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domenica 10 agosto 2008

Bulgaria, un'indagine rivela quanto sia omofoba.

Indagine dell'istituto 'Gallup International' resa nota a luglio.
(Ansa) Forti pregiudizi nei confronti degli omosessuali in Bulgaria dove vengono considerati nemici della societa', della morale e della crescita demografica: e' quanto emerge da un'indagine dell'istituto 'Gallup International' resa nota a luglio.

I bulgari risultano ''estremamente insofferenti'' verso persone di diverso orientamento sessuale e sarebbero i piu' infelici fra i cittadini Ue se avessero come vicino di casa un gay o una lesbica. Sempre secondo l'indagine, nel migliore dei casi la gente in Bulgaria e' propensa a ritenere che l'omosessualita' sia una posa: dirsi gay sarebbe una scusa per attirare l'attenzione. Nel peggiore dei casi l'omosessualita' e' considerata una grave malattia, pericolosa anche per gli altri.

Su tale sfondo creera' sicuramente vivaci polemiche la recente posizione della Commissione nazionale antidiscriminazione, la quale ha chiesto al governo e al parlamento di autorizzare le unioni di fatto tra persone dello stesso sesso. Dopo le vacanze estive dovra' essere votato in parlamento l'emendamento della legge per la famiglia che presenta per ora il vecchio testo, secondo cui il matrimonio puo' essere contratto soltanto tra uomo e donna.

Il 28 giugno scorso a Sofia si e' svolta la prima sfilata del gay Pride organizzata in Bulgaria, coordinata dall'organizzazione gay 'Gemini' al motto di 'Io e la mia famiglia'. Un centinaio di attivisti hanno marciato attraverso il centro di Sofia per protestare contro la discriminazione degli omosessuali. La polizia ha arrestato circa 60 estremisti di destra per lancio di bottiglie incendiarie, sassi e uova contro i manifestanti. Il patriarca della Chiesa ortodossa bulgara, Maxim, ha definito la parata ''un raduno oltraggioso ed empio, opera delle tenebre, amorale e turpe, contraria alla coscienza cristiana''.

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Il rapper Kanye West contro l’omofobia.

(R&B junk) Quest’uomo è un grande! Non solo è oramai uno dei rapper più leggendari per il suo stile e per la sua musica veramente rivoluzionaria, è anche un’uomo che coraggiosamente va controcorrente e che difende una comunità (quella GLBT) che nell’ambiente Urban è molto spesso discriminata pesantemente, sia nei testi musicali che nella vita quotidiana. Proprio per questo, dopo alcune dichiarazioni “en-passant”, Kanye ha deciso ancora una volta di battere su questo argomento… sentite cosa ha detto:

” Aprite le vostre fottute menti, aprite le vostre menti. Accettate le persone diverse da voi, e lasciate essere le altre persone come sono. Ci sono state tante persone che mi hanno chiamato gay solo perchè portavo dei Jeans più attillati rispetto agli altri, o perchè gli dicevo “come fai a dire frocio” di fronte ad una persona gay trattandola male come se niente fosse! Questa merda è irrispettosa. Vengo da Chicago, dove se vedi un ragazzo gay dovresti stare alla larga almeno a 10 passi di distanza. È tempo di rompere con queste cose, con gli stereotipi, con le paure, con questa dichiarazione vorrei ottenere che la gente cominci a credere in ciò in cui credo io, accettare le persone per quello che sono… molti di loro sono talenti puri, e se fanno qualcosa di speciale per il mondo, vengono comunque discriminati. Ho volato in giro per il mondo, e sono tornato qua per dirvi, aprite le vostre fottute menti e vivete una vita più felice…”

Cosa possiamo aggiungre? Kanye oltre ad essere un bravissimo rapper, è anche un uomo tutto d’un pezzo, fare dichiarazioni del genre in un’ambiente perlopiù machista e discriminante (non solo per i gay ma anche per le donne), è veramente da applauso! Sono felice che esca dalle linee, e che abbia preso una posizione che nessun’altro ha mai preso! Grande, applauso per Kanye.

Voglio raccontarvi una piccola esperienza, mi è accaduta proprio questo week end al festival latinoamericando… ero davanti ai bagni in mezzo alle entrate per le donne e quello per gli uomini (io aspettavo mia sorella ed una mia amica che facevano pipì), all’entrata dei bagni c’erano due tizi della sicurezza, entrambi latini, e un’altro ragazzo italiano che stava chiaccherando con loro… ad un certo punto passa un ragazzo con canottina attillata e pantaloni stretti, occhi azzurrissimi e camminata piuttosto felina… passando ed entrando nel bagno degli uomini i due tizi ed il ragazzo italiano hanno cominciato a deriderlo, gridandogli di aver sbagliato entrata, che era meglio se entrasse nella parte femminile.. fu veramente odiosa come scena… io avevo un formicolio nelle mani, avrei voluto prendere a pugni quelle tre sottospecie di esseri umani… ma sapevo che sarei stato malmenato.. tuttavia pensai ancora alla scena… e mi misi nei panni del ragazzo… come si fa ragazzi nel 2008 ad essere così dichiaratamente IDIOTI come quella gentaglia? Dovete assolutamente spiegarmelo! Ognuno è libero, libero di essere come vuole e fare ciò che vuole, della sua testa, delle sue mani, del suo viso, e del suo pisello o della sua farfalla…, l’importante è che tutti ci rispettiamo, per la nostra unicità e diversità, che rende questo mondo meno grigio e più colorato… è un messaggio semplice e blando… ma bisogna imparare a capire che siamo splendidi tutti nella nostra unicità… e spero che la nuova generazione ami e rispetti chi è diverso di colore di pelle, di gusti sessuali, di religione… di pensiero! 2008 ragazzi.. 2008!

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Roma, trans aggredito chiama i carabinieri: Arrestato perché è clandestino.

(Il Messaggero) Un cliente che pretendeva un rapporto sessuale gratis ha tentato di sfondare la porta di casa a calci e pugni. Così il transessuale 33enne di origine brasiliana ha chiamato il 112. Quando i militari sono arrivati hanno però accertato che il trans era un clandestino che si era sottratto a un'ordinanza di espulsione.

Il transessuale, in preda al panico aveva chiamato i carabinieri perché un uomo stava provando ad abbattere la porta del suo monolocale. I carabinieri della stazione Tomba di Nerone hanno bloccato un romano di 42 anni, residente ad Anguillara Sabazia , denunciandolo per danneggiamento. Ma dai successivi accertamenti è emersa una doppia sorpresa: il trans, risultato inottemperante ad un provvedimento di espulsione emesso a suo carico, è stato condotto in caserma ed arrestato. Il presunto "cliente", invece, è risultato essere l'inquilino del monolocale, formalmente concessogli in locazione, come prestanome, da una società, il cui amministratore unico è stato deferito all'autorità giudiziaria. Il 42enne è stato quindi denunciato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I carabinieri hanno chiesto anche il sequestro dell'appartamento utilizzato dal trans.

I radicali: strano il comportamento dei carabinieri. «Ci appare francamente strano il comportamento delle forze dell'ordine che oggi a Roma hanno arrestato un transessuale brasiliano clandestino che ha avuto il coraggio di chiamare i carabinieri perché un uomo le stava sfondando la porta di casa sua». Così Antonella Casu, Segretaria di Radicali Italiani e Sergio Rovasio, Segretario "Associazione Certi Diritti", hanno commentato la vicenda del transessuale aggredito ma arrestato perché clandestino. «Cosa doveva fare per salvarsi? Farsi uccidere così tutti si sarebbero disperati (a parole) per l'ennesimo episodio di violenza ed emarginazione? - continuano i Radicali - La scorsa settimana a Milano, la transessuale brasiliana clandestina che aveva denunciato la scomparsa della sua amica, rapita e poi uccisa da due ragazzi, ha avuto dalle forze dell'ordine un permesso speciale che le permetterà di rimanere in Italia regolarmente per alcuni mesi. Perché nel caso di Roma non si applica la stessa regola?». La nota si conclude con un appello al Prefetto Mosca, affinché intervenga per aiutare il trans.

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Indonesia, la magia per rendere gli uomini più dotati arriva sul web.

Dalla nonna passa al nipote il misterioso potere di far crescere di vari centimetri l'organo riproduttivo di sesso maschile... e lui lo trasforma in business su Internet.

(AdnKronos) La nonna era una vera istituzione per gli abitanti di Giava, che le riconoscevano poteri soprannaturali. E ora il nipote afferma di aver ereditato queste doti, tra cui soprattutto la capacità di aumentare le dimensioni dell'organo sessuale dei clienti di sesso maschile. Una capacità che il giovane vorrebbe mettere a frutto servendosi del mezzo più adatto a raggiungere clienti in tutto il mondo: il web. La specializzazione di Mak Erot, morta la scorsa settimana a un'età avvolta nel mistero come tutta la sua vita (qualcuno afferma addirittura che avesse 130 anni) era proprio quella di far crescere di vari centimetri l'organo riproduttivo degli uomini che ...

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La Francia rifiuta di riconoscere un'unione civile gay ad un inglese compagno di un francese.

Pink news con un servizio in esclusiva ci informa delle difficoltà che sta incontrando un cittadino gay inglese, Fernando Soares nel far riconoscere i propri diritti in Francia. L'uomo, 54enne, unito con un partnership act a Nigel, un 31enne francese non riesce a far riconoscere il legame dal governo di Parigi, infatti, mentre l'Inghilterra riconosce i Pacs francesi, la Francia, a sua volta, non riconosce gli equivalenti inglesi.
L'amara sorpresa Fernando la fà dopo la morte di Nigel, morto di cancro a marzo.
La coppia, trasferitasi dall’Inghilterra alla Francia, avevan acquistato una casa nella cittadina di Ceret, vicino a Perpignan, ma quando l’uomo si è rivolto al notaio per far valere i propri diritti di partner si è sentito dire che la Francia non riconosceva la loro unione e che quindi era costretto a pagare la tassazione sulle proprietà prevista dalla legislazione francese per le persone non unite civilmente.
"Non è giusto - ha dichiarato l’uomo a Pink news -perché l'Inghilterra ha stabilito il pieno riconoscimento dei Pacs francesi sul suo territorio”.
La Francia non è nuova a queste imprese liberticide infatti a maggio il governo Sarkozy tolse la cittadinanza ad un cittadino francese perde dopo le sue nozze gay contratte in Olanda e di cui abbiamo parlato.

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Treviso. Gay al park dell'ospedale, un anno dopo. Non è cambiato nulla. Gentilini furioso: "Prendo provvedimenti".

La polemica Dodici mesi fa la «pulizia etnica», l'inchiesta e il corteo in centro.
Gentilini: "Lunedì metterò tutti in fila, esigo che i miei ordini vengano eseguiti. Segnalerò questa cosa al prefetto".

(Angela Pederiva - Il Corriere del Veneto) Un anno dopo la bufera, torna a spirare il vento della polemica sul parcheggio dell'ospedale di Treviso. O, per meglio dire, sugli amplessi omosessuali che si verificano durante le ore notturne nel piazzale del nosocomio cittadino, contro cui nell'agosto del 2007 s'era scagliato il vicesindaco Giancarlo Gentilini al grido di «culattoni », col risultato di trasformare il capoluogo della Marca nella capitale estiva dell'orgoglio gay.

Qualche sera fa le telecamere di Rete Veneta hanno ripreso baci e palpeggiamenti fra uomini nei pressi del Ca' Foncello e ieri, visionando il filmato, ai microfoni della stessa emittente lo Sceriffo ha promesso una lavata di capo alla polizia locale.

Era l'8 agosto dello scorso anno, quando Gentilini tuonò contro gli incontri ravvicinati notati nei pressi del Ca' Foncello, usando l'ormai nota (e discussa) espressione, da un lato per stigmatizzare il fenomeno e dall'altro per annunciare il pugno di ferro. Mentre il «kiss in» di massa accendeva i riflettori del mondo su una Treviso accusata di omofobia, il potenziamento dell'illuminazione pubblica, l'attivazione di un sistema di videosorveglianza e l'aumento dei pattugliamenti dei vigili urbani erano state le principali misure assicurate da Ca' Sugana.

Ma dodici mesi dopo, poco o nulla sembra essere successo.

Intorno alle 23 di giovedì la troupe televisiva ha infatti registrato una serie di scene che lasciano ben poco spazio all'immaginazione.

Nell'area di sosta praticamente vuota, si registra un viavai di auto attorno alle poche macchine ferme. Scendono uomini, che si baciano e si palpeggiano, sotto la luce dei lampioni ma senza nessuna telecamera, né tanto meno alcun agente, a monitorarne i movimenti. Una situazione che, se soddisferà i difensori della libertà di orientamento sessuale, ha mandato su tutte le furie il vice di Gian Paolo Gobbo. Il commento di Gentilini è un crescendo di rabbia: «Sono baci fra uomini? Bene. Esibizioni vergognose di gay e assimilati. Quindi continua il commercio dell'amore gay e lesbico. Allora vuol dire che gli ordini che io ho dato alla polizia municipale non sono stati eseguiti. Adesso prenderò provvedimenti nei confronti di coloro che erano stati ordinati di rendere libero da queste effusioni il piazzale ».

Precisando che nessuno gli ha più segnalato problemi nell'area, «forse perché c'è ancora qualcuno che ha paura di dire quello che è vero», il vicesindaco ha anticipato una dura reazione: «Lunedì metterò tutti in fila ed esigerò che i miei ordini vengano eseguiti e non buttati nel cestino. Censuro l'operato delle forze dell'ordine e segnalerò questa cosa al prefetto».

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Natalia Aspesi. L´insostenibile leggerezza di vivere coming out.

Nascosti, rimossi e perseguitati per secoli da perbenisti, tradizionalisti e illuministi. Nonostante il riscatto del ´68, ancora senza diritti in gran parte del mondo. Ma nell´immaginario, nelle arti e soprattutto nei libri, mai come ora, gli omosessuali vivono il loro successo.

(La Repubblica) Nell´Italia perbene degli anni Cinquanta quella parola lì non veniva pronunciata, né si era certi che quelli là esistessero davvero. C´erano sussurri, pettegolezzi, illazioni, malignità, ironie, angosce, ma neppure i ballerini ossigenati della Wanda Osiris che sculettavano su e giù per le scalinate rosa di riviste come Il diavolo custode o Galanteria erano stati del tutto convincenti. Né destavano sospetti certi maturi scapoloni imprendibili anche dalle più vivaci vedove di guerra, che sempre estraevano dal portafoglio la foto sdrucita di una giovinetta, la fidanzata sul cui letto di morte per consunzione avevano giurato di esserle fedeli per sempre.
Intanto nel paese dei nostri sogni, l´America, chi lo era cercava strenuamente di non esserlo e se era ricco si affidava a costosi e distruttivi analisti nella curiosa speranza di guarire dall´innominabile peste, tanto da non perdere più la testa per marinai in libera uscita e compagni di banco. L´ironica e drammatica biografia di Edmund White (My Lives, pubblicato in Italia da Playground) comincia così: «A metà degli anni Cinquanta, quando avevo all´incirca quattordici anni, dissi a mia madre che ero omosessuale: all´epoca si usava questa parola, "omosessuale", in tutta la sua diabolica maestosità, avvolta in eterei vapori, un misto di malvagità e malattia».
Eppure anni prima, nel ‘48, era già uscito negli Stati Uniti La statua di sale di Gore Vidal, un romanzo esplicitamente omosessuale, ignorato dai critici indignati o attaccato con recensioni furibonde, come ricorda lo scrittore nella sua autobiografia Palinsesto (Fazi Editore): «Uno degli aggettivi più usati era "sterile", che era anche una parola in codice per significare finocchio». Ma il libro era diventato subito un best seller, «letto non solo dai repressi e velati abitanti di Sodoma, ma anche da moltissime altre persone, tra cui il dottor Kinsey», il cui rapporto sul comportamento sessuale dei maschi americani pochi mesi dopo avrebbe scandalizzato il mondo, dichiarando tra l´altro che tra loro almeno il trentasette per cento aveva avuto esperienze omosessuali.
Per i milanesi la scoperta che gli «invertiti», come si chiamavano allora a bassa voce, non solo esistevano ma erano tanti, avvenne alla prima dei "Legnanesi", mitica e irresistibile compagnia di travestiti dilettanti: il teatro ne era festosamente pieno, anche se i meno audaci erano accompagnati dalla loro ignara anche se perplessa fidanzata.
Le autobiografie di Vidal e White sono uscite rispettivamente nel 1995 e nel 2005 (in Italia nel 2000 e nel 2007) e in quel decennio la letteratura e la saggistica omosessuale si sono talmente moltiplicate che chiunque abbia avuto l´ingenuità di sistemare nella sua libreria un angolino gay oggi si ritrova completamente sepolto da montagne di volumi che invadono tutta la casa, cacciando quel poco di languente cultura etero ereditata dai nonni.
La moda e l´ardire del coming out e dell´outing, cioè del dichiararsi omosessuale o del rivelare l´omosessualità di altri, hanno spazzato via ogni indugio e dubbio, hanno disseppellito segreti inconfessati e rivoluzionato illustri e timorate biografie, talvolta documentando semplici voci, altre volte prendendo eccessive e non del tutto ortodosse libertà: da re Luigi XIII di Francia ad Alessandro Magno, da Carlomagno ad Achille, da Horace Walpole a Lawrence d´Arabia, da Caravaggio a Bacon, da Charles Laughton ad Alan Bates, da Hedgar Hoover a Raymond Burr, da Sergej Eisenstein a John Cage, da Marcel Proust a Henry James, da W. H. Auden a E. M. Foster, da Petr Ilic Cajkovskij a Benjamin Britten (vedere l´enciclopedico opuscolo Gaiezze, editore Kowalski). Più inchieste invadenti in varie categorie: generali dell´esercito, uomini di chiesa, nazisti, pompieri, atleti, filosofi, castellani, partigiani, aborigeni e altro. Senza contare le signore, abbondanti in ogni campo e solitamente celebri non tanto per le loro capacità artistiche quanto per la marca del loro sigaro o per il numero sterminato di amanti femmine, tipo la pittrice Romaine Brooks, la poetessa Natalie Clifford Barney, l´architetta d´interni Elsie de Wolfe, la scrittrice Patricia Highsmith, l´antropologa Margaret Mead ecc. ecc.
Tra tanto rutilare di celebrità di cui si è sospettata o confermata o scoperta la lesbogayezza, e in attesa che venga raschiato il fondo del barile sessuale (ultima autobiografia Ecce homo, venticinque anni di rivoluzione gentile, di Franco Grillini), si finisce col chiedersi, inquieti, se siano mai esistite personalità di inattaccabile totale eterosessualità e se quindi non sia il caso di invertire la pignola e ossessiva ricerca, studiando quegli uomini e quelle donne che di sicuro, senza ombra di dubbio, se monarchi mai attentarono alla virtù dei loro paggi e se ballerine classiche respinsero sempre le avance e le perle di poco virtuose duchesse russe.
Viene anche voglia di sapere come mai, con questa storica e vasta popolazione di famosi homo, ancora oggi si stia lì ad accapigliarsi se, una volta usciti allo scoperto, possano ancora fare il vescovo o il colonnello o l´insegnante, o persino ottenere la patente di guida. Mentre le prime pagine dei nostri giornali regolarmente riportano le risse in parlamento su eventuali riconoscimenti di coppia tipo reversibilità della pensione, o di famigliole con due mamme: richieste di diritti che comunque da noi tra fulmini e saette vaticani finiscono sempre col cadere nel vuoto.
Ultimo trionfo gay: la grande, magnifica mostra appena inaugurata al londinese British Museum, dedicata all´imperatore Adriano (già celebrato dalla Yourcenar, altra prodigiosa scrittrice lesbienne) famoso non solo per il vallo in difesa delle conquiste romane in Britannia, ma anche per la sua passione inestinguibile per Antinoo, il ragazzo venuto dalla Bitinia e celebrato dopo la sua morte come un dio.
Sull´intasata bibliomania gay piomba adesso un bel volumone del tipo che si tiene in vista sul tavolino tra i divani, se non si hanno piccini timorati in casa: si intitola Vita e cultura gay (editore Cicero, 382 pagine, 48 euro) a cura di Robert Aldrich, professore di storia europea all´università di Sidney, tra l´altro autore di un Who Is Who in Gay and Lesbian History che ne fa uno dei più dotti studiosi della materia. L´edizione italiana ha in copertina il romantico Ritratto di due amici (1552) del Pontormo, elegantemente vestiti di nero come si usava qualche anno fa tra coppie di giovanotti fashion, e contiene tutto lo scibile gay-lesbico-bisessuale-transgender-transessuale, dall´Europa agli Antipodi, con incontri e scontri sorprendenti tra le diverse culture: i conquistatori spagnoli che, scoprendo nel Sedicesimo secolo i berdache (vestiti da donna) del Nuovo Mondo, li diedero in pasto ai cani; l´inglese Lady Montagu che, studiando molto da vicino i rapporti tribadici cioè lesbici negli harem turchi all´inizio del Settecento, ne ricavò lettere sublimi; il francese Flaubert, quello di Madame Bovary, che raccontò nei suoi diari gli incontri sessuali decadenti con ragazzi arabi.
A parte i saggi di massima erudizione, che testimoniano l´impegno sofisticato e accanito del mondo accademico queer, è la ricchezza delle illustrazioni a ricordarci che gli uomini amano gli uomini e le donne le donne sin dal momento in cui l´evoluzione li ha trasformati in homo sapiens. Prima non si sa, non essendosi ancora la paleoantropologia gay interessata alla sodomia tra australopiteci e paleoantropi. Ci sono vasi greci con satiri porcaccioni - si sa che nel culto di Dioniso il fallo rappresentava il desiderio di essere penetrati - per non parlare del Simposio di Platone, su cui nei secoli angosciosi della vergogna, gli studenti imparavano a conoscere l´amore socratico che aiutava, se del caso, a giustificare i propri terrorizzanti peccati della carne. Nell´antica Roma i bordelli maschili abbondavano, gli schiavi solleticavano anche Virgilio, ma è raro vedere una coppia romantica come quella incisa sulla argentea coppa Warren, che risale al 50 dopo Cristo: i due uomini nudi si tengono per mano, un po´ storditi, il più giovane seduto in grembo al più vecchio, le natiche del primo che premono sul sesso del secondo.
Poi vennero tempi bui, sempre più bui, e sono crudelissime le incisioni e i dipinti e le miniature medioevali che mostrano le virtuose punizioni comminate dall´inquisizione religiosa e secolare, spesso solo per ragioni politiche e di potere, agli accusati di sodomia. Come, nel 1326, lo squartamento in cima a una scala, prima di essere gettato ancora vivo sul rogo, di Hugh il Giovane, uno dei tanti amanti di Edoardo II re d´Inghilterra, quello celebrato da un magnifico film di Derek Jarman, morto di Aids nel 1994. Non meno terrorizzante Il giudizio universale di Taddeo di Bartolo, l´affresco del tardo Quattordicesimo secolo nella Collegiata di San Gimignano, che illustra, tra adultere torturate, anche un uomo nudo con in testa il cartello «sotomitto», fastidiosamente impalato dalla bocca all´ano.
Per secoli la punizione per la sodomia fu il rogo, poi, più generosi, nel Settecento gli inglesi scelsero l´impiccagione e gli olandesi la garrota o l´affogamento. Anche se poi la persecuzione della sodomia (che comprendeva ogni pratica sessuale non procreativa anche con signore) fu più casuale che sistematica, in più contemporanea alla celebrazione dell´amore affettuoso tra uomini, in società, nell´arte e in letteratura. Federico il Grande, lui stesso curioso di truppe, accordò alla Prussia «libertà di coscienza e di uccello», sostituendo alla pena capitale le frustate e l´esilio a vita. Quasi contemporaneamente, nel 1768, l´imperatrice Maria Teresa decretò che nei suoi possedimenti, Austria, Ungheria e Boemia, i sodomiti dovevano essere «sterminati dalla faccia della terra e bruciati sul rogo». In Francia gli illuministi avrebbero dovuto essere appunto più illuminati, ma come capita quasi sempre a chi se la prende con le istituzioni, chiesa monarchia e altro, con le cose del sesso erano molto meno spigliati. Per Voltaire, «l´amore detto socratico» era «un vizio distruttivo per la razza umana» e addirittura «un disgustoso abominio», anche se poi Diderot, che attribuiva il sesso tra maschi tra gli indigeni americani alla bruttezza delle loro donne, ammise che nei bagni pubblici aveva notato un giovane di straordinaria bellezza, tanto che «non riuscii a trattenermi, dovetti avvicinarmi a lui». E non fu il codice napoleonico del 1804 a depenalizzare la sodomia in Francia, ma la Rivoluzione francese, che nel nuovo codice penale del 1791 neppure la menzionava perché non potevano considerarsi illegali «quelle stupide offese, create dalla superstizione (cioè la religione), dal feudalesimo, dal sistema fiscale e dal dispotismo».
Avviso agli homoturisti: oggi l´omosessualità è ancora, almeno sulla carta, punita con la morte in Afghanistan, Iran, Mauritania, Nigeria, Sudan, Uganda; con l´ergastolo in Bangladesh, Bhutan, Guyana, India. Fu lo scrittore ungherese Károly Mária Kertbeny a usare per la prima volta la parola «omosessualità» in una lettera del 1869 indirizzata al ministro della Giustizia prussiano per chiedere l´abolizione delle leggi penali contro «gli atti innaturali». Da quel momento spuntarono da ogni parte sessuologi pro o contro, e mai tante stupidaggini furono dette e scritte con così grande dottrina. Poi vennero gli anni Venti del Novecento, di massima gayezza intellettuale e mondana soprattutto a Berlino, poi le persecuzioni naziste, infine i primi cinepersonaggi non esplicitamente gay che comunque finivano malissimo.
La prima vera rivolta gay contro l´ipocrisia, l´occultamento e le retate della polizia è del 1969, e avvenne come strascico della rivoluzione sessuale etero nell´ormai storico bar Stonewall di Christopher Street a New York. Negli anni Ottanta il virulento diffondersi dell´Aids portò tragedie, lutti e orgoglio omosessuale. Oggi, mah! Nell´omofobia che tuttora resiste, gay e lesbiche si sposano dove la legge lo consente, persino le fiction italiane fintamente bonaccione hanno simpatici personaggi gay, però appena si può negli show ancora si infilano i buffoni maschi vestiti da donna per far ridere le masse. C´è la corsa al coming out, alla mercificazione, coppie di stilisti che sino a qualche anno fa cacciavano dalle sfilate chi accennava a loro eventuali legami oggi dichiarano di voler adottare, oltre ai cani, anche dei bambini. Qualche gentiluomo di antico stampo, devoto all´eleganza dell´ombra e del silenzio, scuote la testa e ricorda il romantico critico d´arte inglese John Ruskin: «È l´eccesso di luce che rende la vita di oggi perfettamente volgare».

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Se il poliziotto fa coming out.

L'ambiente è molto "macho", il rischio discriminazione altissimo. Ma qualcosa si muove per gli omosessuali nelle forze dell'ordine. Noi siamo andati alla conferenza di Barcellona. Per scoprire qual è il paese più friendly. E quello più bacchettone.

(Luca Tancredi Barone - Io donna) Isabel e Dolors si sono conosciute undici anni fa in servizio. E si sono innamorate. Da allora vivono e lavorano insieme. Tutti i colleghi lo sanno. La loro storia, raccontata dalla televisione nazionale spagnola Tve, è quella emblematica di due poliziotte catalane che vivono la loro relazione alla luce del sole. Non come Alan Rogers, l'eroe di guerra gay finito sulle prime pagine dei giornali perché il Pentagono lo aveva costretto al silenzio. Come loro, tanti altri poliziotti omosessuali si sono incontrati a luglio a Barcellona, per la quarta conferenza europea dei gay e delle lesbiche in polizia.

A fare gli onori di casa Victor Argelaguet, Nuria Torres e Manuel Gonzalez, rispettivamente presidente, vice presidente e segretario di Gaylespol, la locale associazione di poliziotti e poliziotte omosessuali, fondata un paio di anni fa seguendo l'esempio di analoghe associazioni in paesi nordeuropei, Olanda in primis. Per mostrare il sostegno delle istituzioni, c'erano anche rappresentanti della Generalitat della Catalogna (il governo della regione autonoma) e Fernando GrandeMarlaska, giudice istruttore della Audiencia Nacional, il tribunale superiore spagnolo di giurisdizione nazionale, che da due anni ha reso pubblica la propria omosessualità e che nel discorso inaugurale ha sottolineato i silenzi e le discriminazioni di cui soffrono ancora molti omosessuali in Spagna.

E poi, naturalmente, c'erano poliziotti e poliziotte in divisa da tutta Europa: Olanda, Inghilterra e Scozia, i paesi che hanno fatto più passi avanti nella valorizzazione della diversità, ma anche Svezia, Germania, Austria, Francia, e persino delegati dalla cattolicissima Irlanda. Anche l'Italia aveva i suoi inviati, i membri della semi clandestina Polis Aperta.

Clima di festa, come si conviene in una città dove la diversità è vista come un valore, e dove solo nel quartiere più gay della città, Eixample, ci sono più di ottanta esercizi commerciali rivolti esplicitamente a una clientela omosessuale (non a caso Xarxagay, l'associazione dell'imprenditoria gay catalana, era fra gli sponsor dell'incontro). Un'occasione per parlare di problemi e capire quali sono i problemi e le buone pratiche per risolverli che molte polizie hanno già messo in atto.

«In Francia è ancora difficile essere apertamente gay» spiega Steeve Bouali, in forza nelle banlieue parigine, di origine algerina e membro dí Flag!, l'associazione francese dei poliziotti omosessuali che organizzerà il prossimo incontro della rete europea nel 2010 (i precedenti si sono tenuti ad Amsterdam, Londra e Stoccolma). «Formalmente nessuno ti può discriminare, ma il mobbing dei colleghi può essere molto forte». Anche in Irlanda la situazione non è facile. «La legge ufficialmente difende tutti i lavoratori contro le discriminazioni» racconta P., della Garda irlandese. «Porto sempre con me il mio fidanzato, ma per molti non è facile perché il disprezzo dí superiori e colleghi è sempre in agguato. Per combattere l'omofobia della polizia la prima cosa è parlarne, far sapere a tutti che esistiamo. Il nostro modello è l'Inghilterra, dove esistono associazioni riconosciute, politiche di sostegno avanzate e programmi di training sui temi gay e lesbici. Un giorno ci arriveremo anche noi».

Essere una minoranza è sempre difficile in Spagna e nella polizia la tradizione maschilista è molto forte . Ma c'è chi, come Victor Argelaguet, è "uscito dall'armadio", ha fatto cioè coming out. «Ero stufo di mentire, di fingere di stare con le donne, A un certo punto impazzisci, e ti senti a disagio» racconta. Le cose oggi sono cambiate. Il diretto superiore di Victor, Xavier Vilaró, a capo della Guàrdia Urbana dí Barcellona, ricorda ancora che quando lo assunse fu colpito dalla sua sincerità: «È stato il miglior colloquio della mia carriera» ha raccontato. «E mi ha insegnato quanto valorizzare le differenze sia un valore per la polizia e quanto sia importante che tutti i cittadini si possano sentire protetti da noi», Oggi sono proprio quelli di Gaylespol a formare i colleghi poliziotti catalani con corsi sui diritti civili e sulla diversità sessuale.

Un problema specifico delle poliziotte è che spesso essere lesbiche significa essere doppiamente discriminate: come donne e come omosessuali. Per limitare battute fuori luogo, Gaylespol ha presentato a Barcellona un fumetto sulle "buone maniere" da inviare a tutti i commissariati.

Oggi in Spagna c'è un "fiscal" (l'equivalente di un pubblico ministero) speciale contro i delitti di omofobia, con il compito dí combattere quelli che in inglese si chiamano hate crimes, i crimini dettati dall'odio. Ma non è sempre stato così: dal 1954 (secondo la legge cosiddetta dei "fannulloni e malviventi") e ancora più severamente dal 1970 (legge "della pericolosità e riabilitazione sociale") e fino al 1979, in Spagna l'omosessualità era un reato penale perseguito brutalmente dalla polizia franchista. A Barcellona, il catalano Armand de Fluvià, il padre fondatore del movimento gay e lesbico di Spagna, ha raccontato agli agenti europei gli anni in cui i gay si riunivano se gretamente e l'opposizione al regime passava sia attraverso l'identità sessuale, sia attraverso quella culturale (la lingua e la cultura catalana erano severamente vietate durante il governo del Generalissimo). «Alla caduta del franchismo, dopo anni in cui eravamo i nemici della chiesa, dello stato, della medicina, e manifestavamo insieme a tutti i movimenti di sinistra in Catalogna, poter gridare "il nostro culo è rivoluzionario" fu liberatorio» ha raccontato de Fluvià.

Ma il passato è passato. E oggi una maggiore sensibilità tra le forze dell'ordine può giocare un ruolo importante anche per prevenire il bullismo nelle scuole. In tutto il mondo si calcola che almeno il 30 per cento dei suicidi degli adolescenti sia legato alla tensione emotiva dovuta all'orientamento sessuale che causa derisione e isolamento da parte dei compagni. «I bambini introiettano tutte le fobie della società» ha spiegato il giurista Antoine Leonetti, esperto in diritti culturali. «È chiaro che il ruolo educativo centrale spetta ai genitori e agli insegnanti che dovrebbero combattere contro il giudizio negativo che pesa sugli omosessuali. Ma dai poliziotti può venire un'azione di rinforzo contro ogni intolleranza».

Nei paesi dove il fenomeno è stato studiato si è visto che «quando un lavoratore può essere se stesso, rende di più» ha raccontato David Small, dell'associazione inglese Stonewall. Per questo in Inghilterra molte imprese si fanno valutare con un equa index: basandosi su alcuni parametri, viene stilata una graduatoria dei primi cento datori di lavoro più friendly rispetto ai propri lavoratori omosessuali. Fra questi, naturalmente, anche molte polizie d'oltremanica.

«Fra i poliziotti ci sono tanti gay e lesbiche quanti ce ne sono in tutto il resto della società. Noi vogliamo che tutti gli agenti siano formati per comprendere cos'è la diversità e capire che esistono molte situazioni affettive possibili, e che tutti meritano di essere trattati allo stesso modo».


Ma in Italia sono clandestini.
Primavera 2007, Firenze. Riunione della rete europea degli omosessuali. Delegati da tutta Europa si riuniscono per discutere dei diritti di chi lavora in polizia e ha un orientamento sessuale diverso dalla maggioranza. Peccato che gli italiani non si vedano: la Digos ha circondato la sede dell'incontro e scatta fotografie a più non posso. La strada che l'Italia deve percorrere per vincere la discriminazione è ancora lunga. Per aiutare e non isolare i gay nelle forze dell'ordine nel 2005 nasce Polis Aperta. Racconta M., in aeronautica: «Se qualcuno ti denuncia ai superiori, non sai che le esperienze degli altri possono aiutare». Ma che cosa succede se scoprono un gay? «Se lo scoprono prima, non lo fanno arruolare. Dopo, la situazione è più sfumata,. Siamo militari, per ordine di servizio possono punirti spostandoti dove vogliono senza spiegare perché. Oppure possono cacciare un cadetto con il massimo dei voti, magari denunciato da una lettera anonima pochi giorni prima che prenda i gradi. Motivo? Il suo comportamento porta disonore alle forze armate». Polis Aperta chiede regolamenti che non discriminino i gay per l'arruolamento. «Soprattutto vorremmo che l'Italia recepisse la direttiva europea sulle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale: uno scudo per tutti i lavoratori contro il mobbing di colleghi e superiori. Sogniamo una polizia tollerante e aperta. Un poliziotto gay è una ricchezza e non una vergogna».

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Milano. Auto di lusso e vip nel bordello dei transessuali.

(Il Giornale) Disperato perché di fatto non era più in grado di controllare il suo inquilino, era ricorso ai carabinieri. Per altro già sollecitati dagli inquilini dello stabile, esasperati dall’attività dei tre viados che avevano trasformato quell’alloggio in «bordello trans». Il terzetto infatti attirava ogni sera decine di clienti tra i quali professionisti di successo, agiati imprenditori e pubblici funzionari di un certo «rango». Alla fine i militari hanno denunciati i prostituti e arrestato un giovane egiziano che aveva organizzato il giro.
Tutto inizia nelle scorse settimane quando il proprietario di un bilocale in viale Fulvio Testi 177 si presenta ai carabinieri della stazione Greco perché, di fatto, aveva perso il controllo dell’appartamento. Affittato regolarmente a un egiziano che a sua volta l’aveva girato a un connazionale clandestino, Ahmed Osman, di 23 anni. Il quale aveva messo su un discreto giretto di squillo. Inizialmente con due argentini a cui si era aggiunto un terzo sudamericano. Lui percepiva 1.200 euro al mese, cifra tutto sommato equa, e loro esercitava il mestiere, dopo aver raccattato clienti in strada.
Clienti di prim’ordine stando alle osservazione dei militari che in pochi giorni di appostamenti avevano potuto notare Porche e Mercedes darsi freneticamente il cambio sotto casa. E più tardi i viados spiegheranno di ricavare dallo loro attività anche 15mila euro al mese, con prestazioni da 50 euro. Un semplice calcolo consente di stabilire una media di dieci clienti a sera da moltiplicare per i tre prostituti. Logico che poi gli altri inquilini abbiano iniziato a lamentarsi e si siano rivolti ai carabinieri.
E così arriviamo alla scorsa sera quando i militari hanno fatto irruzione nel bilocale. Trovando tutto il nécessaire per l’attività, film e riviste porno, gadget e ammeniccoli vari. In camera da letto, divisa in due da un separè per non fermare mai l’attività, un cliente, appunto un facoltoso imprenditore invitato a rivestirsi e tornare a casa in tutta fretta. A questo punto non restava che tirare le somme, denunciando i tre argenti, irregolari in Italia, e arrestando l’egiziano, anche lui clandestino per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

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Playgirl Magazine chiude ma resterà su internet.


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Playgirl Magazine, la storica rivista che ha portato nelle edicole il nudo maschile, cesserà le sue pubbicazioni il prossimo febbraio, rimanendo solo in internet. Pubblicata dal 1973 Playgirl aveva radunato intorno a sè un vasto pubblico soprattutto gay.

Una versione italiana di Playgirl arrivò nella prima metà degli anni 90, ma non ebbe successo e fu costretta a chiudere molto presto. La decisione di chiudere la versione cartacea di Playgirl è stata motivata dal calo vertiginoso delle vendite e dall’uso sempre più frequente da parte dei lettori del web.

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Sesso nei separè del night, denunciata la titolare.

Ramiseto: blitz dei carabinieri all’Havana Club il questore fa chiudere il locale notturno di Canova.
(Linda Pigozzi - La gazzetta di Reggio) Ha fatto scivolare una banconota da 100 euro fra le mani di una prosperosa ballerina nordafricana, poi si è appartato con lei nel privée dell'Havana Club, il night di Canova di Ramiseto. Mentre l'entraineuse teneva fra le mani un preservativo ed era pronta a farlo indossare al cliente, nel locale sono entrati i carabinieri per un controllo. Scostato il separé, gli uomini del capitano Mario Amoroso hanno visto la scena. Inequivocabile. Tanto da far scattare la denuncia per il reato di tolleranza della prostituzione per la titolare del night club, la 32enne genovese G.P.
Nel blitz, messo a segno la sera di domenica 27 luglio, i carabinieri di Castelnovo Monti hanno potuto accertare come fossero cinque le entraineuse al lavoro nel locale: tutte giovani e belle extracomunitarie. Una nigeriana, una russa, una thailandese e un'altra cittadina africana - oltre, naturalmente, alla magrebina con cui il cliente stava per consumare la prestazione sessuale concordata - si aggiravano fra i divanetti del night club, pronte a far divertire gli avventori. Almeno, secondo quanto rilevato dai carabinieri.
Di queste cinque ragazze, tre sono risultate sposate con cittadini italiani.
Scattata la denuncia della titolare, i militari dell'Arma hanno anche provveduto a segnalare cosa accadesse sotto le luci soffuse del privée del night club - conosciuto in tutto l'Appennino reggiano - alla procura di Reggio.
Nei giorni scorsi il questore di Reggio ha quindi emesso un provvedimento di sospensione di quindici giorni dell'attività del locale. Provvedimento eseguito dai carabinieri nella serata di ieri.
L'Havana Club resterà quindi chiuso fino al prossimo 22 agosto.
Già in passato, il frequentato locale di Canova era finito nel mirino degli investigatori. Nel 2000 un ispettore di polizia si intrufolò nel locale notturno, mescolandosi fra la clientela. Nel suo rapporto raccontò di ballerine disposte a far sesso a pagamento nei separé. Scattò la denuncia dell'allora gestore e dell'ex direttore di sala. Finiti a processo con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, i due sono stati assolti nel gennaio 2007 dal tribunale di Reggio.

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Gli inglesi che sudano troppo scelgono il botox.

(Medicina live) In Gran Bretagna il caldo e l’afa che portano ad un’eccessiva sudorazione non sono più un problema, dal momento che gli inglesi usano e abusano del botox anche per evitare di sudare troppo abbondantemente.

Di norma il botox si usa contro le rughe e l’invecchiamento precoce della pelle, ma è risultato efficace anche per limitare la sudorazione. Il 31% dei trattamenti al botulino hanno riguardato, da maggio 2008, proprio questo tipo di applicazione anti-sudore.

Gli esperti ritengono che sia un valido metodo per liberarsi dell’eccessivo sudore che può risultare, per alcune persone, molto imbarazzante anche nei rapporti sociali.
Certo è che questo incremento di botox per gli impieghi più disparati, ora anche per il sudore, non è un fenomeno da sottovalutare perchè fa luce sull’abuso di pratiche consigliate dai medici solo a chi ne ha davvero bisogno perchè suda in maniera eccessiva, mentre la normale sudorazione non dovrebbe rappresentare alcun motivo di disagio.

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Anguria come il viagra? A Caserta le vendite "schizzano" in alto.

(Casertasette) Ha (quasi) l'effetto del Viagra - se assunto a grosse quantità - ma costa infinitamente meno. L'anguria, il cocomero che impazza d'estate, ha anche questa caratteristica e in provincia di Caserta, dopo la notizia apparsa qualche giorno fa su diversi organi di stampa, le vendite sono 'schizzate'. Il segreto, però, è soprattutto nella scorza citrullina. Anziani ma anche giovani con manie da prestazioni. Problemi per “scarsa prestazione sessuale”? Niente paura…se non volete prendere la famosa “pillola blu” alias “Viagra”, ecco una soluzione semplice e naturale e, a parte forse solo qualche scappata in bagno in più, di effetti collaterali praticamente non ce ne sono. Oltre al peperoncino piccante, chiamato appunto “il viagra dei poveri” ecco l‘Anguria che, grazie alle sue eccellenti caratteristiche, promette notti di “fuoco”. Secondo un recente studio, portato a termine da studiosi americani, la “arginina” contenuta nell’anguria, è un ottimo vasodilatatore e, quindi, può fare aumentare l’irrorazione sanguigna anche a livello dell’organo genitale maschile permettendogli, quindi, di poter “offrire” maggiori e “migliori ” prestazioni sessuali. Ma ci saranno dosi consigliate? Bhe non lo sappiamo. A tal proposito vi vogliamo ricordare un aneddoto sempre inerente ai rimedi naturali per maggior funzionamento della nostra “passione”. E’ risaputo che i frutti di mare e i crostacei sono particolarmente afrodisiaci e, allora, si racconta che, un signore si rivolse al famoso Giacomo Casanova per avere consigli su come poter migliorare i suoi “momenti amorosi” e il saggio “amatore” gli consigliò di mangiare 12 ostriche crude prima dell’appuntamento con la “donzella: Il giorno dopo si incontrarono e quando Giacomo chiese all’amico come era andata lui rispose ” dieci ostriche hanno funzionato….due purtroppo no”. Sarà anche il caso dell’anguria?

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Fumetti. Il superman delle origini? Troppo gay.

(Comicsblog) Nell’anno del 70esimo compleanno di Superman, andiamo alle origini del mito per scoprire che per Detective Comics Clark Kent sembrava troppo gay e Lois Lane troppo sexy.

Jeff Trexler ha spulciato la corrispondenza tra Detective Comics e Jerry Siegel, il creatore di Superman, tra il 1939 e il 1947. Sono emerse così alcune critiche che l’editore faceva allo staff creativo di Superman.

Si comincia con Lois Lane, che secondo gli editori era troppo sexy e avrebbe potuto attirare l’attenzione delle censura. Secondo gli editori le curve dei seni e dei fianchi Lois erano così esplosive che la collega di Clark Kent sembrava quasi incinta. Gli editori puntavano il dito contro l’abbigliamento scelto per la Lane, che sembrava da un catalogo di un grande magazzino. Si consigliava invece di ispirarsi a riviste come Vogue e Vanity Fair.

E Superman? Superman sembrava gay, Secondo Detective Comics Joe Shuster disegnava a Superman un sedere troppo grosso, facendolo sembrare, secondo gli standard dell’epoca, troppo effeminato. Cliccando su Continua potete vedere il super-fondoschiena di Superman alle origini.

via | Uncivil Society

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India: proposta per abolire reato di omosessualità.

(Uaar) Durante la conferenza internazionale contro l’Aids, conclusasi da qualche giorno, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon aveva affermato con forza la necessità di battersi contro le discriminazioni verso determinate categorie come gli omosessuali, al fine di rendere più efficace la lotta contro la malattia. Il ministro della sanità indiano Ramadoss ha intenzione di proporre, in tal senso, l’abolizione della disposizione del codice penale che punisce l’omosessualità, ancora vigente nel paese e residuo del colonialismo britannico.

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Rieccolo... Franco Grillini: Il 10% dei parlamentari è gay.

(Queerblog) Franco Grillini ogni tanto se ne esce con le statistiche, come in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it

“Certo che tra i parlamentari ci sono molti omosessuali. Sì, anche in questa legislatura. Sono tutti quelli della scorsa, tranne ovviamente quelli legati alla Sinistra Arcobaleno che non ci sono più. E non c’è alcun dubbio che ce ne siano anche tra i nuovi eletti. La percentuale è leggermente sopra la media nazionale, che è attorno al 5-6%. Secondo me tra i parlamentari si arriva tranquillamente al 10% di gay”.

E ancora:

“Un omosessuale quando non ha famiglia può fare carriera politica molto più rapidamente di un altro; ed era questa la condizione dei vecchi Dc. Tutti, da Giovanardi a Cossiga, dicono che gli omosessuali della vecchia Dc erano pazzi. Sono tanti… ma i nomi non si fanno”.

Quindi conclude:

“Ci sono in tutti i gruppi, compreso l’Udc. E il gruppo che ne ha di più in percentuale è il Popolo della Libertà”.

Già in un precedente sondaggio avevamo chiesto se Grillini dovesse fare i nomi di tali politici che di fatto ci condizionano la vita con il non-legiferare a favore dei nostri diritti. I risultati del sondaggio sono i seguenti:

Risultati del sondaggio su Grillini








E questa dichiarazione fa il paio con quella rilasciata tempo fa dalla Concia.

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Il programma di Obama. Irak, armi, religione, aborto. E i diritti ai gay?

(Christian Rocca) “Rinnovare la promessa americana” è il titolo del programma di Barack Obama. Cinquantuno pagine, in prima bozza, presentate dalla Commissione presieduta dal governatore dell’Arizona Janet Napolitano al “Platform standing committee” che potrà ancora modificarle prima di sottoporle ai delegati alla Convention di Denver del Partito democratico (25-28 agosto). Il documento delinea il piano d’azione del presidente Obama ed è diviso in un preambolo e quattro capitoli, ciascuno dei quali contiene il verbo “rinnovare”. La prima parte svela le idee obamiane per “rinnovare il sogno americano”, cioè le sue proposte sull’economia. La seconda spiega come “rinnovare la leadership americana” nel mondo. La terza parte è sulle questioni etico-sociali, la quarta sull’innovazione istituzionale. Obama comincia col dire che “l’America è il paese che ha guidato il Ventesimo secolo, costruito una fiorente classe media, sconfitto il fascismo e il comunismo e fornito generose opportunità a molte persone”. Oggi, però, “siamo a un bivio, siamo nel sesto anno di una guerra a due fronti, la nostra economia è in difficoltà, il nostro pianeta è in pericolo”. Obama promette assistenza sanitaria di qualità per tutti e poi aiuti alle famiglie, migliore istruzione e più tasse solo per le famiglie che guadagnano più di 250 mila dollari. Sui trattati di libero scambio, Obama è meno populista di qualche mese fa ma conferma di voler rinegoziare il Nafta e di voler imporre ai partner il rispetto degli standard internazionali su lavoro e ambiente.
Sulla politica estera e di sicurezza nazionale, la Platform ribadisce la contrarietà alla guerra in Iraq e il piano di ritiro “responsabile” in 16 mesi. Obama insiste sulla cautela delle operazioni di rientro e annuncia che, in ogni caso, in Iraq resterà “una forza residua impegnata in missioni specifiche: colpire i terroristi, proteggere la nostra ambasciata e il personale civile, consigliare e sostenere le Forze di sicurezza irachene e fare in modo che gli iracheni compiano progressi politici”. La differenza con John McCain non è grande, salvo che il repubblicano pensa di legare il rientro delle truppe alla situazione sul campo, non al calendario. Obama parla di “porre fine alla guerra in Iraq”, evitando il verbo “vincere” che, invece, usa a proposito della guerra in Afghanistan, definita “giusta”. Agli alleati e alla Nato, Obama chiederà l’invio di altre truppe, mentre sul fronte interno aumenterà la dimensione di esercito e marine di 92 mila unità. L’America di Obama si impegnerà nella diffusione della democrazia (ma non con la forza) e per fermare la proliferazione di armi di distruzione di massa. Sull’Iran, il programma dice che “il mondo deve evitare che l’Iran acquisisca armi nucleari”. Obama comincerà con la diplomazia, ma “mantenendo tutte le opzioni sul tavolo”.
Un capitoletto è dedicato alle “armi da fuoco”. Obama “riconosce che il diritto a portare armi è una parte importante della tradizione americana”, ma pensa a “ragionevoli regolamentazioni” diverse tra stato e stato. “Onoriamo il posto centrale che la fede ha nelle nostre vite”, si legge a pagina 43 assieme ad altre considerazioni sull’importanza della religione e delle associazioni caritatevoli. Il paragrafo sull’aborto è intitolato “choice”, “scelta”. Per la prima volta dal 1992 scompare la parola “raro” dalla nota formula clintoniana dell’aborto “legale, sicuro e… raro”. Salvo correzioni in corso d’opera, il programma di Obama sostiene il pieno “diritto della donna a scegliere di abortire” e si oppone “a qualsiasi tentativo di indebolire o mettere a repentaglio tale diritto”.

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La talpa, anche Lele Mora tra i concorrenti? Paola Perego ci conta e racconta come sarà la nuova edizione in Sudafrica.

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Mentre per L'isola dei famosi si conoscono già cast e inviato per La talpa, che tornerà da metà settembre ogni mercoledì sera su Italia 1 per otto puntate, ci sono ancora molti tasselli da riempire. Quello che è certo è che la conduttrice sarà Paola Perego che a Scoop (al direttore Massimo Maffei, ospite fisso della scorsa Buona Domenica) racconta: "La talpa non è un reality come gli altri, forse non è neanche un reality! E' un grande giallo popolare: un intrigo divertente e spettacolare, diciamo così, in salsa di Hitchcock. Si tratta, per i partecipanti e per gli spettatori, di utilizzare intelligenza e fiuto per scoprire chi sia il sabotatore occulto - o la sabotatrice - che vuol far fallire la prova dei compagni in scena. Gli indizi sono disseminati ovunque. Ma ci vorrà il naso di un investigatore per metterli insieme anche se credo che la verità, come sempre, si scoprirà solo all'ultima puntata".
Dove si svolgerà? "In Sudafrica: ambiente spettacolare, di rara bellezza. Molte le sorprese ma saranno top secret fino a quando non saranno definite. Dico che proporremo nomi imprevedibili, intriganti sia per la conduzione dal Sudafrica, sia per la squadra di partecipanti maschi e femmine. Con riferimenti interessanti all'attualità e non solo al cosiddetto show-system".
Per il ruolo di inviato sembra in pole position Paola Barale , ex moglie del vincitore dell'ultima edizione Gianni Sperti ma la Perego rivela: "Diego Maradona, un amico (giocava nel Napoli con Andrea Carnevale, ex marito della conduttrice, ndB), era molto tentato. Lo conosco da anni e sono felice che sia di nuovo in perfetta salute. Conosce La talpa, gli piacciono i meccanismi. Maradona è una star internazionale, se lo contendono in tutto il mondo: troppi impegni, impossibile per lui lasciare tutto per due mesi. Quanto a Roberto Donadoni è stata un'idea di Cesare Lanza: mi è sembrata interessante. Ma, per il momento, preferisce non allontanarsi dal mondo del calcio. Idem Sinisa Mihajlovic, il braccio destro di Roberto Mancini".
Quanto ai concorrenti, tra i nomi certi, ci sono quelli di Melita Toniolo, Pamela Prati, Pamela Camassa e Jack Vanore ma Libero inserisce nel cast anche Lele Mora. La proposta c'è stata, la Perego ci terrebbe molto. Del resto il "disgelo" tra i due c'era già stato durante l'ultima edizione di Buona Domenica quando l'agente dei vip (concorrente di Lucio Presta, compagno della conduttrice) ha potuto togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo alcune disavventure giudiziarie. Ma, ormai in tv, non ci si deve stupire più di nulla: basti pensare al fatto che Stefano Bettarini quasi certamente sarà l'inviato di Quelli che il calcio... a fianco dell'ex moglie Simona Ventura.

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Lucciole? “Pericolose”. E il modello Rimini potrebbe fare scuola.

Prostitute in azione

Le prostitute? Soggetti pericolosi.

(Panorama) Il senatore Filippo Berselli, torna a riproporre il pugno duro contro la prostituzione. Chiede, il presidente della commissione Giustizia in Senato, di applicare a tutto il terrotorio nazionale la norma anti-lucciole, che assimila le prostitute ai “soggetti peicolosi”, già attiva a Rimini, attraverso una circolare del ministero dell’Interno. “Sarà di fatto una disposizione ai questori” sottolinea il senatore Pdl “affinché valutino ciò che ha fatto il questore di Rimini per applicarlo poi sul proprio territorio”.

Berselli ha avuto una conversazione telefonica col ministro dell’Interno, Maroni, sulla questione. Ho spiegato a Maroni” afferma Berselli “che cosa ha fatto il questore di Rimini e lui mi è sembrato molto interessato. Mi ha assicurato che avrebbe parlato direttamente con questo questore per capire meglio i dettagli della vicenda. Ma sulla possibilità di poter rimpatriare le prostitute straniere, applicando la norma che già esiste”, ha assicurato Berselli, “il Ministro mi è sembrato molto attento e interessato”.
Tutto ha inizio a Rimini, dove il questore, Antonio Pezzano, ha ripescato una sentenza della Cassazione del ‘96 che estendevano alle prostitute la legge del 1956 sui soggetti pericolosi. Tale legge prevede che ci sia prima una diffida del questore a non delinquere, poi la possibilità di rinviare i “rei” al comune di residenza con foglio di via obbligatorio, infine, in caso di “disobbedienza”, scatta l’arresto da uno a sei mesi, il processo, e il rimpatrio obbligatorio. Il questore di Rimini, applicando questa misura, nel solo mese di luglio ha così emesso fogli di via obbligatori per 47 prostitute straniere. Quindi ne ha denunciate 40 che ora dovranno attendere il processo e, in caso di condanna, dovranno essere rimpatriate nel loro paese, con foglio di via obbligatorio.
Oggi il senatore Berselli, confortato dall’iniziativa del questore, ha chiesto proprio a Maroni una circolare ad hoc. “Per evitare un’applicazione della normativa a macchia di leopardo, sarebbe bene che intervenisse una circolare del Viminale. Poi, evidentemente, spetterà ad ogni questore valutare la situazione, ma, forti dei risultati raggiunti a Rimini, dove la prostituzione si è dimezzata soltanto nel giro di un mese, confido che verrà applicata, in breve, a livello nazionale”.

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