovo riconoscimento per le coppie dello stesso sesso che concepiscano atrtraverso la donazione di sperma, ovuli o embrioni. Una donna che dia alla luce un bambino e che faccia parte di una ''Civil partnership'' verrà quindi riconosciuta, insieme alla compagna, genitore effettivo del nascituro. Stessa cosa per due uomini che concepiscano attraverso l'inseminaizone artificiale. Nonostante le ferrea opposizione di Vescovi e alcuni deputati Conservatori i voti favorevoli sono stati 164 e 93 i contrari.

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Inghilterra. Addio coppie sposate, va di moda la pluri-convivenza.

La ricerca, che viene svolta annualmente dal 1983, rivela tuttavia che alcune regole tradizionali persistono: come 20 anni fa, l’adulterio è ancora fortemente condannato.

(La Gazzetta del Mezzogiorno) Le coppie eterosessuali sposate non sono più al centro della vita britannica: la Gran Bretagna si scopre più tollerante da 20 anni a questa parte, con opinioni molto più liberali sul matrimonio, le relazioni e i rapporti tra persone dello stesso sesso. Lo rivela il rapporto sulle «British Social Attitudes» (le attitudini della società britannica).
La ricerca, che viene svolta annualmente dal 1983, rivela tuttavia che alcune regole tradizionali persistono: come 20 anni fa, l’adulterio è ancora fortemente condannato. Per l’85% dei circa 3mila intervistati è «sempre o la maggior parte delle volte» sbagliato e le coppie si dicono molto più caute su un accordo basato sulla famiglia alternativa quando di mezzo ci sono i bambini.
Dalle dichiarazioni del campione casuale di britannici intervistati nel 2006 ne esce un panorama di relazioni e di sistemazioni abitative che mutano in fretta, tra cui coppie che non convivono, conviventi di lungo termine non sposati, «famiglie ricostituite» formate da genitori divorziati precedentemente e dai loro figliastri, e un netto aumento di chi vive da solo.
Sul sesso le vedute sono molto aperte: per il 70% dei britannici non c'è niente di male ad avere rapporti pre-matrimoniali (nel 1984 la pensava così solo il 48%). Convivenze e matrimoni sono diventati praticamente equivalenti: due terzi degli intervistati ritiene che ci sia pochissima differenza tra essere sposati e abitare sotto lo stesso tetto e solo uno su quattro (28%) ritiene che i genitori sposati siano migliori di quelli che non sono convolati a nozze.
Ma tutto cambia quando entrano in gioco i bambini: tre persone su dieci ritengono che sia più difficile divorziare per le coppie con bambini sotto i 16 anni. Quattro persone su 10 credono che un genitore possa crescere i figli bene quanto due persone, e una percentuale simile ritiene che due genitori sono meglio di uno.
In merito al divorzio: almeno due terzi degli intervistati affermano che sia un passo positivo verso una nuova vita.
Opinioni contrastanti invece sui possibili genitori omosessuali: poco più di un terzo ritiene che una coppia lesbica possa crescere bene un figlio, e poco meno della stessa percentuale afferma che due gay potrebbero essere dei buoni genitori.
«Le coppie eterosessuali sposate non sono più al centro della norma sociale. Ma i bambini - ha spiegato il co-autore dello studio, Simon Duncan - sembrano mantenere una posizione particolare nei comportamenti delle persone nella vita di famiglia. Quando entrano in gioco le sistemazioni familiari alternative sono meno accettate».

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Un premio alle idee che cambiano il mondo.

PerspectaRAD - Actuality; foto: Christopher Harting
(Panorama) E’ un riconoscimento all’innovazione che fa del bene. Il Saatchi & Saatchi Award for Worldchanging Ideas premia chi presenta un’idea che ha in sé il potenziale per “cambiare il mondo”. La dicitura un po’ altisonante non inganni, perché se si va a spulciare tra i finalisti di questa edizione 2007/2008, il cui vincitore verrà proclamato il 21 febbraio, si trovano parecchie invenzioni che con la loro genialità di certo potranno aiutare molte persone.

L’edizione precedente è stata vinta da due studenti del Royal College of Art di Londra, premiati per il Concrete Canvas, un rifugio quasi istantaneo portatile, estremamente facile da recapitare e montare nelle zone colpite da disastri.
In questa quinta edizione a contendersi il titolo e il premio di 100.000 dollari messo in palio dalla Saatchi & Saatchi sono 10 progetti provenienti da ogni parte del mondo, molti dall’America.
Dalla Nuova Zelanda arriva Acuset IV Controller, sistema per l’infusione endovenosa facile da usare, economico e perciò adattissimo a essere usato nei paesi in via di sviluppo. La Gran Bretagna contribuisce con Crossbreed Callapsible Wheel, una ruota con cerchione comprimibile che potrebbe rendere bici e soprattutto carrozzelle per disabili pieghevoli e quindi riducibili per il trasporto a dimensioni assai contenute. Un filtro per rendere l’acqua potabile arriva dalla Svizzera, e dal Sud Africa proviene il progetto dei libri parlanti che contengono registrazioni in varie lingue locali africane per fornire informazioni su prevenzione e cura di malattie come l’Aids, la tubercolosi, la malaria.
Il Wadsworth Brain-Computer Interface è una delle idee che arrivano dagli Stati Uniti (tra le altre c’è anche il One Laptop per Child, il computer portatile da 100 dollari): si tratta di un’interfaccia che consente alle persone completamente paralizzate di comunicare e controllare l’ambiente con i soli segnali del cervello.
E sul fronte della medicina pura c’è il display in tre dimensioni per il trattamento del cancro: utilizza lenti e software speciali che, a partire da scansioni standard, proiettano immagini mobili in 3D – simili ad ologrammi - dell’anatomia del paziente e della localizzazione del cancro. Una visione a tutto tondo che permette alla squadra di oncologia di pianificare un trattamento con radiazioni più accurato ed efficiente. Bob Isherwood, direttore creativo dell’agenzia di comunicazione internazionale che bandisce il premio ha dichiarato: “L’ingegnosità, il talento e l’impegno dei nostri finalisti è evidente. Qui ci sono grandi risposte a grandi domande, e tutte hanno il potenziale per cambiare il mondo”.

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E' morto Heath Ledger. Interprete di "Brockeback Mountain".

L'attore Heath Ledger è stato ritrovato morto in una delle sue residenze newyorchesi dalla sua governante.

L'indimenticato coprotagonista maschile di "Brockeback Mountain", simpatico ed eccentrico (ricordiamo tutti la "mise" con cui si presentò durante la premiazione della scorsa Mostra cinematografica di Venezia), lascia una figlia di due anni avuta da Michelle Williams da cui si ò separato nel settembre del 2007.

La polizia non crede che sia stato vittima di un crimine in quanto non sono state trovate tracce di violenza sul suo corpo così non crede in un suicidio. Sono state trovate pastiglie accanto al suo corpo. Si sospetta un'overdose. All'arrivo dell'autoambulanza, i paramedici hanno trovato Ledger in completo arresto cardiaco. Attualmente il ventottenne attore australiano era in attesa della prossima uscita del film "Batman" in cui interpreta il ruolo di Joker.

L'annuncio della Tv americana
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(Ansa) Shock nel mondo del cinema: Heath Ledger, uno dei più promettenti attori della nuova generazione e la star de 'I segreti di Brokeback Mountain', è stato trovato morto a New York nell'appartamento dell'attrice Mary Kate Olsen. La polizia sta indagando sulla possibilità di una overdose. Ledger, che aveva 28 anni, avrebbe dovuto tornare sul set per 'The Dark Night', un sequel alla serie di Batman. Aveva recitato anche in 'Monster ball', 'A Knight's Talé e 'The Patriot'.

Il suo utimo ruolo, di cui non era orgoglioso, era stato in 'I'm not There' di Todd Haynes in cui è uno di pool di attori tra cui Cate Blanchett e Richard Gere che interpretano personaggi ispirati a Bob Dylan. Heath Ledger stato trovato morto nell'appartamento di Broome Street a Soho dalla massaggiatrice che era era venuta a trovarlo per un appuntamento. La donna era stata fatta entrare da una cameriera che a sua volta aveva bussato alla porta della camera da letto del giovane attore. Ledger era steso sul letto, nudo e privo di sensi. Le due donne hanno immediatamente chiamato la polizia. Gli agenti non sospettano azioni criminali ma hanno detto di avere trovato pasticche vicine al corpo del giovane.

"Stiamo indagando sulla possibilità di una overdose", ha detto il portavoce della polizia Paul Browne. Mary Kate Olsen, che ha 21 anni ed è famosa come metà di una coppia di due ex bambine prodigio della tv, si trovava in California. Non è chiaro perché Ledger si trovasse in casa sua. Heath Ledger era nato a Perth in Australia e doveva il suo nome, Heathcliffe, al personaggio del romanzo di Emily Bronte Cime Tempestose, amato da sua madre. Il suo ruolo più celebre era stato nel 2005, in 'I segreti di Brokeback Mountain', il film tratto da un racconto di Annie Proulx su due cowboy che si innamorano a dispetto delle convenzioni sociali. Per questa parte Ledger era stato paragonato dai critici a Marlon Brando e Sean Penn ed era stato candidato all'Oscar.

"Magicamente e misteriosamente Ledger sparisce sotto la pelle del suo personaggio", aveva scritto Stephen Holden del New York Times. Sul set de 'I segreti di Brokeback Mountain' Heath Ledger aveva incontrato la sua co-star Michelle Williams e si era innamorato. La love story dei due attori si era svolta sotto i flash dei paparazzi e la coppia aveva avuto una bambina, Matilda Rose, che oggi ha due anni. Heath e Michelle si erano trasferiti a Brooklyn, ma da un anno si erano separati.

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