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domenica 27 gennaio 2008

Depp al posto di Ledger per Terry Gilliam.

(Katawb - cinema) Terry Gilliam vorrebbe che Johnny Depp sostitusse Heath Ledger nel film The Imaginarium of Doctor Parnassus, secondo quanto riporta il Sun.

Le sequenze girate da Heath Ledger potrebbero essere lasciate intatte. "Nel film c'è un momento in cui Heath - ha detto una fonte della produzione - si scaglia contro uno specchio magico. Lì potrebbe trasformarsi in un altro personaggio, ovvero Johnny Depp. Si tratta di uno strano film fantasy di viaggi nel tempo, quindi Heath può cambiare facilmente aspetto, sarà un momento pregnante. Inoltre Johnny non sta lavorando per ora e tutti aspettano che accetti qualche parte".

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La memoria dei lager nei pizzini dei deportati.


Le vittime dei lager nazisti, dalla mostra “Le immagini dell’inimmaginabile”

(Panorama) Arrestato in fabbrica, la Breda di Sesto San Giovanni, deportato a Mauthausen, ucciso che non aveva ancora 40 anni durante una “marcia della morte” da un lager all’altro. Guido Valota, classe 1905, è uno dei 553 operai della città alle porte di Milano finiti nei campi di concentramento nazisti. Duecentotrentuno non tornarono mai a casa. A ricostruire la sua parabola tragica, insieme a quella degli altri prigionieri, è il figlio Giuseppe, che oggi ha 69 anni ed è presidente dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati) di Sesto, nel libro edito da Guerini e Associati Streikertransport (letteralmente “trasporto scioperanti”, ndr) - La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni, 1943-1945.

“Sono uno dei pochi figli di deportati ad aver messo insieme, tassello dopo tassello, l’intera vicenda del padre”, dice Giuseppe Valota. E comincia il racconto, lo stesso che fa da anni ai ragazzi delle scuole che lo invitano. “Mio padre faceva l’attrezzista nel reparto aeronautico e per passione suonava il violino. Lo chiamavano ‘Soccorso Rosso’, perché raccoglieva soldi clandestinamente per le famiglie degli operai in difficoltà”. Nel marzo del ‘44 Guido partecipa agli scioperi in fabbrica e per questo viene arrestato dai fascisti.

Finisce a San Vittore, dove i nazisti prendono in consegna i prigionieri. Per Mauthausen parte dalla stazione di Bergamo. Arriva al campo il 20 marzo, dopo tre giorni di viaggio a bordo dei vagoni piombati dei treni merci. Da qui, dopo essere stato immatricolato, depilato e vestito con l’uniforme a righe, viene trasferito prima a Gusen e poi a Vienna, dove lavora nelle fabbriche dell’aeronautica. Alla fine di marzo i nazisti sono ormai alla vigilia della disfatta. Einrich Himmler ordina che tutti i prigionieri rientrino a Mauthausen.

Per Guido e i suoi compagni comincia la “marcia della morte”. Duecento chilometri a piedi, al freddo, per strade secondarie. “Le cronache dell’epoca dicono che piovve otto giorni di fila”, ricostruisce Giuseppe. Pioveva anche il giorno in cui Guido Valota morì, era il 5 o il 6 aprile 1944. I prigionieri che non ce la facevano più a marciare venivano giustiziati con un colpo alla nuca dai soldati e poi ricoperti con un po’ di terra dagli “spalatori”, loro stessi deportati. “Per impedirne l’identificazione, prima di ucciderli, gli strappavano dai vestiti i numeri di matricola”, spiega Giuseppe Valota.

“Mio padre è crollato a Steyr, una bellissima cittadina a sud di Linz”, continua lo storico. “In città confluiscono due fiumi e ci sono due ponti. Vicino ai ponti c’è una breve salita, saranno cento metri di pendenza minima. È lì che mio padre si è arreso, invocando i nomi di sua moglie e dei suoi figli. Quel giorno è morto con lui anche il suo amico, l’ingegner Cima Pericle della Tosi di Legnano (Valota chiama i suoi personaggi rigorosamente con cognome e nome, ndr), mi piacerebbe molto conoscere i suoi parenti”. Ogni anno Giuseppe Valota va sui luoghi dello sterminio nazista insieme agli altri soci dell’Aned. Due anni fa è stato a Steyr e grazie a un’associazione culturale del posto ha capito che fine ha fatto il corpo di suo padre.

“Lì c’era un lager, ma senza fondo crematorio”, ricorda. “Ne aveva però uno il cimitero cittadino”. Lo scorso anno Guido è tornato a Steyr e finalmente il cerchio si è chiuso. “Siamo andati al cimitero, dove sono custodite le urne con i resti di 350 persone ignote morte durante la guerra. Ho guardato il mio accompagnatore locale e ‘Eine moment’, gu dì (‘un momento’, gli ho detto, in un misto di tedesco e dialetto, ndr). Mio padre era lì. Ho pianto, soprattutto pensando che 25 anni prima avevo dormito lì vicino durante un altro viaggio e non sapevo nulla”.

Come è riuscito questo operaio in pensione e nonno bonario a trovare il punto esatto della morte di suo padre dopo 63 anni dai fatti e dopo 15 anni di ricerche? Grazie alle testimonianze, prima di tutto quella della madre e del fratello maggiore. Giuseppe aveva 5 anni all’epoca ed era sfollato a Bergamo dai nonni. E seguendo il filo dei ricordi di due reduci ottantenni, ora scomparsi, che sono stati deportati e hanno marciato col padre: “Il Croci Santino e il Sardini Adamo, che mi hanno indicato il luogo in cui hanno dovuto lasciarlo a terra”.

Poi ci sono “i pizzini dei deportati”. Una scia di bigliettini che i prigionieri gettavano dai vagoni non appena si fermavano vicino a un centro abitato. “Ci scrivevano i nomi e gli indirizzi dei loro cari e qualche anima buona li ha raccolti e li ha spediti alle famiglie, aggiungendo qualche pietosa bugia. Frasi come: ’suo marito sta bene, le scriverà dalla Germania’”, spiega Valota che ha ripercorso quella scia di messaggi e li ha trascritti nel suo libro.
A Sesto San Giovanni, allo Spazio Mil di via Granelli, è aperta anche fino al 22 febbraio una mostra di fotografie inedite sui lager. “Le immagini dell’inimmaginabile” raccoglie gli scatti delle stesse SS, fatte a scopo di propaganda e conservate quasi per caso, documentando lo sguardo del carnefice sul proprio orrore. Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30.

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Enrico Fusco, Arcigay di Bari: "Laicità, Il problema italiano non è il Vaticano, ma la classe politica che si piega per racimolare voti".

Anche da Bari in partenza uomini e donne per la manifestazione NO VAT.
Laicità: le risposte nella democrazia.

(Paola Mammarella - Barilive) Più laicità per una maggiore democrazia. È il monito lanciato alla politica italiana dalla rete “Facciamo Breccia”, che ha organizzato per il 9 febbraio a Roma la manifestazione “NO VAT”, per una politica indipendente dal Vaticano. La marcia denuncerà le ingerenze delle gerarchie cattoliche, verso cui le istituzioni italiane dimostrerebbero troppa subalternità. Parola di Elena Bigini, appartenente al coordinamento nazionale di “Facciamo Breccia”, intervenuta al Fortino S. Antonio per proporre l’abolizione dei privilegi fiscali di cui la Chiesa gode. A partire dall’esenzione dell’Ici per gli immobili ecclesiastici, per finire alle sovvenzioni a scuole e ospedali religiosi.

Dure le critiche anche verso l’ora di religione e i costanti attacchi alle leggi 40 e 194. Vere e proprie offensive contro l’autodeterminazione delle persone, che toccano materie eticamente sensibili come aborto, eutanasia e libertà nella scelta del proprio orientamento sessuale, A detta della Bigini la Chiesa conduce una campagna di istigazione all’odio verso omosessuali e transsessuali, additati come soggetti pericolosi e devianti. Atteggiamento che ha provocato le crescenti ondate di violenza registrate contro gay e lesbiche. Al contrario che nel resto d’Europa, non essite ancora una legge italiana contro l’omofobia. Nonostante l’impegno dell’Amministrazione comunale, che ha portato Bari tra le città “gay friendly”, esistono sempre meno punti di ritrovo. Al di là del gay pride, evento rimasto isolato, la paura di subire violenze spinge gli omosessuali a rinchiudersi nel privato. Così che i luoghi di aggregazione come bar e discoteche sono costretti a chiudere per mancanza di clienti. Meno duro l’approccio dell’Arcigay, rappresentato da Enrico Fusco, che esprimendo rispetto verso quanti credono in Dio, auspica una collaborazione con i cattolici. “Il problema italiano non è il Vaticano, che agisce secondo la propria missione”, afferma, “ma la classe politica che si piega davanti a una potenza straniera solo per racimolare pochi voti”. “Speriamo che il concordato, sempre violato dalla Chiesa, venga rispettato e che il presidente Napolitano fissi dei solidi limiti di competenza”. Senza precedenti in città la collaborazione tra le associazioni Arcigay Liberi di Essere, Arcilesbica Mediterranea e Arcilesbica Desiderandae, finora arroccate sulle proprie posizioni, legate a differenti visioni dell’approccio politico. Di piazza per alcuni, più moderato per altri. Emerge un orientamento nuovo, che “non mette il bavaglio al Vaticano”, ma sensibilizza i cattolici al rispetto verso i portatori di un’altra verità non rivelata. Quella degli omosessuali. Persone che rivendicano i propri diritti civili.

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Tendenze. L’invasione degli uomini nudi.

Dal “lato B" di Moretti alle pose osé di Beckham. Trionfo ed esibizione della "versione integrale".

(Roselina Salemi - La Stampa) Può essere lo sbocco naturale della cura di sé, tutto quel tempo passato a scolpire bicipiti tricipiti addominali, può essere l’avanzata del potere femminile o della lobby gay: qualcuno, prima o poi, ce lo spiegherà. Ma l’uomo, che nel cinema o in pubblicità si mostrava con parsimonia (e l’eccezione confermava la regola) ha perso ogni ritrosia. E si spoglia. Sempre di più.

In Italia è stato Nanni Moretti a scatenare il dibattito («No, il dibattito no!», urlava molti anni fa in «Io sono un autarchico») esponendo il suo Lato B sul set di «Caos Calmo», il film di Antonello Grimaldi in concorso al festival di Berlino. Nelle sale arriverà l’8 febbraio, annunciato da un poderoso tam tam sulla scena di sesso con Isabella Ferrari che nel libro di Sandro Veronesi è lunga 17 pagine e al cinema 4 minuti. Ma insomma, denudato «come un’Aida Yespica qualsiasi», ironizza Dagospia, Nanni Moretti è in linea con una tendenza forte: il pubblico reclama la «versione integrale».

Preceduto da Michele Placido, che si è tolto tutto, tranne qualche chilo, per «La sconosciuta» di Tornatore (arrivato a un soffio dalla cinquina degli l’Oscar), Nanni Moretti non è solo. Come certifica «Showbiz Trends», che raccoglie tendenze nei media e nello spettacolo, il nudo maschile è in rialzo e ne vedremo tanto. Anzi, lo stiamo già vedendo. In «Lussuria», Tony Leung, icona del cinema orientale, si concede in dieci minuti di erotiche acrobazie che nel racconto della scrittrice Zhang Ailing non c’erano. Il regista Ang Lee ha «colmato i vuoti» e si è imposto al pudibondo Tony per ottenere i «quadri di carne» che aveva in mente.

Un po’ di imbarazzo anche per Viggo Mortensen. Abbandonata la corazza di Aragorn nel «Signore degli anelli», per Cronenberg («La promessa dell’assassino») combatte senza niente addosso, a parte i tatuaggi, in un bagno turco londinese dove due ceceni molto cattivi cercano di ucciderlo. Aveva sì, un asciugamano sui fianchi, che nel copione restava sui fianchi, ma era improponibile in una scena di lotta. Così, via lo straccetto, full monty.

Di fronte a Viggo, è quasi niente il nudo di Jeffrey Dean Morgan, quarantenne di Seattle, volto televisivo di «Csi», «Grey’s Anatomy» e «Supernatural». Ma basta e avanza per risvegliare i sensi di Hilary Swank. La storia è tristemente romantica, come vuole il bestseller di Cecelia Ahern: a una giovane vedova con molti sensi di colpa arrivano, una al mese, dieci lettere del marito morto di cancro. Una la porta a conoscere Billy. Guardarlo dopo la doccia fa rinascere il desiderio in lei. E forse, anche in molte altre.

Invece, si potrebbe liquidare facilmente il rotondo fondoschiena di Seth Rogen, autore-attore di film irriverenti e un po’ squinternati, se nella commedia giovane «Molto incinta», non fosse stato rimorchiato da Katherine Heigl, giornalista televisiva in carriera, ma sbadata a letto: una notte brava e un figlio in arrivo. Si potrebbe liquidare se non fosse l'indizio significativo di un nuovo approccio: di lei non si vede niente, non solo perché è stata allevata dai mormoni. Normalmente il copione avrebbe richiesto il contrario. Come è significativo il nudo sconsolato di Habib Boufares, il non-attore che interpreta Slimane nel celebrato «Cous cous»: depresso perché licenziato, fa cilecca, si alza, si riveste e se ne va. Habib ha sessant’anni e, pur ben conservato, non aspira a diventare un sex symbol.

«Abbiamo ottenuto la parità dei sessi sul sesso», annunciano esultanti le iscritte al sito Girlpower «perché noi siamo sempre in mostra e gli uomini sempre vestiti? Non può essere il contrario?». Eccole servite. Con un aiutino dal mondo gay. Perciò capita che uomini michelangioleschi come David Gandy, 28 anni, modello di Dolce&Gabbana, un inglese con la faccia da siciliano, abbiano lo strano destino di essere concupiti da uomini e donne. Digitando il suo nome su Google, si materializzano 622 mila citazioni, alcune irriferibili. Il calendario fotografato da Marano Vivanco che i D&G gli hanno dedicato (fuori commercio, solo per gli amici), inserito su «Chi» la scorsa settimana, è già cult. David Gandy in mutande e senza, David Gandy di profilo e di fronte con qualche effetto speciale per mitigare il realismo. E a proposito di mutande, aggiungiamoci David Beckham in slip per la nuova campagna di «Emporio Armani Underwear» (ndr. e con un pene di sette metri... sul cartellone pubblicitario di Milano).

Unico baluardo all’inarrestabile strip, il Moige, che l’anno scorso ha denunciato il reality «L’uomo perfetto» (su Sky Vivo), perché, nella fascia oraria protetta, baldi giovanotti, veri uomini-oggetto si offrivano tipo Angelica al mercato degli schiavi, e si lasciavano esaminare, come si dice, senza veli e neanche una foglia di fico. Giusto le mani, a coprire proprio lì. David Gandy.

Il modello inglese, volto e corpo di Dolce & Gabbana, mette tutte le donne d’accordo.

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Regione Lazio. Diritti per gli omosessuali? Si ma involontariamente.

Involontariamente la regione Lazio concede dei diritti alle coppie di fatto.

In un governo regionale di centro-sinistra siamo arrivati al punto che le buone notizie vengano dalla incompetenza di alcuni consiglieri. Il consigliere regionale del Udc, Aldo Forte, aveva proposto un emendamento in Finanziaria regionale per stanziare cinque milioni di euro per il 2008 intestandoli a giovani coppie che non superano un reddito di 30 mila euro l’anno. L’espressione giovani coppie è il cardine della questione: infatti Forte non ha specificato se sposate o non, ne di che orientamento sessuale, quindi non esistono specificazioni sul carattere giuridico del vincolo che lega i finanziamenti. L’articolo 71 della finanziaria è chiarissimo: gli aiuti della Regione vanno alle giovani coppie in senso lato, dunque, anche alle coppie di fatto. Sicuramente senza volerlo il consigliere Forte ha proposto un ottimo provvedimento e non possiamo che accoglierlo con entusiasmo ed applaudire la sua inefficienza che per una buona volta concede qualche diritto a delle coppie che a tutti gli effetti sono considerati, dall’opposizione e gran parte della maggioranza, di serie B. Immediate le dichiarazioni di giubilo da parte delle varie associazione in difesa dei diritti civili come l’Arcigay, il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e addirittura dal Gaylib, l’associazione dei gay liberali di centrodestra. Unica nota negativa della questione è l’atteggiamento del Pd che con il vice capogruppo alla regione Claudio Moscardelli dichiara: ”d’accordo con la posizione dell’ Udc, giovani coppie possono essere considerate solo quelle sposate di recente.”
I Radicali di Sinistra elogiano il provvedimento, anche se involontario, e condannano fortemente le prese di posizione del Pd che continua ad assumere posizioni filo-clericali ingiustificabili. Se sciaguratamente dovesse essere revocato l’emendamento siamo pronti a scendere per le piazze con il popolo laico laziale perché siamo stufi di sottostare ai finti atteggiamenti cristiani del centrodestra e del Pd.

Pietro Affaitati
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra Coordinatore regionale del Lazio

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David LaChapelle firma lo spot pubblicitario di lingerie femminile "Passionata". Il video.

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Al sud del Paradiso. Fiction tv con omosessuale a carico.

(Mitch-72)Arriva su Fox (Sky) la nuova serie "Al sud del Paradiso", serial americano arrivato a 3 stagioni, andrà in onda dal 6 febbraio 2008 alle 21.50. Lo spunto del serial è quello di "Beverly Hills 90210": una famiglia si trasferisce a Los Angeles dopo aver sempre vissuto in una cittadina lontana. La Famiglia Carlin arriva a Los Angeles dall'Ohio, con figli adolescenti. Qui devono ricominciare tutto dall'inizio: nuova scuola, nuova città, nuovo stato. Uno stato dove tutto è diverso. Lo scoprono subito i figli Spencer, Glen e Clay.

Spencer stringe amicizia con Ashley, omosessuale, e si trova confusa sulle sue preferenze: non capisce se la sua attrazione per Ashley sia legata alla voglia di trasgredire o alla semplice preferenza per le ragazze. Glen pare non aver problemi ad integrarsi: è attraente, in gamba e diverse ragazze hanno gia messo gli occhi su di lui. Ma non può fare a meno di preoccuparsi per Clay , suo fratello adottivo, che invece è decisamente meno abile nel gestire la sua vita sociale.

Con queste premesse, era facile guadagnarsi la nomea di "pietra dello scandalo" prima ancora del debutto televisivo. Ma la serie non si basa su uan semplice voglia di ribellarsi alle regole classiche dei teen drama: si adegua ai tempi moderni e affronta tematiche impegnative; aids, alcolismo, disturbi alimentari, omofobia, razzismo, tossicodipendenza, adozione, crimine e religione. E tutto in modo molto schietto. La serie ha riscosso un enorme successo in america, nonostante le polemiche per i contenuti giudicati troppo "forti" per un pubblico cosi giovane.
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Un’inedita storia della Shoah ungherese in Italia. Domani Tony Capuozzo ad Altavilla Silentina per il giorno della memoria.

La cittadina di Altavilla Silentina, in provincia di Salerno, sarà domani sera al centro della puntata del programma condotto da Tony Capuozzo “Terra”, in onda su Canale 5 alle 23.40.

(Valentina Tafuri - Eco di Salerno) Nella giornata dedicata alle vittime della shoah anche la celebre trasmissione di approfondimento del TG5 darà spazio alla vicenda portata alla luce dal giornalista Nico Pirozzi nel libro recentemente dato alle stampe, “Fantasmi del Cilento, Da Altavilla Silentina a Lenti - Un’inedita storia della Shoah ungherese”, nel quale viene ricostruito un triste episodio della tragica pagina di storia denominata olocausto.

Secondo alcune ricerche condotte da Pirozzi trenta ebrei, originari di Lenti, una piccola cittadina del Transdanubio occidentale ungherese, alla vigilia delle grandi deportazioni dall'Europa orientale vennero in possesso – non si sa come – di altrettanti certificati trafugati dall'ufficio anagrafe del municipio di Altavilla Silentina, tra l'autunno del 1940 e l'estate del 1943. Il tentativo di dare nuova identità a queste persone e quindi di salvarle dai campi di sterminio probabilmente fu messo in atto dal Vescovo di Campagna, Giuseppe Maria Palatucci, insieme al nipote Giovanni Palatucci, questore di Fiume, che riuscirono a salvare numerose vite.

Un tentativo purtroppo non riuscito: "Era un finale prevedibile – dice Pirozzi - ma ciò nulla toglie a un così importante gesto di umanità, che se da un lato porta alla luce una storia di Giusti, dall'altro serve a rimarcare le dimensioni di una tragedia che nel suo dipanarsi è riuscita a coinvolgere due realtà così piccole e distanti, quali appunto sono Altavilla Silentina, nel Cilento, e la città di Lenti, in Ungheria". Antonio Di Feo, Sindaco di Altavilla Silentina ribadirà, come già in altre occasioni, la volontà di tenere vivo il ricordo di queste trenta persone attraverso l’istituzione di un premio per i ragazzi che contribuisca a coltivare in loro il ricordo della Shoah.

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Ripartono gli Oscar del porno gay ma non per l'Italia.

I premi all'eccellenza nel porno sono numerosi. In America premiazioni e celebrazioni di questo tipo spopolano. Ma anche l'Europa ha i suoi riconoscimenti ad attori e film.

(Valeriano Elfodiluce - Gay.it) Fra le tante differenze che separano la comunità omosessuale italiana da quelle anglosassoni, probabilmente quella che spicca di più è il tipo impronta che è stata data al concetto di identità gay. Il punto di partenza è stato lo stesso: la consapevolezza che l'orientamento omosessuale è un punto fermo intorno al quale costruire una rete di relazioni, riferimenti e obbiettivi comuni.

Eppure, mentre nei paesi anglosassoni la comunità gay si è sviluppata ricalcando un modello di tipo "etnico", in Italia si è raccolta per lungo tempo seguendo schemi di tipo essenzialmente politico o di socializzazione clandestina e/o commerciale. Seguendo il modello "etnico" negli USA si sono affermate - già dalla fine degli anni 60 - una letteratura gay (colta e popolare), una cinematografia gay, una stampa gay, negozi per una clientela gay, locali gay, quartieri dichiaratamente gay, pornografia gay per tutti i gusti, ecc. Lo stesso corteo del gay pride nasce seguendo il modello delle parate festose e provocanti organizzate dalle comunità sudamericane di New York (come quella portoricana). Da questi presupposti sono partite numerose iniziative collaterali, finalizzate a dare forma e dignità a una minoranza sessuale che - come quelle etniche - rivendicava innanzitutto una propria identità culturale, una propria legittimità e un proprio spazio nella società. Anche per questo gli eventi culturali con premiazioni sono state da sempre una caratteristica della scena gay anglosassone: premi letterari, cinematografici, sportivi, artistici e quant'altro.

Non potevano ovviamente mancare dei premi dedicati al mondo della pornografia gay, anche perchè a suo modo rappresenta uno dei punti nodali attorno a cui si è costruito il concetto stesso di gay, ovvero il desiderio omoerotico. Ogni anno sono numerose le premiazioni di questo tipo, e anche quest'anno si susseguiranno a ritmo incalzante dai primi mesi dell'anno. Infatti il 6 febbraio si partirà con il Cybersocket Award, il premio ai migliori siti GLBT, giunto alla sua ottava edizione e con un ampia sezione di premi riservati ai siti per adulti (da quello per il miglior sito gratuito a quello per il miglior sito dedicato ai maschi di colore).

Il 16 febbraio si terrà a San Francisco il GAYVN (Gay Video News) Award, che è indetto dalla prestigiosa rivista Adult Video News e che dal 1985 è diventato un vero e proprio Oscar dei video hard gay (e anche qui le categorie sono numerose: dalla miglior scena di gruppo al miglior commento musicale).

Dello stesso genere è il Grabby Award, che si terrà il 24 maggio a Chicago, e che dal 1991 viene organizzato dal Gay Chicago Magazine: questo premio, però, ha anche un valore simbolico, essendo celebrato durante il Memorial Day (la festa dei caduti per la patria). Ancora da definire la data del WeHoXXX Award di quest'anno (il premio dell'hard assegnato dalla città di West Hollywood) e del Best of the Bears Award (dedicato ai vari aspetti dell'erotismo ursino).

Se la comunità gay americana ha sdoganato la pornografia, al punto da dedicargli dei veri e propri eventi, anche gli europei sembrano seguire il suo esempio, a partire da Berlino, dove a ottobre si tengono i David Award (durante il Venus Erotic Expo) e dove vengono assegnati gli European Gay Porn Awards (la cerimonia quest'anno avverrà il 17 maggio). In Italia, anche da questo punto di vista, non siamo certo all'avanguardia, ma d'altra parte la libera espressione della sessualità (gay e non) da noi è sempre stata più penalizzata che altrove, e negli ultimi anni la situazione è persino peggiorata.
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Ndr. Mi domando se sia un titolo di demerito non avere un "premio" alla cinematografia porno gay nazionale. Non basta quella patacca di Mr. Gay Italia a farci rider dietro. Abbiamo una "cinematografia porno gay "nostrana2 che è pietosa... per cui non meravigliamoci se non abbiamo un premio (per fortuna dall'altra "parte", quella etero tanto per intenderci, a rappresentare l'Italia c'è Rocco Siffredi, un vero asso pigliatutto) tenuto poi conto che probabilmente quello che circola nelle case pare sia quasi tutto piratato... Le domande che si pongono alla fine di questo articolo sono sorprendenti... da "cronache marziane". (Aspis)

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LA MEMORIA DELLA SHOAH, PARLA UN SOPRAVVISSUTO.

(La7) Paolo Spezzetta, friulano, 94 anni, scampò all'orrore del campo di sterminio di Dachau. Domani la Giornata della Memoria.
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Corrado Guzzanti guest star della seconda serie di "Boris".

Corrado Guzzanti(Tvblog) Torniamo a parlare di “Boris” la prima serie realizzata da Fox Italia e in onda sul canale 110 di Sky perché al cast a cui avevamo accennato precedentemente, stanno per aggiungersi le cosiddette “guest star”, a cui va il compito di impreziosire il cast fisso comparendo in uno o più episodi.

Tra l’elenco delle guest star della seconda serie di “Boris” spicca Corrado Guzzanti, il comico romano da sempre legato ai programmi di Serena Dandini (ma di recente si è dedicato al cinema col film “Fascisti su Marte”) fratello di Sabina e di Caterina, che fa invece parte del cast fisso nel ruolo di Arianna, assistente alla regia.

Nella “fuori serie”, Guzzanti sarà Mariano, attore psicologicamente instabile, che durante le riprese della fiction “Gli occhi del cuore”, nella quale interpreta un Conte che darà filo da torcere agli altri protagonisti, attraverserà una crisi mistica.

Oltre a Guzzanti, però, saranno presenti altre guest star che hanno in realtà già fatto la loro comparsa nella prima stagione e che potrebbero avere più importanza nella nuova serie: rivedremo Giorgio Tirabassi, Margot Sikabonyi (a cui pare piacere lavorare in coppia col col compagno Pietro Sermonti), Massimiliano Bruno ed Arnaldo Ninchi.

La registrazione dei nuovi episodi sta avvenendo proprio in questi giorni e la messa in onda con queste -e chissà, magari altre- guest star deve ancora essere ufficializzata (l’anno scorso la prima tv fu ad aprile).

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Heath Ledger, il governo australiano organizza una commemorazione.

Il governo australiano ha annunciato che sta organizzando una commemorazione pubblica in memoria di Heath Ledger, l'attore di Brokeback mountain morto lo scorso martedì a New York.
Stephen Smith, il ministro degli esteri, ha aggiunto che lo Stato aiuterà la famiglia dello scomparso a riportare il corpo a Perth, dove probabilmente Ledger sarà sepolto. Intanto la produzione dell'ultimo film al quale l'attore aveva preso parte, "The imaginarium of Doctor Parnassus", per la regia di Terry Gilliam, è stata sospesa mentre si pensa di sostituire l'attore australiano con Johnny Depp.

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E' un attore porno gay di 35 anni e argentino il Mr. Gay international 2006.

No, non facciamo commenti, vi mostriamo solo uno spezzone video del galà tenutosi a Hollywood con le "signorine"che hanno partecipato al concorso di bellezza Mr Gay international 2008 dove mettono in mostra i loro corpi sfilando in costume da bagno.
Perchè signorine? Bacchettoni? Moralisti?
No tutt'altro solo che certe mossettine se le potevano risparmiare.
L'unica scusante è che in effetti in una manifestazione del genere tutto è concesso.

Per la cronaca il vincitore si chiama Carlos Melia, un argentino di 35 anni di professione attore di film pornogay. Naturalmente come in tutti i concorsi di bellezza, polemiche.
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