banda http://blografando.splinder.com

sabato 7 giugno 2008

L'orgoglio diverso.

La manifestazione dell'orgoglio omosessuale ha pacificamente invaso con carri colorati e musica a tutto volume le strade del centro di Roma e Milano, in contemporanea. Testardamente dignità, parità e laicità. Questo lo slogan della giornata, mentre "Non togliamo il disturbo" è la scritta comparsa sullo striscione che ha aperto le danze a Milano. Polemiche invece a Roma, per la mancata concessione di Piazza S'Giovanni.
---

Sphere: Related Content

Gaypride a Roma. Festa, colori e, tanto per cambiare, provocazioni.


---
In migliaia hanno sfilato nella capitale per rivendicare i diritti degli omosessuali. Striscioni contro politici e Vaticano.
(La7) Musica e colori da grande festa, ma anche aperte provocazioni hanno caratterizzato il gay pride che oggi si è svolto a Roma, e in contemporanea a Milano, in nome del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. In testa al corteo della capitale, partito da Piazza della Repubblica e diretto a Piazza Navona, il pullman rosa con a bordo fra gli altri Franco Grillini e Vladimir Luxuria. Poi tanti carri allegorici, a partire da quello dell'Arcigay, ma il corteo, uno dei più osteggiati dopo il no a piazza San Giovanni, è stato animato anche da slogan contro esponenti politici e contro il Vaticano. Un carro con irriverenti drag queen è stata la risposta del corteo al ministro Carfagna che ha negato il suo patrocinio.
---

Sphere: Related Content

Sorpresi a far sesso in auto davanti ai monaci di Montecassino. Si stavano riprendendo con una telecamera.

Una coppia di 40 anni è stata denunciata dalla polizia del commissariato di
Cassino per atti osceni in luogo pubblico per aver ripreso con una telecamera il rapporto sessuale che stavano avendo davanti all'abbazia di Monte Cassino.
L'uomo e la donna, conosciutisi in chat, s'erano dati appuntamento davanti all'abbazia. E dopo un primo approccio hanno avuto un rapporto sessuale ed hanno posizionato una telecamera sul cruscotto dell'auto per immortalare le loro prestazioni. Ad accorgersi di quanto stava accadendo sono stati i monaci del monastero che hanno avvisato il centralino del 113, chiedendo l'intervento delle volanti. La polizia giunta sul posto ha denunciato la coppia per atti osceni in luogo pubblico. Nei confronti dei due è stato aperto una fascicolo presso la procura della Repubblica di Cassino.

Sphere: Related Content

Quando la "gaya" destra sale in cattedra diventa noisa.


---
Lo "Chic pride" delle ragazze in frac e peplo.
(Roberta Tatafiore - Il Secolo) Oggi al comune di Roma accade qualcosa di speciale dopo che qualcosa di specialissimo è già accaduto. Mi riferisco al primo incontro tra il sindaco Alemanno e le associazioni omo-lesbo-bisex-tans cittadine di una settimana fa e al convegno “Gay Pride Made in Italy, quale modello?” del pomeriggio, organizzato dal DI’Gay Project romano, patrocinato dagli assessorati alle politiche culturali del Comune e della Provincia. Mi aspetto scintille, di quelle che quando scoppiettano non bruciano ma accalorano piacevolmente i volti.
Infatti: il tradizionale corteo del 7 giugno, a Roma, sarà il banco di prova di una svolta, e non solo perché è cambiato il colore politico dell’amministrazione capitolina. Infatti serpeggiano nuove domande tra il popolo organizzato delle e degli uguali-diversi fin dal giorno dopo l’imponente, e divertente, appuntamento dell’anno scorso: nudità o decoro? Provocazione o captatio benevolentie? Manifestazione ghettizzata per mostrare la forza dell’opposizione o presenza diffusa per affermare (come suggerisce Daniele Priori) che “tutta nostra è la città”? Di questo si palerà.
L’anno scorso c’ero e non è da me scandalizzarsi per i giovani maschi seducenti in tanga o per le trans svestite da francobolli di stoffa. Notavo però che le lesbiche (mai così tante) erano tutte vestite come quando vanno all’università, al lavoro o stanno a casa. Perché? Lungi da me imputare la differenza all’innata purezza femminile, all’altrettanto innata impurità maschile e alla
sfacciataggine connaturata alle trans: tutte e tutti siamo la storia che abbiamo alle spalle. Ho perciò molto apprezzato che tra le proposte presentate al sindaco dal Gay Lib ci sia quella di istituire un archivio storico aperto agli studiosi e agli studenti intitolato a Massimo Consoli, ricostruttore di storia, il quale, nella sua vita piena di affetti e di passioni, ha scritto libri
esemplari e catalogato lo scibile omosex. Una delle sue ultime genialate è legata al nome di Karl Heinrich Ulrichs giudice mancato a causa del suo coming-out ottocentesco e guglielmino. Colui che per primo apre una breccia contro le persecuzioni legali dei “diversi”, infatti, nasce in un paesino tedesco nel 1825 e muore a L’Aquila nel 1895. Già ammalato, Consoli si reca colà, va alla ricerca della tomba e la trova: sbriciolata, affossata e coperta da rovi. Smuove mari e monti, con la sua consueta grazia, informando tanto le autorità civili quanto quelle religiose su chi sia e perché sia così importante quel sepolto sconosciuto. Oggi la tomba è salva.
Ulrichs è troppo precursore dei tempi per esibire l’orgoglio del corpo omosessuale, ma la nudità maschile come affermazione della bellezza e della cura del sé, è il tratto che caratterizza la pamplettistica “di movimento” a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, per impulso di un altro grande tedesco: Hans Magnus Hirschfeld. Medico e filosofo, è il primo a creare una vera e propria
corrente d’opinione a favore della depenalizzazione del reato di omosessualità.
(Il che avrà corso solo dopo la seconda guerra mondiale.) Hirschfeld vive nella capitale del Reich, dove i processi per omosessualità sono all’ordine del giorno e la galera per i rei, pure. Che però non lo toccano perché lui si muove come un pesce nell’acqua grazie alla fama di studioso e alle conoscenze nelle alte sfere dell’impero. Dirige un ambulatorio sanitario e un centro studi nei quali
vengono curate e classificate tutte le devianze sessuali possibili: maschili, femminili e quant’altro. La classificazione serve a fondare la teoria dell’omosessualità come “terzo sesso”, che al medico-filosofo sta molto a cuore.
La cura consiste nella “terapia dell’accettazione” che vuol dire anche fornire ai pazienti un attestato di “malattia” per ottenere il permesso della polizia a indossare in pubblico abiti non conformi allo stato anagrafico. Già, perché la passione del travestimento è clamorosa nei maschi (l’hit è il frac con calze e giarrettiere al posto dei pantaloni) ma piace anche alle femmine che adorano indossare tanto pantaloni neri e candide camicie a piegoline quanto fantasmagorici abiti da sera stile cafè chantant. Tutte e tutti trans-vestiten, vagano nella notte berlinese per club e ritrovi privati. Il loro luogo simbolo è il café Eldorado.
Nel 1910 Hirschfeld conosce il dottor Benjamin, sessuologo alle prime armi interessato a coloro che non stanno a proprio agio con il sesso genetico.
L’intenzione dei due è di trovare una cura per lenire le sofferenze di queste creature. Ma arriva la guerra e poi il Nazismo: Hirschfeld emigra in Svizzera dove morirà, Benjamin si trasferisce negli Stati Uniti. A San Francisco apre uno studio di consulenza sessuale. Transessuali di ambo i sessi, che non sanno ancora di chiamarsi tali, accorrono perché vengono curati con miscugli di
ormoni, mentre se vanno o vengono mandati dagli psichiatri vengono sottoposti alla psicoterapia freudiana e se non funziona per riportarli sulla via gentica, con l’elettroshock e la lobotomia. Nel 1953 il dottor Harry Bejamin stupisce il mondo e l’America presentando al pubblico George William Jorgensen, ufficiale danese, operata e con seni da maggiorata. Il New York Daily News titola: "Ex-GI becomes blond beauty". Bellezza bionda. Si capisce perché le trans da uomo a
donna non resistano ai lustrini e alle paillettes, anche se non fanno per mestiere le mine vaganti del sesso commerciale ma le cassiere al supermercato. E si capisce perché quella delle donne omosessuali sia tutta un’altra storia.
Persecuzione legale vera e propria nei loro confronti non c’è mai stata. La loro sessualità, per quanto considerata pericolosa, è stata diluita nella “naturale propensione femminile alle perversioni”. Storicamente, del resto, è dimostrato che esse ricavano i loro spazi di libertà grazie al minor interesse che la legge e la scienza dimostrano nei loro confronti. Inoltre emergono, come singole e come “gruppo”, più tardi degli uomini.
Se l’eldorado berlinese degli anni 10, 20 e 30 dell’ultimo secolo del secondo millennio è il loro primo palcoscenico – un palcoscenico straordinariamente democratico che raduna dalle operaie alle contesse - la Parigi del pre e post terza guerra mondiale é “tutta la loro città”. Si muovono tra caffè e ristoranti, mostre artistiche, convegni letterari. Cosmopolite, vengono da tutti i paesi europei e dagli Usa. Sono scrittrici, libraie, fotografe, giornaliste, pittrici, perfettamente integrate nell’industria culturale delle due epoche e nella società “mista” intellettual-borghese dei tempi. Tranne la scrittrice Gertrude Stein che infagotta la corpulenta figura in informi gonne e blusotti,
sono elegantissime e per lo più molto femminili. Una delle “regine”, l’americana Janet Flanner, corrispondente per il New Yorker, di bellezza severa strepitosa, nelle serate più mondane indossa morbidi pepli. Solo in tempo di guerra, predilige la divisa militare US, ma le sue labbra sono sempre tinte di rossetto. Così la vediamo in una foto assieme a Ernest Hemingway. In un epoca in cui le società occidentali non sono ancora così di ma massa, il lesbismo é connotato da
un tocco di classe e rappresenta le élites femminili. Questo vorrà pur dire qualcosa.

Sphere: Related Content

Tycooko intervista Giovanni Dall'Orto.

(Queerworld) Giovanni Dall'Orto da oltre trent'anni è un militante del movimento GLBT italiano ed è un giornalista professionista da quasi lo stesso periodo di tempo. È stato direttore responsabile della rivista gay "Babilonia" e, successivamente, di "Pride". Ha pubblicato diversi libri a tematica omosessuale, tra cui "Figli diversi", scritto con la madre Paola Dall'Orto, creatrice di AGEDO, Associazione di Genitori di Omosessuali. È stato per due volte presidente dell'Arcigay di Milano (CIG). Collabora costantemente per diversi siti d'informazione e cultura a tematica omosessuale, tra cui CulturaGay.it ed il Portale LGBTQ di Wikipedia. È uno storico.

Esiste la cosiddetta "lobby gay" in Italia?

Se parli di lobby in senso americano, ossia di un'organizzazione che fa pressione sui legislatori con un'attività giorno-per-giorno, la risposta è palesemente: "No... purtroppo".
Se lo intendi nel senso in cui lo intendono le destre italiane, ossia "una banda di perfidi e immorali finocchi che hanno la pretesa assurda di ottenere per legge l'uguaglianza di diritti, cosa pazzesca, folle e sconsiderata", allora ovviamente sì, che c'è. Per quanto piccola, sfigata e malconcia. Ma c'è. Per fortuna.

E se non esiste, di che parlano i vari teodem o giornalisti integralisti cattolici?
Parlano di quello che fanno loro, visto nello specchio e rovesciato e attribuito a noi, ovviamente. In fondo, la loro autogiustificazione per la continua interferenza clericale nelle faccende politiche è che tanto "Fanno tutti così". Non possono certo ammettere che invece nel nostro caso sono solo loro a "fare così".
Ciò ha a volte risvolti comici: quando un cattolico gay cambia campo e passa al nostro, viene a chiederci dove sia il quartier generale della nostra lobby, quali siano i giornalisti al nostro soldo, quali siano i parlamentari che noi facciamo girare sulla punta del dito. E all'inizio non riesce sinceramente a credere che non ci sia nulla di tutto questo. In fondo questi personaggi hanno passato anni ed anni giustificando questo tipo di pratiche da parte loro con il ritornello "fanno tutti così".
Sarebbero comici, se non facessero pena per il terrore che leggi nei loro occhi quando si rendono finalmente conto della realtà della situazione. Saltano il fosso credendo di allearsi ad un'armata forte, ricca e potente, e si ritrovano invece... be', il movimento gay italiano. No comment.

Il Papa per "fare il suo mestiere" deve criticare il comportamento omosessuale?
Ovviamente sì. Con quei testi sacri che si ritrova, scritti per beduini e caprai mediorentali di 2500 anni fa, non potrebbe essere altrimenti. Sta ad ogni fedele, poi, decidere se davvero la sua morale deve essere commisurata sulla mentalità dei caprai di 2500 anni fa o no.
Da parte loro i cattolici italiani hanno già scelto, e la risposta è: no. Tutti in Italia fanno sesso prima del matrimonio, tutti divorziano allegramente, tutti usano pillola e preservativo... altrimenti come avremmo fatto a diventare, secondo te, uno dei Paesi al mondo con la natalità più bassa? Con buona pace del papa!
Ognuno insomma deve fare il proprio, di mestiere. Sono i militanti gay che si dicono cattolici a non fare il loro, e sono soprattutto Veltroni, D'Alema o Rutelli a non fare il proprio quando rubano il mestiere al papa.
Ma il papa, lui fa quello che è pagato per fare. Se sono coloro che paghiamo noi, a non farlo, perché dare la colpa a lui? Diamola a chi ce l'ha. E che, come Rutelli, dal 2001 ad oggi ci ha guidati di sconfitta in sconfitta... e ciononostante ancora non si toglie dai c...

L'omofobia fu insita nel pensiero cattolico fin dalle origini?
Nella misura in cui il pensiero cattolico ha assorbito l'etica greca, che era molto omofoba ed anzi sessuofoba, sì. Vorrei ricordare per esempio che l'idea per cui l'omosessualità è "contro natura" (katà fùsin) non si trova in nessun Vangelo, e in nessun libro della Bibbia: il concetto, e il termine stesso, si trova per la prima volta nelle Leggi di Platone.
L'idea che l'uomo virtuoso debba conseguire "la vittora sui piaceri" è ancora di Platone, non della Bibbia, che semmai a tratti è perfino gaudente.
Poi, ovviamente, se si vuole bere la fola per cui la Bibbia l'ha scritta di suo pugno Mosè, diventa difficile riconoscere questo prestito.
Però se non si vuole bere questa fola, va riconosciuto che è da lì che viene il problema, per lo meno nell'impostazione cristiana (quella degli ebrei era di ammazzare tutti a pietrate, come in Levitico XX, 13, e buona notte: una morale da caprai assai raffinata, ma lievemente impraticabile, oggi).
Il fondatore ufficiale della religione cristiana aveva ben poco da dire in campo sessuale. Lui era convinto che la fine del mondo fosse dietro l'angolo. Preoccuparsi di sistemare la vita sessuale dei discendenti dei suoi seguaci era quindi cosa che lo tormentava ben poco, dato che non pensava proprio che ci sarebbero stati discendenti...
Si limitava perciò a ribadire, nell'intermezzo che precedeva la fine del mondo, la validità delle regole del buon comportamento sessuale dell'ebreo del suo tempo, al limite con qualche trasgressione giustificata dal fatto che, appunto, la fine dei tempi era vicina. Ma lui non ha mai pensato che il sesso fosse cattivo, che la carne fosse cattiva, che la sessualità fosse peccato. Da ebreo del suo tempo, poteva certamente giudicare il sesso fonte d'impurità rituale, ma non una cosa di cui occorreva fare a meno per salvarsi. Questa è un'idea greca, grecissima. Gli apostoli di Gesù se andavano in giro con tanto di moglie (e non certo per farsi aiutare a scegliere i calzini), senza che passasse loro per la testa di essere per questo solo fatto dannati.
Quello ossessionato dal sesso era semmai san Paolo, che non a caso era intriso e grondava mentalità greca, nonostante fosse un fariseo.
Ma siccome il cristianesimo lo dobbiamo per il 10% a Gesù e per il 90% a san Paolo, il risultato è stato quel che sappiamo...
Ecco perché rispondo di sì alla tua domanda. La morale pagana ellenistica ha purtroppo reso sessuofobo il cristianesimo, che ne è intriso.

Storica questione: si nasce o si diventa gay?
Come ho scritto nella primissima frase del mio libro Figli diversi, "Omosessuale non si nasce e non si diventa: omosessuali si è". E così continuo a pensarla.

Ma poi è davvero importante stabilirlo?
Boh. Se me lo chiedi si vede che per te lo è, o che pensi che lo sia per alcune persone. Ma a questo punto dovresti essere tu a dirlo a me. Sinceramente la cosa mi lascia del tutto indifferente. "Interisti si nasce o si diventa?" Tu sai a me quanto me ne...

Che ne pensi delle recenti dichiarazioni di Alemanno e Carfagna?
Hanno ragione loro. Basta gay nelle strade! Quelli carini e disponibili possono venire a casa mia, gli altri vadano pure a casa di Alemanno e di Carfagna. Così Gay Lib è contento, e magari lo sono pure io.

Il Pride è esibizionismo sessuale?
Ovviamente sì.
Ma che c'è di sbagliato nell'esibizionismo, scusa? Me lo spieghi? Se davvero sono esibizionista, ma non obbligo nessun altro ad esserlo, e se non danneggio nessuno, e se non obbligo nessuno a fare il voyeur mentre io faccio l'esibizionista, ebbene, sono cazzacci miei e solo miei. E tu non mi puoi proibire un Pride solo perché io sono esibizionista e tu no.
Sono stufo di essere "salvato" da me stesso. Pensate a salvare voi stessi, se avete tanto tempo da sprecare. Io sto bene col mio "esibizionismo", grazie.

Non ci farebbe accettare di più essere maggiormente "morali" e "borghesi" e "tranquilli"?
Perché, adesso esistono pure dei gay "morali" e "borghesi" e "tranquilli"? Quelli che strillano di più contro la trasgressione sono poi sempre quelli che fanno qualunque schifezza: qualunque.
Guarda il caso di Maggiolini, uno dei vescovi più fanaticametne antigay, al punto che gli avevamo addirittura organizzato un Pride nazionale a Como perché aveva passato ogni limite. Ora è indagato per favoreggiamento di un prete pedofilo. Coi maschietti, ovviamente.
Questo era uno dei bastioni della "Moralità borghese e tranquilla". E sarebbe questo, il "meglio" a cui dovremmo aspirare? Hai una domanda di riserva da farmi, allora?

In passato hai espresso opinioni fuori dal coro sulla bisessualità: esiste o no?

Certo che esiste. Un bisessuale autentico è stato avvistato nell'Idaho nel 1924. Un altro, pare, in Sri Lanka nel 1973. Quindi esistono per davvero.
Purtroppo io nella mia vita ho incontrato solo checche che squittivano che loro non erano mica froci perché a loro piacevano le femmine, mica erano come quegli individui schifosi e vergognosi a cui piaceva il ca... Una posizione peraltro difficile da argomentare a bocca piena, eppure i bisex italiani ci riescono, misteriosamente...
Sono insomma stato sfortunato: tutti i bisex che sono entrati a fare parte della mia, vita, nel giro di qualche anno erano più froci di me. Che sia stato io a contagiarli? E' possibile. La mia vicinanza è fatale, pare.
Tuttavia non dispero di potere, un giorno, incontrare di persona un esemplare di bisessuale autentico. Nel caso, ti avviso, così gli facciamo le foto. Anzi, se hai buona mira possiamo anche provare ad impagliarlo per esporlo in un museo. Che ne dici?

Sei stato direttore di una rivista gay e hai un sito di cultura gay: non sarà una tipologia "ghettizzante" di prodotti?
Ma se uno, tipo me, adora il ghetto, scusa...?

Il coming out è fondamentale? E in che maniera?
Lo è solo per le persone intelligenti, che vogliono essere oneste, vivere una vita in cui l'amore abbia un ruolo significativo, che non possono vivere nella menzogna e nell'inganno, specie delle persone che dichiarano di amare. Quindi, come vedi, i gay italiani con tutto ciò non c'entrano.

Perché in Italia sembra più difficile che nella cattolica Spagna o nell'ex-"omofobica" Inghilterra (con leggi contro la sodomia fino agli anni '60!) ottenere i diritti civili per le coppie omosessuali ed i loro figli?
Perché in Spagna e in Inghilterra esistono omosessuali ed esistono coppie omosessuali. Da noi invece abbiamo solo "bisex" col "vizietto". La differenza, se permetti, si nota.
Per concedere diritti ad una comunità, occorre che la comunità esista. Invece la prima cosa che dichiara la checca media italica qual è? "Non azzardarti a ghettizzarmi in una definizione!".
Baby, per concedere dei diritti ai gay occorre che esista qualcuno che si definisce, gay, come primissima cosa. Ma da noi abbiamo solo ricchioni e froci, ovvero omosessuali fermi al 1950.
Finché la checca media italiana non prende il treno verso la modernità, è ovvio che il Paese resti agganciato al medioevo.
Diciamocelo: da noi il problema è che i primi ad essere omofobi sono i gay. I froci sono sempre gli altri. E se sei frocio, gli altri sono sempre più froci di te. Tu magari sei frocio sì, e non riesci più a nascondertelo, però... sei attivo, ecco, e questo ti colloca pur sempre un gradino al di sopra di quelle passivone là. E poi, tu mica vai ai Gay Pride, dove ci sono tutte quelle checche sculettanti ed esibizioniste!
Il dramma è che quando queste cose te le dice uno che muove la manina in modo tale che se ci leghi un filo quello ti tesse un merletto, la palle ti cascano sotto il pavimento. Ma è possibile che gli italiani siano talmente poveri da non potersi permettere uno straccio di specchio, in casa? Eppure sembra proprio di no.

Che ne pensi dell'omogenitorialità?
Adoro i bambini.
Altrui.

Le coppie gay o lesbiche sono meno stabili o fedeli di quelle etero?
Se per "fedele" intendi che tradisci la moglie esclusivamente con prostitute, e con le sue amiche, e con le colleghe di lavoro ma con nessun'altra, ovviamente sono più fedeli le coppie etero. Altrimenti non so di cosa tu stia parlando.

Cosa dovrebbe fare,
secondo te, l'attuale movimento GLBT italiano per avere più peso e fare passi avanti?
Tre cose: meno soldi per pochissimi, meno cadreghini per pochi, e più politica per tutti. E questa non è una battuta.
Ormai i politici etero hanno imparato che per fermarci basta comprare i nostri capi. I quali fanno a gara per farsi comprare, a parte due o tre che infatti sono stati tutti silurati, da Grillini a Benedino.
La cifre che ricevono dalle istituzioni le associazioni gay sono spaventose. Quasi quanto lo è il bilancio delle cose che sono riuscite ad ottenere -- a parte i soldi. In effetti, non puoi mungere e contestare al tempo stesso. O mungi,o contesti. E si è visto quale delle due cose abbia scelto il movimento.
Decisamente questo movimento non otterrà nulla fino a che ci serviranno 100.000 euro per attivare un telefono per rispondere alle checche picchiate. Io queste cose vent'anni fa le facevo con 100 euro. Mi rendo conto del fatto che l'inflazione c'è stata, ma forse non stiamo parlando unicamente d'inflazione... non pensi?

In che modo/cosa dovrà succedere per raggiungere la parità di diritti e condizione sociale (dignità) rispetto agli eterosessuali?
Intanto che inizino ad esistere degli omosessuali che chiedono questa parità. Poi sul resto si discute.

Quanto tempo pensi ci vorrà?
Non tempi lunghissimi, perché ormai i tempi sono maturi e non mi stupirei se fosse proprio Berlusconi a darci entro 5 anni una qualche forma (cattiva) di Pacs, se non altro per impedire che ce lo dia, in forma migliore, il governo che prenderà il posto del suo.
Ma al tempo stesso non si tratta nemmeno dei tre mesi che ogni ragazzo gay che si unisce al movimento lgbt valuta essere il tempo necessario per ottenere il ribaltamento della situazione. La politica ha tempi che si misurano in decenni, non in mesi. Specie se si tratta di una minoranza del 5%, che prima di ottenere una legge deve convincere della bontà delle proprie richiesta almeno il 45% della popolazione. Non è una cosa che si possa fare in tre mesi. Purtroppo. Ma piaccia o no, la democrazia funziona così.
Forse ai gay più giovani, che arrivano al movimento lgbt completamente digiuni di qualsiasi altra esperienza politica, la cosa andrebbe spiegata, altrimenti si scoraggiano per nulla al quarto mese... ed è un peccato. Il loro entusiasmo ci serve. Ma dura talmente poco...

Sphere: Related Content

Grillini (Ps). Prostituzione. No a criminalizzazione: Promuovere massima liberalizzazione. Si va verso la "prostituta di quartiere"?

L'emendamento sulla prostituzione proposto al Senato oltre che inaccettabile e crudele si configura come una vera e propria criminalizzazione delle persone che si prostituiscono e rappresenta un altro passo verso quell'ipocrisia moralista che fa finta di non vedere il grande disagio che c'è dietro al fenomeno.
In Italia ogni settimana milioni di persone si rivolgono al mondo della prostituzione e questo perché nel nostro Paese la sessuofobia di natura clericale è imperante e impedisce una piena e soddisfacente libertà sessuale.
Criminalizzare i sex workers significa intervenire pesantemente nella vita provata delle persone con logiche colpevolizzanti e punitive.
Per questo l'emendamento è ingiusto crudele e aberrante e richiede il massimo di opposizione in Parlamento e nel Paese.
Nella scorsa legislatura avevo proposto un pdl volto a ridurre drasticamente l'intervento dello Stato in questa materia con la riforma della legge Merlin.
Proibizionismo e repressione sono profondamente sbagliati. Bisognerebbe, viceversa, promuovere il massimo della liberalizzazione ed evitare provvedimenti da Stato etico.

Franco Grillini
Costituente socialista.

Sphere: Related Content

Omofobia: modello gay attaccato mentre sfila.

(Gaywave) Il modello gay Mike Du Pree è stato trascinato fuori dalla passerella e picchiato durante uno show di moda per promuovere la tolleranza verso la comunità LGBT.

Gay e lesbiche olandesi sono shoccati dall’attacco -portato a termine da una decina di musulmani- in pieno giorno, durante la festa della regina e in pieno centro; l’organizzatrice dell’evento Jennifer Delano ha dichiarato: “proprio mentre Mike sfilava, è stato trascinato via per un braccio da una decina di giovani musulmani (dall’etnia non accertata), insultato e picchiato; durante il pestaggio, ha riportato anche la frattura del setto nasale. E’ un chiaro segno di quanto questi estremisti si sentano sicuri”.

La polizia è arrivata sulla scena ma non è ancora chiaro se il gruppo integralista sia stato arrestato o perseguito.

Martin Brosma, un politico che appoggia la comunità LGBT, ha affermato di aver riferito sull’episodio in Parlamento e ritiene che solo pene molto dure possono cambiare la tendenza di questi reati, che sono aumentati negli ultimi anni. “Gli aggressori dovrebbero essere subito privati della cittadinanza olandese, e dovrebbero essere immediatamente espulsi”.

Il governo olandese, nel solo 2008, ha già stanziato milioni di euro per promuovere tolleranza e rispetto verso la comunità LGBT.

Sphere: Related Content

Brasile. Sergente dell'esercito dichiara di essere gay e viene arresato.

Il sergente Laci Marinho Araujo sarà sottoposto a interrogatorio per rispondere dell'accusa di diserzione.
(Peace reporter) La polizia militare brasiliana ha arrestato un ufficiale che aveva rivelato di essere gay in un'intervista per un giornale.
Secondo quanto sostiene il ministero della Difesa, non si tratta di una atto discriminatorio, perché il sergente Laci Marinho Araujo (primo a destra nella foto) sarà sottoposto a interrogatorio per rispondere dell'accusa di diserzione. L'ufficiale, che si era assentato dall'arma per gravi motivi di salute, è stato arrestato mercoledì mentre partecipava a un talk show televisivo con il suo partner, con il quale ha una relazione stabile da 10 anni, per raccontare la sua esperienza. L'episodio è accaduto proprio in concomitanza della prima conferenza nazionale sui diritti degli omosessuali in Brasile.

Sphere: Related Content

Gay Pride, parla Luxuria: Mara Carfagna, Ministro a sorpresa, è come Irene Pivetti (al contrario).

(Blogosfere politica e società) "Sembra che la Carfagna viva il suo passato come un precedente penale, quando è ovvio che la sua nascita politica deriva dalla sua prestanza fisica". Vladimir Luxuria è alle prese con gli ultimi dettagli del Gay Pride romano, che domani sfilerà nella Capitale da Piazza della Repubblica a Piazza Navona.
Una parata di carri stravaganti e chiassosi per affermare i diritti civili di omosessuali e transgender. A onore della Carfagna, che ritiene i gay costituzionalmente sterili, i promotori del Pride romano hanno deciso di dedicarle un carro animato da drag queen e gogo boys. Vestiti come la Ministra ai tempi dei sexy calendari.

Luxuria, ci spieghi da chi è nata l'idea del carro.
(Ride) Non si può dire, è una provocazione.

L'ha voluto il circolo Mario Mieli?
All'inizio sì, ma ha contribuito anche il Muccassassina. E sono arrivati suggerimenti da più parti.

Domani sarete in tanti su quel carro.
Sì, anche se non staremo tutto il tempo lì sopra. Oltre a me ci saranno Rita Rusic, Titti De Simone, Franco Grillini, Paola Concia.

Perchè la Rusic è la madrina di questa edizione?
E' una persona che conosciamo da tempo, fra l'altro ha tenuto anche un concerto al Muccassassina. Ha dato la sua disponibilità per quest'anno, come fece nel 2000 la Cucinotta.

Ci tolga una curiosità. Come hanno accolto nel mondo lgbt la nomina di Mara Carfagna a Ministro delle Pari Opportunità?
Devo dire che siamo rimasti abbastanza sorpresi. Io mi aspettavo la Prestigiacomo, ad esempio. Non c'è dubbio che l'ascesa politica della Carfagna sia dovuta alla sua prestanza fisica. Ha mai fatto caso al suo sguardo?

Sì. Ha sempre gli occhi sbarrati.
Esatto. Escludo il lifting, è troppo giovane. Credo sia lo sbigottimento alla nomina di Ministro per le Pari Opportunità.

Se riuscisse ad ammettere candidamente il suo passato, come le ha ricordato anche Gad Lerner su Vanity Fair, la Carfagna potrebbe zittire tutte le polemiche che la riguardano.
E' strano. Vive il suo passato come se fosse un precedente penale. E' il percorso inverso rispetto alla Pivetti, prima spogliata e poi casta diva.

Ma la Pivetti non pare si vergogni.
Forse la Pivetti si vergogna di quando si vestiva da reverenda, ai tempi della vice Presidenza della Camera.

Nella scorsa legislatura, quando era deputata di Rifondazione avrà avuto modo di incontrare la Carfagna.
Sì, ma solo per un contraddittorio, in tema di unioni civili. Poi quando ha definito i gay costituzionalmente sterili le ho ricordato un precedente pericoloso, una legge della Germania di Hitler che prevedeva l'internamento degli omosessuali ritenuti socio-sabotatori perché non in grado di riprodursi. E ho aggiunto che da una sfasciafamiglie non prendo lezioni. Tutto qui.

Nessun incontro nei bagni del Trasatlantico quindi, come con Elisabetta Gardini?
No. Solo uno scontro sulle unioni civili.

Cosa sarebbe cambiato con il patrocinio del Ministero al Gay Pride di domani?
Nulla a livello organizzativo. Molto per quanto riguarda il tema dei diritti.

Ora Rifondazione e la sinistra radicale sono extraparlamentari. Su chi contate per il loro riconoscimento?
Sui radicali, Paola Concia, Barbara Pollastrini e Vittoria Franco.

Eppure è proprio con la Pollastrini che sono naufragati Dico e Pacs.
Sono naufragati anche Dini, Mastella e tanti altri. La maggioranza era troppo fragile.

E da questa legislatura cosa vi aspettate?
Nulla di buono. Ci saranno misure limitative della libertà. E' notizia di oggi l'emendamento sul pacchetto sicurezza che inserisce le prostitute nell'elenco dei soggetti "pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralità". Insomma, ci sarà una moratoria sui nostri diritti civili.

Sphere: Related Content

Israele: in migliaia alla Gay Parade.

Proteste da ebrei ortodossi e incidenti di lievi entita'.
(Ansa) Molte migliaia di omosessuali, lesbiche e transessuali hanno partecipato a Tel Aviv alla Gay Pride Parade, arrivata alla decima edizione. Ai margini della manifestazione ci sono stati scambi di battute polemiche con ebrei ortodossi e con attivisti di estrema destra, che hanno lanciato invettive e manifestato 'obbrobrio'. La polizia ha precisato che comunque si sono avuti solo incidenti di lieve entita'. Inaugurato anche un grande centro sociale per gli abitanti omosessuali di Tel Aviv.
---

Sphere: Related Content

Sabato 7 giugno a Milano tutti in marcia per l’ambiente.

La locandina della manifestazione

La locandina della manifestazione

(Marta Buonadonna- Panorama) Legambiente, Federparchi, Lipu e WWF sono tra i promotori della manifestazione “In marcia per il clima“, a sostegno di una proposta per contrastare i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni provocate dalle attività umane. La proposta è quella di ridurre in dieci anni del 20% il consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra. “L’Italia”, si legge nell’appello di adesione all’iniziativa, “fino ad oggi ha marciato in direzione opposta, aumentando i propri consumi di combustibili fossili. Ora dobbiamo dimostrare al mondo di saper invertire la tendenza”.
Sabato 7 giugno a Milano sarà una giornata di mobilitazione nazionale. Al mattino, dalle 10 ai giardini di Porta Venezia, piazze tematiche, spettacoli, mostre, concerti, dibattiti. Al pomeriggio un corteo con partenza alle 15 da piazza San Babila. La marcia vedrà impegnate associazioni ambientaliste, come Greenpeace, Forum Ambientalista, Medici per l’Ambiente, a fianco di sindacati e associazioni di categoria, insieme a organizzazioni che si battono per il commercio equo come Fairtrade e Altromercato.
Il “popolo delle energie pulite” che sarà in piazza a Milano preme per un’alternativa energetica alle fonti fossili, e crede in una gestione diversa e sostenibile del territorio e dell’agricoltura (il fallimento del vertice Fao proprio sulla questione dei biocarburanti è storia di questi giorni). Inoltre tutte le organizzazioni promotrici dell’evento respingono con forza ogni ipotesi di ritorno al nucleare.
Non solo manifestazione di protesta e occasione per avanzare proposte e soluzioni, la Marcia per il clima sarà prima di tutto un momento dedicato all’informazione. In Corso Venezia, chiuso al traffico dai Bastioni di Porta Venezia ai Giardini Montanelli, e nei Giardini Pubblici, saranno allestiti gazebo, divisi in aree tematiche, dove i cittadini potranno informarsi sulle cause e gli effetti del cambiamento climatico e sulle alternative di produzione e consumo rispettose dell’ambiente.
Ad accompagnare l’evento, fin dalla mattina, un sottofondo musicale garantito da un sound system, ovviamente alimentato a energia solare.

Sphere: Related Content

Sobrieta'? Non ai gaypride. Roma, Drag queens e gogo boys svestiti come la Carfagna.

L'appuntamento è sabato alle 16, quando prenderà il via il tanto controverso Gay Pride a Roma. Sono settimane infatti che la Carfagna, ministro per le pari opportunità, avvolta nel tailleur d'ordinanza giacca-pantalone, ricorda agli omosessuali che sono contro natura e invoca sobrietà.
(Affari italiani) Colpiti da tanto interesse, i promotori del Gay Pride hanno preso in mano le redini della situazione per omaggiarla di un carro e sua (ex) immagine e somiglianza.

Giusy-Key riporta la comunicazione del circolo Mario Mieli che ha fatto suo l’invito della Carfagna alla sobrietà e, ligio alle richieste del Ministro per le Pari Opportunità, ha deciso di ripercorrere le sue orme. Saranno presenti sul carro, in omaggio a ogni mese del famoso calendario, drag queens e gogo boys, elegantemente svestiti con gli stessi indumenti che la Carfagna indossava non molto tempo fa. Il messaggio è chiaro: caro Ministro, si ricorda da dove viene o il passato è stato rimosso dalla tessera di Forza Italia?

"Il Mario Mieli, organizzatore del RomaPride2008, ha fatto suo l’invito della Carfagna alla sobrietà e, ligio alle richieste del Ministro per le pari opportunità, ha deciso di seguire le sue orme. Saranno presenti sul carro, in omaggio a ogni mese del famoso calendario, drag queens e gogo boys, elegantemente svestiti con gli stessi indumenti che la Carfagna indossava non molto tempo fa".

Oltre alla Carfagna, si aggiunge il fastidio tra i fan del Gay Pride per il dietrofront della questura, che non concede Piazza San Giovanni (causa concerto di musica sacra) per ripiegare su Piazza Navona.

Carfagna, e se anche i cattolici fossero gay? Al Pride romano ci saranno anche i gay cristiani che domenica 8 giugno daranno vita ad un culto ecumenico presso la Comunità Cristiana di Base di San Paolo di Roma che vedrà insieme diverse confessioni religiose, diverse provenienze, diversi orientamenti sessuali e diverse identità sessuali unite nel messaggio di Cristo, "Misericordia voglio e non sacrifici".

IL BUS FUXIA. Assaggio del Gay Pride venerdì pomeriggi: dalle 17 alle 21, un bus fuxia a due piani, che rappresenta il coordinamento che organizza la manifestazione, sfilerà per le vie della “capitale per mostrare l’orgoglio della comunità lgbtq, sensibilizzare la cittadinanza e far conoscere il nuovo percorso della parata del Pride”.

I CARRI. Alla parata del Pride saranno presenti 20 carri: il primo sarà un un pullman a due piani rigorosamente FUXIA e con a bordo la madrina Rita Rusic, Vladimir Luxuria, Franco Grillini ecc.., a seguire il carro del "Circolo Mario Mieli-Muccassassina" dal titolo SOBRIETA’ e 'che sarà autopatrocinato dal calendario di Mara Carfagna'.

"La senatrice Vittoria Franco, ministra delle Pari Opportunità del Governo ombra, aprirà il corteo del RomaPride sabato alle 16 a piazza della Repubblica. La senatrice del Pd mostrerà come si deve stare vicino a cittadine e cittadini che non hanno pari opportunità perché nei fatti sono discriminati e non sono tutelati da leggi. Il ministra delle Pari Opportunità Mara Carfagna, invece, ha speso tutte le sue energie per sottovalutare i problemi delle persone omosessuali e transessuali e per screditare i Pride. Differenze che contano. Il corteo dunque partirà con un ministro che non c'è ma sembra vero, al posto di un ministro vero che è inesistente". Lo comunica, in una nota, il circolo Mario Mieli.

Sphere: Related Content

Ennesimo grave atto di omofobia a Napoli. Aggrediti e picchiati sulla Circumvesuviana.

E' stata resa nota, dopo l'incontro avuto oggi con i diretti interessati, un'aggressione avvenuta il 2 giugno a Napoli ai danni di due ragazzi gay D. V. e P. A. (queste le loro iniziali). I due giovani sono stati aggrediti e picchiati su un convoglio della Circumvesuviana da un branco di ragazzi. E’ quanto accaduto a Napoli il 2 giugno scorso a due giovani gay.

Come per altri casi avvenuti di recente in altre città italiane motivo scatenante dell’aggressione è stato l’odio verso gli omosessuali. A renderlo noto è l’Arcigay Napoli subito dopo un incontro con i diretti interessati (che hanno riportato lesioni di vario tipo).

I due ragazzi hanno sporto regolare denucnia e mentre le indagini sono in corso, l’Arcigay Napoli ha intenzione di tutelare nel migliore dei modi i due ragazzi anche coinvolgendo le istituzioni locali affinchè il Governo prenda atto del moltiplicarsi di casi di omofobia in tutto il paese.

Solo di pochi giorni fa la notizia di un trans ucciso nei pressi della Stazione Centrale.

Fonte Napoli Gaypress

Sphere: Related Content

Gaypride, il punto. A Roma col bus fino a piazza Navona, a Milano coi cerotti e a destra a visitar tombe...


(Lampi di pensiero) Bene bene, alla fine al decisione è presa: il corteo del Roma Pride sfilerà fino a Piazza Navona. Vado ad intuito sul percorso, ma mi sembra una degna conclusione, che permetterà al corteo di passare davanti ad alcuni importanti palazzi del Potere: l’Altare della Patria (piazza Venezia), Palazzo Grazioli (residenza romana di Berlusconi), il Senato. Il corteo non mancherà di fare mostra di civiltà, ma anche di dare segnali importanti di dissenso rispetto ai recenti fatti sull’assegnazione della piazza, di appelli ai più alti livelli istituzionali, di appartenenza.

Qui di seguito alcuni importanti lanci di agenzia che esprimono appelli politici per chiamare a raccolta quante più persone possibili alla manifestazione:

  • Aurelio Macuso, presidente Aricgay: Un cerotto sulla bocca quando il corteo del Gay Pride di Milano giungerà a piazza Duomo. Sarà contestata così «la volontà da parte delle gerarchie cattoliche e di una parte consistente della politica di ricacciare il movimento lgbt nella clandestinità sociale». «A Milano il corteo sfilerà per le vie del centro, così come concordato da tempo e si concluderà in piazza Castello. Quando il corteo giungerà a piazza Duomo si spegneranno la musica e le voci e nel silenzio assoluto s’indosserà un cerotto sulla bocca»
  • Vladimir Luxuria, ex parlamentare di Rifondazione Comunista: «Invito a partecipare al Gay Pride di Roma tutti coloro che ancora credono nella scuola laica e pubblica». «il corteo sarà un conforto per tutti gli adolescenti gay, lesbiche e trans troppo spesso criminalizzati durante l’ora di religione o che frequentano scuole private cattoliche purtroppo finanziate anche con i soldi della nostra comunità»
  • Andrea Maccarrone, in una lettera al Presidente Napolitano: “chieda alle autorità competenti di riconsiderare il divieto di concludere il Romapride 2008 in piazza San Giovanni”. Mi sento un «cittadino di seconda classe», la decisione di vietare piazza San Giovanni è «un fatto molto grave, che mette a rischio la stessa tenuta democratica del Paese e costituisce un ulteriore passo dell’Italia verso un clima di oppressione». «Non credo sia mai accaduto che per un evento culturale (il concerto nella chiesa di San Giovanni) si limiti così pesantemente una libera manifestazione. Un precedente pericoloso che colpisce una comunità, quella glbt, già vittima di insicurezza, discriminazioni, aggressioni, violenze verbali e fisiche». Questo fatto va a mettere Roma «nel novero delle città omofobe e razziste, come Mosca, Varsavia e i regimi repressivi del mondo, dove i Pride sono impediti».
  • Elettra Deiana, esponente del Prc: «Con Alemanno è tornata la Roma dei papi». Annunciando la sua partecipazione al Gay Pride, esprime preoccupazione per la decisione presa dal Comitato per la sicurezza di confermare il diniego a concedere piazza San Giovanni al corteo. “Il pride è un appuntamento programmato da tempo. Le ragioni addotte sono pretestuose, tant’ è che gli organizzatori della manifestazione avevano dato ampia disponibilità a rivedere gli orari di chiusura del corteo in modo da non creare sovrapposizioni con l’iniziativa religiosa all’interno della basilica. L’insofferenza nei confronti delle diversità e in particolar modo verso il gay pride, dimostrata da Alemanno subito dopo la sua elezione, produce oggi i suoi effetti. Quanto accaduto è grave e contrasta la storia democratica delle istituzioni capitoline e la vocazione di libertà e di accoglienza di Roma e dei romani”
  • Ivano Peduzzi, gruppo del Prc alla Regione Lazio: “Saremo in piazza sabato prossimo per difendere i diritti delle persone gay, lesbiche e trans contro ogni forma di discriminazione e omofobia e per un’effettiva parità che solo uno Stato laico può garantire”. «Come ogni anno il Gay Pride sarà una grande manifestazione popolare, un’occasione di impegno civile e sociale per rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono il pieno riconoscimento dei diritti della comunità omosessuale e l’allargamento delle libertà civili. Una manifestazione che metterà al centro anche il valore della laicità dello Stato che in un paese come il nostro stenta ad affermarsi pienamente”
  • Massimiliano Smeriglio, segretario della federazione romana del Prc: “Dopo giornate di confronti serrati, ad oggi arriva la decisione ufficiale della Prefettura e della Questura di non concedere la piazza di San Giovanni per la conclusione del gay pride di sabato. Per noi il divieto appare incomprensibile, tanto più che risuona fortissimo il silenzio e l’indifferenza del Comune di Roma. Ricordiamo poi che lo scorso anno la chiusura del pride a San Giovanni non ha creato nessun tipo di problema, né di disordine pubblico”. “La federazione romana del Prc invita tutti i cittadini romani a mobilitarsi al massimo, rispondendo così, con la partecipazione numerosa, a chi vorrebbe mettere a tacere o marginalizzare la pacifica manifestazione e rivendicazione di pari diritti per tutti”.
  • Paola Concia, parlamentare del Pd: «Si sta creando un caso attorno un evento che ha tutta un’altra mission», una manifestazione «pacifica, inclusiva, allegra a cui partecipano omosessuali ma anche etero, famiglie, bambini». Registrando la puntata di «E la nave va» (Ecotv, Sky 906), parla anche di timori per possibili episodi di violenza contro il Gay Pride, sabato a Roma. C’è il rischio di episodi sgradevoli? «Ovviamente, timore c’è. Il clima non è bello. Anche per questo ho fatto un appello a chi partecipa al Gay Pride perchè si dimostri in prima fila che vogliamo Roma città aperta». «È chiaro però che se tu crei attorno al gay pride dei sentimenti di chiusura, di negatività dai la possibilità, a chi è già pronto, di fare cose contro questa manifestazione». In questo senso, «gli atti che ci sono stati in quest’ultimo periodo a Roma contro gli omosessuali -conclude Concia- sono gesti che nascono da un clima di chiusura creato dal governo»
  • Israele, Gerusalemme: un gruppo di deputati israeliani, in gran parte religiosi, chiede di vietare per legge lo svolgimento del gay pride a Gerusalemme. Il gruppo ha firmato una petizione indirizzata al presidente della commissione Legge e Giustizia, Menahem Ben Sasson, esortandolo ad accelerare l’iter dell’emendamento, fermo da quasi un anno. Eliyahu Gabbay. deputato del Partito Nazional Religioso-Unione Nazionale ha accusato Sassoon di comportamento «inaccettabile» e «antidemocratico». Il gruppo ha anche anticipato che contro il gay pride a Gerusalemme verranno organizzate dieci manifestazioni di massa nello stesso giorno. Alla polizia verrà anche chiesto di vietare la manifestazione, per motivi di ordine pubblico.
  • Giovanardi e Imma Battaglia: a Otto e Mezzo, in onda il 6 giugno su La7 alle 20:30
Aggiornamenti (Lampi di pensiero)
  • Sergio Rovasio, Certi Diritti: propone una “manifestazione spontanea” alle ore 21 di Sabato tutti imbavagliati davanti all’ingresso di San Giovanni quando il coro inizierà a cantare.
  • Circolo Mario Mieli: Il carro principe sarà allestito con una prigione con gay, lesbiche e transessuali imprigionati, a simboleggiare la loro esclusione dai diritti. Il carro si chiamerà «Sobrietà», quale omaggio ironico al mancato patrocinio della manifestazione deciso dal ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna nei giorni scorsi. Saranno inoltre riproposti sul carro allegorico da drag queens e gogo boys alcune pose del calendario in cui il ministro si fece fotografare qualche anno fa. Nella parata dell’orgoglio omosessuale sfileranno anche carri delle associazioni Glbt e della Cgil Nuovi Diritti. Il corteo sarà aperto da un pullman color fucsia a due piani del Comitato Roma Pride, con a bordo la madrina Rita Rusic e personalità del mondo gay, tra le quali sono attese Franco Grillini, Vladimir Luxuria e Peter Boom.
  • Vittoria Franco, senatrice PD e ministra Pari Opportunità del Governo ombra: aprirà il corteo del RomaPride domani 7 giugno alle ore 16.00 a Piazza della Repubblica, mostrando concretamente come si deve stare vicino a cittadine e cittadini che non hanno pari opportunità perché nei fatti sono discriminati e non sono tutelati da leggi. La ministra delle Pari Opportunità Mara Carfagna, invece, ha speso tutte le sue energie per sottovalutare i problemi delle persone omosessuali e transessuali e per screditare i Pride. Differenze che contano. Il corteo dunque partirà con un ministro che non c’è ma sembra vero, al posto di un ministro vero che è inesistente. Un ministro che, come del resto il sindaco di Roma, hanno preso più volte le massime distanze dai Pride, non cogliendone valori ed esigenze.
  • Circolo Mario Mieli: «In attesa della mega parata del RomaPride di sabato, venerdì dalle 17 alle 21 ci sarà una gustosa anticipazione. Un bus fuxia a due piani, che rappresenta il coordinamento che organizza la manifestazione, sfilerà per le vie della capitale per mostrare l’orgoglio della comunità lgbtq, sensibilizzare la cittadinanza e far conoscere il nuovo percorso della parata del Pride». Così in una nota il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. «Al grido ‘Testardamente. Dignità, Parità, Laicità’ e sulle note delle canzoni più amate da gay, lesbiche e trans - prosegue la nota - il coloratissimo e orgoglioso bus percorrerà in lungo e in largo la Città Eterna: il Pride Bus farà sosta in luoghi turistici del centro storico distribuendo divertenti gadget, palloncini e flyer della manifestazione e dirigendosi anche verso le zone popolari dell’Appia e della Tuscolana. Uno dei luoghi simbolici lungo i quali il bus transiterà sarà Piazza di Porta San Giovanni, la piazza che la Questura non ha concesso per l’arrivo della manifestazione». «Sabato 7 giugno il bus fuxia sarà in testa al corteo del RomaPride».
  • Daniele Priori, GayLib: «I leader delle principali associazioni gay si impegnino ad abbassare i toni su piazza San Giovanni per non rischiare che per la prima volta il Pride di Roma diventi una manifestazione pericolosa». Così il vicepresidente dell’associazione Gaylib, auspica alle altre associazioni di calmare gli animi dopo la decisione definitiva da parte della questura di Roma di non concedere piazza San Giovanni come punto d’arrivo della manifestazione romana in programma sabato 7 giugno. «Facciamo in modo che la nuova stagione di confronto con l’amministrazione Alemanno prosegua serenamente a prescindere dalla scelta della questura di non concedere lo spazio antistante San Giovanni. Prendiamo quello che è l’ennesimo divieto come un incentivo a continuare la nostra battaglia di libertà in termini più seri, efficaci e senza pregiudizi nè pretesti». «Si sente parlare di possibili deviazioni al corteo con gruppi di manifestanti pronti a giungere ugualmente a San Giovanni. Tutto ciò sarebbe inopportuno oltre che sleale verso l’amministrazione civica che ha concesso i patrocini agli eventi culturali e ha aperto notevoli spazi di confronto».
  • Luigi Nieri, assessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria, partecipazione della Regione Lazio: «Sabato sarò presente al Gay Pride di Roma. Sono convinto che, come sempre, la manifestazione sarà allegra, serena e assolutamente pacifica, in quanto veicola un messaggio unicamente positivo: la parità di diritti di tutte e tutti. Spero quindi che Piazza Navona sia talmente colma di persone da riempire le strade circostanti fino ad arrivare al Vaticano».
  • Titti De Simone, PRC: Il Prc parteciperà alla manifestazione del Gay Pride di sabato a Roma con una delegazione ufficiale del partito composta tra gli altri da Maurizio Acerbo, Titti De Simone, Rosa Rinaldi, Saverio Aversa. «Giudichiamo incomprensibile la mancata concessione di Piazza San Giovanni per la conclusione del Gay Pride soprattutto in un momento in cui sarebbe opportuno che dalle istituzioni giungesse un segnale di apertura e sostegno alla comunità Glbt romana e nazionale, bersaglio di aggressioni omofoniche». «Il tentativo del ministro Carfagna di ridimensionare la gravità della decisione di non autorizzare la piazza è irrisorio. In tutta Europa, anche nei Paesi governati dalle destre, le istituzioni sostengono questo genere di manifestazioni. Vorrei ricordare inoltre alla Carfagna che nel corso della scorsa legislatura la Commissione Giustizia della Camera ha approvato un testo contro i reati di omofobia e lo stalking. Quindi invitiamo il ministro Carfagna a sostenere questo testo e a portarlo al prossimo Consiglio dei ministri».
    ---
Altri aggiornamenti.
  • 7-8 giugno 2008, i gay cristiani al Gay Pride di Roma
    (Gionata) Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ed eterosessuali il 7 giugno 2008 sfileranno nel cuore della città eterna . Parità, Laicità, Dignità, saranno le parole fulcro del Pride romano, perchè un paese mostra il suo valore, la sua solidità e la sua giustizia sociale se c’è una cittadinanza piena per tutti. Ci saranno anche i gay cristiani al Pride del sabato, mentre domenica 8 daranno vita ad un culto ecumenico presso la Comunità Cristiana di Base di San Paolo di Roma che vedrà insieme diverse confessioni religiose, diverse provenienze, diversi orientamenti sessuali e diverse identità sessuali unite nel messaggio di Cristo, Misericordia voglio e non sacrifici .
  • GayLib in pellegrinaggio sulla tomba di Fortuyn
    L’associazione GayLib (gay liberali di centrodestra) interverrà Sabato 21 giugno 2008, in occasione delle giornate internazionali dedicate al Gay Pride, presso il cimitero di Provesano (Pn) col fine di commemorare il grande Pim Fortuyn, leader della destra olandese, divenuto martire della libertà e simbolo per tutti gli omosessuali di destra.
  • Palermi (Pdci), domani in piazza per i diritti di tutti
    "Domani sarò in piazza per il Gay Pride a manifestare per l'eguaglianza dei diritti e contro ogni forma di discriminazione, in piazza anche per ribadire con forza i principi e le priorità di uno Stato laico che dovrebbe essere veramente garante delle libertà civili". Lo dichiara Manuela Palermi della segreteria nazionale del Pdci.
    "La presenza di tutti e di tutte è ancora più importante e necessaria - aggiunge Palermi - in un momento in cui il nuovo governo innalza barricate contro chi rivendica riconoscimenti di diritti basilari; un governo che cerca in ogni modo di dare la caccia al 'diverso' (per nazionalità, credo, orientamento sessuale); un governo che ha già mostrato il suo volto intollerante e oscurantista".

Sphere: Related Content

Prostituzione. 2 su dieci sono minorenni. Per il racket affari per un miliardo.

Dossier Caritas e Arcigay sulla prostituzione. Minorenni due lucciole su dieci.
Quasi tutte straniere. Nove milioni di clienti spesso sposati. Quelle 70 mila schiave del sesso.
(Caterina Pasolini - La Repubblica) Irina, sedici anni, comprata per 200 euro in Romania, picchiata dal protettore con una mazza da baseball se non guadagnava almeno 5 mila euro lungo i viali romani. Una schiava, umiliata e trattata come un animale: con le iniziali del suo aguzzino incise sulla pelle con un pezzo di vetro come un marchio di proprietà. Se passa il ddl anche lei verrebbe considerata un "soggetto pericoloso" come le oltre 70mila prostitute che si vendono ogni giorno in Italia, cercate ogni mese da ben nove milioni di clienti di cui il 70 per cento è regolarmente sposato.

Settantamila persone in vendita: 50% lucciole, 30% viados, 20% minorenni - gli uomini sono in minoranza, un migliaio a Milano e altrettanti ragazzi di vita a Roma calcola l'Arci gay - in un mercato del sesso a pagamento che ha un giro di affari presunto di novanta milioni di euro al mese, oltre un miliardo l'anno. Lavorano soprattutto in strada e per la maggior parte sono straniere - di oltre sessanta nazionalità dicono le statistiche della Caritas che ha raccolto il racconto di 4mila donne, soprattutto romene e nigeriane.

L'incubo dei loro viaggi della speranza finiti sui marciapiedi con l'inganno, di chi a casa aveva fatto liceo o università (28%) ed è arrivata sperando in un lavoro regolare ed è stata costretta, tra stupri, ricattati e minacce di riti woodoo, a mettersi all'asta per mantenere la famiglia all'est o in Africa. Ragazze in vendita alla luce del sole, sulle consolari, o invisibili come le cinesi, sfruttate come schiave in case d'appuntamento solo per connazionali nascosti nelle chinatown e scoperti solo dopo alcuni casi di aborti clandestini.

Straniere in strada, sempre più numerose, sempre più a prezzi stracciati - si parla ormai di 30 euro a rapporto - e le italiane a casa visto che appena possono si organizzano, hanno l'appartamento di proprietà che consente di scegliere i clienti e magari non avere il protettore. Le più tecnologiche si affidano ad internet e tra finte escort che offrono "solo" compagnia a 400 euro l'ora e altre che garantiscono sogni a luci rosse con foto esplicite nei loro siti, il mercato si amplia: si parla di altre 300mila i risultati su Google alla voce escort Italia.

Vendute, minacciate. I dati del ministero parlano di un 10% vittima del racket, costretto a prostituirsi perché minacciata o hanno minacciato i parenti, i figli rimasti in patria. Parole che si trasformano in realtà nella maggior parte dei casi: ogni anno sono una ventina le lucciole uccise, il 14 per cento è stato ingannato e violentato prima di essere sbattuto sulla strada, negli ultimi sei anni 37mila sono state accompagnate ai servizi medici o sociali.

Clandestine soprattutto, e per questo schiave senza diritti: obbligate a prostituirsi senza preservativo per far pagare di più i clienti - (l'80 per cento degli uomini chiede di farlo senza condom), costrette a vendersi anche incinte, lasciate sul marciapiede 12 ore al giorno con la pancia che cresce perché il loro corpo frutta dai 5.000 ai settemila euro. Sette le regioni con la maggiore presenza di prostitute di strada: Lazio, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Abruzzo.
---

---

Sphere: Related Content

Il marito di Sir Elton in compagnia... Senza il baronetto, in gita a Portofino.

(TGCom) Che ci fa il "marito" di Elton John, il produttore canadese David Furnish, a Portofino, insieme a un misterioso amico? Nel piccolo borgo non solo non è passata inosservata l'insolita coppia, ma soprattuto ha creato scalpore l'assenza ingiustificata del cantante-baronetto, sempre al fianco del fresco consorte. Qualcuno ora dovrà avvisare Elton, affinché si prepari ad un interrogatorio senza pietà.

I due, giunti a bordo dello yacht 'Hercules', hanno trascorso il pomeriggio in piazzetta dedicandosi allo shopping. Poi cena fuori e nuova passeggiata per le vie del paese, prima della partenza. Elton John non è presente e già impazza il gossip: Furnish, produttore cinematografico di 46 anni, ha sposato Elton John nel dicembre del 2005.

Oltre a Furnish, avvistati in piazzetta anche gli stilisti Stefano Dolce e Domenico Gabbana, che hanno provato il loro nuovo motoscafo al largo di Portofino, Marco Tronchetti Provera e l'architetto genovese Renzo Piano che ha trascorso la giornata sulla sua imbarcazione.

Sphere: Related Content

Joss Stone è lesbica?

(Top boys top girls) La famosa cantante pop inglese Joss Stone, è lesbica?? viene da chiedersi guardando queste inequivocabili foto!!
Niente di tutto questo!! Joss Stone è stata ripresa mentre gira una scena del film, "Lutiani", dove si scambia baci appassionati con un'altra attrice. Alcuni di voi si chiederanno se il film tratta il tema dell'omosessualità, si certo, ma non preoccupatevi. Queste non sono vere lesbiche. Sono solo sorelle di Gesù.

---

Sphere: Related Content

Ottima la convergenza del PD con la Meloni sullo stalking.

(Kalash) Trovo molto positivo quanto dichiarato dalla Giorgia Meloni oggi sull'annosa questione stalking/omofobia. Certo, aiuta che gente come Grillini sia rimasta fuori dal Parlamento. Così, adesso possiamo davvero lavorare su proposte serie e equilibrate, sulle quali la stessa Meloni ammette che il PD si sta impegnando.

"Mentre negli Stati Uniti d'America, in Canada, in Australia, e in alcuni Stati dell'Ue -osserva il ministro Meloni- lo stalking e' gia' regolamentato come reato, l'Italia per mesi e' rimasta al palo. I motivi di questa arretratezza non e' culturale, ma politica. Durante la scorsa legislatura fu presentato un disegno di legge per introdurre nel codice penale il reato di stalking. E l'esame era iniziato sotto i migliori auspici, 'benedetto' dalla disponibilita' bipartisan di centrodestra e centrosinistra. Ma a un certo punto, l'esame si e' arenato. I motivi? La lobby dei Grillini, ovvero dei gay, si e' impuntata per inserire nel provvedimento una norma contro l'omofobia. Un principio che, se estremizzato, potrebbe comportare un procedimento penale per chi esprimesse la propria contrarieta' all'adozione di bambini da parte di gay". Per la Meloni, "e' di tutta evidenza che c'e' una netta distinzione tra il cosiddetto reato d'opinione, e quello nei confronti della vittima dello stalker, concretamente individuabile con una serie infinita di atti minacciosi reiterati e compulsivi contro la salute fisica, psichica ed emotiva del perseguitato. Il provvedimento alla fine e' saltato. Ora tocca al Pd dimostrare senso di responsabilita' cercando la piu' ampia convergenza e mobilitazione: lo sta facendo. Proprio oggi in commissione ha iniziato l'esame del progetto di legge in commissione giustizia. Con una novita': non si chiamera' piu' stalking. E gia' questa e' una buona novita'".

Sphere: Related Content

Omicidio Oldani, per gli inquirenti morte accidentale ma la famiglia non ci sta.

Uscì la sera con un amico e all’alba venne trovato agonizzante in strada.
(Marco Ruggiero - Il Giorno) C'è chi parlò di delitto gay, chi di strane frequentazioni con ragazzi rumeni e chi di serate particolari e di «cruising», un termine che non si discosta molto da quello di «escort» per gli eterosessuali. Fu come un ciclone che si abbattè su Maurizio Oldani, il commercialista dirigente della Margherita, il quale da vittima si trasformò improvvisamente in aggredito. Ora, stando alla richiesta di archivizione del gip Antonio Corte, si scopre che quella morte fu probabilmente dovuta a una caduta accidentale e che probabilmente non c’è stata aggressione. Altro che pista omosessuale. Ma certo è difficile da credere, pure, che Oldani sia morto solo per una caduta. Ma rivediamolo il tragico film di quella sera del 2 giugno del 2007. Sono circa le 23 quando Maurizio Oldani esce di casa per incontrarsi con un amico a Porta Garibaldi. Devono trascorrere la serata insieme e scelgono un locale di viale Jenner consigliato dall’Arcigay. Qui si siedono a un tavolo e parlano tra loro. Come confermato da molti testimoni non fanno amicizia con nessuno. Solo Oldani, a un certo punto, scambia due chiacchiere con il titolare del locale, il quale è soprpreso di vederlo, perchè era da molto che non si faceva vedere. Intorno alle 2, i due amici escono. L’amico propone a Oldani di accompagnarlo fino a casa, ma corso Garibaldi è chiuso al traffico, per cui Oldani dice all’amico di portarlo fino alla stazione di Porta Garibaldi. E qui scende e prosegue a piedi da solo. Sono circa le 2.30. Oldani viene ripreso dalle telecamere mentre percorre tutto corso Como a piedi. Ma giunto in fondo, invece di attraversare la strada e andare verso corso Garibaldi, dove abita, gira a destra per andare all’Arena, dove ci sono locali e gente che conosce. Alle 4 una telecamera di piazzale Baiamonti lo riprende di nuovo. È solo e non è seguito da nessuno. Dopodichè non ci sono più immagini di lui, ma è certo che fino alle 4.41 non ha ancora imboccato via di Porta Tenaglia, dove verrà poi trovato agonizzante.
LA Certezza la fornisce la testimonianza di un automobilista, che proprio alle 4.41 parcheggia la macchina in Porta Tenaglia e non sente lamenti, nè vede persone a terra. Successivamente, l’autopsia farà risalire il ferimento di Oldani tra le 4.41 e le 5.30. Ebbene alle 4.58, una telecamera posta in piazza Lega Lombarda riprende un uomo che entra in via di Porta Tenaglia. Circa tre minuti dopo, alle 5.01, si nota un’altra persona che lo segue. Gli accertamenti sui filmati, però, non consentono di identificare Oldani in una delle due persone. Ma alle 6.05 il dirigente della Margherita vinee trovato a terra in corso di Porta Tenaglia. Ha la testa spaccata e un trauma sul viso. A notarlo è un passante sceso a portare a spasso il cane. Raccolto da un’ambulanza, Oldani viene trasportato al Fatebenefratelli, dove due giorni dopo, il 5 giugno, muore.
---

La verità in un video, parla il legale.
«Macché incidente, trovate i due uomini del filmato» Caso Oldani, la famiglia chiede: riaprite l’inchiesta «I motivi di archiviazione non convincono».

(Marco Ruggiero - Il Giorno) «Ilcaso di Maurizio Oldani va riaperto. Assolutamente. Le motivazioni di archiviazione d’indagine addotte dal gip Antonio Corte, che parla di una probabile caduta accidentale quale causa della morte, non mi convincono affatto. Temo che in tutta questa vicenda ci sia stata un po’ di frettolosità e superficialità. Possibile che non c’era spazio per una proroga d’indagine? Lo si fa per un furto e per un sospetto omicidio si chiude dopo appena sei mesi? Insieme a Massimo, il fratello del dottor Oldani, faremo di tutto perché l’inchiesta ricominci. Anche a costo di tappezzare la città di manifesti nei quali si invita, chi ha eventualmente visto qualcosa, a presentarsi alla polizia e a parlare». L’avvocato Ivana Maffei, legale della famiglia Oldani, il commercialista dirigente della Margherita trovato morto con il cranio sfondato il 3 giugno di un anno fa sul marciapiede di via di Porta Tenaglia, in zona Garibaldi, è molto ferma nelle sue intenzioni. «Sapevo già dell’archiviazione dell’indagine, ma solo in questi giorni ho potuto leggere le motivazioni del gip e proprio faccio fatica a capire. Qui non si spiega per quale motivo Oldani non sarebbe stato ucciso. Semplicemente si sostiene, su indicazioni del medico legale, che "la caduta a terra con violento impatto sulla pavimentazione stradale avrebbe potuto essere accidentale"». E lei non è d’accordo? «Diciamo che potrebbe essere un’ipotesi, ma a mio avviso è totalmente da escludere. Da approfondire, invece, sarebbe l’altra ipotesi, quella dell’aggressione a scopo di rapina, anche se nella sentenza di archiviazione di questo aspetto poco si parla». Può spiegarsi meglio? «Si dice a un certo punto che la possibilità di un’aggressione è stata presa in esame, compreso il fatto che Oldani possa essere stato spinto da dietro da uno scippatore. Ma tutto poi è caduto per due motivi: sul corpo di Oldani non sono state trovate tracce di colluttazione e inoltre non vi è certezza che avesse con sè il marsupio, quindi il ladro non avrebbe potuto rubare nulla». E invece? E invece Oldani il marsupio lo aveva sicuramente con sè, perché non usciva mai senza. E al polso portava anche un orologio, credo di marca "Guess". Un orologio di poco valore, ma che non è mai stato ritrovato». E cos’altro la lascia perplessa? «Un altro punto determinante. Le indagini hanno accertato che il delitto è avvenuto tra le 4.41 e le 5.30, perché un testimone alle 4.41 parcheggia la macchina in via di Porta Tenaglia e non sente lamenti, nè vede corpi a terra. Bene. Ma alle 4.58 una telecamera che si trova in piazza Lega Lombarda riprende un uomo che entra in Porta Tenaglia e tre minuti dopo, alle 5.01, si vede un altro uomo seguirlo». E dunque? «Per gli inquirenti non è possibile dire che uno dei due è Oldani. Le immagini non hanno consentito l’identificazione». Secondo lei? «Mi sarei aspettata quanto meno un esame più approfondito dei filmati, una perizia da parte di uno specialista. Queste due persone vengono viste entrare in via di Porta Tenaglia una dietro l’altra. Ma poi nessuna delle due viene vista uscire, anche se in fondo alla strada, verso via Statuto, vi sono le telecamere delle banche». Magari non funzionavano «È possibile. Però lì siamo a due passi da via Solferino, dai locali notturni, che erano aperti per i festeggiamenti della notte bianca. Per questo motivo mi sembra poco credibile che nessuno abbia visto niente». Secondo lei c’è qualcosa che può aver fuorviato l’indagine? «Sì, l’accanimento dei media sulla pista gay, sul fatto che Maurizio poteva essere stato ucciso solo a seguito di un incontro occasionale. Questo può essere stato un condizionamento. Invece Maurizio era una persona schiva e discreta, che mai si sarebbe fermato con sconosciuti. A mio avviso Oldani potrebbe essere stato ucciso a scopo di rapina e ad avvalorare questa ipotesi rimane la sparizione del marsupio, dell’orologio, nonché delle due persone viste dalla telecamera proprio verso l’ora della morte». Cosa intende fare, adesso? «Sensibilizzare giornali e televisioni, scuotere l’opinione pubblica per cercare anche il più piccolo indizio che possa servire a riaprire l’inchiesta. Non è possibile che un cadavere resti a terra nel centro di Milano per quasi un’ora senza che nessuno veda niente. Qualche testimone deve esserci, ne sono certa. E noi lo cercheremo».

Sphere: Related Content

Il Gayvillage si sposta al parco del Ninfeo.

(River-blog) Il Gayvillage cambia location. Resta sempre all’Eur, ma dal parco delle Cascate, si sposta al parco del Ninfeo, andando ad occupare lo spazio che era della manifestazione “All’ombra del Colosseo quadrato”.
Dietro a questa decisione, che viene salutata con favore dagli organizzatori dell’evento - l’associazione Dìgayproject, di Imma Battaglia - c’è una richiesta del Partito delle libertà: la manifestazione, infatti, era troppo vicina alle case abitate. Adesso si va a collocare in una zona in cui non ci sono grossi problemi acustici. La nuova location, inoltre, ha altri vantaggi: intanto l’ingresso/uscita non è sulla Cristoforo Colombo: l’anno scorso i vigili urbani dovevano far rallentare le auto che sopraggiungevano a velocità sostenuta. A differenza del parco delle Cascate, dove c’erano più livelli, qui c’è un unico piano. La presentazione ufficiale dell’evento avverrà il 17 giugno. Il Pdl, che aveva richiesto lo spostamento ci tiene a precisare: “Nessuna discriminazione. Vogliamo solo tutelare i residenti dal traffico e dal rumore”.

Sphere: Related Content