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lunedì 14 aprile 2008

Boselli: ''Lascio la guida del Partito Socialista''. La segreteria a Bobo Craxi?

Il segretario del Ps attacca Veltroni: ''Ha consegnato il paese a Berlusconi per i prossimi 10 anni''.

(Adnkronos) Enrico Boselli lascia la guida del Partito socialista e attacca Walter Veltroni: "Ha spalancato del governo le porte a Berlusconi e gli ha consegnato il Paese per 10 anni". Boselli, commentando i risultati delle elezioni, sottolinea che siamo di fronte "alla piu' grande sconfitta dal '48 ad oggi". Continua l'attacco di Boselli al Pd: "Grazie a Veltroni Berlusconi ha ottenuto due maggioranze blindate sia alla Camera che al Senato. Attendiamo la fine delle votazioni ma all'interno di questa durissima sconfitta della sinistra ci siamo pure noi". E da qui la decisione del segretario del Ps di lasciare la guida del partito: "Non credo saro' piu' io a guidarlo ancora".

Come sara' dunque l'Italia dei prossimi anni? "Berlusconi -ribadisce Boselli- dispone di due maggioranze assolute. La responsabilita' di Veltroni e' gravissima: per tutta la campagna elettorale ci hanno parlato di pareggio, poi di una rimonta ed eccoci qua". A questo punto, osserva Boselli, "si impone una riflessione da parte del partito" ma e' evidente che a guidarlo non sara' piu' lui.

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Arcigay emarginata e tagliata fuori da tutte le decisioni importanti. Mancuso ora auspica la nascita di una "vera" lobby.

(River-blog) Aurelio Mancuso, 45 anni, è, dal maggio del 2007, il presidente nazionale di Arcigay. A lui un compito tutt’altro che agevole: gestire un’associazione dalle molte ramificazioni territoriali, ognuna con i suoi vertici, le sue esigenze, le sue richieste e, a volte, i personalismi dei singoli presidenti (penso al caso romano). Nel 2006 è uscito polemicamente dai Ds, dopo 25 anni di adesione al partito: una decisione difficile, maturata in seguito “all’appiattimento del partito sulle posizioni cattoliche”. Mancuso, nella sua carica di presidente, ha preso il testimone da Franco Grillini e, in questa intervista, non si nasconde dietro ad un dito, quando gli faccio osservare delle liti che spesso dividono il movimento omosessuale. Anzi, sostiene la necessità di una nuova fase, più “unita”, in cui si possa far nascere una vera lobby Glbt, che riesca a far pesare le sue esigenze in Parlamento. Un po’ come avviene in America.

Parto dalla campagna elettorale romana: perché, secondo te, Franco Grillini ha insistito cosi’ tanto sul puntare il dito contro Rutelli? Imma Battaglia ha parlato di attacchi eccessivi, e ha detto che sosterrà Rutelli.
Voglio chiarire subito che se anche non ci fosse stata la candidatura di Franco Grillini, come Arcigay non avremmo mai potuto sostenere Rutelli, che è il nostro peggior avversario nel centro sinistra. Bisogna avere memoria e rammentarsi quante volte questo fiero difensore del Vaticano è intervenuto contro il riconoscimento dei nostri diritti. Imma Battaglia ha fatto una scelta che rispetto, ma che non condivido. La nostra critica non si ferma a quando Rutelli ha tolto il patrocinio al World Pride di Roma del 2000, ma si estende a tutta la sua azione di questi anni, che può essere comodamente visionata nelle rassegne stampa. Comunque molti gay e lesbiche voteranno Grillini come sindaco e sceglieranno una lista della sinistra o del centrosinistra, insomma attueranno il voto disgiunto. L’imponrtante è che non vinca Alemanno, ciò il rappresentante della peggiore destra omofoba italiana.

Secondo te perché ci sono dei gay che scelgono il centrodestra? La trovi una scelta incomprensibile?
Più che incomprensibile, suicida. Il centro sinistra e la sinistra hanno forti responsabilità rispetto al fatto che non è stato approvato alcun provvedimento a nostro favore, ma il centro destra ogni giorno non perde occasione per manifestare tutta la sua omofobia. Votare chi ci vuole dichiaratamente discriminare non è certamente un atteggiamento positivo.

Perché il nostro Pd, sul tema dei diritti dei gay, è cosi’ distante dai democratici americani?
Perché il progetto di un partito democratico in Italia si è per ora risolto in un incontro tra le vecchie culture comuniste democratiche e quelle delle varie anime cattoliche. Il tema dei diritti civili è ancora visto come una questione marginale, invece se non avanzano insieme diritti sociali e diritti civili la società non migliora, come dimostrano tutte le politiche messe in campo dai partiti socialisti europei. C’è poi da dire che negli USA la tradizione sui diritti civili è ben diversa da quella italiana. Speriamo che con il tempo anche il PD acquisisca quella volontà politica che lo faccia diventare davvero un partito moderno.

Il politico italiano più omofobo e perché.

Ce ne sono molti. Certo il più trucido continua ad essere Caldaroli della Lega, che forse è così accanito per nascondere sue turbe personali… Segue a ruota Volontè dell’UDC, un vero baciapile reazionario che non perde occasione per attaccare la nostra dignità.

Perché molti gay hanno l’impressione che le diverse associazioni omosessuali siano spesso in contrasto e lotta tra loro?
E’ un impressione corretta. Dentro il movimento lgbt italiano si litiga spesso. Poi ora che sono entrati in crisi sicuri riferimenti politici, la situazione si è fatta ancora più complicata. Credo che il movimento debba smettere di guardare al suo interno e debba invece recuperare una profonda sfiducia serpeggiante dentro il popolo gay. Come Arcigay ci stiamo ponendo il problema e nel prossimo periodo cercheremo di attuare una strategia completamente nuova. C’è bisogno che nasca la vera lobby sociale per far sì che finalmente contiamo davvero in questo curioso e faticoso paese. Ma anche le associazioni devono cambiare profondamente atteggiamento, prima fra tutte Arcigay. Il tempo dell’attenzione alla politica è finito, bisogna pensare a noi stessi a costruire una solida e diffusa comunità.

Cosa farà secondo te Walter Veltroni sul tema delle unioni civili gay?

Intanto dipenderà da quale risultato avrà il PD. Pesa poi la presenza di una agguerita pattuglia di deputati e senatori cattolici. Già ora la Binetti ed altri dicono che non voteranno mai una legge sulle unioni civili. Insomma il quadro è complicato e non sono per niente ottimista. Come Arcigay guardiamo in avanti, e ci vogliamo preparare a rendere la forza dei gay davvero pesante, percepita come coesa e determinata a contare. Certo bisognerà comunque fare i conti con il PD, perché è indubbio che sarà il più grande partito del centro sinistra. Anche in questo caso però ognuno svolga bene il suo compito in modo distinto. Noi dobbiamo rappresentare le istanze concrete dei gay e delle lesbiche, loro avanzare proposte e soprattutto renderle praticabili in Parlamento.

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A Salerno trionfano i cartoni gay ma la Rai non li manderà in onda.

Festival e polemiche. Rai Trade: mai in onda per minori. Gara dei cartoon: trionfano i pupazzi gay. La sit-com «Rick & Steve» era stata contestata dalla Curia di Salerno e dagli organizzatori.

(Biagio Coscia - Il Corriere della Sera) Alla fine hanno vinto i pupazzi gay. La giuria di Cartoons on the Bay, la rassegna internazionale di cinema d'animazione che si è conclusa ieri a Salerno, ha assegnato a «Rick & Steve: la coppia di gay più felice del mondo » uno dei premi più prestigiosi: migliore serie tv dell'anno. Prodotta in Canada, è formata da sei episodi di 22 minuti che raccontano le vicende di tre coppie omosessuali. Un riconoscimento ricevuto nonostante le polemiche nate all'inaugurazione della rassegna.

Tra le proteste quelle di Carlo Nardello, amministratore delegato di Rai Trade (che organizza la manifestazione: aveva espresso la sua disapprovazione, seguito poi dalla Curia di Salerno che ha ordinato ai giornalisti di Telediocesi di ignorare la rassegna. Nardello aveva detto: «Sono rimasto colpito dal fatto che un tema come quello dell'omosessualità possa essere così disinvoltamente trattato in un prodotto destinato ai più piccoli». Ieri dopo la vittoria della sit-com ha precisato: «La mia preoccupazione era sul target: non lo manderei mai in onda in fascia protetta».

Tuttavia, la nomination di «Rick & Steve» era proprio per la categoria «serie tv per tutte le età». «Eravamo tutti d'accordo », ha detto Eric Shaw, presidente della giuria e sceneggiatore di «SpongeBob». «Il premio è stato assegnato — continua — non solo per la grande qualità tecnica, ma anche perché è unico tra le serie tv. Sono storie scritte maledettamente bene, irriverenti e capaci di rompere pregiudizi sociali». Le vicende di «Rick & Steve » si svolgono in una comunità gay formata da uomini e donne, si parla anche di fecondazione assistita. I protagonisti, che vogliono un figlio, si fanno aiutare una coppia lesbica. Poi si sposano in chiesa con la benedizione di un sacerdote e tra i personaggi c'è un amico paraplegico.

Tutto realizzato con la tecnica di animazione dello «stop motion», cioè con pupazzetti di plastica che vengono fotografati in singole pose diverse una dall'altra che, quando unite, danno l'idea del movimento. «La serie è di qualità — dice Claudia Sasso, giurata e responsabile della programmazione ragazzi di Raidue — ma non è adatta a tutto il pubblico. Dati i temi trattati credo che non andrà sulle tv generaliste ». Sul fatto che non fosse proprio per bambini era d'accordo anche la giurata Patricia Hidalgo, direttore della programmazione della Walt Disney. Pochi dubbi invece per il resto della giuria, l'inglese Barry Purves, animatore dei pupazzi di Mars Attacks! e Giovanna Milano, consulente nel mondo dei cartoon. Nessun premio, infine, per lo spagnolo «Friends & Chips: the new pope», altra serie che aveva creato qualche polemica per i temi di satira religiosa. Sono state premiate anche due serie italiane: «Gladiatori» diretta da Maurizio Forestieri e «Acqua in bocca» di Manuli e prodotta da Rai Fiction.

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Bologna. Negozianti contro il Gay Pride.

Secondo un sondaggio de La Stefani, 60 commercianti su 100 sono contrari al corteo dell'orgoglio gay in Piazza Maggiore. Tre su quattro temono che possa provocare danni. Uno su quattro, invece, si mostra più tollerante verso la manifestazione e pensa che avrà maggiori guadagni.

(Sonia Arpaia e Monica Scillia - La Stefani) Se gli ambulanti della Montagnola non rinunciano al mercato e vogliono il Gay Pride in piazza Maggiore, i commercianti del centro vorrebbero fuori dalle mura la sfilata del prossimo 28 giugno. Percorrendo le strade interessate dal corteo del'orgoglio omosessuale, dalle vetrine si intravedono pareri discordanti. La preoccupazione principale è che la sfilata, dopo le proteste giunte da piazza VIII Agosto, possa concludersi in piazza Maggiore. Secondo il 60% dei 107 negozianti intervistati da La Stefani, potrebbe provocare “caos e problemi al traffico”.

Da Porta Castiglione a via dei Mille, passando per i viali, i pareri si dividono quasi a metà. Il 40%, infatti, si dice favorevole al Gay Pride, il 31% contrario e il 29% indifferente. Tolleranti o disinteressati che siano, i negozianti si nascondono dietro un “ognuno è libero di manifestare per ciò che vuole”, ma quando gli si chiede se ritiene che il Gay Pride porterà benefici alla loro attività, circa il 75% risponde che non sarà così e che, anzi, teme una “fuga della clientela e possibili danni e disordini”. “Che manifestino pure per quello che vogliono, purchè non danneggino i nostri locali”, lamenta dal suo bar una commerciante di via Saragozza. Più tranquillo un 25%, che ritiene che la manifestazione porterà più clienti e, dunque, maggiori guadagni. “Siamo favorevoli al Gay Pride, non hanno mai fatto male a nessuno”, dice un commesso di via Righi. Gli fanno eco da Combo, in piazza VIII Agosto: “Ci piacerebbe finissero qui, ma comprendo le ragioni degli ambulanti della piazzola”.

Se i commercianti restano chiusi nei loro negozi, “timorosi” al passaggio della manifestazione, ad alzare la voce, nei giorni scorsi, sono stati proprio gli ambulanti della Montagnola. Il corteo, infatti, partirà dai giardini Margherita, percorrerà i viali, poi via Don Minzoni, via dei Mille fino a giungere in piazza VIII Agosto. Niente mercato, dunque, per far spazio alla manifestazione. “E’ come chiederci di rinunciare ad un quarto delle nostre entrate mensili” ha spiegato Alis Alberi dell’Anva Confesercenti, “Noi non siamo contro la manifestazione. Anzi. Con il Gay Pride siamo uniti nella discriminazione, ma un buon amministratore deve saper far convivere due realtà di questo tipo”. La Prefettura, sta prendendo ora in esame le varie opzioni e le necessità di tutti, con il coinvolgimento del Comune e delle istituzioni. Si deciderà nei prossimi giorni. Gli organizzatori della sfilata, nel frattempo, si mostrano comprensivi, “il malessere dei commercianti è ragionevole e comprensibile, ben venga piazza Maggiore” ha dichiarato Marcella Di Folco, presidente del Comitato Bologna Pride 2008. "I commercianti della piazzola, al contrario di altri hanno giustamente intuito l'apporto, anche commerciale, dell’evento" ha sottolineato la Di Folco.
E gli albergatori? Decisamente meno dubbiosi sul possibile indotto legato alla manifestazione. “Arriveranno 30.000 persone da fuori Bologna che hanno bisogno di dormire, è quindi un’ottima occasione” ha dichiarato Riccardo Bacchi Reggiani, direttore dell’hotel “I portici” annunciando che ospiterà eventi legati al Gay Pride.

In attesa dell’inizio degli eventi, che partiranno a maggio, in città sono già giunti i primi protagonisti del corteo. Sono i quattro personaggi, in stile manga, creati apposta per l'occasione: si chiamano "puraido", per richiamare la parola giapponese corrispondente a "pride", creati da Lorenzo "Q" Griffi, tra gli organizzatori della sfilata del 28 giugno. Lo scorso venerdì, i quattro manga sono stati al centro di un episodio sgradevole. Su uno di questi manifesti, in piazza dei Martiri, è apparsa uno svastica. “La cosa non ci stupisce - ha dichiarato Elisa Manici del Comitato Pride - eravamo preparati a gesti di questo tipo. Siamo impegnati in una campagna per i diritti civili non ci facciamo certo spaventare da pochi estremisti. Restiamo fiduciosi che la città nel suo complesso accoglierà positivamente il Pride”.

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Bologna. Gay Pride, il settimanale della Curia contro Guglielmi.

Il caso - Per le parole sull´estate culturale. Il corsivo: si diano all´assessore solo le varie e eventuali. La replica: non è un giornale serio.

(La Repubblica, edizione di Bologna) Il settimanale della Curia "Bologna Sette" critica l´assessore alla Cultura Angelo Guglielmi, secondo il quale "L´estate culturale bolognese comincia con il Gay Pride", e a stretto giro replicano Franco Grillini, presidente onorario Arcigay, e il comitato organizzatore del Pride, che sfilerà per le strade il 28 giugno. Nel mezzo l´assessore alla Cultura, che replica piccato: «Bologna Sette non è un giornale serio. E´ una menzogna assoluta, una balla che l´estate bolognese del Comune cominci con il Gay Pride. Stanno smerciando una notizia falsa».
A sollevare la nuova polemica tra via Altabella e Palazzo d´Accursio è il corsivo apparso ieri sul settimanale di Avvenire, siglato dal responsabile del supplemento Stefano Andrini. «Abbiamo forti dubbi che una manifestazione di costume (peraltro discutibilissima) come il Gay Pride debba rientrare nella programmazione culturale del Comune di Bologna e ne sia in qualche modo il punto di partenza. E´ questo l´ideale che viene proposto alla città?. Cultura è al contrario tensione all´elevazione dello spirito, espressione della ricerca del bello. Guglielmi, nel suo incontenibile entusiasmo per il Gay Pride, tace sugli autentici fatti culturali di cui il suo ufficio dovrebbe occuparsi (la cultura bolognese è stata fatta grande nel mondo non da rivendicazioni di identità sessuale ma, per esempio, dalla sua università e dalla coltivazione del diritto). Dopo questa uscita infelice non ci resta che sperare che all´assessore sia affidata con urgenza solo la delega alle ‘varie ed eventuali´. O che Guglielmi tiri finalmente i remi in barca prima che in barca ci vada il suo assessorato».
Pronta la risposta di Grillini: «La Curia di Bologna si rassegni: gli assessori per ora li nomina il sindaco e anche le deleghe. Non c´è ancora quello Stato teocratico nel quale si chiede il permesso alla Curia prima di assumere decisioni amministrative. L´articolo di ‘Bologna Sette´ sul Gay Pride ci dice che la manifestazione non piace alla Curia di Bologna. Lo sapevamo già, d´altra parte nemmeno la politica della Curia piace a noi per cui siamo pari». Il presidente dell´Arcigay ha aggiunto un «consiglio» alla diocesi bolognese: «Evitare gli insulti se si vuole una manifestazione che non ricambi e non rispedisca al mittente i toni offensivi dell´articolo. La Curia si metta il cuore in pace e rispetti il Pride».

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Il probabile crollo della Sinistra Arcobaleno premierà il Pdl al Senato.

 Lo scrutinio delle schede | Ansa
(Panorama - Mario Sechi) Gli exit poll sono un ottimo strumento per fare il gioco del “fumo e specchi”, cioè creano una gran confusione.
Cerchiamo di emergere dal polverone e fissare alcuni punti. Occhio al dato sull’affluenza e alle cifre del voto nelle cosiddette regioni rosse. Il dato parziale dell’affluenza (5.693 enti su 8.101) dice che ha votato l’81,783% degli aventi diritto contro l’85,095% delle elezioni politiche del 2006. Un distacco negativo che supera il 3% (-3,312%). L’affluenza nelle regioni rosse finora è negativa, se il dato catastrofico della Sinistra Arcobaleno fosse confermato...

Continua su Il voto gay.

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Colin Farrell in Bosnia per prepararsi a "Triage".

Colin Farrell(Cineblog) Il bel tenebroso irlandese si è recato in Bosnia nel fine settimana per toccare con mano cosa poteva significare fare il corrispondente di guerra durante il conflitto del 1992-95, in preparazione al ruolo che interpreterà in “Triage”, le cui riprese inizieranno tra una settimana in Spagna per poi spostarsi in Irlanda.

Colin Farrell vestirà infatti i panni di un fotoreporter che per 12 anni ha documentato scontri e guerre in tutto il mondo. Improvvisamente accade qualcosa in grado di annullare le barriere che separanol’uomo dal professionista. La pellicola sarà diretta dal bosniaco Danis Tanovic, già premio Oscar con “No Man’s Land” per miglior film straniero nel 2001. Nel cast vedremo anche Paz Vega e Christopher Lee. La sceneggiatura porta la firma del giornalizta americano Scott Anderson.

La visita in Bosnia ha portato l’attore nella città orientale di Srebrenica dove circa 8.000 uomini e ragazzi musulmani sono stati uccisi dopo la presa della città da parte delle forze serbo-bosniache nel luglio del 1995. “Mi sono sentito disgustato”, ha spiegato Colin Farrell dopo aver visitato il cimitero per le vittime del massacro considerato uno dei peggiori crimini acceduti in Europa dalla Seconda guerra mondiale. “E’ difficile poter spiegare come l’aria e la terra siano impregnate dell’uccisione di 8.000 persone in un sol giorno. Qui si percepisce davvero il senso di panico e di perdita, e ciò mi rende molto triste, davvero molto triste”.

Fonte: Reuters

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Primi risultati reali: Un disatro per Bertinotti, la Lega primo partito in Lombardia.

elezioni2008

EXIT POOL: PD 40% - PDL 42%

s-leganord LA LEGA AL 7% (e al 31% in Lombardia) L’Italia nelle mani della Lega?

s-ladestraCON LA DESTRA AL 3%, CHE RISULTATO E’ PER GIANFRANCO FINI E AN?

s-sinistra BERTINOTTI AL 4.5% alla CAMERA, UN DISASTRO?

16:17 Senato, la Lega spopola in Lombardia

Le prime 29 sezioni lombarde per il Senato (dati ufficiali del Viminale) danno la Lega come primo partito in Lombardia con oltre il 31,6% dei voti. Seguono Pdl 29,3%, Pd 22,4%, Idv 4,1%. Nessun altro partito verrebbe ammesso al riparto dei 47 seggi senatoriali lombardi.

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GF8. A Buona Domenica la mamma di Lina contro Roberto: "Devi farti perdonare". In studio anche Mirko e Silvia

(Reality & show) A Buona Domenica lo spazio riservato al Grande Fratello, che tornerà in onda martedì, ha riservato nuovi momenti di tensione, sfoghi e rivelazioni. In primo piano inevitabilmente ancora il rapporto tra Roberto Mercandalli e Lina Cancuro sul quale è tornata la mamma di Lina, la signora Teresa, già apparsa nel reality quando parlò con la figlia dietro un vetro.

"Lina è una ragazza allegra, generosa, vederla in questo modo fa male - riporta Leggo - Eravamo a Gaeta e ci chiama una nostra amica per raccontarci quanto era accaduto... (quindi scoppia in lacrime, ndB) vedere quei titoli di giornale... (sulla volontà dell'Ordine dei medici di aprire un procedimento disciplinare dopo i contatti tra lei e il Cummenda sotto le lenzuola, ndB) dopo tutta la passione che Lina ha messo negli studi... Ha sempre desiderato fare il medico, da quando aveva otto anni". Poi il racconto si è fatto ancora più drammatico: "Lina era piccola, quando io seppi di avere un carcinoma al seno. E lei, piccola com'era, si è presa cura di tutti mentre io non stavo bene. Poi un giorno mi ha preso e mi ha detto: 'Mamma, basta piangere, devi reagire'. Questa è Lina".
Roberto ha deciso di dire la sua: "Mi sembra di aver chiesto scusa più di una volta. Non mi si può addossare la colpa di tutto, delle decisioni dell'Ordine dei medici. Eravamo in due". Poi rivolto alla mamma di Lina, che neanche lo guardava in faccia: "Signora, se mi fa il piacere di guardarmi in faccia, ho capito che è arrabbiata, però sarebbe carino da parte sua se lo facesse. Signora, cosa devo fare per farmi perdonare da lei?". Devi farti perdonare da Lina, non da me. Dovrai parlare e chiarirti con lei quando uscirà", la replica.
Spazio anche per gli ultimi due eliminati. Mirko Sozio: "Nella Casa c'è una grande tensione specie prima delle dirette. Mi è scappata una bestemmia e mi scuso di nuovo con tutti, ma non me ne sono neppure accorto". Silvia Burgio: "Ho cercato di mandare un messaggio di forza, la cosa che mi stupisce sono i bambini che mi chiedono di fare la foto con loro. In passato sono stata discriminata, è accaduto quando andavo ancora a scuola, avevo 11 o 12 anni. Mi sono rivisto in quel bimbo che si è suicidato per le chiacchiere dei compagni (circa la sua presunta omosessualità, ndB). Avrei sfruttato la mia condizione di ex transessuale per vincere? Roberto, che era lì dentro con me, sa che non ho mai fatto una cosa del genere, sono entrata nella casa non per giocare, ma per far vedere quella che sono".

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Elezioni. Tre milioni di nuovi astenuti?

(Gad Lerner) L'interismo democratico ieri sera a San Siro sognava la doppietta del godimento assoluto: dopo la vittoria scacciacrisi sulla Fiorentina, pure la sconfitta di Berlusconi (nonostante la promessa elettorale di Ronaldinho). Ma i dati sull’affluenza alle urne parrebbero congiurare in direzione avversa: quasi il 7% di astenuti in più a Torino, record del non voto in Toscana, idem nell’Emilia rossa… Me lo sono imposta come regola a mente fredda nei giorni scorsi e ve lo raccomando di nuovo stamattina: di fronte a un fenomeno così massiccio di fuga dalle urne -segnale di complessivo fallimento democratico della nostra classe dirigente- i sondaggi rischiano di trasformarsi in carta straccia. In effetti la media del -4% viene superata anche in circoscrizioni a prevalenza della destra, la nausea e il disincanto non sono esclusiva di un’area soltanto.
Spero di non deludere gli antileghisti del blog raccontandogli che ieri sera a Milano in piazza Ascoli, dove ho accompagnato a votare per il Pd Umberta, Marta e Rebecca (dopo avere fatto il mio dovere a Odalengo Grande, of course) un gentile rappresentante di lista del Carroccio si è offerto di tenerci il cane J, ovvero il bastardo del mio cuore, fuori dalla scuola in cui erano i seggi. Offerta accettata e stretta di mano. Lo espelleranno? Espellerete me, recidivo dopo i lecca lecca accettati al banchetto leghista del Monferrato? Ieri sera comunque allo stadio il mio storico vicino di abbonamento, pure lui leghista doc, urlava d’entusiasmo per tutti i nostri extracomunitari in campo e mi confermava di essere favorevolissimo a dare la nazionalità italiana al nero Supermario Balotelli. Per fortuna neanche la xenofobia è una roba seria, dalle nostre parti.
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