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domenica 6 luglio 2008

Ancora Gattuso e i gay. Continuerò a ringhiare la mia verità.

Gattuso: Possibilità di avere figli riservata a coppie uomo donna.
(Rino Gattuso - Il Giornale) Mi trovo in Spagna, in vacanza con la mia famiglia, e qui mi hanno raggiunto alcuni amici per segnalarmi la lettera aperta di Francesco Cavalla pubblicata sulla prima pagina del Giornale fornendomene una sintesi telefonica. Non conosco l’autore del testo ma prometto, al ritorno in Italia, di colmare la lacuna. Non è del tutto vero che in qualità di esponente del calcio italiano me la sia cavata senza lividi né polemiche roventi. La mia frase, preceduta da una dichiarazione rispettosa del mondo gay, è stata presa, manipolata e trasformata in una rozza teoria. Io ho preso, incassato e portato a casa: in quei giorni, a Baden, dovevo pensare a ben altro. D’altro canto esistono due modi di rispondere dinanzi a una domanda così netta e precisa in una conferenza stampa dell’Uefa: chiedendo al giornalista di passare a quella successiva, oppure esponendo in maniera chiara il proprio convincimento. E la mia convinzione sull’argomento è la seguente: che il matrimonio in chiesa, con la possibilità di avere dei figli, debba essere riservato alla coppia tradizionale, un uomo e una donna.

Immagino anche che se avessi esposto una tesi opposta, sarei probabilmente finito sotto il fuoco dell’altra fazione e perciò sono uscito dalla vicenda con una convinzione ancora più radicale. E cioè che per nessun motivo al mondo bisogna rinunciare a esporre le proprie idee e le proprie convinzioni specie su temi così sensibili, senza naturalmente presumere di avere ragione. Non tanto per me, difficile che cambi testa, alla mia età e con le origini che mi ritrovo, quanto per i miei figli a cui vorrei consegnare una buona bussola per il futuro.

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Milano Jazzin'Festival all'Arena. Dal 7 luglio al 7 agosto, per un mese di grande musica.

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(Milano 2.0) Dopo il successo della prima edizione torna nella cornice dell'Arena Civica "Gianni Brera", Milano Jazzin’ Festival, un progetto dell’assessore al Tempo Libero Giovanni Terzi con la collaborazione di Alfa Romeo.

Secondo quanto ha dichiarato Terzi "il Milano Jazzin’ Festival torna nella nostra città confermando la sua vocazione a ospitare eventi musicali di forte richiamo. Un percorso che rende il capoluogo lombardo competitivo su scala internazionale. Non solo grandi nomi, e sono comunque tanti e di assoluta qualità, ma un vero e proprio circuito di collaborazione con i festival musicali più rinomati in giro per il mondo per fare di MJF l’evento di punta dell’estate milanese".

Dal 7 luglio a 7 agosto sarà un mese di grande musica con oltre 20 concerti dove il jazz si contaminerà con funk, soul, bossa, blues, rock ed elettronica.

Il Milano Jazzin' Festival quest'anno di evolve e diventa il "Parco della Musica" coinvolgendo tutto il Parco Sempione offrendo al pubblico eventi, iniziative artistiche, culturali e di spettacolo legate sempre al tema della musica.

Si esibiranno artisti italiani e stranieri del jazz, ma non solo: da Gary Burton a Pat Metheny, da Charles Lloyd a Rachelle Ferrell, dal Brad Mehldau Trio a Roy Ayers e la Gil Evans Orchestra, fino a Stefano Di Battista, Paolo Fresu e Stefano Bollani.

Ci saranno anche grossi concerti pop e rock come i Sigur Ros, Lenny Kravitz, Rem, Paul Simon, Subsonica e Mavis Staple.

Ecco il programma completo:

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Milano Jazzin Festival collabora anche con altri festival e lunedì 7 luglio ci sarà il concerto gratuito di Justice + LN Ripley, presentato da Alfa Romeo MiTo. Questo concerto sarà anche l'anteprima del Traffic Torino Free Festival di cui ha parlato Torino 2.0.

Martedì 8 in piazza Cisterna a Biella ci saranno Baustelle e Robertina, mentre il 9 il Traffic arriverà a Torino. Tra gli altri si esibiranno Sex Pistols, Tricky, Afterhours, Patti Smith e Massimo Volume che suoneranno al Parco della Pellerina, mentre ci saranno altri eventi collaterali che si svolgeranno in diversi luoghi della città il Palaolimpico Isozaki, i Murazzi del Po, l’area postindustriale delle OGR o il King Kong Microplex.

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Incontri segreti tra anglicani e cattolici per fermare i matrimoni gay.

Discussione su donne vescovo e matrimoni gay Roma.
(Apcom) Alcuni vescovi della Chiesa anglicana si sono recati in Vaticano per colloqui riservati con alti rappresentanti della Chiesa di Roma sulla crisi scoppiata nella comunità anglicana in merito ai matrimoni tra gay e alla questione delle donne vescovo. Lo riporta il "Sunday Telegraph". L'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, aggiunge il domenicale britannico, non è stato informato di questi contatti, e questa notizia rischia quindi di ostacolare i suoi tentativi di impedire una scissione della Chiesa d'Inghilterra. In un colloquio strettamente confidenziale - riferisce il "Telegraph" - alcuni vescovi conservatori hanno espresso la loro preoccupazione per la direzione liberale imboccata dalla Chiesa anglicana. Questi vescovi - che hanno richiesto l'anonimato al "Sunday Telegraph" - hanno incontrato alcuni membri della Congregazione per la Dottrina della Fede, con lo scopo anche di stringere rapporti più stretti con la Chiesa di Roma. La rivelazione di questi colloqui giunge alla vigilia di un voto cruciale: il Sinodo Generale - il Parlamento della Chiesa anglicana - si accinge infatti ad esprimersi sulla possibilità che le donne diventino vescovo. Una decisione delicata che rischia di spaccare la comunità anglicana, già profondamente divisa sulla questione dell'omosessualità.

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Gaypride. In cinquemila a Catania. Il movimento è a pezzi ma si minimizza.


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Striscione d'apertura del pride contro "Crudelia Carfagna". Tanti cartelli con la scritta "Siamo tutti rom".
(Laura Galesi - Liberazione) Riparte da Catania il movimento glbt. Almeno 5mila i manifestanti che hanno partecipato al Gay Pride etneo organizzato da Arcigay Catania, Open Mind, Glbt e Pegaso's. Un corteo allegro, disteso e senza polemiche che ha riportato Catania al centro della questione dei diritti. «Ci sposeremo in piazza, ecco guarda ho portato le fedi». Due anelli d'oro bianco, alla francese e con le dediche, quelli che durante la serata suggelleranno la storia d'amore di due siciliani di Augusta. Lo racconta Pino, 45 anni, che convive da due con Marco. «Ci amiamo, stiamo bene insieme, vogliamo sposarci ma siamo costretti a fare i clandestini».

Il corteo è aperto da un'automobile decappottata occupata da una eccentrica "carica dei 101": ragazzoni vestiti da Crudelia De Mon che brandiscono il cartello "Crudelia Carfagna". «Il Pride a Catania è particolarmente importante - dice Vladimir Luxuria - Rappresenta l'ultima tappa di un percorso passato anche per Roma e Bologna e si conclude proprio sul tema della vivibilità della città. Un argomento molto sentito anche al sud, dato che molte coppie sono costrette a emigrare a Madrid o Barcellona». "Noi siamo la città" rivendica lo striscione di apertura sorretto dai rappresentati del comitato promotore, che sognano una Catania libera dai pregiudizi e capace di dare spazio alle differenze. «Stiamo costruendo - sottolinea Sara Crescimone dell'Open Mind - un movimento glbt diverso, che consideri i vari percorsi politici delle tante realtà e associazioni». Il Pride è un momento di passaggio, spiega al volo un manifestante, «necessario per sconvolgere la gente e richiedere i diritti». Per "miss Terronia" sono «indispensabili anche la musica e i colori vivaci, fotografia di una Sicilia tutta gay». «Stiamo vivendo una fase di riduzione degli spazi - dice Rita Bernardini, ex segretaria radicale, oggi deputata Pd - sta diventando impossibile gestire la propria vita, ma il primo passo discriminatorio era già stato fatto con l'approvazione della Legge 40».

«Il Pride riparte dal Sud - afferma soddisfatto Riccardo Di Salvo presidente Arcigay di Catania - La città oggi ha riposto in maniera molto positiva, è un corteo splendido e senza polemiche, che vede la partecipazione dei movimenti di tutta Italia». Per Daniele che ha 21 anni e quasi una laurea triennale la sua città per un giorno ha perso il consueto provincialismo. «Sembra di essere ritornati agli anni Settanta - commenta entusiasta - Catania non è molto diversa dalle altre città metropolitane, ci sono posti da evitare ma in genere sei tranquillo. Io non ho mai avuto grossi problemi neanche in famiglia. Quando ho detto ai miei genitori che ero gay avevo 16 anni e l'unica risposta di mio padre è stata quella di stare attento». Anche qui, certamente, capita di scontrarsi con l'omofobia e con il conservatorismo. "Froci sì, fascisti mai" si legge nel provocatorio manifesto di Rifondazione Comunista. «Sì, già da diversi anni maderiamo al Pride - spiega Valerio Marletta, coordinatore Giovani comunisti - E' un atto indispensabile per dare corpo all'interazione coi movimenti avviata dal Prc e soprattutto per lanciare un messaggio forte contro l'omofobia e contro qualsiasi forma di attacco governativo e religioso che mini la libertà di ognuno». E infatti tanti cartelli con lo slogan "Siamo tutti e tutte rom" punteggiano il corteo. Un Pride caldo, a 35 gradi, che ha percorso il centro della città sotto gli occhi incuriositi del popolo dello shopping alle prese con i saldi. Musica esaltante, tante drag queen, tanto colore. Mentre chiudiamo questo articolo dal palco di piazza Università, dapprima negata e ora orgogliosamente invasa dal popolo glbtq, oratrici e oratori cominciano a reclamare una politica diversa capace di salvaguardare laicità, autodeterminazione e libertà per tutte e tutti.
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Ndr. Eccolo un chiaro esempio di disinformazione. Si gonfiano a dismisura i numeri sino a perdere la credibilità, si tende a minimizzare, a non entrare nel problema. Si preferisce fare un articolo "agiografico" anzichè discutere di perchè il movimento gay della sinistra è in crisi e tentare di ricostruirne il tessuto. Nascondendo la testa come gli struzzi e facendo del facile solidarismo non si va da nessuna parte.

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Budapest, Londra e Madrid, tre pride cosi' diversi. Un milione sfilano a Madrid!


DISORDINI AL GAYPRIDE DI BUDAPEST. UN MILIONE A MADRID.
(Agi/Reuters) E’ finito in rissa il Gay Pride per le strade di Budapest. La polizia in assetto antisommossa si e’ scontrata con un gruppo di dimostranti di estrema destra che aveva cominciato a bersagliare le forze dell’ordine con bottiglie molotov e pietre. La polizia ha usato gli idranti e i gas lacrimogeni per disperdere i militanti che cercavano di raggiungere e fermare il corteo gay. Quarantacinque persone sono state fermate e dieci feriti, tra cui due agenti di polizia.

I militanti di estrema destra hanno attaccato un’auto della polizia che trasportava la deputata europea socialista e attivista per i diritti umani Katalin Levai e con una pietrata sono riusciti a sfondare un finestrino della vettura. La Levai e’ rimasta illesa. “Un atto vergognoso e oltraggioso” lo ha definito la parlamentare. Il parlamento ungherese ha approvato una legge che a partire dal 2009 riconoscera’ alle coppie gay gli stessi diritti di quelle eterosessuali.

Decisamente piu’ rilassato il clima a Londra, dove migliaia di persone hanno sfilato fino a Trafalgar Square per manifestare l’orgoglio omosessuale. Tra i politici che hanno sostenuto la manifestazione, il ministro per le Pari opportunita’, Harriet Harman, e il leader del Partito liberaldemocratico, Nick Clegg.
A centinaia di migliaia hanno invece marciato per le strade di Madrid (nelle foto), dove tra i 30 carri sponsorizzati da locali gay spiccava quello del partito socialista del premier Zapatero: un bus a due piani su cui campeggiava lo slogan “Costruire la parita’”. Nel 2005 la Spagna e’ diventata il terzo Paese europeo dopo Olanda e Belgio ad autorizzare i matrimoni gay e le adozioni da parte delle coppie omosessuali.

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