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sabato 2 agosto 2008

Sorpresa coppia ventenne a fare sesso in pieno centro. Denunciati per atti osceni in luogo pubblico.

(Andrea Fabiani - Newgol) Foligno. Sesso in auto in pieno centro storico e ora dovranno comparire davanti al giudice. E' successo all'alba di qualche giorno fa nei pressi di Via Umberto I, una delle vie principali nel cuore della città. Era il 28 luglio quando due ventenni, lui di nazionalità albanese e lei di nazionalità rumena, sono stati colti in flagrante dai carabinieri mentre, completamente nudi, facevano sesso all'interno della loro auto normalmente parcheggiata a lato della strada. I ragazzi, su cui sono stati effettuati i dovuti accertamenti, erano incensurati ma questo non li ha preservati dalla inevitabile denuncia per atti osceni in luogo pubblico e ora sarà il giudice a dover decidere delle loro sorti. La nostra città non è, però, nuova a questo tipo di avvenimenti. L'ultimo episodio analogo, infatti, risale a soltanto pochi mesi fa.

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Mykonos. Quando il paradiso gay diventa un inferno.

Doujoun, i ricordi degli amici.

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(River-blog) Doujoun Zammit (nella foto al centro) aveva 20 anni. Australiano, di origini maltesi ed italiane, era partito per una vacanza sull’isola greca di Mykonos. Quello che ormai è stato ribattezzato il paradiso dei gay. Doujoun è morto, dopo essere stato preso a bastonate da quattro buttafuori all’esterno di uno stabilimento-discoteca, il Superparadise. Alcuni testimoni hanno riferito che il ragazzo è stato picchiato perché aveva rubato un portafogli. Ma la sua morte è piena di interrogativi. Non si circonda un 20enne e lo si uccide a sprangate per un banale furto. Ancora una volta il web funziona da pozzo dei ricordi. Grazie al fratello di Doujoun, che ha pubblicato alcune sue foto su Facebook. Ci sono anche gli scatti di una vacanza romana. Domani, nella sua città natale, in Australia, gli amici si incontreranno per una fiaccolata. Ognuno porterà le sue foto dell’amico.

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“Conservare la memoria”: l’appello di Napolitano sulla strage di Bologna.

La strage di Bologna

(Panorama) Era un sabato anche 28 anni fa, a Bologna, quando esplose una bomba nella sala d’aspetto della stazione: l’ordigno uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento. “Occorre coltivare un dovere della memoria che si traduca in una rinnovata ampia assunzione di responsabilità per la difesa dei valori di democrazia, libertà e giustizia” scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage, Paolo Bolognesi. E aggiunge: “Le immagini di quel crimine così barbaro e vile, che scosse e scuote tuttora nel profondo la coscienza degli italiani rimangono impresse in modo indelebile nella memoria dell’intero Paese”.

I mandanti politici della strage di Bologna sono ancora ignoti. “Il governo è impegnato ad affiancare al tavolo tecnico, che dovrà corrispondere alle richieste legittime dei parenti delle vittime, un tavolo politico istituzionale che intende corrispondere esattamente a questa aspettativa” ha dichiarato il ministro per l’ Attuazione del programma Gianfranco Rotondi, intervenuto alla manifestazione, a proposito della ricerca dei responsabili della tragedia. Dalla piazza arrivano fischi: “Non mi spaventano” dice Rotondi “mi spaventa semmai la disunità delle istituzioni”. Contestato dal pubblico il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, che dal palco ricorda come ‘’nessuno possa ignorare la verità storica come quella giudiziaria”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato un messaggio al primo cittadino del capoluogo emiliano, auspicando che “dopo tanti anni, si dissolvano le zone d’ombra che hanno suscitato perplessità crescenti nell’opinione pubblica intorno all’accertamento della verità sulla strage”.
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