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sabato 26 gennaio 2008

Polemica con il Consiglio comunale. 27 gennaio: Giornata “senza” Memoria per Arcigay Napoli.

(Napoligaypress) Domani ricorre la Giornata della Memoria, in cui si commemorano le vittime dell’olocausto. Una giornata istituita dal Parlamento Italiano nel 2000 che la comunità GLBT italiana ha subito inserito nel proprio calendario di eventi. Tra le numerose vittime di campi di concentramento nel corso della Seconda Guerra Mondiale, infatti, figurano anche numerose persone omosessuali, “marchiate” da un triangolo rosa.

Il 13 febbraio scorso il Consiglio Comunale di Napoli, a seguito delle manifestazioni della Giornata della Memoria, approvava all’unanimità l’ordine del giorno in cui si impegnava a realizzare a Napoli un monumento in memoria di tutte le vittime dell’olocausto e dei crimini d’odio. E inoltre si impegnava a costituire un tavolo a cui sedessero e si confronassero le associazioni rappresentanti delle comunità vittime dell’olocausto.

“Ci aspettavamo per questo importante appuntamento in calendario quest’anno che il sindaco o l’assessore competente, alle quali nel frattempo non è mancato stimolo, avessero già dato seguito alle istanze dei cittadini. Ma così non è stato”

afferma con forza Salvatore Simioli, presidente di Arcigay Napoli, associazione che si fece promotrice della petizione popolare che permise l’approvazione dell’OdG.

A tutt’oggi, infatti, si registra la mancata attuazione della delibera e la mancata istituzione della commissione tra le comunità cittadine maggiormente rappresentative delle vittime oltre che l’assenza totale dell’amministrazione sui temi della Giornata della Memoria.

“Come associazione di cittadini - continua il presidente di Arcigay Napoli - non possiamo sempre essere supplenti all’inazione di una classe politica capace di celebrare la Giornata della Memoria durante retoriche cerimonie mediatiche come quelle approntate per i prossimi giorni in città. Mentre la giornata che ricorda l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz deve essere momento di dibattito vivo, utile all’impostazione della cosa pubblica e del rapporto con i cittadini”.

Per Arcigay Napoli sarà, quindi, il 27 gennaio 2008 sarà una giornata “senza” memoria

“Pare - conclude Simioli - che gli amministratori siano pronti a rispondere solo alle vibrate proteste e non alla civili proposte, e la Giornata della Memoria 2008 a Napoli si riduce ad una vuota celebrazione retorica”

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Bellezze. Casiraghi- Sarkozy i fratelli gemelli.

(Gossipblog) In Francia e dintorni (MonteCarlo), se non hai un caschetto biondo da bello e dannato, non conti nulla. Questo è il look scelto dai due fratelli Sarkozy e dai due fratelli Casiraghi; stessi capelli biondi, lunghi e ribelli che sembrano dire: “ehy baby io posso quel che voglio”.

Avremo modo di conoscere meglio i fratelli Sarkozy. Mentre i Casiraghi li conosciamo ormai da anni e, sinceramente, li trovo fuori moda. In fondo, non ne possiamo più dei loro colpi di testa, del loro essere perennemente in vacanza tutti insieme con fidanzate capellute, dei loro parei che regolarmente si aprono mostrandoci tutte le loro “risorse nascoste”.

Dei loro cappelli Borsalino, della loro camicia perennemente aperta anche con i -10 gradi di Sant Moritz, della loro sigaretta fissa in bocca ,della loro birra in mano che finisce sempre in testa al paparazzo di turno e, soprattutto, dei loro ray-ban tartarugati. Basta!

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Rivoluzione di palinsesto: Amici torna alla domenica sera.

(Tvblog) Con la televisione di questi tempi non si può mai star tranquilli. Si decide un palinsesto che sulla carta sembra essere fortissimo; basta qualche risultato negativo e…voilà… tutto rivoluzionato. E’ il caso del serale di Amici che era programmato al mercoledì sera dal 6 febbraio e invece incomincerà il 3 e andrà in onda già dalle 20:40. Annullato Passaparola, tornerà nella fascia preserale Chi vuol essere Milionario. Questa è la mia Terra Vent’anni dopo si sposta al mercoledì.

I cambiamenti inizieranno già da mercoledì prossimo, infatti viene soppresso il meglio di Anplagghed per far posto alla terza puntata di Questa è la mia terra Vent’anni dopo con Roberto Farnesi e Kasia Smutniak, in onda per l’ultima volta di domenica, il 27 gennaio.

Riguardo Amici, domani sabato 26 gennaio verranno annunciate da Maria De Filippi in diretta le squadre che parteciperanno al serale dal 3 febbraio. Come lo scorso anno, i finalisti saranno divisi in due formazioni, Bianca e Blu, e si sfideranno tra loro fino alla proclamazione del vincitore che avverrà, salvo allunghi successivi, dopo 9 settimane.

Amici apre la fase finale dopo quattro mesi in cui al sabato ha letteralmente spopolato: una media tra il 30 e il 35% di share ne ha decretato il successo incontrastato nonostante la messa in onda da parte della Rai di nuovi programmi che avrebbero dovuto dare fastidio: trattasi di Effetto Sabato e Scalo 76, inesorabilmente battuti.

Nonostante ascolti non esaltanti, per il momento R.I.S. 4 Delitti Imperfetti restano al giovedì: viene da chiedersi, per quanto? Per quanto riguarda il Bagaglino con Gabbia di Matti al sabato, per il momento restano confermate la puntate del 2 e del 9 febbraio. Ma in realtà si attende come saranno gli ascolti del programma di Pingitore nella puntata del 26 gennaio; se fossero ancora negativi, verrebbe cancellato dal 9 e sarebbero programmati degli speciali del Guinness dei Primati fino a marzo. Se ciò fosse vero a noi non potrebbe che fare estremamente piacere, visto che solo due settimane fa ci eravamo chiesti se non fosse il caso di creare delle puntate seriali o annuali.

Tutti questi cambiamenti erano nell’aria, dato che Massimo Donelli non si è presentato alla conferenza stampa de La sai l’ultima? poichè trattenuto a causa di una riunione urgente di palinsesto convocata dai vertici dell’azienda.

A questo punto è lecito porsi alcune domande: che fine farà Dr. House che avrebbe dovuto formare la domenica innovativa di Canale 5 insieme al Senso della Vita come ci aveva accennato sabato scorso lo stesso Donelli? E soprattutto, a che ora andrà il talk di Paolo Bonolis? Citando un noto refrain, lo scopriremo solo vivendo…

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Convegno a Brescia su Chiese cristiane e omosessualità.

"Chiese cristiane e omosessualità: tra rifiuto e comunione di differenze" questo è il tema dell'interessante convegno che avrà luogo domenica 27 gennaio alle ore 16,30 presso la sede del comitato provinciale Arcigay "orlando" di Brescia (vicolo Paitone 42) organizzato dal gruppo VARCO (Valorizzazione e Riconoscimento della Comunità Omosessuale) e "Il mosaico", gruppo di omosessuali cattolici di Brescia.

Una iniziativa che nasce alla luce del recente Sinodo straordinario delle Chiese evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi che ha approvato una dichiarazione su fede ed omosessualità che, pur con inevitabili limiti, rappresenta un importante punto di avvio per ulteriori sviluppi teologici e culturali nell'accoglienza dei credenti omosessuali in queste chiese.

Per maggiori informazioni clicca qui

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Sondaggi: Le prime intenzioni di voto del dopo Prodi. In testa Berlusconi. Ma non si conteggiano gli eventuali astenuti. Arriveranno al 40%?

Intenzioni di voto - 21/22 gennaio 2008 - la tavola.


(Luigi Crespi - Ekma via Clandestinoweb) C'è il Partito della Libertà di Berlusconi, il Pd, la Destra di Storace, oltre alle varie Cose bianche, rosse, verdi, gialle e questo non potrà far altro che incidere sulle scelte dell'elettorato. Ma sono cambiati anche i rapporti tra le forze politiche: le polemiche violentissime tra Fini, Casini e Berlusconi non si può immaginare che non lascino traccia nella memoria degli elettori, come ancor più devastante ovviamente, è stata l'esperienza dell'Unione dove è improbabile che si potrà trovare ancora nella stessa coalizione Diliberto con Di Pietro o Dini.
Quindi abbiamo sottoposto al nostro campione non il solito schema, ma uno più attuale
, magari con qualche forzatura o interpretazione che aggiusteremo nel tempo, quando il quadro dell'offerta politica si chiarirà. Nessuno però faccia l'errore di guardare alle prossime elezioni politiche sia se ci saranno a marzo o a giugno, sia se si terranno con questa o qualsiasi altra legge elettorale con i parametri del passato. Nulla secondo me può essere dato per scontato ed al di là dei sondaggi, strumento di riflessione e valutazione dei cittadini nel momento in cui vengono proposti, io so che veramente in questa occasione potremmo trovarci di fronte a risultati clamorosi.
Ma veniamo ai dati del sondaggio:
la Cosa di Berlusconi raccoglie il 49,3% dei consensi ed è formata da Forza Italia/PdL al 28,0%, Alleanza Nazionale al 10,0%, Lega Nord al 7,0%, La Destra di Storace al 3,3% e con un 1,0% degli altri partiti della coalizione e di coloro che hanno dichiarato di votare per la coalizione ma non hanno deciso il partito. La Cosa Bianca ha l'11% dei consensi e aggrega l'UDC al 3,0%, l'Italia dei Valori di Di Pietro al 3,8% e coloro che hanno dichiarato di votare per la Cosa Bianca ma non hanno deciso il partito, pari al 4,2%. Il Partito Democratico ha il 26,4%. La Cosa Rossa all'8% comprende Rifondazione Comunista al 3,0%, i Verdi all'1,2%, i Comunisti Italiani all'1,0%, la Sinistra Democratica allo 0,7% e coloro che hanno dichiarato di votare per la Cosa Rossa ma non hanno deciso il partito, pari al 2,1%. Gli altri partiti: i Radicali all'1,8%, il Partito Socialista al 2,5% e l'Udeur allo 0,5%, gli altri partiti allo 0,5%. Gli indecisi sono il 40,0%.I dati dei partiti vengono elaborati al netto degli indecisi che pertanto non devono essere sommati).

Dalla mera esposizione dei dati ci si rende conto di una certa dinamizzazione dei dati,
ma come ben sappiamo le campagne elettorali sono in grado di controvertire i risultati, dobbiamo fare tesoro dell'esperienza che ha visto Berlusconi recuperare in campagna elettorale dieci punti in meno di due mesi, a riprova che servono per convincere gli elettori. Ma questa avrà tre protagonisti: da una parte Berlusconi che almeno in campagna elettorale ha dimostrato di essere sempre il più bravo, dall'altra c'è Veltroni, l'americano, che ha gettato tutte le premesse necessarie per impostare una campagna tutta sul rinnovamento e la novità, insomma cercherà di incarnare il modello Obama, ci riuscirà? Sara credibile? Convincente? L'altro protagonista sarà l'in-politica, difficilmente interpretabile da Veltroni e Berlusconi, e dove lo stesso Di Pietro dopo due anni di governo non è totalmente credibile. Sono quindi curioso di vedere cosa farà Beppe Grillo, come interpreterà questa campagna elettorale: sostenendo qualche candidato? Si limiterà a partecipare con le sue liste alle amministrative? O sarà un protagonista? E' chiaro che Grillo non è più un comico, ha attaccato l'establishment politico a testa bassa e se la sua denuncia non si trasformerà in qualche modo, in qualche forma in un'offerta politica sarà derubricato come uno dei tanti abbaiatori alla luna che di tanto in tanto appaiono sul proscenio italiano.

E' evidente che la mera osservazione dei sondaggi
in questo momento dia la peggiore delle rappresentazioni ai partiti che appartenevano all'Unione e che il sondaggio fatto nelle ore precedenti alla rovinosa caduta del Governo consegna una rappresentazione che peggiore non può essere, ma qualcuno ci insegna che al peggio non c'è limite, quindi nelle prossime settimane con un'attenta osservazione dei trend e uno scenario politico più certo capiremo dove sta andando il nostro Paese.
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(*) I dati dei partiti vengono elaborati al netto degli indecisi che quindi non devono essere sommati al totale degli stessi.

Fonte: Ekma | Data: 21 e 22 Gennaio 2008

Metodologia: Sondaggio telefonico con metodologia C.A.T.I. su un campione di 1.000 interviste ad individui dai 18 anni in su rappresentativo nazionale per sesso, età ed area geografica.

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Firenze. Durante un corteo contro la guerra pezzi di carne lanciati contro consolato Usa.

(Adnkronos) - Lancio di pezzi di carne questa mattina davanti al consolato americano di Firenze durante una manifestazione indetta nell'ambito della giornata mondiale contro la guerra. Ad aprire il corteo uno striscione rosso con la scritta "I tribunali non fermeranno le nostre lotte. Solidarieta' agli imputati del 13/5/'99". Il riferimento e' al processo la cui sentenza e' attesa per lunedi' a Firenze: tredici persone sono imputate di danneggiamento e resistenza aggravata durante una manifestazione di fronte al consolato Usa durante la guerra in Kosovo organizzata nel capoluogo di Firenze il 13 maggio 1999. Secondo gli organizzatori oggi a sfilare erano in duemila, per la questura meno di mille.

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Goliardi & futuristi: siamo un paese di Cecchini.

dipingere con i colori della Roma il duomo di Milano
(Pietrangelo Buttafuoco - Panorama) Trinità dei Monti bagnata di palline. “Come nella pubblicità della Sony” puntualizza Laura Ravetto, parlamentare di Forza Italia ma pur sempre avvocato d’affari e perciò demoplutocrate: “Come nello spot della pioggia di palline su San Francisco. Il Cecchini poteva farsi pagare dallo sponsor, no?”.

Trinità dei Monti invasa di palline fino a riempire la Barcaccia. Ma in principio fu Fontana di Trevi rossovestita. La Roma delle cartoline è diventata una tabula rasa da riempire con performance artistiche estemporanee e Graziano Cecchini, il futurista pedinato dalla forza pubblica (il futurpallista, il guastatore che ha restituito l’Urbe al mondo aggiornata come neppure Maurizio Cattelan saprebbe fare), ne è diventato il profeta indiscusso. E senza guadagnarci un soldo. A dispetto dei mercanti d’arte contemporanea e degli sponsor.
Palline a disposizione dei pallinari, dunque. Duccio Trombadori, aristocratico romano, poeta, artista, si definisce pallinaro, sottoscrive il gesto plateale di Cecchini, così come Paolo Liguori, direttore del TgCom, ma soprattutto artefice nell’anno 1967+1, quando faceva parte del gruppo situazionista Gli uccelli, di una strepitosa orchestrazione alla facoltà di architettura a Roma: fece srotolare 500 metri quadrati di moquette rossa per portarvi 200 pecore a brucare, “Un gregge di pecore dedite al pascolo tra i saperi”. E Liguori ha in mente una performance da fare subito: “Un picnic nei giardini del Qurinale con gli amici miei e i cannoli di Totò Cuffaro”.
L’arte e la beffa, dunque. E la beffa nell’arte. Pierluigi Battista, vicedirettore del Corriere della sera, coinvolto in questo gioco dei propositi estemporanei, vorrebbe radunare e mobilitare un gruppo di “amici miei” armati di funi e “ripetere lo scherzo della Torre di Pisa che cade”. Oppure fabbricare altri falsi Modì, quelli della beffa delle sculture fatte trovare in un canale a Livorno e poi certificate come autentiche da Giulio Carlo Argan in persona.
La beffa, le palle e la sfera, allora. “Dopo il rosso, dopo quelle multicolori” dice Anna Scavezzon, veneziana, imprenditrice del restauro dei beni culturali, “userei il bianco totale. Una gigantesca sfera in materiale plastico morbido, leggero e sufficientemente deformabile da far circolare per le vie del centro”.
Una beffa da contagio situazionista se anche un compassato signore degli affari, Francesco Bellavista Caltagirone, presidente di gruppo Acqua Marcia, si lascia catturare: “Quando ho appreso dell’iniziativa futurista sulla scalinata di Trinità dei Monti, ho pensato che per me, da romanista, una vera goliardata sarebbe colorare il Duomo di Milano di giallorosso”.
Il contesto è filosofico se un illustre maestro del pensiero qual è Giulio Giorello (accompagnato da un codazzo di puri folli come Gianluca Nicoletti) non resiste alla chiamata del pittore e sommo artista Filippo Martinez e arriva puntuale ogni anno al raduno degli Zorro a Oristano. Loro sono quelli dell’Accademia perduta del Giudicato d’Arborea, magnifici custodi della fantasia, e ci vuole immaginazione e capriccio a voler vestire di nuovo tutt’Italia. Bellezze naturali comprese.
Alessandro Ortenzi, storico del Futurismo, in vista dell’anno che verrà, il 20 febbraio esattamente, centenario della pubblicazione del Manifesto futurista su Le Figaro, propone di “cannoneggiare le piste di Cortina con neve artificiale verde per trasformare così la perla delle Dolomiti in una primavera di prati verdeggianti”. E sempre neve propone Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera dei deputati che, futurista per ascendenze culturali, la butta così: “Diffido Cecchini dal copiarmi l’idea, farò piovere neve tricolore sull’Altare della patria”.
E sempre neve ci fu in principio. Umberto Scapagnini, sindaco di Catania, nel trionfo del barocco di pietra lavica etneo, fece bianca tutta la salita di S. Giuliano e vi fece una discesa in perfetta tenuta da sciatore. Convocato nel gioco, Scapagnini propone oggi questa provocazione: “Un ologramma di San Sebastiano trafitto anziché dalle frecce dai sacchi di monnezza, un ologramma da far levitare nei cieli di Napoli”.
La provocazione urge d’attualità. “Nel nuovo centro commerciale di Renzo Piano fatto a forma di Vesuvio sotto il Vesuvio caricare tutta la monnezza di Napoli” così dice Manuel Orazi, storico dell’architettura, redattore della scicchissima editrice Quodlibet, inutilmente scongiurato a trovarne un’altra di pensata rischiando come rischia di vedersela brutta nel futuro con un Piano addosso.
Sempre immondizia è quella evocata dallo scrittore Massimiliano Parente, da depositare dentro i confini dello stato vaticano (là dove i futuristi, però, lasciavano piovere rose profumatissime). Ma provocazione è provocazione e Roberta Torre, regista, vorrebbe “svelare i piselli occultati delle statue virili al Foro Italico. Servirebbe a far da prosecuzione ideale con la sfilata delle ragazze che battono sulla Salaria”. E provocazione è, insomma, denuncia.
“I futuristi non facevano boutade” avvisa severa Beatrice Buscaroli, curatrice a Bologna della mostra sull’Aeropittura: “Ogni volta che si evoca Filippo Tommaso Marinetti, per un delitto d’ignoranza unito alla malafede, s’aggiunge un’idea di buontempone che però non esiste, amava la lingua italiana, lui, e l’unico scherzo da fare adesso sarebbe quello di stampare sulla Gazzetta ufficiale la proibizione dell’uso di locuzioni guaste tipo, “assolutamente sì”, “quant’altro” e “silenzio assordante””.
Anche i libri possono diventare materiale esplosivo, ci fa un pensiero il giornalista Antonio Socci immaginando i lampadari “dell’Università La Sapienza coi libri del cardinal Bellarmini appesi, pronti a scivolare in testa ai professori che non hanno voluto ricevere il Papa al grido di “e pur si muove!””.
Ma tra palle e colori in libertà, forse paga pegno la furberia dell’arte messa a mercato. Umberto Croppi, direttore generale di Valore Italia, la società di Stato che protegge il made in Italy, l’aveva pensata proprio bene: “Quando Cattelan impiccò i fantocci dei bambini a Milano, con un mio amico realizzammo un manichino iperrealista di Cattelan da impiccare altrettanto platealmente ma per rivenderlo allo stesso Cattelan”.
Roberto Floreani, un altro artista, assai pratico di futurismi, giusto in tema di denari ha ribattezzato Cecchini “Futurgraziano”: “Ha lasciato la libertà anche al vigile di fotografare la cascata colorata da Trinità dei Monti e a tutti di vendere su internet le palline recuperate per terra, uno scherzetto da 20 mila euro nelle mani di tutti”. Viva Futurgraziano, “ha sconfitto la supponenza dell’arte contemporanea e l’usura dei mercanti: 500 mila (palline) a zero”.

LE GALLERY: (1) (2) - Il FORUM

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Lopez, Marchesini e Solenghi: Il ritorno. «Ancora insieme con gioia: Siamo storia della tv.

In Rai dopo 18 anni per «raccontare» le loro gag più famose: «E' il risveglio da un letargo». Un regalo ai ragazzi, ci guardano su Internet».

(Emilia Costantini - Il Corriere della Sera) Alla fine il Trio si è riunito. L'ultima volta che Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi sono stati visti insieme in tv risale al 1990, con la parodia dei «Promessi sposi». In teatro, invece, il sodalizio è durato fino al '93, con la lunga e trionfale tournée di «In principio era il Trio». Poi i tre attori si erano lasciati e avevano intrapreso percorsi artistici diversi. Tante volte si è ipotizzato, invocato un loro ritorno, ma stavolta è vero: tre serate speciali, 8, 15 e 22 marzo su Raiuno, tutte per loro, di nuovo insieme appassionatamente. Un atteso evento, fortissimamente voluto dal direttore della rete ammiraglia Fabrizio Del Noce e prodotto dalla Ballandi entertainment, con la supervisione ai testi di Giampiero Solari.
Spiega Solenghi: «È un'occasione particolare. Il Trio quest'anno compie 25 anni, le nozze d'argento: abbiamo pensato a una vera e propria festa ». Conferma Lopez: «Siamo nati alla radio nel 1983 con "Hellzapoppin Radiodue", lo stesso successo, allora, che adesso riscuote Fiorello».

E la Marchesini: «Come un gruppo musicale che dopo essersi sciolto torna a fare un concerto insieme. Ma con ciò non significa che d'ora in poi rifaremo compagnia stabile: è solo una parentesi».
Lo spunto per ricongiungersi è stato il ritrovamento, nelle teche Rai, di un materiale prezioso: la partecipazione del terzetto alla «Domenica in» del 1985, condotta da Elisabetta Gardini e Mino Damato. Osserva Tullio: «Un autentico ritrovamento archeologico e, siccome l'età senile, parlo per me, c'è tutta, ci ha fatto piacere rivederci com'eravamo. Quell'edizione di "Domenica in" fu per noi una vera palestra ». Aggiunge Massimo: «Alcuni di questi pezzi sono perfino inediti, mai andati in onda. E visto che molti giovani, che all'epoca non erano nati, ci seguono oggi su Internet, ci siamo detti: questa è l'occasione buona per ricomparire».

E a proposito dei giovani, Anna, che insegna all'Accademia d'Arte Drammatica, racconta divertita: «Quando qualche mio allievo ventenne ha saputo del nostro progetto, ha urlato "ma davvero ritornate? Lo devo dì a mio padre… a mia madre! Saranno contentissimi!"».

L'idea delle tre serate, infatti, ruota proprio intorno ai «reperti archeologici »: i tre protagonisti, commentando il materiale di allora, ripercorreranno la loro carriera, i successi, i dietro le quinte di un quarto di secolo trascorso sotto i riflettori. Riprende Tullio: «Questa è la novità: per la prima volta, noi dal vivo, non ci travestiamo, non interpretiamo altri personaggi, siamo solo noi stessi, giocando anche su come siamo diventati, su qualche ruga o capello bianco». Avverte Massimo: «È il Trio che racconta se stesso. Una volta, mentre riscrivevamo a modo nostro i "Promessi sposi", ci addormentammo esausti al termine di una nottata: abbiamo fatto più fatica di Manzoni!».

Un Trio che rifarebbe anche la fatidica scenetta sull'Iran di Khomeini, che scatenò proteste dal mondo islamico? Risponde Anna: «Ci sarà anche una fugace citazione di quello sketch: era innocente e ingenuo, non irrispettoso».
Impegnati attualmente tutti e tre in palcoscenico, il primissimo approccio è avvenuto l'inverno scorso a una prima teatrale. Racconta Massimo: «Tullio ed io eravamo andati a vedere uno spettacolo di Anna». Continua Tullio: «Dopo teatro, siamo andati a cena ed è subito scattato il discorso affettivo: tre amici, tre fratelli ».

E dopo tanti anni da artisti «single », ora è grande l'emozione di ritrovarsi intorno a un progetto comune. Ammettono all'unisono: «Ci siamo annusati ed è ripartita immediatamente la sintonia di un tempo, la complicità, come il risveglio da un letargo ».

Ma perché, nonostante l'amicizia e i successi, il Trio si era sciolto? Risponde Tullio: «Il primo a sentire la necessità di andare per conto suo, fu Massimo. Avvertiva un clima ormai claustrofobico e non aveva tutti i torti ». Concorda Massimo: «L'entusiasmo, via via, veniva a mancare, cominciava a subentrare il business». C'è il rischio di un'operazione nostalgia? Riflette Massimo: «È talmente tanta la gioia di mostrarci nuovamente insieme, che il rischio è calcolato». Dice Anna: «Abbiamo ancora tanta voglia di giocare». Conclude Tullio: «Il dubbio sulla "minestra riscaldata" me lo sono posto, ma sarebbe un peccato non tentare questa nuova avventura. C'è chi fa la tv e chi la storia della tv: noi, immodestamente, rientriamo nella seconda categoria».
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Il presidente della Regione Sicilia Cuffaro si dimette.

(Rainews 24) "Francamente preferisco la via dell'umilta'. Lo faccio per non tradire quegli ideali ai quali sono stato educato, lo faccio per la mia famiglia e lo faccio come ultimo atto di rispetto verso i siciliani, che in questi anni ho servito con dedizione, semplicita' e con quella onesta' che sono certo mi verra' completamente riconosciuta". Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha motivato cosi', nel suo discorso in aula, la decisione di dimettersi.

"Fino a quando non ci sara' una sentenza definitiva - ha spiegato - ci sara' una verita' processuale e una verita' sostanziale. Con la mia decisione rispettero' la prima, in coerenza con il comportamento che ho tenuto in questi anni nei confronti della magistratura e delle istituzioni, ma con determinazione - ha concluso il Governatore - mi battero', in tutte le sedi, per l'affermazione della verita' sostanziale, a difesa della mia vita pubblica e privata".

"Ho vissuto anni di intensa sofferenza confortato, oltre che dall'affetto di tanti siciliani, dalla cristiana consapevolezza che nella vita di un uomo essa non e' mai vana". Lo ha detto il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, proseguendo il suo discorso in aula. "Mi ha confortato - ha aggiunto - il riconoscimento, anche da parte del giudice, di quanto nel mio cuore era stato sempre certo: ossia l'assoluta estraneita' del mio agire e del mio sentire, pubblico e privato, alle finalita' di un'organizzazione come la mafia".

"Ma tale sollievo - osserva il Governatore - non mi ha mai sottratto a quell'intensa riflessione che oggi mi vede nuovamente di fronte a voi per comunicarvi le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente della Regione". Cuffaro spiega infine: "gia' al momento della sentenza sentivo dentro di me il dovere di compiere questo passo, ma ho deciso di attendere sino all'approvazione del Bilancio e della Legge Finanziaria, per senso di responsabilita' verso una terra che continuero' ad amare e che in questi anni ho servito fedelmente, consegnando ad essa tutto il mio tempo e le mie energie".

Ad anticipare le dimissioni di Salvatore Cuffaro era stato suo fratello Silvio, che lo aveva accompagnato questa mattina all'Assemblea regionale siciliana. "Si dimettera', ce lo ha detto. Non poteva fare altrimenti, questo accanimento giudiziario, ma anche politico non poteva andare avanti", aveva detto Silvio Cuffaro, che aveva aggiunto: "Lo accoglieremo in famiglia per dargli la serenita' che merita. Ora si' che vale la pena di fare festa con i cannoli".

"Oggi - aveva aggiunto Silvio Cuffaro - sarebbe stato davvero il caso di festeggiare con i cannoli. Mio fratello e' molto sereno, adesso potra' occuparsi della sua famiglia".

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Carnevale, tutti a Venezia per provare straordinarie Sensation.

carnevale di Venezia
(Panorama) Il carnevale è iniziato. Fino al 5 febbraio in tutta Italia si rincorreranno feste in piazza, sfilate, cortei e grasse abbuffate rigorosamente in maschera. E se si parla di Carnevale, non si può non guardare alla mitica Venezia, che ha il consueto problema di trovare qualcosa di più grandioso e sfavillante ogni anno. Il titolo 2008 è “Sensation” , perché sarà una festa da sentire, vedere, gustare, toccare, immaginare. E a detta degli organizzatori sarà un Sior Carnevale. I veneziani sono già pronti alla consueta invasione di turisti, si difenderanno come sempre nascondendosi nei loro palazzi, dove le frotte di stranieri che si accalcano tra calli e ponticelli, non sanno che si svolgono feste da favola. Tutte rigorosamente in maschera e a pagamento.

Il carnevale veneziano nasconde le sue meraviglie nel cuore delle antiche sale da ballo, che in questi 12 giorni tornano starluccicanti per la festa. All’Hotel Lina Baglioni si terrà la consueta Grande Opera di Apertura, con cena e musica rigorosamente in costume (d’epoca o maschera e mantello) per “soli” 180 euro. Tra cene in gondola, assaggi di cioccolata, frittelle e galani, arriviamo a giovedì 31 con la Passion Rouge all’Hotel Bauer e il Ballo Tiepolo al Palazzo Pisani Moretto. Concerti, cene e vanitosi sfoggi di costumi antichi s’intensificheranno negli ultimi giorni con La favola di una notte, il Ballo del Re Sole, il Ballo di Casanova, il Sogno di Carnevale e il famosissimo Cavalchina.
L’evento più ambito è il Ballo del Re Sole che si tiene a palazzo Pisani Moretta ed è forse l’evento artistico e mondano più noto del Carnevale veneziano: è la notte in cui ricercare il bello, il gusto, la raffinatezza, lo splendore, una notte in cui tutto è possibile. La Cavalchina, invece, si tiene al Teatro La Fenice, che per una notte si trasforma in una sala da ballo, dove tutto può accadere, dove tutto è una continua sorpresa. I prezzi per ognuna di queste feste variano dai 100 ai 500 euro, ai quali va aggiunto poi il costo del vestito. Insomma, Carnevale è costoso, ma chi ha partecipato a queste serate garantisce che l’esperienza è unica e vale la spesa.

Proprio per questo, ogni anno sbarcano a Venezia personaggi da tutto il mondo e da tutti i mondi: attori, cantanti, politici… Anche loro, è ovvio, rigorosamente in costume. Quest’anno il vip più atteso è George Clooney, ma ci saranno anche principesse, principi e Ornella Muti come madrina di una manifestazione che cerca di stare al passo coi tempi mescolando tradizione e innovazione abilmente incastonate fra loro.

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Il giorno della memoria: perché non allargarlo?

(Agenzia radicale) Cos'è il genocidio? E' la eliminazione razziale, politica e culturale di un gruppo, tesa ad eliminarne la lingua, la religione, le tradizioni.Il Dizionario di Politica dell'Utet (1983) a pagina 465 offre una definizione più ampia e precisa, riportando l'articolo 2 della Convenzione delle Nazioni Unite, approvata il 9 dicembre 1948 dall'Assemblea generale.

I casi di genocidio sono:

  1. uccisione di membri del gruppo;
  2. attentato grave all'integrità fisica o mentale dei membri del gruppo;
  3. sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
  4. misure tendenti a impedire le nascite nell'ambito del gruppo;
  5. trasferimento forzato di fanciulli di un gruppo in un altro gruppo.

Alla luce di tali indicazioni, si possono riscontrare tantissimi genocidi nelle due variabili di spazio e tempo.

I più vicini a noi si sono verificati nella vecchia Jugoslavia con le pulizie etniche.

Oltre ai lager hitleriani ci furono i gulag staliniani, dove milioni di deportati trovarono la morte. Spesso erano intere popolazioni non gradite ai capi di turno.

Si affollano tanti e tanti momenti della nostra storia e appaiono uomini e donne atterriti, ragazzi che piangono, implorano.

Culture calpestate senza alcun motivo o per biechi interessi.

Sono interi popoli, continenti che dovrebbero alzare la loro voce e farsi ricordare.

Allora in questa ottica il giorno della memoria dovrebbe essere dedicato ai genocidi di tutti i tempi.

Potrebbe essere, quel giorno, un momento di riflessione per tutto il nostro passato, troppo spesso macchiato di sangue innocente.

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Slovenia. Pornografia e chiesa cattolica: lo scandalo T2.

TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico. Niente di strano, se non che proprietaria della T-2 è la chiesa cattolica slovena.

(Osservatorio Balcani, testo e vignetta di Franco Juri ) Mentre la Slovenia, in qualità di presidente di turno dell'UE, inaugura alla grande il suo semestre ospitando a Lubiana la Commissione europea e tanti accademici europei per parlare di »Dialogo interculturale«, dietro alle quinte della composita realtà slovena e dei suoi poteri forti, quelli che in questo momento di più condizionano le scelte a lunga gittata del governo in carica, si consuma una paradossale storia di ipocrisia e „doppia morale“.

Protagonista è questa volta il vertice stesso della Chiesa cattolico-romana slovena, in particolare la Conferenza episcopale di Maribor.

Lo scandalo si chiama T-2, attualmente forse la più popolare società di servizi di telecomunicazione (TV via cavo, internet e telefonia) in Slovenia. La popolarità di T-2, che da più di due anni sta facendo incetta di utenti anche per i suoi prezzi concorrenziali e sin dal 2005 per un'offerta innovativa in internet (sistema VDSL) , è dovuta anche alle sue proposte particolarmente »liberali« dei suoi pacchetti TV.

Tra i programmi cui hanno accesso i clienti di T-2 ce ne sono vari di contenuto decisamente pornografico. Pornografia? Niente di strano, niente di particolare; un optional, messo a disposizione dei telespettatori da vari servizi di telecomunicazione. T-2 è semplicemente quello che in Slovenia offre più pornografia. E allora?

Non ci sarebbe nulla da obiettare se la triple play T-2 non fosse di proprietà della Conferenza episcopale di Maribor. Proprio così; con una quota di azioni di maggioranza assoluta che la Chiesa cattolica detiene mediante la società finanziaria Zvon Ena, fondatrice e proprietaria di T-2.

L'holding Zvon Ena, che ha importanti quote di capitale in diverse e importanti imprese slovene ( Sava Kranj, Helios, Lesnina, Hoteli Bernardin, la Banca di Celje, l'holding Inford, la Krekova družba, l'industria di zinco di Celje ecc.) è per il 52%, con azioni acquistate alla fine del 2005 per un valore di 50 milioni di euro, ma oggi notevolmente lievitate, di proprietà della società »Gospodarstvo Rast« fondata direttamente dalla Conferenza episcopale di Maribor e affidata a Mirko Krašovec, un influente uomo d'affari al servizio del vertice ecclesiastico per promuovere gli interessi economici e finanziari della potente chiesa slovena.

Prima dell' offerta di Krašovec la Zvon Ena era di proprietà della Krekova Banka, un'istituzione originariamente legata anch'essa alla chiesa cattolica di Maribor ( Krašovec ne è stato il principale ispiratore). Più tardi la Krekova Banka è stata acquistata dall'austriaca Raiffeisen Zentralbank, ma Mirko Krašovec ha mantenuto il posto di membro del comitato di controllo nella nuova Raiffeisen Krekova, gestendo con particolare destrezza gli interessi della Conferenza episcopale che rappresenta.

Dopo due anni di ottimi affari la T-2 e la Zvon Ena sono ora al centro dello scandalo forse più dolente per i vertici della chiesa slovena. L'opinione pubblica è venuta pian piano a sapere che il servizio di telecomunicazioni più popolare e »pornografico« della Slovenia è in mano alla Chiesa cattolica, quella stessa Chiesa che nel paese rimane il principale baluardo della morale cristiana e della famiglia; un baluardo che dai suoi pulpiti lancia strali e anatemi contro decadenza, immoralità e costumi lascivi. Una chiesa decisamente schierata con il conservatorismo di Papa Ratzinger.

Ostentando sorpresa – dopo che la prorietà di T-2 era ormai un segreto di Pulcinella – è corso a Maribor persino il cardinale Franc Rode, l'uomo del Papa, il primo cardinale sloveno nella storia, vicinissimo all'Opus Dei, e protagonista tempo fa di una storia di raccomandazioni a favore della società italiana di costruzioni Grassetto in un contenzioso di questa con lo stato sloveno. Il favore glielo chiese allora il cardinale Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato del Vaticano.

Rode è volato a Maribor per raccomandare ai suoi vescovi una soluzione che tolga la chiesa dal pasticcio, magari salvando capra e cavoli. Evidente l' imbarazzo dei prelati sloveni che in due anni »non si erano accorti« che il proprio servizio di telecomunicazioni offriva ai fedeli sei programmi pornografici. E Rode esige che i vescovi si tirino fuori dall'affare e ripuliscano l'immagine della chiesa immacolata. La curia prende qualche giorno di tempo e poi decide di uscire da T-2, ma cercando di salvare per vie traverse i suoi affari, magari pensando a prestanomi e società by-pass che riducano la visibilità del legame tra il vertice cattolico e i programmi pornografici della famosa »triple play«. Insomma, niente più benedizioni dirette al sesso sfrenato in TV.

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Il senatore "non gay" di An. Nino Strano: Adoro i locali gay ma non sono omosessuale...

Il senatore di An che ha dato della checca a Cusumano: io, un esteta fottuto.
"Amo dannatamente il turpiloquio e le contraddizioni. Con gli uomini mi fermo un attimo prima".

(Antonello Caporale - La Repubblica) Nino Strano è catanese, senatore di An e molto altro ancora: "Esteta fottuto, amico di travestiti, troie e gay".

E' anche amico delle male parole.
"Vorrei essere lieve e soave, vorrei vivere la politica come una passeggiata su una spiaggia della Normandia".

Invece quando entra a palazzo Madama cade in trance.
"Il turpiloquio mi afferra, mi tira per un braccio. A me poi piace il turpiloquio".

Ci ricadrà.
"Temo di non sapervi resistere".

"Checca squallida", ha detto al collega Cusumano.
"Ponevo l'accento sull'aggettivo. Denunciavo lo squallore della sua posizione".

Checca invece stava per cosa?
"Non ci azzecca niente. E ho chiesto scusa a lui".

Le serviva comunque l'epiteto per segnalare all'aula la sua presenza.
"Avevo bisogno di urlare la mia contrarietà a quel bagno d'ipocrisia in cui il collega era immerso. Cusumano non credeva a una sola delle parole che pronunciava".

Ha anche guarnito la sua faccia di lembi di mortadella espulsi dalla bocca oramai incapiente. E tracannato spumante oltre a quello versato sullamoquette.
"Tutto il cinema di Almodovar si nutre della carne viva come scena fondante della propria rappresentazione creativa. In me c'era l'idea di sviluppare anche visivamente il senso della vittoria".

Non è un po' troppo cinematografico il suo senso delle Istituzioni?
"Ho scritto a Marini, naturalmente mi scuso. E devo dire che Prodi ieri ha fatto una bella figura. Evola diceva: a una cosa si badi! A tenersi in piedi in un mondo di rovina".

Senatore: i suoi gusti sessuali sono liberi e anticonformisti. E' credente ma ama i dannati dalla Chiesa. Anche il travestimento personale, le piume.
"Travestimento no".

I maschi.
"Mi squaglio davanti a una creatura di marmo. Ma non ho avuto mai un rapporto sessuale con una persona del mio stesso genere".

Frequenta soltanto.
"Frequento con enorme piacere i locali dove ogni desiderio è possibile e praticabile. Le mie donne sono sempre con me".

Frequenta ma non consuma.
"Mi fermo un attimo prima".

Costringe ad approfondire.
"Stamane ho fatto all'amore. Terminato alle 12,15".

Ah!
"Con una donna, la mia donna. Ho avuto un figlio da un'altra".

Zeffirelli le ha dedicato un grande suo film: Storia di una capinera.
"Zeffirelli è amico di famiglia, nutro immenso affetto, è uno dei più grandi, più grandi, più grandi. Ero assessore alla cultura a Catania, dove quel film è stato girato. Ho fatto di tutto per agevolargli il lavoro".

Per riassumere: lei è un praticante della perdizione.
"Vivo dannatamente di contraddizioni".

S'è chiesto cosa ci faccia in Alleanza Nazionale?
"Bella domanda".

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Urne in vista, così il Polo farà più economia.

Dall'alto in senso orario: Gianfranco Fini, Umberto Bossi, Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini
(Mario Sechi - Panorama) Allargare la coalizione e prepararsi a vincere le elezioni, ma soprattutto la sfida del governo. È questo il programma di Silvio Berlusconi. Il leader di un centrodestra ritrovato stringe i tempi, prepara la campagna elettorale e avverte gli alleati a non «commettere più gli errori del passato».

I 5 anni trascorsi a Palazzo Chigi sono un monito per tutti i segretari dei partiti dell’ex Cdl, nel centrodestra è arrivato il momento di lavorare ai programmi, la macchina organizzativa è in moto.
Alleanza nazionale ha già una nuova piattaforma politica, anticipata da Panorama, che sarà presentata a Milano di fronte a 2 mila delegati dal 3 al 5 febbraio. La Lega è in pista, letteralmente, sulla riapertura della questione settentrionale e farà della moratoria di 3 anni sul trasferimento delle rotte da Malpensa uno dei suoi cavalli di battaglia. Mentre l’Udc sta concentrando il suo lavoro sui temi della famiglia.
Per tutti l’emergenza da affrontare è quella economica, perché, se i sondaggi indicano un’affermazione consistente del centrodestra nella corsa elettorale, vincere la sfida del governo, in un momento di turbolenza dei mercati, non sarà facile. L’economia sta entrando in una fase molto critica: negli Stati Uniti si teme la recessione, in febbraio la Commissione europea rivedrà al ribasso le stime di crescita per il 2008-2009 e l’Italia è il fanalino di coda del Continente.
Tutte le previsioni sono pessime: il Fondo monetario internazionale stima la crescita del pil italiano nel 2008 all’1,3 per cento (vedere tabella in basso), l’Ocse all’1,2, Bankitalia all’1, la Confindustria allo 0,9. Gli effetti della crisi globale e le due Finanziarie recessive del governo Prodi si fanno sentire. La perdita di potere d’acquisto dei salari (e il conseguente forte rallentamento dei consumi), l’aumento dei prezzi delle materie prime (gas e petrolio alle stelle e beni primari come il pane e la bistecca a livelli da record) e il rialzo dei tassi sui mutui (con l’aumento delle sofferenze, su cui ha acceso un faro il governatore Mario Draghi) sono gli elementi del complicato scenario in cui si muoverà il prossimo governo.
«Recessione vuol dire fare una nuova manovra economica, di corsa» spiega Maurizio Sacconi a Panorama. Il senatore è uno degli esperti che sta lavorando con Berlusconi al programma di governo di Forza Italia. Si parte dalla valutazione delle due Finanziarie varate dall’esecutivo Prodi. Giudicate «non funzionali alla crescita, inutilmente distributive», rappresentano l’elemento sul quale scrivere la parola discontinuità. La formula sintetica del programma economico è in linea con le indicazioni di Bankitalia: abbassare le tasse, spingere gli investimenti e tagliare le spese improduttive.
Dove tagliare? Sacconi non si sottrae alla domanda: «Dobbiamo ridurre la spesa corrente e vi sono elementi ordinari e straordinari sui quali agire». Quali elementi straordinari? «Credo sia ora di dire che bisogna cancellare le province, così semplifichiamo anche la catena democratica».
Per agire occorre una ricognizione sulla spesa corrente e su questo punto c’è sintonia con l’Udc. Il partito di Pier Ferdinando Casini ha in corso l’elaborazione di un documento, un vero e proprio «spending review», che a breve vedrà la luce. «Siamo a buon punto» conferma a Panorama Gianluca Galletti, commercialista, dall’aprile scorso nuovo responsabile del dipartimento economico udc. «È uno studio sul bilancio dello Stato che punta alla riqualificazione della spesa pubblica. Al di là dei numeri, è un approccio filosofico diverso, non devono aumentare i volumi di spesa» spiega Galletti.
Controllo della spesa in parallelo significa mettere mano alla produttività del settore pubblico e Forza Italia ha una serie di provvedimenti in cantiere. Il primo, frutto del prezioso lavoro di Giulio Tremonti, punta a ricostruire i principi di gerarchia e responsabilità nella pubblica amministrazione, perché non si possono controllare i risultati nel settore pubblico senza «un superiore che riconosce il merito e il demerito» dice Sacconi.
Le tasse, pietra tombale del consenso sul governo Prodi, sono il tema ad alto voltaggio di qualsiasi programma, le soluzioni sono molteplici, ma tutte in questo momento convergono sulla diminuzione della pressione fiscale e l’ammorbidimento delle aliquote Irpef.
Per aiutare le imprese e i lavoratori Forza Italia proporrà la tassazione secca al 10 per cento di straordinari, premi e incentivi che vengono riconosciuti dalle aziende ai dipendenti. Sono parti di reddito fortemente penalizzate, fanno scattare l’aliquota marginale, tanto che «spesso non conviene neppure avere una promozione» chiosa Sacconi.
Croce con la matita rossa anche sulle «lenzuolate». I provvedimenti di Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani non hanno avuto l’effetto sperato sui prezzi e le tariffe (paradosso: quelle dei taxi, nonostante le nuove licenze, a Roma sono aumentate), e se «il centrosinistra ha fatto cadere la bandiera delle liberalizzazioni, noi la raccoglieremo» commentano nel quartier generale di Forza Italia. Come? Riformare il settore delle grandi utility, i servizi e le telecomunicazioni dove «sono necessari imponenti investimenti».
Il centrista Galletti concorda («migliora i servizi al cittadino ed è a costo zero») perché ha un’esperienza diretta: è stato assessore al Bilancio a Bologna, con la giunta Guazzaloca, dove ha privatizzato la società di servizi Hera. Gli interventi su questi settori puntano a mitigare l’inflazione (con l’abbassamento delle tariffe, per effetto della concorrenza) e nello stesso tempo a riprendere la spesa per investimenti in alta tecnologia. Sul punto il senatore Rocco Buttiglione è netto: «Occorre un investimento sostenuto dallo Stato e deve essere accompagnato da una profonda riforma di scuola e università».
Il terreno comune nel centrodestra è ampio. L’Udc infatti è pronta a sostenere un’idea chiave di Tremonti: meno tasse per le aziende che investono.
L’Udc ha nel suo dossier una revisione dello strumento dell’indice di equità familiare, Buttiglione conferma che il suo partito ha «un vasto programma di sgravi fiscali». Galletti spiega nel dettaglio: «Porterà un beneficio alle famiglie con figli e non discrimina tra lavoratori dipendenti e autonomi. Meglio aumentare gli assegni familiari, i contributi per i servizi e gli asili nido, piuttosto che spingere solo su una detassazione degli stipendi».
«Cento euro al mese di sgravi per tutti su ogni figlio, 300 euro per gli scaglioni di reddito più bassi» mette i numeri nero su bianco Buttiglione. Si guarda al modello francese, ma ci sarà da attendere la proposta della Cei, che con gli organizzatori del Family day ha promosso una raccolta di firme per un fisco a misura di famiglia che punta a un «sistema di deduzione dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico, sulla base di scale di equivalenza indipendenti dal reddito».
Problema numero uno del bilancio familiare la bolletta energetica: come si taglia? Vince la scuola realista e si profila una rivoluzione copernicana: i partiti del centrodestra sono pronti a sostenere la fine della moratoria sul nucleare. È l’abbattimento di un totem. Sarà una campagna elettorale atomica, in tutti i sensi.
LEGGI ANCHE: Il dossier sulla crisi di governo

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Italia choc: ora il sesso si fa a 12 anni. Alle medie uno su quattro ha avuto rapporti. E spesso finisce su Internet.

Ragazzine precoci: Poco pudore e niente imbarazzo.

(Daniela Daniele - La Stampa) Tutto, in loro, parla di sesso. Dai jeans calati a mostrare il bordo (griffato, possibilmente) delle mutande nei maschi, ai reggiseni push e spesso imbottiti (perché se l’ossessione per la linea sfiora l’anoressia difficilmente si avrà un seno florido) nelle femmine. Tutto sfacciatamente provocatorio e quasi una sfida agli adulti.

Adolescenziale amore romantico? Nei loro giovani cuori, forse. Ma nei giovani gesti solo la voglia impaziente di mostrarsi seduttivi. «E non potrebbe essere altrimenti - commenta Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva - perché il bombardamento di messaggi sessuali che arriva da tv, giornali e soprattutto Internet è pesante. I giovanissimi sono esibizionisti perché lo sono gli adulti. Basta guardare gli spot pubblicitari...».

Lo studio
Se poi si va sul pratico, nasce qualche sorpresa. Per esempio, a quanti anni si tende ad avere il primo rapporto sessuale? L’ottavo studio sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza di Eurispes-Telefono Azzurro, datato novembre 2007 e condotto su un campione di 1950 ragazzi, tra gli 11 e i 18 anni, in tutto il territorio nazionale, registra un leggero aumento dell’età negli ultimi cinque anni. Intanto, se gli intervistati hanno risposto con sincerità, stupisce che il numero di adolescenti che «non l’ha ancora fatto» sia piuttosto elevato, 57,2 %, anche se in diminuzione rispetto agli anni passati: nel 2002 si parlava del 70% e nel 2005 del 64,3%.

Tra quelli che hanno risposto di avere già avuto la loro prima volta sembra, dunque, diminuire la percentuale dei giovanissimi. Se la maggior parte dei ragazzi fa sesso per la prima volta tra i 15 e i 17 anni (19,3% del campione), al allarga anche la fascia dei molto precoci: i ragazzini che hanno già avuto un’esperienza completa tra gli 11 e i 13 anni sono quattro su cento.

Ma come vivono questa esperienza? Il 40,9% del campione dichiara di averla fatta con una persona con la quale ha avuto (o continua ad avere) una storia importante e il 13,3% l’ha vissuta con un partner con cui ha, comunque, avuto una storia. E sono più le ragazze a scegliere la «storia importante» per provare il sesso (58% rispetto al 13,5% dei maschi). «È vero, i maschi hanno un atteggiamento molto più concentrato su se stessi e sul bisogno di sperimentarsi - osserva la sociologa Chiara Saraceno - le ragazze romanticizzano, hanno necessità di dire a se stesse “lo faccio perché lo amo”. Ma può darsi che sia un atteggiamento ancora legato allo stereotipo femminile che spinge a giustificare coi sentimenti il desiderio sessuale....»

I rapporti stabili
Altro dato importante, il numero di adolescenti che vive il sesso al di fuori di un rapporto stabile. Se nel 2002 era il 17,4 % a non avere mai avuto un rapporto occasionale, nel 2005 il valore scende all’8,7% e nel 2007 si riduce ancora al 7,7%. Internet, inoltre, la fa da padrone nel dispensare materiale erotico e pornografico. In questo campo, sono i maschi in testa (17,7% rispetto al 14% delle femmine). «Del resto - interviene la Saraceno - i maschi si procurano quello che, anni fa, ottenevano dall’edicolante o dal barbiere. La novità consiste nel fatto che ora i giovani sono diventati protagonisti di se stessi, potendo mettere in rete anche immagini di sesso che li riguardano». E i blog che li contengono non si contano. Un segnale, come spiega la sociologa, del bisogno di dimostrare la potenza dei nuovi mezzi di comunicazione e la capacità di usarli. D’altronde in famiglia di sesso se ne parla poco e quasi mai, le informazioni i ragazzi se le scambiano tra coetanei, chi ci si avvicina prima a quell’esperienza «diffonde» dipaure e soluzioni.

Qualche anno fa la scuola provò a introdurre l’ora di «educazione sessuale» , lezioni osteggiate dai genitori come se parlarne tra i banchi spingesse i ragazzini a farlo prima. «Oggi, poi - conclude Chiara Saraceno - le esperienze i giovanissimi le fanno tra di loro: non c’è in genere la ricerca della donna esperta, la “nave scuola”, così come non c’è, da parte delle ragazze, la voglia di fare la prima esperienza con un uomo-maestro». Con buona pace di Federico Moccia.

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Mastella - Sortino: "Lascio le iene". Il video.

"Mediaset impedisce la messa in onda questa sera del mio servizio sul viaggio a Ceppaloni con il mio scambio con il figlio del ministro Mastella, Elio". E' la denuncia di Alessandro Sortino che polemicamente annuncia: "Lascio le Iene". Nel filmato - che doveva andare in onda integralmente, come aveva annunciato ieri il capoautore del programma di Italia 1, Davide Parenti - veniva documentato l'incontro-scontro tra il figlio di Mastella e l'inviato del programma, contenuto in un documento che circola anche su Internet, già oggetto di polemiche nei giorni scorsi. "Sono stato diffamato dal figlio di un ministro e da un ministro - insiste Sortino - e la mia azienda non mi permette di dirlo. Non ci sono più le condizioni per fare le Iene, cioé la libertà e la leggerezza".

"Nel pezzo, giudicato equilibrato anche dai miei capi - insiste Sortino - raccontavo con la mia telecamera quello che realmente è accaduto, con immagini in più rispetto a quelle riprese da Sky Tg24. Se fosse andato in onda, si sarebbe visto che non ho fatto alcuna illazione sul lavoro del figlio di Mastella. Sono arrivato quando si stava già sfogando con alcuni giornalisti della carta stampata. L'unica domanda che gli ho fatto riguardava il patrimonio immobiliare, la casa acquistata a prezzi di favore. Altre domande che si sentono nel filmato, peraltro legittime, sono state fatte dal giornalista di Sky". Nel servizio era stata montata anche un'intervista realizzata subito dopo dalla 'iena' al ministro Mastella: "Gli ho chiesto la possibilità di fare uno scherzo con le arance che avevo portato, ma il ministro mi ha risposto che non era il caso. Quelle arance, Elio non le ha mai viste".
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