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mercoledì 7 maggio 2008

Completamente nudi, fanno sesso in auto, due uomini e tre donne. Denunciati.

(Agi) Completamente nudi, fanno sesso in auto, due uomini e tre donne sono stati cosi' sorpresi dai carabinieri all'interno di una monovolume mentre erano nel pieno di un rapporto sessuale di gruppo. E' successo ieri pomeriggio a Fucecchio, in provincia di Firenze durante un normale controllo effettuato dai militari. La monovolume era parcheggiata lungo una strada saltuariamente frequentata da prostitute. Le tre donne sono originarie dell'est europeo mentre i due uomini sono residenti nella provincia di Pisa.
Sono stati tutti denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. Per le tre donne, inoltre, e' stato richiesto alla questura di Firenze il foglio di via obbligatorio.

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Alemanno e il GayPride… come promesso.

Caro sindaco Alemanno,
Leggo le sue dichiarazioni sul Gay Pride, secondo cui esso sarebbe “una manifestazione di esibizionismo sessuale”, anche un po’ aggressivo e decido di scriverle per farle notare alcune cose.

Già nel GayPride Nazionale di Roma dell’anno scorso, visto il momento difficile per la comunità gay (legge sui Dico affossata in parlamento), la quasi totalità dei transessuali, decise spontaneamente di sfilare più coperta del solito. Giornali e televisioni, non contenti delle immagini di quel giorno dovettero rivangare vecchie immagini di repertorio per poter dare la loro deviata e pruriginosa informazione sul Pride. Perché, invece di “leggere” il Pride sui giornali, non viene davvero a vederlo, come le ha chiesto Imma Battaglia? Troverà centinaia di migliaia di cittadini e cittadine romani, che sfilano con i vestiti di tutti giorni. Perché, come uomo delle istituzioni, non chiede alla stampa e alle televisioni, di non mostrare immagini eccessive che sono oltretutto minoritarie? Non lo dico certo per perbenismo, ma perché anche a me sembra ogni volta una strumentalizzazione, dare del Gay Pride una sola immagine. In questi giorni Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay Nazionale, ha chiesto alla comunità GLBT di sfilare al prossimo pride bolognese con il vestito del proprio mestiere.

Le faccio notare, inoltre, che le strade di Roma, ogni notte, sono teatro di esibizionismo sessuale ben peggiore, da parte di centinaia di migliaia di uomini, che mette a rischio anche la sicurezza stradale. Pensi alla Salaria, un autentico bordello a cielo aperto, dove trovano sfogo davvero troppi bravi padri di famiglia, oltre tutto con ragazzine nemmeno maggiorenni. Mi auguro che come sindaco la sua priorità sia difendere quelle donne dallo sfruttamento punendo chi crea pericolo alla cittadinanza.

Di recente ho difeso la croce celtica che porta al collo. Per qualcuno è un simbolo di morte perché viene equiparata alla svastica. Lei ha spiegato perché la porta al collo, per ragioni affettive, ed io credo che all’oggettività dei simboli, dobbiamo pur aggiungere l’umanità che essi posseggono e il valore soggettivo che gli si conferisce. Non metterei mai bocca sulla sacralità dell’amicizia. Credo, semplicemente, nelle parole che dice.

Provi ora a fare lo stesso esercizio per il Gay Pride, manifestazione che ricorda il giorno in cui un gruppo di trans, a New York, si ribellò alle botte e agli stupri quotidiani dei poliziotti. Esso per la comunità gay ha un valore simbolico. Il colore, le piume, la musica, ove ci sono, sono simboli di gratitudine verso chi, per primo, si è ribellato.

Caro Alemanno, oggi lei è anche il mio sindaco ed io, pur militando nel PD, faccio parte di quei 70.000 che si sono rifiutati di votare Rutelli. Le cose che lei dice sul Gay Pride, sono le stesse che pensano molti miei compagni di partito, quindi non ne faccio affatto un momento di scontro politico, ma la richiesta di una semplice cittadina al suo sindaco. Che sia il sindaco di tutti: venga a vedere che cosa è il gay pride. Si stupirà di venire accolto con gioia, tanto siamo abituati ad essere rifiutati, persino da chi dovrebbe essere dalla nostra parte. Faccia questa cosa rivoluzionaria, creda nelle mie parole come io credo nelle parole dei ragazzi di Colle Oppio quando dicono di non essere più fascisti. Anche questo è un passaggio di riconciliazione nazionale. Pensi ai tanti sindaci di destra delle capitali occidentali che sfilano al Gay Pride.

E superi anche lei il pensiero che l’omosessualità distrugge la famiglia. Noi facciamo parte della famiglie eterosessuali e combattiamo per vedere riconosciute le nostre, a volte i migliori interpreti di questo valore, per la forza con cui lo desideriamo.

Cristiana Alicata, militante del Pd e del GLBT, scrittrice.
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Pubblicata su La Repubblica.

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Lubamba: Tra i politici è boom di gay, bisex e... trisex.

(Prima) Ecco le dichiarazioni della showgirl Sylvie Lubamba, militante della Lega Nord, intervistata da Klaus Davi nell’ambito del programma di approfondimento politico Klauscondicio.. “Nel mondo della politica ci sono tantissimi gay, tantissimi bisex e anche… trisex, cioè quelli che vanno con i transgender. Questo accade tanto a destra quanto a sinistra che al centro”. Lo ha dichiarato la showgirl Sylvie Lubamba, militante della Lega Nord, intervistata da Klaus Davi per “KlausCondicio”, il primo contenitore di approfondimento in Rete, in onda su YouTube. A proposito della difficoltà dei politici a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, Lubamba ha aggiunto: “Il discorso è molto sottile. In generale, per non ferire i genitori e i familiari si preferisce mantenere una certa discrezione. Poi, a maggior ragione, chi una certa posizione politica o sociale evita di rivelare la sua vera natura”. Lubamba, infine, si è detta lusingata di essere considerata un’icona gay. “Piaccio perché sono diretta, spontanea e a volte ho un comportamento al di sopra delle righe. Inoltre non giudico e non ho pregiudizi e, quindi, con me i gay si sentono a loro agio e più liberi di esternare il loro modo di essere”. “I leghisti sono macchine da sesso. Lo ha dichiarato la showgirl Sylvie Lubamba, militante della Lega Nord, intervistata da Klaus Davi per “KlausCondicio”, il primo contenitore di approfondimento in Rete, in onda su YouTube. Sono maschi e ce l’hanno duro. Posso confermarlo, anche se tra me e loro non c’è stato assolutamente nulla”. La showgirl, tuttavia, ha smentito a Klaus Davi di avere una relazione con il neo-deputato Matteo Salvini. “Non abbiamo avuto neanche modo di andare a mangiare una pizza. Tra noi c’è solo un rapporto politico. Non ci sentiamo nemmeno al telefono o via sms. Semplicemente siamo rimasti d’accordo che sarei andata a trovarlo alla sede di via Bellerio”. “Nella Lega Nord non ho ancora beccato nessun gay. Ce ne sono piuttosto nel Pdl, nell’Udc e in quasi tutti i partiti di sinistra”. “Quando sono diventata sostenitrice della Lega, ho pensato subito che sarei stata usata, anche se nel senso buono del termine”. Così ha dichiarato la showgirl Sylvie Lubamba, tesserata della Lega Nord, ai microfoni di “KlausCondicio”, il primo contenitore di approfondimento in Rete, in onda su YouTube, interrogata da Klaus Davi se, essendo un’italiana di colore, si sentisse in qualche modo usata dal Carroccio, per la sua notorietà, come testimonial della tolleranza. “Il giorno dopo aver acquistato la tessera, su Internet –ha spiegato Lubamba- è stata immediatamente diffusa la notizia che ero diventata una loro sostenitrice. Se non altro, la mia adesione è servita a sfatare il fatto che i leghisti ce l’abbiano con i negri e con gli stranieri in genere. La verità è che ce l’hanno con le persone che delinquono, che non hanno una fissa dimora, che non lavorano, che evadono le tasse e che, in generale, non rispettano la costituzione italiana”.
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Fiorello e Baldini al Gay Pride. "Alemanno, festeggia con noi".

I due conduttori pronti a salire su uno dei carri e, dopo le parole del nuovo sindaco di Roma, esprimono solidarietà agli omosessuali. Poi trasformano 'Ymca' in "Alemanno tu dimmi perché/ Non possiamo sfilare io te/ Forza dai scendi giù/ Con la giacca e il tutù".

(Quotidiano.net) Fiorello e Marco Baldini pronti a scendere il piazza per il Gay Pride. I I due conduttori di 'Viva Radio 2' lo hanno annunciato nel corso dell'odienza trasmissione radiofonica, promettendo di salire su uno dei carri che sfileranno se il nuovo cd del programma raggiungerà la vetta della hit parade.

Dopo le dichiarazioni del nuovo sindaco di Roma, i due conduttori, solidali con gli omosessuali, hanno esortato Gianni Alemanno a scendere in piazza per partecipare alla manifestazione. E per farlo hanno cantato sulla musica della canzone-simbolo 'Ymca' dei Village People: ''Gonne tacchi a spillo e lame'/ Piume reggiseno e gilet/ Metto tutto insieme perche'/ Vado al gay pride gay pride gay pride. Scendo/ giù per strada con te/ Mano nella mano perche'/ Sento tanto amore per te/ Che ti chiami Gianni Gianni''.

E il ritornello: ''Alemanno tu dimmi perché/ Non possiamo sfilare io te/ Forza dai scendi giù/ Con la giacca e il tutù/ Ed il tricolore. Non lo vedi che maschio che sei/ Tu non sai quanto piaci a noi gay/ Se festeggi con noi/ Stai sicuro che poi/ Dopo ti rifai le tette''. E ancora: ''Gianni dai non dire di no/ Certo hai paura però/ Guarda se tu sfili al gay pride/ Che consensi prenderai/ Bossi sì ti spara lo so/ Silvio ti s'infuria lo so/ Fini ti direbbe di no/ Calderoli invece sviene...''.

In chiusura di puntata scambio di battute con Pippo Baudo al telefono. Invitato anche lui al Gay pride, il presentatore si è defilato ricordando che il 7 giugno è anche il suo compleanno. Poi Fiorello lo ha stuzzicato sul Festival di Sanremo: ''Pippo, non dirmi che il prossimo anno non ti vedremo in tv... Sanremo no, vero?''. E Pippo: ''Lo presenterà uno che inizia con la 'B' ma non è Berlusconi nè Bertinotti...''.

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Omoparentalità. Polemica di Ferrara col Corriere.

"Due mamme meglio di una?"
Lo spot del Corriere per il riconoscimento giuridico dell'omoparentalità.
(Giuliano Ferrara - Il Foglio) "Figli dei gay, 100 mila in Italia", annuncia il Corriere della Sera in due pagine dedicate all'"omoparentalità" negata nella retrograda Italia. A essere in discussione non è il diritto di far figli da parte di chiunque. Gli omosessuali i figli li hanno sempre avuti, con qualcuno dell'altro sesso, magari ridotto a fornitore di gameti. Il problema all'ordine del giorno è riconoscere la "genitorialità" (siete pregati di cancellare "maternità" e "paternità"), dunque uguali diritti, all'elemento della coppia omosessuale che non ha avuto parte nella generazione.
Il Corriere ci informa poi che i bambini con "due mamme" e "due papà" sono molto ma molto più felici - realizzati - tolleranti dei poveracci che si trovano un padre e una madre: "decine e decine di studi, fatti all'estero, dimostrano che non ci sono problemi". Anche perchè, come ha dimostrato Yves Lacroix ("In Principio la differenza", Vita e Pensiero) sono studi commissionati precisamente allo scopo di dimostrare che non ci sono problemi.
E giù testimonianze, lamentele, appelli, tutto a cura delle Famiglie Arcobaleno, impegnate a spiegare che la genealogia reale (una donna un uomo) è un arcaismo di cui fare a meno. Ma la realtà, come sempre, si ribella.
Federico, 8 anni, racconta che dalla prima elementare i compagni di classe gli chiedono "perchè ho due mamme, se prima avevo anche un papà che poi si è diviso. Io gli dico che ho due mamme da quando sono nato". Ma loro non capiscono e "me lo richiedono ancora e ancora".
Vi ricordate "i vestiti nuovi dell'imperatore"? La finzione è nuda, anche se la chiamano "omoparentalità"."

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Micaela Ramazzotti nuda e cruda. Il video del backstage.

micaela ramazzotti 03 (Gossipblog) Capita a tutte, prima poi cedono e si regalano, o ci regalano, i famosi scatti d’autore (come amano chiamarli loro) ovvero foto con tette e culi in primo piano (come amiamo chiamarli noi). Cosi anche Micaela Ramazzotti si è decisa a fare due scatti tutta nuda per Max, nonostante il periodo calendario sia fuori tempo massimo.

La bionda ragazza pare averci preso gusto a mostrarsi come mamma l’ha fatta, infatti già nell’ultimo film di Paolo Virzì Tutta la Vita davanti appariva nuda e cruda (qui potete vedere la scena incriminata).

Grazie proprio a queste performance Micaela sta passando dall’essere una perfetta sconosciuta all’essere un futuro sex symbol.
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Alessandro Cecchi Paone: "Voglio un uomo".

alessandro cecchi paone gossip (Gossipblog) Alessandro Cecchi Paone è gay. E questo si sa. L’ha detto lui. Ora torna sull’argomento e lo fa con il settimanale Tu:

“Credo di avere fatto coming out al momento giusto, ero pronto, avevo le risorse per affrontare le conseguenze. Dopo credo di essere diventato più simpatico, meno teso, leggero. Oggi ho più amici. La gente si fida, molti eterosessuali mi hanno avvicinato per dirmi che ero stato coraggioso

Cerco l’amore con convinzione, ma dedico troppo poco tempo alla vita privata. Potrei innamorarmi di una donna, perché no? Ma in questo momento sento l’esigenza di un uomo accanto a me. Voglio una storia seria e lunga, ma al sempre non credo”.

Allora Paone, sei gay o bisex? I miei amici gay non dicono che potrebbero innamorarsi di una donna. Chissà cosa gli passa nella testa al Paone. Quando il mio migliore amico (gay) l’ha visto in disco poteva chiederglielo. Avrei potuto dirvi qualcosa in più. Peccato.

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Festini a base di sesso e cocaina per Cacioppo che è sempre più nei guai.


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Si complica la situazione del noto attore cabarettista di Zelig, Giovanni Cacioppo, indagato dalla Procura di Fermo per l’accusa di spaccio di stupefacenti e cessione di cocaina a minori in cambio di prestazioni sessuali.

(Fabio Castori - Il resto del carlino) Si complica la situazione del noto attore cabarettista di Zelig, Giovanni Cacioppo, indagato dalla Procura di Fermo per l’accusa di spaccio di stupefacenti e cessione di cocaina a minori in cambio di prestazioni sessuali. Il sostituto procuratore Luigi Ortenzi, che coordina l’inchiesta, ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini a tutte le persone coinvolte e per Cacioppo, oltre alle precedenti accuse di spaccio, si è aggiunta l’aggravante di aver ceduto stupefacenti a minori in cambio di prestazioni sessuali.

A questo punto, per il comico siciliano, si avvicinano sempre più il rinvio a giudizio e il conseguente processo. Cacioppo era finito da circa un anno nel mirino della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno a seguito di un’indagine su un vasto traffico di droga e di festini a base di sesso e cocaina, che si consumavano a casa di alcuni insospettabili fermani. Il nome di Cacioppo era spuntato nel corso delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli uomini delle Fiamme Gialle.

Gli investigatori, da una telefonata in particolare, avevano individuato alcune delle persone presenti a un festino consumatosi in un appartamento di Fermo. Tra queste anche una ragazza minorenne che, interrogata dagli investigatori, avrebbe raccontato di avere ricevuto cocaina proprio da Cacioppo. In mano agli inquirenti ci sarebbero anche altre testimonianze che inchioderebbero il cabarettista.

L’indagine, nella quale è rimasto invischiato il noto personaggio dello spettacolo, vede coinvolto un giro di insospettabili, del quale farebbero parte un centinaio di persone tra fermani, sangiorgesi e altri volti noti provenienti anche dalle province limitrofe. Alcuni di loro, come Cacioppo, sarebbero accusati di istigazione alla prostituzione e spaccio di stupefacenti con l’aggravante della richiesta di prestazioni sessuali.

L’inchiesta era nata da una costola di un’importante operazione antidroga messa a segno dalla Guardia di Finanza nel settembre del 2006, che aveva fatto emergere un giro di prostituzione anomala, in cui erano state coinvolte decine di ragazze, che offrivano prestazioni sessuali solo ed esclusivamente in cambio di cocaina. A tirare i fili di questo raccapricciante teatrino, secondo gli inquirenti, sarebbero professionisti e noti imprenditori.

Gli elementi raccolti fino ad oggi nel corso delle indagini sarebbero supportati da un fiume di intercettazioni telefoniche, che non lascerebbero dubbi su quanto accadeva in determinati ambienti esclusivi dove, oltre alle storie di sesso, si consumavano anche quelle legate a importanti quantitativi di cocaina che venivano ceduti in occasione dei festini.

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Miky Bet, animatrice fetish dei locali trendy di Milano: "I calciatori pagano per farsi frustare".

A proposito della scoperta di alcuni appartamenti a Milano dove si praticava il cosidetto sesso estremo o sado-maso (bdsm per i più informati), vi proponiamo un'intervista rilasciata a Fabio Massa di Affari Italiani da tale Miky Bet, a parere dell'intervistatore una vera e propria esperta di questo genere di attività.

Dirigenti, manager, uomini di potere. Capi che usano la frusta sui dipendenti. Ma che poi, quando vanno a prendersi l'aperitivo, vogliono qualcuno che li frusti. Insomma, frustrati e frustati, verrebbe da dire, con un po' di malignità. Oppure solo frustati, a voler essere buoni. A dargliele di santa ragione (ma senza fare male sul serio) è Miky Bet.

Nome in codice per una ragazza, una donna come tante altre. Prima la maturità classica, poi un figlio. Tanto normale che si è inventata un mestiere che - nell'ultimo periodo - sta letteralmente facendo furore nel capoluogo milanese. Si tratta del bondage, ultima passione della Milano da bere e da frustare. Un po' underground, ma neanche troppo, visto che stiamo parlando di alcuni dei locali più "di tendenza" della città. Ma chi sono i "sottomessi da happy hour"? Ne parla con Affari la stessa Miky, che traccia l'identikit del "maschio frustato" e svela i segreti della passione per il bondage che impazza nella "Milano bene"...

I manager vengono per farsi frustare da te. Come funziona?
"E' molto semplice. Abbiamo organizzato degli aperitivi - e presto delle serate - nelle quali insegno alle coppie come si debbano divertire con i frustini. E' un gioco, intendiamoci. Ma non si ha idea di quanto stia incuriosendo la pratica del bondage, di quanto la Milano bene ricorra a questo giochino frequentemente".

Tracciamo un identikit del "maschio frustato".
"La persona più normale del mondo. Studente o lavoratore, spesso imprenditore. Dai 25 anni ai 40. Bella persona, ben vestita. Di cultura medio-alta".

Potenti? Famosi? Facciamo qualche nome...
"
No, nomi non ne faccio neppure sotto tortura. Posso assicurare che del jet set ce ne sono molti".

Calciatori?
"Anche".

Ma perchè qualcuno dovrebbe venire a farsi frustare?
"
Perché è un bel gioco. Mi sono accorta che questa voglia di ritornare al primordiale tirava quando conducevo un programma dedicato all'erotismo su una tv privata. Poi ho indagato e ne ho fatto un lavoro. Le ragazze vengono per farsi legare da persone che lo sanno fare, con dei nodi in punti tattici che sono molto, molto stimolanti".

E gli uomini?
"Vengono e si fanno schiaffeggiare e frustare sul sedere. Inizio io, poi ci pensano le loro compagne. E alla fine della serata si portano a casa i frustini".

Quindi fruste e corde ormai sono una moda imperante.
"Basta guardare la pubblicità: si vestono tutti in latex. Anche Anna Falchi in tv. Non si può ignorare questo fenomeno. A Milano - e in tutta Italia - piace farsi frustare".

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Luca Barbareschi entra in Parlamento. Il suo orientamento è per il si a nozze e adozioni gay. Il richiamo all'attore del Pdl.

Il Pdl: Non se ne parla.
(Il Corriere della Sera) La prima puntata di Tatami, il talk show di RaiTre condotto da Camila Raznovich, era dedicata all'omogenitorialità. Ne discutevano in studio, domenica, Luca Barbareschi ( foto) e Imma Battaglia, presidente dell'onlus Di' Gay Project. Il neodeputato del Pdl si era dichiarato «favorevole ai matrimoni e alle adozioni gay, considerando retrograda l'Italia che non apre a queste soluzioni». Ma ieri è arrivato subito il richiamo ufficiale, con il senatore pdl Giacomo Santini che ha consigliato all'attore «di andarsi a rileggere il programma del partito e della coalizione che l'ha portato in Parlamento: Forza Italia, An e Lega non hanno mai concesso spazio ad aperture su adozioni e matrimoni gay, contrari ai principi naturali della persona e della dottrina cristiana».
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Luca Barbareschi. L'Aula di Montecitorio sarà il mio nuovo palcoscenico.
(La7) Nell'aula di Montecitorio porterà la sua lunga esperienza di uomo di spettacolo, ma anche la battaglia contro la pedofilia, che ha già intrapreso con la Fondazione che porta il suo nome. 52 anni, passato dalle tele-camere alla Camera, dove è stato eletto nelle file del PDL, Luca Barbareschi racconta come è nata la sua passione per la politica e come, nel suo film "Il trasformista" , ne abbia esorcizzato i pericoli.
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