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venerdì 11 aprile 2008

Elezioni. Primi dati su estero: La percentuale dei votanti e' stata del 41, 66%.

(Ansa) Primi dati sul voto degli italiani all'estero: la percentuale dei votanti sui plichi inviati nelle diverse circoscrizioni e' stata il 41,66%.

Continua su Il voto gay.

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Sesso. Il macho italiano soffre la coppia e fugge su Internet.

(Dire) "Il macho italiano? È il massimo, è simpatico, intraprendente... fuori dalle relazioni di coppia". Nuova doccia gelata per i maschi del Belpaese: se 40 coppie su 100 sono quasi all'astienza sessuale, come spiega la Federazione europea di sessuologia, la colpa è soprattutto la loro. Il partner "scappa dalle braccia della compagna e della moglie e si rifugia tra quelle di una prostituta o, ancora più frequentemente, in quelle di donne virtuali incontrate su internet". E' un uomo "interessato al sesso - spiega ancora Chiara Simonelli, presidente del congresso della Federazione, che si terrà a Roma dal 13 a 17 - purché non debba avere una prestazione con la sua compagna, della quale teme il giudizio e il voto". Al contrario, "le donne virtuali sono sempre soddisfatte".

Quello del calo del desiderio "è un discorso nuovo ed è anche il più difficile", sottolinea ancora la sessuologa: "Non si presta alle pillole e alla medicalizzazione, chiama in causa l'identità, l'idea di coppia, di erotismo. E' una novità assoluta". Una novità che riflette "quello che è accaduto nella coppia negli ultimi trenta anni": la donna ha conquistato autonomia, non è più solo oggetto dei desideri dell'uomo. "Il guerriero non trova più il suo riposo a casa, dove non c'è più la geisha- osserva Simonelli - e così lo cerca su internet o con le prostitute. Per tornare ad essere ancora il protagonista dell'erotismo".

Inoltre, il calo desiderio "non è più una caratteristica dell'età adulta o anziana: ora - sottolinea Giorgio Franco, andrologo della sapienza - cominciamo a vederlo anche tra i giovani maschi". E poi c'è la 'sindrome di Amsterdam'. "Le 'vecchie' perversioni non tramontano mai. Ma accanto a queste stanno prendendo campo nuove trasgressioni, sempre più tecnologiche". La più diffusa è proprio la cosiddetta sindrome di Amsterdam: mettere in vetrina la propria donna. "Grazie a Youtube e a una videocamera amatoriale - dichiarano i sessuologi - o un telefonino, si filma la propria donna in atteggiamenti spinti e si manda in Rete. Tutti la possono vedere, ma nessuno la può toccare".

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Tendenze, Sesso: boom di richieste per la ricostruzione della verginita'.

(Agr) Cresce in Italia il ricorso alla chirurgia per rifare l'imene e riguadagnare la verginita' perduta. I numeri sono ancora piccoli: 47 i casi di ricostruzione dell'imene presso strutture pubbliche, dove pero' le liste di attesa sono tutte piene. Ma sembra sia solo la punta di un iceberg e di una nuova tendenza che riguarda soprattutto le donne che hanno superato i 30 anni: su internet fioriscono le agenzie di viaggi che organizzano soggiorni tutto compreso di intervento di ricostruzione della verginita' in Sudamerica, dove la pratica costa molto meno: 1.300 euro contro i 4.000 chiesti in Italia. Si ritorna in Italia vergini, abbronzate e con le borse dello shopping. Pronte per un vero matrimonio in bianco.

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Buon compleanno, Andersen. L'autore omosessuale per l'infanzia.

Intatto il messaggio delle sue fiabe anche per gli adulti. Pochi come questo autore nato 203 anni fa hanno saputo affascinare i bambini di ogni latitudine affrontando temi delicati come la giustizia sociale.

(Antoni Arca - La Nuova Sardegna) Avendo deciso di assegnare un premio internazionale al miglior autore di libri per ragazzi, a metà degli anni ’50, l’Ibby (International Board on Books for Young People, sede principale Zurigo) lo intitolò ad Andersen. Qualche anno dopo, quando le molte decine di paesi membri pensarono di istituire una giornata mondiale del libro per ragazzi, anche allora non ebbero dubbi: doveva essere il 2 aprile, data di nascita di Hans Christian Andersen.
Perché tanta unanime convergenza? Semplice, perché Andersen è, nei fatti, l’inventore della fiaba d’autore, anzi, delle fiabe per bambini e ragazzi; insomma delle fiabe che di solito troviamo nelle antologie scolastiche della scuola primaria. Chi non conosce Il brutto anatroccolo, La Sirenetta, La piccola fiammiferaia, Il soldatino di stagno, La principessa sul pisello? Le scrisse Andersen nella Danimarca dell’800 dall’inizio degli anni’30 alla fine degli anni’60; cioè qualcosa come 150 anni fa, anno più, anno meno. Come dire che la prima fiaba di Andersen è 50 anni più vecchia del nostro vecchio Pinocchio, la prima vera fiaba italiana per bambini.
Bene, considerato che oggi sarebbe il suo 203º compleanno, e che per questo è la giornata mondiale del libro per ragazzi, proviamo a ragionare su come sia possibile che il primo vero narratore di fiabe sia stato un danese.
Cominciamo riflettendo sulla sua biografia. Andersen nacque nella prospera Odense nel 1805, figlio di un misero ciabattino napoleonico e di una lavandaia alcolizzata, e crebbe fratello di una giovane prostituta. Non frequentò regolarmente nessuna scuola e precocemente manifestò tendenze omosessuali. A 10 anni suo padre morì e a 11 scappò a Copenaghen. Nella nuova città fece mille mestieri manuali fino all’ingresso in teatro, a 14 anni, in qualità di cantante soprano. Finché gli fu possibile, almeno in scena, Andersen visse da donna. Poi gli ormoni ebbero la meglio, la voce gli si fece maschile e Andersen si iscrisse all’università; dove non cambiò i propri gusti sessuali.
Domanda, in quale altro angolo d’Europa, sarebbe stato possibile un destino come quello andersiano negli anni’20 dell’800? In nessun altro, ne sono convinto.
È nella Danimarca di Soren Kierkegaard, infatti, che si sviluppa una moderna attenzione e cura verso l’intelligenza e la cultura del fanciullo. È proprio il filosofo a interrogarsi su come sia meglio raccontare loro fiabe.
È sempre nella Danimarca ottocentesca che vengono brevettati i mattoncini Lego. Ed è in Danimarca che vengono formalizzate le le folkehojskoler, vale a dire le scuole superiori del popolo; grosso modo quell’intreccio di solidarietà e buon senso che impegnò gli adulti che stavano intorno a quel nasone allampanato del giovane Andersen (mentre si barcamenava tra lavori da manovale, comparsate da soprano e ambizioni da drammaturgo), affinché imparasse davvero a leggere a scrivere, affinché si facesse una buona cultura generale e, essendo ambizioso, affinché sostenesse gli esami di accesso all’università. Tutto questo affinché un qualunque figlio del popolo avesse pari opportunità.
Non è fantastoria, era la Danimarca dei primi vent’anni dell’800. Un luogo dove il re avrebbe di lì a poco concesso una costituzione democratica e, poco tempo dopo ancora, una monarchia parlamentare. Una lunga storia che fa sì che, ai giorni nostri, la Danimarca entri nelle statitische ufficiali come lo Stato più felice dell’Occidente.
Ne sono convinto: Andersen non avrebbe potuto nascere in nessun altro paese dell’Occidente. Ma non solo, se proviamo a leggere le sue fiabe attraverso il filtro della storia della Danimarca, riusciamo anche a capirle meglio, a comprenderne il messaggio più esplicito e utile in termini di politica sociale.
Prendiamone tre fa le più note. La Sirenetta. Da buoni figli di Disney, siamo convinti che sia necessario identificarsi nella fanciulla per metà pesce. Invece no. I bambini del tempo di Andersen si identificavano nel principe capitano e nella sua fidanzata. Cioè due giovani ricchi e belli presi d’amore ed egoismo. Né l’uno né l’altro si accorgeranno mai che la povera Sirenetta è morta per amore di lui, e che se non l’avesse salvato dalle acque tempestose a costo di immani sacrifici, la bella principessa non lo avrebbe mai ritrovato sulla riva. Il messaggio dunque è: giovani danesi ricchi, non siate egoisti, i poveri esistono, ascoltateli, non rubate loro la voce.
Il brutto anatroccolo. Come è noto, questa è considerata una sorta di fiaba autobiografica. E sarà magari anche vero, ma è certamente una fiaba politica, o, se volete, di severa denuncia sociale. Il mondo attuale è gestito da gruppi contrapposti, egoisti e indifferenti gli uni agli altri. Tutti pensano soltanto al proprio tornaconto, non c’è scambio. Le anatre scacciano il giovane cigno perché sono razziste. I cigni guardano a lui solo quando è abbastanza adulto per stare con loro, prima non lo avevano mai degnato di uno sguardo: i cigni non si interessano delle anatre, sono superiori, quindi indifferenti alle loro esigenze. Il messaggio è chiaro: non c’è né salvezza né bene comune, senza mutuo riconoscimento.
La piccola fiammiferaia. Una esplicita denuncia sociale, purtroppo ancora attualissima. Noi andiamo a far compere per santificare meglio le feste, mentre i diseredati muoiono nelle nostre piazze e nelle nostre strade, ma invisibili ai nostri occhi. Il messaggio trovatelo da soli nelle pagine di cronaca dello scorso lunedì di Pasquetta.
Il 2 aprile è la giornata mondiale del libro per ragazzi in onore di Andersen, ma, in onore dei nostri figli, proviamo a leggere le sue fiabe per ciò che ancora hanno da dirci

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Star trek. Un personaggio gay sulla Voyager.

(Star trek news) Brian Fuller, scrittore e produttore di Star Trek Voyager, ha recentemente ammesso che il team di scrittori della serie aveva pensato di inserire nel cast occasionale dello show due attori che rappresentassero altrettanti personaggi omosessuali.

Nel dettaglio, i due personaggi, molto probabilmente membri dell'equipaggio della nave, avrebbero dovuto essere i "padrini" della piccola Naomi Wildman, figlia del tenente Wildman morta poco dopo il parto. "In realtà non se ne fece più nulla - spiega Fuller che, tra l'altro, è dichiaratamente gay - e non mi è dispiaciuto affatto. L'idea non era male ma ultimamente rappresentare degli omosessuali nelle serie tv è diventato quasi un cliché. Avremmo rischiato di cadere nella provocazione gratuita". E infatti, in Voyager, la piccola Naomi Wildman dovrà "accontentarsi" di avere Neelix come unico padrino.

Non è la prima volta che sceneggiatori e produttori di Star Trek pensano di inserire dei personaggi omosessuali fissi all'interno delle serie tv. Ci avevano pensato anche gli scrittori di Enterprise, in merito al personaggio di Malcolm Reed. E avrebbe potuto esserlo anche il tenente Hawk di Star Trek: Primo Contatto. In entrambi i casi non se ne fece nulla.

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Bufera Binetti, "Nessuna norma che tuteli i gay".

Meno 2 al voto: la parola al popolo omosessuale.
Le reazioni, non solo politiche, alle affermazioni della senatrice.

(Giulia Fossati - La voce) Paola Binetti, senatrice teodem (democratica e clericale) della Margherita, riaccende la polemica sui gay, definendo “anormali” le coppie omosessuali.
La Binetti ha espresso la sua contrarietà alle coppie omosessuali, affermando: “Non voterò nessuna normativa giuridica a tutela delle coppie gay”.

Secondo la senatrice essere gay “è un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratterologico”, poiché “lo sviluppo ordinario di una persona, che è quella dell'amore e della sessualità, è più squisitamente eterosessuale”.

Dopo queste affermazioni, che hanno dato il via ad un’accesa polemica, la Binetti ha voluto precisare che la sua intervista è stata strumentalizzata, annunciando di voler far causa ad Ecotv (l'emittente che l'ha diffusa). "Lo scorso 6 marzo ho abbandonato gli studi televisivi durante l'intervista perchè si stava trasformando in un interrogatorio sull’omosessualità e nulla aveva a che fare con il Pd. Ho immediatamente diffidato gli autori della trasmissione dal mandarla in onda e, oggi a un mese quasi di distanza, vedo addirittura le anticipazioni di quell’intervista da me non autorizzata e faziosamente presentate senza rivelare né la data né il contesto in cui essa si è svolta. Difendo con convinzione le mie idee che sono note a tutti, ma in questa occasione mi riservo di adire le vie legali contro l’emittente per la strumentalizzazione dell’intera vicenda”: così si giustifica la senatrice.
Ecotv ribatte difendendosi, attraverso le parole di Pino Gagliardi: "Non c’è stata alcuna coercizione nelle risposte della senatrice Binetti da parte di Ecotv, quindi ho ritenuto opportuno trasmettere integralmente l’intervista. Naturalmente, proprio per dimostrare la nostra buona fede, qualora la senatrice Binetti volesse ritornare in trasmissione farò in modo di rivolgerle le stesse identiche domande e sarà libera di cambiare versione smentendo se stessa”.

Com'era prevedibile, le affermazioni della Binetti hanno permesso agli avversari di centrodestra di sferrare un facile affondo, dimostrando come il Partito Democratico si basi sulla coesistenza di posizioni diverse su ogni argomento importante.

Dal canto loro, quelli del Partito Democratico, nelle persone di Paola Concia e Barbara Pollastrini, sottolineano come “il sì alle coppie di fatto sia uno dei punti del programma che non ha reticenze”, ed invitano la Binetti ad attenersi al programma.

Queste le reazioni del mondo della politica, ma sentiamo come la pensano i diretti interessati.
Un comunicato dell’Arcigay attacca duramente le parole della Binetti: “La senatrice Binetti sostiene idee identiche al nazismo, al fascismo e a tutti i regimi dittatoriali di destra e di sinistra che hanno internato e ucciso centinaia di migliaia d'omosessuali, senza che ciò provochi scandalo e presa di distanza da parte d'alcun esponente del Pd”.

Rivolgendosi anche a Veltroni e alla lettera del leader del Pd in cui definisce la tesi della Binetti “sbagliata e pericolosa, i rappresentanti dell’Arcigay chiariscono: “Ci spiace Walter, la tua lettera di ieri è insufficiente per due ragioni. La prima perché sostieni che la Binetti sbaglia ma non ne trai le logiche conseguenze e la seconda perché gli strumenti che individui per tutelare e riconoscere la cittadinanza lgbt sono alla tua portata, essendo il segretario del partito di riferimento del governo che in questi due anni non è stato in grado di realizzare nulla”.

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Il British National Party contro la visibilità gay.

(Paolo M. Manciotti - Lamanicatagliata.com) ''Si può essere gay e restare invisibili'', è l'affermazione del candidato alla carica di Sindaco di Londra per gli ultranazionlisti del British National Party, Richard Barnbrook in una intervista alla BBC, negando naturalmente che il suo partito abbia posizioni razziste o omofobe. Altre chicche? Una per tutte ''Non sono gli immigrati ad avere colpe, è l'establishment che consente loro di stare qui ad essere colpevole''... Come diceva il nonno: tutti i giorni se ne alza uno.

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Mentre Berlusconi sgrida Totti, Soros è interessato a comprare la Roma. E la Borsa ci scommette.

Roma, George Soros interessato? Il rumor su quotidiani italiani.
(TRGFin) Il finanziere americano George Soros interessato alla squadra di calcio della Roma? I rumors sono usciti a sorpresa su alcuni quotidiani. Corriere della Sera: "I Sensi ammettono i contatti". Gazzetta: "Contatto tra Soros e i Sensi". Repubblica: "Roma tra delusione e i contatti con Soros". Il mercato ci crede e il titolo vola. E i Sensi ammettono in una nota, richiesta dalla Consob, "possibili interessi da terzi".

Il titolo a Piazza Affari è arrivato a guadagnare fino al 4% dunque, mentre sembra proprio che ci sia in arrivo una rivoluzione alla proprietà della Associazione sportiva Roma, che ultimamente in Europa non ha dato grosse soddisfazioni ai suoi fan, uscendo dalla Champions League ad opera del Manchester United. Un fallimento che ha riportato in primo piano la distanza tra squadre inglesi e italiane: oltre alla Roma, anche Milan e Internet sono state eliminate dalla Champions da due compagini del Regno Unito, la prima dall'Arsenal e la seconda dal Liverpool.

Per la Roma, quotata in Borsa, la sconfitta contro l'Arsenal ha costretto i dirigenti a rispondere alle voci e ai rumors che circolavano su possibili interessi. E' stata infatti la Consob a chiedere chiarimenti al riguardo. E i Sensi hanno dovuto rispondere con un comunicato. Eccolo, secondo quanto riferisce la "Repubblica": "Seppur nel corso degli ultimi mesi (la società) abbia ricevuto segnali in merito a possibili interessi da parte di soggetti terzi aventi ad oggetto la proprio partecipazione in As Roma, nessuno di questi si è mai tramutato in offerte o concrete manifestazioni di interesse". "Tradotto" commenta "Repubblica", "qualcuno ha bussato alla porta di Rossella Sensi".

Su chi sia questo qualcuno, secondo "Repubblica", "uomini della banca Rotschild avrebbero contattato l'avvocato Gian Roberto De Giovanni, incaricato dai Sensi di "sondare" eventuali proposte. E pare che il pacchetto della Roma interesserebbe a una cordata americana con a capo il magnate George Soros. Che potrebbe, come sottolinea il "Corriere", con investimenti adeguati, eliminare il gap con gli inglesi che tanto hanno bastonato gli italiani negli ultimi giorni. Anche se nel loro comunicato i Sensi spiegano: "Compagnia Italpetroli precisa che in nessun caso i rumors relativi ad eventuali iniziative di dismissione possono far ritenere o desumere un disimpegno della famiglia Sensi nella As Roma".

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Cristiano Malgioglio sbarca ai provini di X Factor ma gli ascolti non salgono, anzi...

malgioglio x factor ventura(Tvblog) Il Moige avrebbe dovuto aspettare prima di cantare vittoria. L’Osservatorio Tv del Movimento Italiano Genitori ha appena rivolto un plauso a X Factor, “un’interessante novità nel panorama televisivo” perché esente dalla volgarità e dalla rissosità di altri format (tra cui ha citato Amici). Un programma, insomma, per tutta la famiglia, in grado di stemperare liti e tensioni grazie agli inserti senza pretese a la Corrida.

Peccato che, a minare la reputazione di un prodotto ancora critico sotto il profilo degli ascolti, sia l’arrivo prevedibilissimo di una mina trash (che con la vera Mina ci ha lavorato molti, troppi anni fa): Cristiano Malgioglio. Da I Raccomandati a raccomandato della Ventura, la regina dell’Isola dei Famosi segue la sua nuova musa anche ai provini di X Factor. I suoi frivoli interventi si sprecano, tra un “adoro” fin troppo abusato e stroncature scontate. Nonostante Malgioglio nasca autore di testi e dovrebbe avere una grande competenza musicale, il suo attuale ruolo televisivo si sposa benissimo con la superficialità di giudizio della Ventura, senza costituire un vero valore aggiunto (salvo la promozione del loro mambo estivo?),

Eppure, l’ex paroliere della tigre di Cremona è riuscito nel suo scopo, viste le dichiarazioni ruffiane rilasciate sul quotidiano Libero qualche giorno fa, rivolte alla giurata bionda di X Factor, alla squadra che rappresenta e al conduttore che sta portando avanti:

“E’ uno spettacolo ben costruito, meglio di quello che l’anno scorso ha offerto la tv spagnola e più spettacolare di quello inglese. Le voci dei partecipanti sono interessanti, anche se ho trovato alcune un po’ acerbe. Mi ha colpito in modo particolare la voce di Antonio. Ottima la giuria. Morgan è simpatico nella sua veste ma ha poca esperienza nel suo ruolo. Simona Ventura è forse la più giusta. Ho anche notato che uno dei più bersagliati è Facchinetti. E’ brillante e gradevole, lasciamo spazio al piccolo Pooh, crescerà”.

Il rischio di ritrovarcelo in prima serata è in agguato, magari con l’auspicio di dare alla trasmissione qualche punto di share in più. Ma tanto valeva sceglierlo come giurato pittoresco sin dal primo istante, relegando Super Simo al mestiere che le spetta: quello di conduttrice. Di certo gli amanti dell’X Factor puro, allergici a un daytime monopolizzato dalle macchiette più che dagli artisti in gara, non gradiranno quest’ulteriore interferenza di genere, che rischia di infangare i buoni propositi del format.

D’altronde, basta ripercorrere le dichiarazioni di alcuni big della musica italiana per capire il pregiudizio insito verso il concetto di talent show in salsa catodica. Eros Ramazzotti, come riportato ha confermato di avere un conto aperto con Morgan, che aveva dichiarato di vergognarsi di essere rappresentato nel mondo da uno come lui. La sua replica è stata che Morgan, a sua volta, si trovi nel posto peggiore dove un cantante esordiente possa capitare.

A tal proposito Giua, una dei Giovani di Sanremo intervistata da SoundsBlog, si è mostrata scettica sulle opportunità offerte ai cantanti emergenti dall’intrattenimento tv:

“Non mi sono mai piaciuti i format televisivi come X Factor, mi sembra abbiano poco a che vedere con il talento e soprattutto tendono a eliminare l’idea che ci sia un grande lavoro da fare per poter emergere. Non basta il momento, o qualche caratteristica. Mi sembra un ambito piuttosto illusivo”.

Riuscirà X Factor a raggiungere l’agognato 12% senza aggravare ulteriormente la propria nomea televisiva?

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Aida Yespica, icona gay? Lesbica al 65%? Video intervista.

(La7) Le godibili interviste di Piero Chiambretti a Markette in cui salta fuori una Aida Yespica arguta ed intelligente nonchè sessualmente curiosa, come si dice "aperta a nuove esperienze"...
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